Genitori... al singolare

Questo articolo è pensato per tutte quelle mamme ( ma anche papà), che si trovano a crescere i figli dopo una separazione coniugale; quelle mamme sole nella gestione dei loro bambini; quelle mamme che hanno stili educativi completamente diversi dall’ex partner, padre dei bimbi e che lottano quotidianamente per un po’ di equilibrio nella vita dei loro figli; quelle mamme che pensano di essere le uniche a dover affrontare determinate problematiche; quelle mamme che pensano che i loro bambini hanno o avranno ripercussioni psicologiche dovute alla situazione familiare che vivono …

E’ ormai esperienza comune a diversi bambini trovarsi in qualche punto della vita a dover affrontare il processo di separazione dei genitori. Sì, perché la separazione non è un evento, che inizia e finisce in un tempo limitato, ma un processo, che spesso dura parecchio tempo e che evolve progressivamente attraverso delle vere e proprie fasi. Accompagnare con consapevolezza e amore lungo questo percorso i bambini coinvolti , è fondamentale.  … ma spesso anche molto difficile, soprattutto perché le persone che dovrebbero essere la loro forza, i loro pilastri emotivi spesso sono i primi a dover rimettere insieme i cocci e non hanno  energie sufficienti per gestire le emozioni dei loro piccoli.

Ormai le famiglie “al singolare” sono tante ma, ciononostante, si ha sempre l’impressione di vivere una situazione unica, di essere i soli a sperimentare certe situazioni. Non è cosi. E quindi ho pensato potesse essere utile offrire spunti di riflessioni e possibili strategie comportamentali a tutti i genitori che si sentono “soli” . Ogni separazione ha proprie caratteristiche, noi adulti reagiamo in modi diversi di fronte a tale avvenimento. Qui analizzerò solo alcune situazioni “tipo” che spesso ci troviamo a gestire come genitori. Il mio scopo è quello di rassicurare coloro che si trovano a vivere questa esperienza sul fatto che, ciò che conta per la serenità dei nostri figli è il modo con cui viene gestita la separazione, più che la separazione di per sé, oltre che condividere esperienze comuni che diano la possibilità di annullare la sensazione di solitudine, inadeguatezza e senso di colpa che condizionano il benessere di molti genitori separati.  

-          Non litigare in sua presenza, soprattutto su questioni che lo riguardano ( mantenimento, giorni e orari in cui deve vederlo ). So che a volte non è facile trattenersi dall’esprimere i propri pensieri negativi e si avrebbe voglia di “cantargliene quattro”, ma non è bene che il bambino assista alle litigate dei genitori. E’ necessario evitare accese discussioni e posticipare il confronto tra adulti in assenza del bambino.

 

-          Non parlar male l’uno dell’altro, tenere sempre ben presente che per noi è l’insopportabile ex coniuge, per il bambino è il genitore e non caricare emotivamente il bambino delle nostre frustrazioni.

Può succedere, per esempio, che il bambino desideri passare più tempo col papà o che vi faccia notare quanto sia più divertente stare con lui, soprattutto dopo che gli avete negato qualcosa. La reazione emotiva più comune è quella di sentirsi poco amate, poco apprezzate. I pensieri immediati sono : “Con tutto quello che faccio per lui, ecco il ringraziamento”, “E ci credo, il papà lo fa solo giocare e gli compra tutto ciò che vuole, a me tocca fargli fare le cose meno piacevoli!”. L’importante è che questi pensieri non diventino parole, che non si faccia pesare al bambino la nostra frustrazione, perché lui sta solo esprimendo un desiderio legittimo. Non ci sta dicendo che non ci ama come madri, che non ci apprezza, che può fare a meno di noi, sta dicendo che noi siamo il “porto sicuro”, che sa che noi ci siamo e ci saremo, perciò può permettersi di esprimere le sue emozioni anche rispetto al papà. E’ fondamentale non censurare le sue emozioni, le sue parole, anche quando ci fanno male, in quanto lui ha bisogno di potersi sentire a suo agio nell’esprimerle e, se possibile, sarebbe importante poterlo accontentare. Se il rapporto tra ex partner non è estremamente conflittuale, in questi casi sarebbe bene accondiscendere a queste richieste, mostrandovi disponibili e felici che lui abbia un bel rapporto anche col papà e che voglia trascorrere più tempo con lui ed adoperandovi perché questo avvenga, al di là dei giorni e degli orari prefissati dal tribunale!

-          Cercare di mantenere una stessa linea educativa.  Altra situazione piuttosto difficile da affrontare è quella in cui mamma e papà hanno stili educativi molto diversi, per cui tutte le regole o indicazioni comportamentali che date, vengono sistematicamente contraddette dall’altro genitore. Il bambino in questo caso si sente confuso e, come è normale che sia, apprezza maggiormente la gestione educativa più permissiva … lui non può capire che non è il caso di mangiare tre merendine per merenda o che non si dicono le parolacce! Se un genitore gli permette di farlo, si fa … è il genitore che non lo permette il “cattivo” della storia. Anche in questo caso, è importante non indirizzare le nostre rimostranze al bambino, ma, semmai, all’altro genitore. Cercate di confrontarvi serenamente con l’altro adulto, cercate un punto di mediazione che tuteli il più possibile il bambino, tentate di far capire il vostro obiettivo educativo ed ascoltate il punto di vista dell’altro. Se ciò non fosse possibile, non dichiarate apertamente al bambino il vostro pensiero riguardo allo stile educativo scelto dall’altro genitore! Per lui è il suo papà … non è per lui accettabile che venga messo in discussione! Rischiereste solo di creare ulteriore tensione in lui, di confonderlo ulteriormente e di metterlo nella condizione di doversi alleare con uno dei due.

 

-          Non cercare l’alleanza col figlio, ricercando in lui conforto emotivo. Questa situazione riguarda soprattutto i genitori che hanno “subito” la separazione; quelli che non l’hanno ancora accettata, che si sentono abbandonati e soli. A volte questi genitori tendono a ricercare l’alleanza emotiva col figlio, a trattarli come amici con cui confidarsi, a parlar loro delle proprie problematiche e ad accusare l’altro genitore della  sofferenza che stanno vivendo. Spesso per creare alleanza col figlio, lo assecondano in tutte le sue richieste e cercano di portare il bambino ad avere la loro visione della situazione. Questo atteggiamento è assolutamente malsano per i bambini che si sentono la responsabilità di confortare con la propria presenza il genitore in difficoltà, di dover mettere in discussione la figura del genitore accusato, provocando spesso in lui reazioni di rabbia e profonda sofferenza.

 

Le situazioni di difficoltà dei genitori e dei bambini possono essere di diversa natura … ne affronteremo più avanti anche altre tipologie. Per ora concludo dicendo che ciò che conta è avere la maturità emotiva per gestire al meglio se stessi, senza far ricadere sui bambini le dinamiche irrisolte degli adulti. In questo modo la separazione di per sé sarà metabolizzata e vissuta al meglio dai nostri figli … che cresceranno sani, forti ed equilibrati!

 

 

                                                                                                                                                        Dott.ssa Monica Contiero

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