Ogni bambina e ogni bambino ha diritto a essere rispettata e rispettato, ad andare a scuola, a essere curata o curato, a giocare e a crescere in un ambiente sicuro. Questi non sono desideri, ma diritti fondamentali sanciti dalla legge e dalle convenzioni internazionali, come la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Onu del 1989. Tuttavia, accanto ai diritti esistono anche doveri: comportamenti e azioni che tutte e tutti devono assumere per vivere bene insieme. Spiegare ai bambini e alle bambine il significato di questi concetti è essenziale per educare alla convivenza civile, al rispetto reciproco e alla responsabilità.
Parlare di diritti e doveri fin dalla scuola primaria aiuta a sviluppare una cittadinanza consapevole, e non è mai troppo presto per iniziare. L’educazione civica è una materia trasversale, che si costruisce nella quotidianità: in classe, in famiglia, al parco, nello sport.
Che cosa sono i diritti spiegati ai bambini
I diritti sono ciò che spetta a ogni persona solo per il fatto di essere nata. Non si guadagnano e non si perdono, e valgono per tutte e tutti, senza distinzioni. I bambini e le bambine hanno dei diritti specifici, proprio perché sono persone in crescita e hanno bisogno di maggiore protezione.
Tra i principali diritti riconosciuti ci sono il diritto alla vita, all’identità, alla salute, all’istruzione, al gioco, alla libertà di espressione, all’uguaglianza e alla protezione da ogni forma di violenza o sfruttamento. Per esempio, ogni bambina e ogni bambino ha diritto a ricevere cure mediche, a essere registrata o registrato alla nascita, a frequentare la scuola gratuitamente, a essere ascoltata o ascoltato in caso di decisioni che riguardano la sua vita.
È importante spiegare questi diritti in modo concreto. Un diritto non è solo una parola scritta sulla carta: è qualcosa che si vede nella vita di ogni giorno. Quando una scuola accoglie tutte le alunne e tutti gli alunni senza discriminazioni, sta mettendo in pratica il diritto all’educazione. Quando un adulto ascolta seriamente il parere di una bambina su una scelta che la riguarda, sta rispettando il diritto all’ascolto. I bambini e le bambine comprendono bene queste cose, se le vivono in prima persona e se qualcuno le spiega con esempi reali.
Che cosa sono i doveri spiegati ai bambini
Se i diritti sono ciò che ogni persona può pretendere, i doveri sono ciò che ogni persona è chiamata a fare per rispettare gli altri e la comunità. Avere dei diritti non significa poter fare qualsiasi cosa: la libertà personale deve sempre tenere conto della libertà degli altri.
Spiegare i doveri significa educare al rispetto delle regole comuni, alla responsabilità, alla correttezza e alla collaborazione. Anche le bambine e i bambini, nella loro misura, hanno dei doveri. Hanno il dovere di rispettare gli insegnanti, i genitori e le compagne e i compagni, di prendersi cura degli oggetti comuni, di partecipare alla vita scolastica, di non fare del male agli altri, fisicamente o verbalmente.
È utile chiarire che i doveri non sono punizioni, ma strumenti per vivere bene insieme. Se tutti e tutte rispettano i propri doveri, i diritti di tutte e tutti vengono tutelati. Per esempio, il diritto di studiare in un ambiente tranquillo è garantito se ognuno rispetta il dovere di non disturbare la lezione. Il diritto di giocare al parco è protetto se si rispetta il dovere di non danneggiare i giochi o litigare.
Come parlare di diritti e doveri a casa e a scuola
Educare ai diritti e ai doveri non richiede lezioni frontali. Le situazioni quotidiane sono l’occasione migliore per affrontare questi temi. Quando due bambine litigano per un gioco, si può riflettere sul diritto al gioco ma anche sul dovere di condividerlo. Quando si discute su chi ha ragione, è il momento di parlare del diritto di esprimersi e del dovere di ascoltare.
A scuola, è utile creare momenti di discussione condivisa, con domande semplici e attività pratiche. Disegnare una “carta dei diritti della classe”, scrivere insieme un “patto dei doveri”, oppure raccontare storie che parlano di giustizia e ingiustizia, aiuta a interiorizzare i concetti.
Anche in famiglia si può parlare di diritti e doveri partendo dalla quotidianità. Preparare insieme la tavola, prendersi cura di un animale domestico, rispettare i turni nei giochi: sono piccoli gesti che possono diventare esempi di responsabilità. L’importante è non cadere nella contrapposizione: i doveri non devono essere presentati come un peso da sopportare in cambio dei diritti, ma come parte integrante della vita di una persona che cresce.
Perché conoscere i diritti e i doveri rende più forti
Conoscere i propri diritti dà forza, sicurezza e consapevolezza. Una bambina che sa di avere diritto a non essere picchiata, a essere ascoltata, a ricevere un’istruzione, saprà riconoscere un’ingiustizia e chiedere aiuto. Un bambino che conosce i suoi doveri saprà mettersi nei panni degli altri e partecipare alla costruzione di un ambiente giusto e rispettoso.
Spiegare i diritti e i doveri significa anche prevenire violenze, discriminazioni e abusi, perché si rafforza il senso critico, il rispetto di sé e la capacità di denunciare le ingiustizie. Inoltre, si promuove l’inclusione: quando una bambina o un bambino straniero viene accolto come parte del gruppo, non si fa un favore, ma si rispetta un diritto.
Educare ai diritti e ai doveri aiuta anche a comprendere meglio i valori della Costituzione italiana, come l’uguaglianza, la solidarietà e la libertà. L’articolo 3 della Costituzione afferma che tutte le cittadine e tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche o condizioni personali e sociali. Questo principio vale anche per i più piccoli.
La scuola e la famiglia, insieme, hanno un ruolo fondamentale. Le insegnanti e gli insegnanti, le madri e i padri, possono essere modelli di comportamento: se i bambini e le bambine vedono gli adulti rispettare gli altri, ascoltare, essere coerenti, imparano a fare lo stesso. Le parole servono, ma l’esempio vale di più.