Ma cosa ci fai a Novembre con 20 gradi e il sole chiuso in un centro commerciale?

Ciao ragazze, è da un po' che non vi scrivo ma forse il Signore ha guardato un attimo giù e ha detto "facciamo lavorare un po' questa ragazza" altrimenti fa una strage. Così ho ri-iniziato a lavorare con un part time a sei ore e ne sono davvero felice. Mio marito pernsa sempre che io sia a casa sdraiata sul divano a fare nulla perchè lui lavora ben due ore in più al giorno di me ma questa è un'altra faccenda. 

Dunque domenica era una giornata meravigliosa, qui a Milano il mese di Novembre ci sta regalando grandi soddisfazioni, sembra quasi primavera. Quindi, come credo e spero tutti voi, avete optato per trascorrere la giornata all'aperto, una gita fuori porta o semplicemente qualche ora ai giardinetti. Così la mattina abbiamo fatto un giro in bici e il pomeriggio dopo due ore ai giardinetti urgeva recuperare qualcosa da mangiare in quanto il frigo gridava pietà. Dopo una merenda all'aperto con pane e marmellata ci siamo recati al centro commerciale vicino a casa per fare una veloce spesa, convinti che non ci fosse nessuno. Normalmente i centri commerciali si riempiono quando piove, giusto?

Errore, errore, errore. Parcheggio strapieno, anche quello sotterraneo e solo dopo 15 minuti di coda siamo riusciti a parcheggiare, neanche avessero dato l'annuncio di una imminente guerra per cui sarebbe stato necessario fare scorta di cibo e oggetti di prima necessità.

Ma la cosa più sconvolgente è questa. Secondo voi, la gente dov'era? Al supermercato  a fare la spesa o seduta al bar del centro commerciale a proprinare omogeneizzati ai bambini e a fare la promenade nei mercatini di Natale all'interno di questo? Esatto, tutti seduti a chiacchierare, a prendersi un caffè, a far giocare i bambini sulle macchinette. 

Allora, partiamo dal presupposto che almeno due tre volte l'anno anche noi, sopratutto quando i bimbi erano più piccoli nei week end di pioggia ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: "O andiamo da qualche parte o succede una strage" quindi tutti e quattro ci siamo fatti una bella promenade al centro commerciale di turno. 

Ma con 20 gradi, un sole splendido e a novembre, ma come ti viene in mente di piazzarti al bar del carrefour di pincopallo? Non sono una di quelle complottiste, una di quelle che il cellulare ci rovina la vita, che la tv ci ipnotizza e che siamo tutti schiavi delle lobby farmaceutiche. Ma mi rendo conto che una fetta di popolazione lo è, che davvero lo spirito critico inteso come modalità di osservazione e comprensione dell'essere intelligente chiamato "uomo sapiens sapiens" sta svanendo. E cio' mi preoccupa. Allo stesso tempo presa dallo sconforto ho iniziato a riflettere cercando appunto di non cadere nel solito catastrofismo facilone. 

Alla fine la risposta è semplice: l'istinto di aggregazione nell'uomo è un bisogno primario che ha dato la possibilità l'essere umano di evolversi, creare paesi, città, scuole e in generale l'intera società. Se in passato questa necessità veniva appagata dalla vita di paese o di quartiere dove le persone si incontravano per parlare seduti con le classiche sedie pieghevoli, ora le stesse dinamiche si svolgono nel centro commerciale. Trovo questo rito sicuramente più triste, perchè implica lo stare chiusi in un luogo creato appositamente per invogliarci ad acquistare. Questo implica però perdersi tanto del mondo, della vita. Per me questo significa tirare sera, di sucro non vivere

Ed è questo concetto che spero di offrire ai miei figli: non mi interessa prendano dieci a scuola, mi interessa che loro diano il massimo. Non mi interessa che abbiano una laurea con 110 e lode in ingegneria aerospaziale o che diventino top manager con macchine di lusso. Spero che diano il massimo, nella scuola come nel lavoro, spero che trovino il loro equilibrio tra il correre e il fermarsi, spero che si domandino il perchè delle cose e non le prendano come dati di fatto, spero che per stare insieme agli amici non debbano chiudersi in un centro commerciale ma possano avere la forza intellettiva di organizzare un pane e marmellata su una coperta al parco in una soleggiata giornata di novembre.

Papavero3

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