Il ruolo dei genitori nelle scuole di Reggio

Il bambino sta al centro della sua educazione, con la sua identità, le sue potenzialità e le sue conoscenze, che si costruisce da solo. Ma basilare all'interno del metodo pedagogico redatto da Loris Malaguzzi nel dopoguerra e adottato nelle scuole di Reggio Emilia, il cosiddetto Reggio Approach, è anche il rapporto con i genitori e gli insegnanti, come se quello bambino-genitori-educatori fosse un triangolo impossibile da spezzare.

Vi spieghiamo il ruolo dei genitori all'interno del Reggio Approach: come il metodo didattico e pedagogico di Lori Malaguzzi mette al centro il rapporto tra il bambino e gli adulti attorno a lui.

Nello stesso modo in cui il sapere non viene racchiuso in settori ma procede per un apprendimento trasversale, così l'ambiente scolastico non viene rinchiuso e delimitato in maniera stagna. Anzi. La scuola è un ambiente considerato vivibile da tutti, un luogo di apprendimento continuo all'interno del quale le relazioni si tessono senza soluzione di continuità.

La partecipazione, punto fondante dell'approccio pedagogico reggiano, coinvolge bambini e adulti allo stesso modo. Tutti sono parte del progetto educativo! Partecipare alla vita quotidiana del bambino e allo sviluppo del suo apprendimento è un'esperienza arricchente, che prevede che insegnanti e genitori utilizzino i loro linguaggi da integrare ai cento del bambino, i loro punti di vista, le loro culture e i loro dialoghi.

Lo si legge anche nel progetto didattico visibile sul sito delle scuole e dei nidi di Reggio: "La partecipazione genera e alimenta sentimenti e cultura di solidarietà, responsabilità ed inclusione, produce cambiamento e nuove culture che si misurano con la dimensione della contemporaneità e dell’internazionalità".
Tutto questo porta a definire quello delle scuole di Reggio come un progetto educativo che si fonda sul tessere relazioni. Il bambino impara attraverso tutte le connessioni che gli vengono offerte, connessioni tra le materie, gli oggetti, le esperienze, ma anche connessioni tra persone.

Ecco perché nelle Scuole di Reggio i rapporti sono molteplici: tra gli adulti e i bambini all'interno della scuola, tra gli adulti e i bambini al di fuori dall'ambiente scolastico, tra la scuola e i genitori e tra la scuola e la comunità (e infatti è presente il Consiglio Infanzia Città, composto da genitori, cittadini, insegnanti, operatori, atelierista e pedagogista, per confrontarsi e tessere le relazioni democratiche di cui parliamo).

I genitori hanno il diritto di partecipare quindi alle attività scolastiche, e di favorire gli scambi interpersonali, anche a livello di multiculturalità (soprattutto in questi anni). Ciò porta ad una continuità scuola-casa molto apprezzata dal bambino, che si sente stimato e coinvolto. Non solo: la rete di comunicazione che si crea è davvero importante.

Concretamente, i genitori partecipano attivamente sin dai giorni che precedono l'ingresso a scuola, attraverso incontri con bambini e insegnanti per conoscere personalmente ogni bambino e ogni famiglia, con le sue diversità e le sue potenzialità.

Durante gli anni scolastici, poi, i genitori sono coinvolti su più livelli. Su quello della valutazione, ad esempio, parlando continuamente con gli insegnanti per osservare e documentare i progressi dei figli, e su quello dell'educazione ponendo insieme gli obiettivi da raggiungere e i modi per farlo.

Ogni giorno ci si trova poi tutti insieme, al momento del recupero dei figli in classe, e si discute sulle esperienze che i bimbi hanno intrapreso durante la giornata. Ma non sono solo le esperienze scolastiche ad interessare genitori e insegnanti: gli educatori chiedono sempre cosa si è fatto fuori da scuola, per capire cosa i bambini imparano anche fuori dalle mura scolastiche.

Il dialogo, poi, è incoraggiato fortemente. I genitori e i bambini devono sempre parlare delle loro giornate, di cosa hanno imparato, delle loro sensazioni e anche dei loro dubbi.
Ancor più concretamente, i genitori (e a volte i nonni) partecipano alla vita scolastica facendo lavoretti di volontariato per il mantenimento degli spazi, ad esempio, o costruendo giocattoli e mobili, e sono sempre coinvolti nelle feste e negli spettacoli, nelle celebrazioni e nelle attività straordinarie.

Insomma, sono tutte queste figure, non solo bambini e insegnanti, a fare la scuola. Figli, genitori, educatori, atelieristi, operatori, cuochi, professionisti, comunità, nonni: tutti contribuiscono all'educazione dei bambini, in un tessuto fatto di bellissimi incroci e trame meravigliose nella loro diversità.

Sara Polotti

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