Come riconoscere le contrazioni in gravidanza

Le contrazioni in gravidanza sono delle contrazioni involontarie dell’utero che si manifestano durante la gestazione, soprattutto verso la fine e che possono indicare il travaglio.

I muscoli dell’utero sono muscoli cosiddetti lisci, e come il cuore sono dunque involontari. Possono verificarsi durante tutta la gravidanza, ma con diversa intensità e soprattutto con diverso motivo. Ecco perché è importante saperle riconoscerle.

Come riconoscere le contrazioni in gravidanza: quali sono le contrazioni durante i mesi di gravidanza e come riconoscerle

Le contrazioni in gravidanza possono essere svariate, e possono comparire in tutte le epoche della gestazione, con intensità diversa. Quelle finali, ovvero quelle che portano al travaglio, sono decisamente le più forti, e anticipano la fase espulsiva del parto.

Ma essendo presenti in tutta la gravidanza, è bene riconoscerle, anche per non scambiarle per altri problemi. Le contrazioni, infatti, si presentano come spasmi e tensioni del ventre che durano pochi secondi e scompaiono. Non sono da confondere con i dolori più forti, lunghi e sordi, fissi e prolungati nel tempo: in quel caso potrebbe trattarsi di altre patologie ed è necessario un consulto del proprio medico.

Per quanto riguarda le vere e proprie contrazioni uterine, nei primi mesi di gestazione possono verificarsi delle contrazioni fisiologiche, nel momento in cui l’utero si contrae. Capita soprattutto quando sarebbe dovuto comparire il ciclo, ma solitamente sono deboli, anche se percepibilissime dalla donna.

Via via che l’utero si modifica e si ingrossa, nel secondo trimestre, queste contrazioni potrebbero tornare. Sempre leggere, possono indicare proprio l’utero che si muove, il bambino che si gira, oppure essere conseguenza della stanchezza della mamma. Anche una carenza di magnesio e lo stress potrebbero incidere, ed è per questo che i ginecologhi potrebbero prescrivere alla gestante dei sali minerali e del magnesio, per evitare proprio le contrazioni dell’utero.

Avvicinandosi al parto, invece, ecco invece le contrazioni di Braxton-Higgs, che prendono il nome dal medico che per primo le individuò nel 1872. In questo caso l’utero si sta già preparando al parto e queste contrazioni sono esattamente di preparazione. Attraverso esse, infatti, la cervice uterina si modifica e si dilata, per favorire il cammino del bambino verso il canale del parto. Possono durare a lungo, ma sono sporadiche, ovvero non frequenti e non regolari. Possono scomparire da sole, oppure con un aiuto dall’esterno, come un bagno caldo rilassante.

Essendo ancora irregolari, non è ancora il momento di recarsi in ospedale. Quando le contrazioni si fanno invece regolari, a quel punto possiamo prepararci ad andare. Associata alle contrazioni regolari potrebbe poi avvenire la perdita del tappo mucoso che “chiude” il collo dell’utero, con una perdita spessa e biancastra. Insieme a questa perdita, molte donne trovano sulle mutandine anche delle striature rosate di sangue: in questo caso è indicazione che le contrazioni stanno lavorando sulla cervice, che si sta via via dilatando.

Nel momento in cui assistiamo alla perdita del tappo mucoso, alle striature rosa e soprattutto alla regolarizzazione delle contrazioni, è il momento di recarci in ospedale. Queste contrazioni, rispetto alle altre, saranno molto dolorose, durature e regolari. Durano circa 30-50 secondi e avvengono a 10-15 minuti di intervallo tra loro. Via via si faranno più intense e regolari, e nel momento in cui compariranno 2 o 3 contrazioni nel giro di 10 minuti per almeno un’ora, sarà il momento di avviarsi all’ospedale (non in modo burrascoso!).

Le riconosceremo, dunque, perché non scompariranno, ma aumenteranno con regolarità e avranno pause sempre più brevi. Mentre attendiamo questa regolarità, le ostetriche e i medici consigliano di fare una doccia calda rilassante.

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Cecilia

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