6 ricette di Pokè Bowl

Mercoledì, 08 Agosto 2018 07:40

Se con il pokè hawaiano vi abbiamo incuriosito (qui trovate l’articolo dedicato, per scoprire cos’è, da dove arriva e come si prepara), allora starete già pensando a come prepararlo a casa, no? Noi ormai l’abbiamo inserito tra i nostri piatti settimanali, per la sua freschezza, i suoi benefici e la sua leggerezza. E anche perché è semplicissimo da preparare, con ingredienti che possiamo trovare dappertutto e variando i sapori a seconda della voglia, del gusto e della stagione in cui ci troviamo.

Ecco quindi le nostre ricette di pokè bowl preferite, per tutta la famiglia (e se preferite evitare il pesce crudo con i bambini, basta optare per le ricette di pokè vegano oppure cuocere i cubetti di pesce!).

6 ricette di Pokè Bowl: come preparare a casa le ciotole di cereali, verdure e pesce crudo che arrivano dalle Hawaii

Tonno e cipollotti

La pokè bowl con il tonno fresco e crudo è un po’ la versione tradizionale di questo piatto. Una ricetta semplice, quindi, è quella di una ciotola con alla base della quinoa bollita fredda, dei semi misti e, sopra, i cubetti di tonno crudo, da completare con del cipollotto fresco tagliato a rondelle. Possiamo condire con del limone oppure mantenere i sapori tradizionali con della salsa di soia.

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Salmone e avocado

Anche il salmone è un pesce che troviamo spesso nelle pokè bowl, perché piace davvero a tutti (e se non lo amiamo crudo possiamo optare anche per quello affumicato oppure appena scottato in padella). Riempiamo la ciotola con del riso bianco bollito o al vapore e appoggiamoci sopra il nostro salmone a cubetti. Tagliamo poi delle fette di avocado e delle strisce di alga nori, per condire poi con olio di sesamo, semi di sesamo e salsa di soia.

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Tofu e frutti rossi

Una versione vegana delle pokè bowl è quella con il tofu, tagliato a cubetti a sostituire il pesce. Come base possiamo usare un mix di cereali (riso integrale, farro e orzo), alla quale uniremo il tufo a cubetti e un mix di mirtilli e frutti rossi misti. Per condire basterà della salsa di soia.

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Spicy Tuna

Il tonno crudo e le spezie, si sa, stanno benissimo: una versione deliziosa di pokè bowl è quindi quella con tonno speziato. Basterà marinare i cubetti di tonno in un mix di olio e spezie, quindi comporre la nostra ciotola con riso, il tonno, delle verdure crude miste tagliate a dadini e un olio di sesamo mischiato con paprika e curry. Una spolverata di semi di sesamo nero renderà il tutto ancora più goloso.

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Salmone e edamame

Simile alla pokè bowl con salmone e avocado, qui aggiungiamo anche dei fagioli edamame, dolci e nutrienti, del cipollotto e un dressing composto da maionese veg (qui la ricetta), succo di limone, zenzero grattugiato e salsa di soia (da mischiare in una ciotolina, mescolare e versare sulla nostra bowl).

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(http://www.cookingwithcocktailrings.com/mains/2016/4/11/salmon-poke-with-creamy-togarashi-sauce)

Anguria e menta

Sembra qualcosa di dolce, da mangiare come dessert, ma in realtà questa pokè bowl è deliziosa e freschissima ed è perfetta per i pranzi estivi. Basta creare una base di riso bianco (buonissimo è il basmati, da cuocere per assorbimento dell’acqua) e completare con un mix di verdure fresche di stagione, una manciata di palline di anguria (o cubetti, proprio come vuole la tradizione del pokè) e spolverare con dei semi di sesamo, condendo poi con salsa di soia e olio di sesamo.

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(https://www.twospoons.ca/single-post/2018/07/12/Watermelon-Poke-Bowls-with-Tamari-Dressing?utm_campaign=tailwind_tribes&utm_content=tribes&utm_medium=social&utm_source=pinterest&utm_term=395711568_13096902_477436)

Giulia Mandrino

Secondo l’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il benessere passa anche attraverso l’alimentazione e le abitudini alimentari della nostra vita. Vi avevamo già parlato delle 7 regole della digestione secondo l’Ayurveda, quindi oggi vi proponiamo alcuni sapori che aiutano in questo senso, per dare una spinta alla disintossicazione del nostro corpo, rinfrescarci durante l’estate e riequilibrare il nostro corpo.

Le erbe ayurvediche per stare bene quest’estate: come ristabilire l’equilibrio ayrvedico tra mente e corpo attraverso la freschezza delle erbe

L’Ayurveda si basa principalmente su una regola basilare: l’equilibrio tra corpo e mente. Detto questo, secondo questa medicina dobbiamo seguire le dosha, ovvero il vata, il kapha e il pitta, le energie che compongono ogni essere umano e che devono sempre stare in perfetto equilibrio. Queste energie si trovano nel centro energico del nostro organismo, composto da acqua e fuoco e che controlla il nostro metabolismo (e quindi la digestione, ma anche la temperatura corporea).

Un elemento in grado di disequilibrare le nostre energie è il caldo, e l’estate può quindi avere effetti negativi sul nostro organismo, come i problemi di digestione o le infiammazioni della pelle. Per riequilibrare il calore, però, possiamo affidarci all’alimentazione, attraverso l’utilizzo di sapori e erbe che contrastano questo caldo, aiutandoci a riequilibrare la nostra digestione ma con benefici anche sulla mente e sul corpo in generale, che si ritroverà più calmo e rigenerato.

Innanzitutto, un’erba molto rinfrescante è la menta. Approfittiamo della menta che abbiamo sul balcone per aromatizzare la nostra acqua naturale (con del succo di limone e un rametto di menta), lasciandola macerare una notte, oppure scegliamo delle tisane saporite e ricche, come queste, da bere durante il giorno.

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Anche la liquirizia è una buona idea durante l’estate ed è conosciuta da sempre per le sue proprietà digestive e benefiche sull’apparato respiratorio. E poi è un dolcificante naturale al posto dello zucchero, lo sapevate? Se vi piace il sapore, via con le tisane di liquirizia, come questa o questa, che addirittura coniuga menta e liquirizia insieme.

Molto nutriente e benefico è il succo di Aloe Vera, preso dalla succulenta omonima. È utile per bilanciare il calore perché dona freschezza e aiuta a eliminare naturalmente le tossine che si accumulano nel nostro organismo durante l’estate. E poi, non da sottovalutare, aiuta moltissimo la nostra pelle, disinfiammandola (e quindi è buona abitudine berlo dopo una giornata di sole). Noi solitamente beviamo il succo di aloe vera biologico, che è una base perfetta anche per gli smoothies estivi.

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La curcuma, poi, è perfetta anche in estate. Questa spezia, detta anche latte d’oro, è nota come antinfiammatorio naturale, aiuta la digestione ed è benefica sul sistema cardiocircolatorio. Sceglietela in polvere e utilizzatela sia nei piatti che nelle bevande estive, per aggiungere sapore e benessere all’alimentazione quotidiana.

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Infine, un’altra bevanda per ristabilire l’equilibrio calorico del nostro corpo e della nostra mente è il tè verde matcha giapponese, antinfiammatorio e antiossidante potentissimo, da comprare in polvere e da utilizzare per i nostri smoothies o per arricchire le torte fatte in casa.

Giulia Mandrino

L’altro giorno vi abbiamo parlato di oatmeal (con le nostre 10 ricette)l: la pappa d’avena a colazione è un must dell’alimentazione anglosassone (sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti d’America) e piace moltissimo anche a noi perché sazia facilmente, è deliziosa e permette di abbinare i sapori che preferiamo, ottenendo così una colazione sempre differente.

Spesso diciamo che l’oatmeal e il porridge sono la stessa cosa, per semplificare, o che l’oatmeal sia la versione americana del porridge, tipicamente inglese. Ma è, come accennato, solo una semplificazione, perché in effetti le due cose si differenziano un pochino. Vediamo quindi insieme quali sono le differenze tra il porridge e l’oatmeal e come prepararli a casa variando ingredienti e stagionalità.

Qual è la differenza tra oatmeal e porridge: come si differenziano la versione invernale ed estiva della “pappa d’avena” anglosassone

Essenzialmente, l’oatmeal e il porridge sono alimenti a base di fiocchi d’avena o altri cereali inzuppati nel latte (anche vegetale), che espandendosi e assorbendo il liquido formano una pappa morbida e consistente da condire come più amiamo: yogurt, frutta fresca, gocce di cioccolato, sciroppo d’acero, frutta secca, miele, frutta disidrata e compagnia bella. Le nostre versioni preferite? Cacao amaro con pere disidratate e semi di papavero oppure banana, mirtilli e noci con una spruzzata di yogurt di soia.

Per sottolineare a grandi linee la differenza tra porridge e oatmeal possiamo semplicemente dire che l’oatmeal è la versione estiva mentre il porridge è quella invernale, perché la differenza sostanziale sta nel metodo di preparazione.

L’oatmeal è la versione estiva della pappa d’avena. È più fresco del porridge e lo si prepara lasciandolo riposare una notte in frigorifero (e infatti lo si chiama anche “overnight oatmeal”, ovvero pappa d’avena pronta in una notte). In una tazza la sera prima prepariamo 4 cucchiai di fiocchi d’avena coperti da latte (meglio se di mandorla o di soia piuttosto che quello vaccino) e riponiamo la tazza in frigorifero. La mattina dopo basterà mescolare il composto: i fiocchi avranno moltiplicato il loro volume e si saranno ammorbiditi. E infine completiamo con i nostri ingredienti preferiti.

Il porridge, invece, è la versione invernale, da preparare direttamente la mattina. Lo si prepara in un pentolino mettendo a scaldare mezzo bicchiere di latte vegetale e mezzo bicchiere di acqua con 4 cucchiai di fiocchi d’avena, mescolando frequentemente e ottenendo una consistenza cremosa e morbida. Togliamo da fuoco e condiamo con i nostri ingredienti preferiti, lasciando che si raffreddi o consumandolo tiepido.

I vantaggi di questa colazione sono moltissimi, e non solo la possibilità di scegliere i sapori e di seguire di volta in volta la stagionalità con gli ingredienti di contorno. L’oatmeal e il porridge sono ricchissimi di fibre e se scegliamo cereali integrali aiuteremo il nostro organismo, che non sentirà nemmeno la necessità dello spuntino di metà mattina come quando consumiamo colazioni troppo raffinate o zuccherate. Per non parlare della possibilità di fare una colazione senza glutine (con i fiocchi d’avena certificati senza glutine oppure, per variare, con il riso soffiato, il miglio o il grano saraceno in fiocchi) o senza lattosio: basta, di nuovo, scegliere gli ingredienti che più ci aggradano e che fanno bene al nostro corpo.

Giulia Mandrino

Certo che lo conosciamo, il ciclo mestruale. Ogni mese, più o meno puntuale, lui arriva, con le sue conseguenze diverse da donna a donna ma con gli innegabili fastidi e con le inevitabili noie che porta con sé. Lo conosciamo, dicevamo, perché da anni ci ritroviamo a convivere con questo mistero del corpo femminile. Ma siamo certe di conoscerlo davvero fino in fondo e di sapere cosa accade al nostro corpo durante le varie fasi del ciclo mestruale?

Conoscere le mestruazioni è molto importante: anche da qui passa l’educazione sessuale, ma soprattutto la conoscenza profonda del ciclo mestruale ci aiuta a stare meglio e a riconoscere i segnali normali e quelli che dovrebbero farci fare una visitina al ginecologo, oltre che a capire quando siamo più fertili o quando forse c’è in atto una gravidanza. Perché il nostro ciclo ci dice tantissimo del nostro corpo!

Gli ormoni femminili, il ciclo mestruale e i suoi segreti: come le mestruazioni influenzano il nostro corpo e la nostra mente durante i 28 giorni del ciclo mensile

28 giorni: è questa la durata tipica di un ciclo mestruale, dal momento in cui compaiono le mestruazioni a quello in cui compaiono quelle del mese dopo. Da mestruo a mestruo, insomma, anche se questi 28 giorni non sono una regola e variano moltissimo da donna a donna. Detto questo, possiamo tenere questo numero come indice generale per capire meglio cosa accade nel nostro corpo e nel nostro utero nel “mese” del ciclo.

Il primo giorno del ciclo, dunque, è quello in cui arrivano le mestruazioni. Potrebbero esserci dolori al basso ventre e mal di testa, ma in generale, a livello di umore, è un momento nel quale sentiamo come una liberazione dal nero che ci girava in testa nei giorni precedenti. Non appena i dolori del ciclo passano solitamente si provano rilassamento e calma, felicità, grazie al fatto che il nostro corpo (in particolare l’ipofisi, nel cervello) rilascia l’ormone FSH, l’ormone follicolo-stimolante, che stimola le ovaie a rilasciare gli ormoni sessuali femminili, gli estrogeni, che ci fanno molto bene. Questo benessere durerà per la prima settimana di ciclo, dal primo al settimo giorno.

Dal settimo al quattordicesimo giorno del ciclo saremo vittime di una tempesta ormonale, ma piacevole. Dopo che le mestruazioni sono passate (solitamente durano 4-6 giorni) gli estrogeni sono alle stelle e il desiderio sessuale solitamente aumenta, così come la sensazione di essere belle e sexy.

Dal quattordicesimo giorno del ciclo le cose cambiano, a causa del progesterone. Ma procediamo con ordine: intorno al quattordicesimo giorno l’ormone LH, luteinizzante, provoca l’ovulazione (e infatti questi sono i giorni in cui siamo più fertili), e la libido in questo caso è molto acutizzata (in altre parole: sì, abbiamo più voglia di fare sesso). Passata l’ovulazione, però, dopo un paio di giorni gli estrogeni cominciano a diminuire drasticamente per fare posto al progesterone, che abbatte quasi completamente il desiderio sessuale. È lui, di nuovo, che ci fa sentire gonfie (sulla pancia e sul seno, che comincia a dolere) ed è lui che ci rende più stanche (il progesterone è infatti un sedativo e limita la nostra energia). Ma da dove arriva questo gonfiore? Semplicemente dall’acqua che il nostro corpo sta cominciando ad immagazzinare per evitare che durante le mestruazioni ci disidratiamo.

Il ciclo si concluderà con la settimana tra il ventunesimo e il ventottesimo giorno, momento nel quale la sindrome premestruale si abbatte prepotentemente su di noi. Gli estrogeni e il progesterone spariscono dal nostro corpo ed è anche per questo motivo che nei giorni che precedono il nuovo ciclo ci sentiamo affaticate, nervose, irritabili e tristi (sì, basta una stupidaggine per scoppiare a piangere). Anche la libido, di conseguenza, è molto bassa, ma ci sarà un momento nel quale raggiungere l’orgasmo sarà in realtà più semplice, poiché al posto del progesterone il nostro corpo secernerà testosterone, l’ormone sessuale maschile.

Giulia Mandrino

Cos’è il Pokè hawaiano e come prepararlo

Martedì, 07 Agosto 2018 08:02

Quando una moda culinaria è sana, allora noi non ci vergogniamo a buttarci a capofitto. Soprattutto quando si tratta di piatti che coniugano benessere, sapore e apertura al mondo, proprio come l’ultima tendenza che sta spopolando: il pokè, che arriva dalle Hawaii e che potremmo già eleggere a “nuovo sushi”.


Già, perché anche il pokè hawaiano prevede il pesce crudo come ingrediente principale, coniugandolo con sapori e consistenze diverse per creare un piatto povero ma delizioso.

Cos’è il Pokè hawaiano e come prepararlo: il poker hawaiano è la nuova tendenza culinaria che arriva dal Pacifico

Pokè (che si legge “Poh-kay”) significa letteralmente “a tocchetti”, e in effetti questa parola racchiude la caratteristica principale del piatto, e cioè il pesce crudo tagliato a tocchetti. Come dicevamo, nasce alle Hawaii come piatto dei pescatori, e quindi “povero”, dal momento che proprio loro lo inventarono, tagliando a pezzetti il pesce crudo appena pescato accompagnandolo con gli ingredienti che passava il convento.

Oggi il Pokè, dopo essere salpato dalle Hawaii e arrivato sulla West Coast statunitense diventando una star, è qualcosa di più sofisticato ma che in ogni caso mantiene questa filosofia di base: pesce crudo come ingrediente principale (rigorosamente a tocchetti, a differenza delle strisce del sushi o del ceviche, il “sushi peruviano” condito con limone, peperoncino e cipolla) e vari ingredienti a condirlo e a renderlo più saporito.

Tra questi ingredienti di contorno troviamo soprattutto quelli di influenza asiatica, come la salsa di soia, l’olio di sesamo e le alghe, che arricchiscono il piatto insieme al peperoncino, alle verdure di stagione, alle spezie (soprattutto quelle del Pacifico), alle cipolle, ai pomodori, ai peperoni, all’avocado e via dicendo.

Caloricamente? Beh, il pokè è un alleato della dieta, poiché le calorie sono molto poche. Ma, soprattutto, è molto equilibrato a livello di nutrienti, poiché contiene proteine, carboidrati e grassi buoni.

Il pokè è molto bello da vedere: è servito in ciotole, e in effetti può chiamarsi anche “poke bowl”, e possiamo definirlo un’insalata con cubetti di pesce crudo e verdure miste, condita con olio di sesamo e salsa di soia. Ma come prepararlo a casa?

Le regole da seguire sono molto semplici, ed è anche per questo che ci piace: perché prepararlo con le nostre mani è davvero veloce.

Per prima cosa scegliamo una bella ciotola che possa contenere una porzione di Pokè (anche l’occhio vuole la sua parte!). Scegliamo quindi la base, ovvero un cereale o un’insalata, come il riso per sushi (e in questo caso, poi, il nostro pokè ricorderà una sorta di chirashi), un mix di riso integrale, farro e orzo oppure dell’insalata misticanza.

Il secondo passaggio è la scelta delle proteine, ovvero del pesce crudo (o del tofu, nel caso siamo vegetariani) da tagliare a cubetti. Solitamente troviamo il tonno, il salmone o i gamberi.

Accanto alle proteine scegliamo quindi il contorno: edamame, avocado, frutta secca, frutta (l’ananas ci sta benissimo!), carote tagliate fini, ravanelli, cipolle rosse, cavolo viola, erba cipollina… Non c’è una regola, ma a noi piace - naturalmente - seguire la stagionalità degli ingredienti, il più possibile vegetariani.

È ora, quindi, di condire con la marinatura che preferiamo. La base originale sono salsa di soia e olio di sesamo, a cui possiamo aggiungere latte di cocco, yogurt, olio di oliva, semi…

Giulia Mandrino

Dopo la mappa del piacere femminile che vi abbiamo proposto nei giorni scorsi, è il momento di parlare dell’anatomia del corpo maschile, perché se è importante conoscere il nostro corpo per vivere al meglio e in maniera sicura il sesso, è altrettanto fondamentale sapere come sono fatti i nostri partner. L’educazione sessuale parte infatti da lì, dal nostro corpo, e il piacere è il risultato finale.

Sono ancora in molti, tuttavia, a non sapere come siamo fatti, né noi donne né gli uomini, un po’ per mancanza di educazione, un po’ per vergogna a chiedere. Ma non dovrebbe esserci alcuna vergogna, anzi: la curiosità in questo campo è fondamentale! Ed è per questo che oggi vi parliamo dell’anatomia del corpo maschile, per conoscerlo meglio, non averne paura e vivere più serenamente e coscientemente il sesso.

La mappa del piacere maschile, come sono fatti: l’anatomia sessuale maschile, il piacere, la procreazione e la sicurezza

IL PENE

Il pene è l’organo di riproduzione maschile ed è composto da tessuto erettile e muscoli involontari, vasi sanguigni e nervi. La punta si chiama glande ed è molto sensibile. Sulla punta sta l’apertura esterna dell’uretra, da cui escono lo sperma e l’urina. Possiamo dire che sia la zona più erogena del corpo dell’uomo, anche se ce ne sono svariate (e delle zone erogene maschili ve ne abbiamo parlato qui).

IL PREPUZIO

Si trova sulla punta del pene, proprio sul glande, ed è il pezzetto di pelle ripiegata che protegge il pene. Non tutti gli uomini però presentano il prepuzio: alcuni hanno subito la circoncisione, ed è per questo che il loro glande è completamente “nudo” (senza conseguenze sul piacere sessuale, ma con buone conseguenze sull’igiene: gli uomini non circoncisi devono infatti lavarsi molto meglio questa zona, igienizzando la parte sotto la pelle del prepuzio).

L’URETRA

Come dicevamo, l’apertura esterna dell’uretra si trova sulla punta del pene. L’uretra è un canale che va dalla vescica alla punta del pene e trasporta urina e sperma (in momenti diversi, grazie al fatto che durante i rapporti sessuali la vescica si chiude, grazie ad un muscolo adibito al compito).

LO SCROTO

Lo scroto è la sacca che contiene i testicoli dell’uomo, una borsa che fa sì che i testicoli rimangano staccati dal corpo, per evitare che questi si surriscaldino e che rimangano invece ad una temperatura di due gradi inferiore rispetto ai 36-37 gradi soliti.

I TESTICOLI

All’interno dello scroto stanno i due testicoli, due ghiandole sotto al pene che producono ogni giorno migliaia di spermatozoi (e che secernono e producono testosterone, l’ormone sessuale maschile) e che stanno “appesi” nello scroto grazie al cordone spermatico. La dimensione solita è di 4x3 centimetri e normalmente un testicolo sta più in basso dell’altro, per far sì che non si scontrino e attorciglino (anche se questo può accadere, provocando un dolore fortissimo e nausea al malcapitato: in questo caso è necessario recarsi immediatamente dal medico).

LA PROSTATA

Infine, ecco la prostata, o ghiandola prostatica, che si trova sotto alla vescica ed è la ghiandola adibita a produrre il 30% del liquido seminale. È grossa più o meno come una noce e se stimolata dona molto piacere all’uomo.

Giulia Mandrino

Le abbuffate non sono solo invernali, per quanto la si riterrebbe una pratica “da freddo”. Perché per quanto vero che nei mesi più caldi la fame pare abbassarsi, è altrettanto vero che può tranquillamente capitare di uscire a cena o di invitare gli amici e i familiari per un pranzo in compagnia ed esagerare con il cibo. Oppure, semplicemente, siamo in vacanza e ci sentiamo abbastanza tranquille da concederci uno strappo alla regola presso quel ristorantino di cui tanto abbiamo sentito parlare. Insomma: anche in estate le tentazioni ci sono ed è normale abbuffarsi, anche se con meno frequenza.

Il problema è che in estate si accusa di più questo peccato di gola, perché il caldo e l’affaticamento non fanno che esasperare gli effetti negativi che un’abbuffata ha sul nostro corpo.

Ecco allora che è il momento di un buon detox, e per farlo possiamo provare a modificare la nostra dieta per un solo giorno, un giorno che basterà per rimuovere ed eliminare la maggior parte delle tossine che si sono accumulate nel nostro organismo durante quella famosa abbuifata estiva.

Il detox di un giorno per depurarsi dalle abbuffate estive: come eliminare le tossine accumulate durante un’abbuffata nei giorni più caldi e tornare a sentirci in forma ed energiche

Innanzitutto, durante una giornata detox per contrastare un’abbuffata estiva dobbiamo sempre attenerci alle regole detossinanti che valgono sempre, e cioè l’evitare alcool, dolci, cibi confezionati, sale e zuccheri per preferire cereali naturali e integrali ricchi di fibre, le spezie depurative come curcuma e zenzero e condire solo con olio extravergine d’oliva.

In più, dubbiamo bere moltissima acqua, molta di più rispetto ai mesi invernali, soprattutto nelle giornate più calde: l’idratazione è sempre fondamentale! Possiamo naturalmente affidarci anche alle tisane fredde e alle acque aromatizzate: in questo modo assumeremo anche i nutrienti della frutta e delle erbe utilizzate, godendo anche del delizioso sapore.

Svegliandoci dobbiamo subito fare colazione (rinunciare è controproducente!), preparandoci un bel piatto con frutta fresca di stagione, yogurt, delle fette biscottate integrali e del tè verde (con una spruzzata di limone).

Il pranzo come sempre dovrà essere il pasto più abbondante della giornata: detox non significa digiuno, ma semplicemente puntare su cibi leggeri, detossinanti e facilmente digeribili, che aiutino il nostro organismo a depurarsi. Puntiamo quindi sulla verdura, soprattutto cruda, scegliendo quella di stagione (e in estate fortunatamente abbiamo una vasta scelta), condendola con l’olio evo e con qualche spezia per insaporire meglio (provate ad evitare il sale, almeno per un giorno!). Possiamo arricchirla poi con dei semi misti e con dei cereali cotti al vapore, e, come pietanza da accompagnare, delle proteine leggere come pesce o pollo conditi con erbe e cotti al forno.

Lo spuntino ideale per una giornata di detox estivo sono le spremute di agrumi o di frutta di stagione accompagnate da qualche noce o mandorla. Possiamo anche concederci del cioccolato, ma che sia assolutamente fondente, e continuare con le nostre tisane dissetanti (fredde!).

La cena concluderà la nostra giornata di detox con un pasto leggero a base di legumi (quindi proteine naturali). Possiamo scegliere ad esempio un dhal di lenticchie (da mangiare anche freddo) o un’insalata di legumi. E, accanto alle proteine, abbiniamo i carboidrati buoni come le verdure al vapore e le patate dolci al forno.

Giulia Mandrino

6 pizze di frutta per l’estate

Venerdì, 03 Agosto 2018 13:43

(Photo credit: https://www.watermelon.org/Recipes/Pizza-Sweet)

Estate è tempo di frutta fresca, non solo per il caldo che ci fa mangiare più cibi freschi e dissetanti ma anche perché questa è una delle stagioni più ricche di varietà. Ecco perché possiamo sbizzarrirci cambiando ogni giorno colazione e merenda ed ecco perché possiamo lasciare andare la fantasia, preparando merende per bambini non solo sane perché a base di frutta ma anche molto invitanti alla vista!

Noi ultimamente stiamo approfittando dell’anguria: è il frutto perfetto per creare delle pizze di frutta sempre differenti!

6 pizze di frutta per l’estate: a base di anguria e frutta fresca, ecco le pizze estive più deliziose e invitanti di sempre

Frutti rossi e yogurt

Tagliamo una bella fetta tonda di anguria e dividiamola in spicchi. Ogni spicchio condiamolo con dello yogurt di soia bianco e dei frutti rossi a nostra scelta, completando con qualche fogliolina di menta fresca.

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(foto http://www.eatingwell.com/recipe/254624/watermelon-fruit-pizza/)

La pizza di frutta arcobaleno

Basta condire ogni spicchio con un frutto dal colore differente: le more per il viola, i kiwi a fette per il verde, i pomodorini arancioni o le pesche per l’arancio, e così via. Alla base manteniamo sempre l’anguria cosparsa di yogurt, in modo che sia più saporita e che la frutta non scivoli via.

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(foto https://www.kitchenkonfidence.com/2017/06/rainbow-watermelon-pizza)

Pesche, fragole e frutta secca

Al posto dello yogurt stavolta utilizziamo come primo condimento l’oatmeal, dalla consistenza cremosa (la ricetta la trovate qui - https://www.mammapretaporter.it/alimentazione/cereali/10-ricette-di-oatmeal), quindi adagiamoci sopra delle pesche, delle fragole e della frutta secca spezzettata (noi amiamo noci e pinoli, ma anche le mandorle in scaglie).

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Banane, mirtilli e cocco

Semplice semplice: qualche rondella di banana, dei mirtilli, delle foglioline di menta fresca e delle scaglie di cocco per rendere tutto ancora più saporito.

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(foto https://www.mtlblog.com/foodgasms/watermelon-pizza-is-the-perfect-snack-for-your-pool-parties)

Avocado e feta

Se siete amanti del contrasto tra dolce e salato, questa pizza di anguria che pare un azzardo fa per voi, perché associa al dolce del cocomero il sapore deciso degli ingredienti che fanno da topping: cubetti di avocado, feta e aceto balsamico. Sì, è da provare, anche come stuzzichino prima di cena!

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(https://soufflebombay.com/2015/08/watermelon-avocado-pizza.html)

Fragole e cioccolato

Fragole e cioccolato è sempre un’abbinata vincente: perché allora non condire la nostra pizza d’anguria con questi due ingredienti? Basta tagliare a fette le fragole e adagiarle sulla pizza (se vogliamo, incollandole con un po’ di yogurt) e condire tutto con del cioccolato fondente grattugiato.

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(foto https://pureella.com/strawberry-chocolate-watermelon-pizza/)

Giulia Mandrino

Le 7 zone erogene maschili

Venerdì, 03 Agosto 2018 09:46

Dopo avervi parlato dell’anatomia femminile e delle 7 zone erogene che solitamente ci provocano piacere quando stimolate, è ora di parlare delle zone erogene maschili, importanti per noi quanto le nostre dal momento che, come il partner stimola noi, anche noi stimoliamo lui, per vivere in maniera profonda e completa il nostro rapporto intimo e fisico.

Conoscere il corpo del nostro partner è importantissimo ed è qualcosa che avviene gradualmente. Ogni uomo ha le sue zone corporee preferite, che quando toccate gli provocano piacere, e per conoscerle dovremo conoscerlo a fondo, facendo vari tentativi, parlandone, sperimentando (anche con sex toys o con strumenti appositi) e lasciandoci andare piacevolmente a vicenda. Tuttavia, come per le donne, anche se il piacere è tutto personale, anche per gli uomini ci sono certi punti del corpo più sensibili di altri, detti le “zone erogene maschili”.

Le 7 zone erogene maschili: quali sono i punti del corpo maschile che, solitamente, quando vengono stimolati provocano piacere nel partner

Il pene

Sarà banale dirlo, ma il pene non è solo l’organo genitale maschile ma è anche la zona erogena per eccellenza. Ricchissimo di terminazioni nervose, spesso basta sfiorarlo e toccarlo delicatamente per eccitarlo. Ecco perché possiamo andare sul sicuro quando non vogliamo andare sul sottile, stimolandolo con bocca e mani (ma sempre con delicatezza, almeno all’inizio: per certi uomini la punta è molto suscettibile e la pressione esercitabile varia molto da persona a persona).

Il frenulo

Il frenulo è un tessuto fibroso che salda prepuzio e glande, verso la parte inferiore dell’asta del pene che va verso lo scroto. Si trova, in altre parole, sulla parte inferiore della punta. Molto sensibile ed erogeno, va stimolato a dovere e se toccato con la lingua manda solitamente in estasi gli uomini.

Il perineo

Ormai non è un mistero: la zona che si trova tra lo scroto e l’ano è il perineo (che abbiamo anche noi, tra la vagina e l’ano), ed è una parte molto, molto sensibile ed erogena per l’uomo, poiché ricchissima di terminazioni nervose. Agli uomini piace sentirlo stimolato, prima e durante il rapporto. Basta accarezzarlo e strofinarlo per aumentare il piacere.

I testicoli

Alcuni preferiscono tocchi delicati, altri strizzate più potenti, ma i testicoli, solitamente, sono un punto che ai maschi piace quando viene toccato. In ogni caso dobbiamo provare piano piano e modulare la nostra pressione in base alla reazione del nostro partner. E non è obbligatorio utilizzare solo le mani: anche durante il sesso orale, quando a proprio agio, è possibile stimolarli. 

Il Punto G maschile, ovvero il Punto P

Dove “P” sta per prostata. Forse è ancora un tabù, perché per raggiungerlo è necessario inserire un dito nell’ano per raggiungere la prostata, ma questo è uno dei punti più eccitanti per un uomo, quando toccato (ma non molti amano l’idea di questa pratica, quindi sempre meglio chiedere!). Si trova dietro l’osso del pube, proprio sopra il perineo, ed è l’organo che produce il liquido seminale nell’uomo, che si mescola allo sperma durante l’eiaculazione. Toccarla, per alcuni maschi, è molto piacevole ed eccitante, ma è appunto fastidiosa per altri, per la modalità con la quale è raggiungibile: dobbiamo entrare con un dito nell’ano e cercare a circa 2 centimetri e mezzo nel retto. Qui si trova la prostata, una massa grande un po’ meno di una noce che quando stimolata provoca sensazioni mai provate prima, anche senza stimolare il pene.

I capezzoli

Si pensa che solo alle donne piaccia la stimolazione dei capezzoli, ma sono molti anche gli uomini che la apprezzano. Soprattutto con la lingua, più delicata delle dita. Come per la donna, la zona dei capezzoli è ricca di nervi e quindi molto sensibile, ma è sempre meglio chiedere perché non sono pochi i maschi che preferiscono non essere toccati in questa zona.

L’incavo delle braccia

Mani e braccia accarezzate in maniera piacevole e provocatoria: a molti maschi piace. Soprattutto perché qui si trova l’incavo del gomito, una zona particolarmente sensibile che a volte se stimolata dà molto piacere e porta all’eccitazione.

Giulia Mandrino

Rafting per bambini, bellissimo sport estivo

Venerdì, 03 Agosto 2018 07:53

Il rafting è lo sport che ci permette di navigare i fiumi in tutta sicurezza provando il brivido dell’avventura e sentendo la natura sulla nostra pelle, in tutta la sua forza. E chi pensa che sia un’attività sportiva solo per adulti deve ricredersi: il rafting per bambini è una bellissima idea, basta affidarsi a strutture competenti specializzate nell’accompagnare i più piccoli in questa avventura fluviale, per vivere la natura e provare stupende emozioni.

Rafting per bambini, bellissimo sport estivo: le strutture alle quali affidarsi per provare il rafting per bambini, sport naturale e avventuroso

I bambini impazziranno, quando dirai loro che la loro prossima avventura è il rafting: navigare sul fiume, cavalcare le onde in sella ad un gommone, bagnarsi, ridere ed emozionarsi… Il rafting è sempre bellissimo e ci permette di entrare in una nuova dimensione di contatto con la natura più vera, sfidando la forza dell’acqua seguiti da professionisti capaci che fanno della sicurezza un punto fermo.

In estate il rafting è davvero una buona idea: sfruttando le belle giornate possiamo navigare i fiumi più impervi e le più divertenti rapide, imparando un nuovo sport e una nuova modalità di immergersi nella natura, in maniera sicura ma super emozionante e divertente. E non dimentichiamo le abilità che vengono coinvolte e che i bambini possono imparare in maniera assolutamente diversa dal solito, come l’equilibrio, il lavoro di squadra e il nuoto sicuro.

In Valle d’Aosta, a Morgex, c’è una delle scuole migliori in questo senso, che organizza uscite sul fiume per famiglie, per ragazzi e per le scuole. Si chiama rafting.it (e si trova in via Saint Marc 5, a Morgex) e dà la possibilità di provare varie esperienze di rafting, pensate per i bambini e le famiglie alla prima uscita oppure per chi vuole ampliare la sua esperienza.

Ad esempio, possiamo scegliere l’opzione “Battesimo”, una vera e propria iniziazione alle acque del fiume, pensato per i bambini a partire dai 7 anni. L’uscita dura due ore e si snoda per tre chilometri sul fiume, lungo una discesa facile con rapide di secondo grado che porta da Morgex a La Salle. Sul gommone i bambini, in gruppo, sperimentano nuovi equilibri, cominciano a captare le basi della navigazione su fiume e si divertono in un percorso adrenalinico ma al loro livello. Prima dell’uscita gli istruttori tengono anche una interessantissima e utile lezione sulle tecniche di navigazione, sul materiale nautico e sulla sicurezza.

Il bello è che possiamo scegliere di fare questa uscita in famiglia oppure mandare i nostri bambini da soli, senza un genitore che li accompagni, affidandoli allo staff preparato ed efficiente.

Per i bambini (dai 7 anni) e le famiglie che già hanno provato l’esperienza del rafting si può quindi scegliere il Battesimo Top, con una percorrenza sul fiume di 6 chilometri (durata circa 2 ore e mezza) su due tratti di fiume, con difficoltà crescente e scenari ancora più emozionanti ai piedi del Monte Bianco in Valdigne, sotto Pré Saint Didier.

Infine, bello ed emozionante è il programma “Integrale”, per ragazzi dai 14 anni e per persone che abbiano già fatto l’esperienza del rafting. Si tratta di 14 chilometri di percorrenza della Dora Baltea tra Morgex e Salle, una lunga escursione con passaggi molto tecnici con rapide di quarto livello.

Tutte queste esperienze, come dicevamo, possono essere intraprese anche dalle famiglie, che possono prenotare un’escursione tutti insieme in base al proprio livello, per vivere una giornata stupenda e diversa immersi nella natura della Valle d’Aosta. E poi ci sono i programmi per le scuole, anch’essi molto interessanti, per tutti quegli insegnanti che vogliono avvicinare i ragazzi alla natura in maniera entusiasmante e concreta, per trasmettere davvero la passione per il verde e la bellezza dei nostri paesaggi, in una gita esperienziale outdoor completa e sicura.

E poi c’è un’altra cosa che amiamo moltissimo di questa scuola: presso il Centro Sportivo Comunale di Morgex, da cui partono le escursioni di rafting.it, è presente uno stupendo percorso di barefooting, ovvero un percorso a piedi nudi, per stimolare la sensoriali in maniera profonda e stimolante e per fare una diversa esperienza della propria fisicità in un mondo ormai fin troppo virtuale e sedentario.

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Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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