7 ricette di pappe autunnali

Lunedì, 17 Settembre 2018 13:32

Svezzamento uguale monotonia? Assolutamente no! Seguire la stagionalità anche durante lo svezzamento vuol dire dare la possibilità ai nostri bambini di sperimentare diversi sapori e colori e questo li porterà probabilmente ad apprezzare di più i cibi che proponiamo loro.

Ecco quindi la nostra selezione di pappe per l’autunno, seguendo la stagionalità e variando spesso gli ingredienti per assicurare varietà e benessere naturale.

7 ricette di pappe autunnali: le pappe per lo svezzamento perfette durante la stagione autunnale

Zucca e sogliola

Prepariamo la sogliola cuocendone al vapore 50 grammi (già bella pulita) e aggiungendo insieme due fette di zucca a tocchetti. Cuociamo per trenta minuti fino a che tutto sarà morbido. Omogeneizziamo tutto aggiungendo un cucchiaio di farina di farro oppure con del farro in chicchi bollito e serviamo, condendo con un cucchiaino di olio evo a crudo.

Broccoli e salmone

In un pentolino facciamo cuocere in un po’ di brodo di verdura 40 grammi di farro in chicchi. Nel frattempo, cuociamo al vapore 50 grammi di salmone pulito e qualche cimetta di broccolo. Una volta cotti (circa 30 minuti) omgeneizziamoli con un tritaverdure e uniamo il farro mescolando, quindi serviamo. Al posto del farro in chicchi possiamo utilizzare anche della farina di farro per rendere il tutto più cremoso.

Patata dolce e pera

Prendiamo una patata dolce e sbucciamola, quindi tagliamola in tocchetti. Cuociamola al vapore per circa un quarto d’ora. Peliamo e tagliamo anche una pera, quindi aggiungiamola nel boccale del vapore con la patata e cuociamo ancora per altri cinque minuti. Frulliamo tutto e serviamo condendo con un filo d’olio a crudo.

Merluzzo, finocchio e patata dolce con pastina o semolino

Cuociamo al vapore 50 grammi di merluzzo pulito con un finocchio a tocchetti e una patata dolce a pezzetti, per circa mezz’ora (quando la patata sarà bella tenera). Omogeneizziamo tutto, quindi aggiungiamo della pastina cotta in acqua bollente oppure del semolino, condiamo con olio a crudo e serviamo.

Pere, ricotta e cannella

Una pappa dolce: cuociamo al vapore una pera a tocchetti (per circa venti minuti), quindi frulliamola con due cucchiaini di ricotta e una spolverata di cannella. Serviamola così, dolce, alla sera!

Mela, latte di mandorla e avena

Altra pappa dolce, stavolta con la mela: cuociamo una mela a tocchetti al vapore, quindi omogeneizziamola con del latte di mandorla. Aggiungiamo una manciata di fiocchi d’avena frullati e lasciamo che questa farina assorba bene la pappa, quindi serviamo.

Cavolfiore, caprino e orzo

Laviamo qualche cimetta di cavolfiore e cuociamola per mezz’oretta al vapore. Passiamolo al passaverdura, quindi mescoliamo la crema ottenuta con della farina di orzo, cercando di ottenere una consistenza cremosa. Serviamo condendo con un filo di olio evo a crudo e un pochino di formaggio caprino grattugiato.

Giulia Mandrino

12 modi per migliorare il sesso

Lunedì, 17 Settembre 2018 09:07

Il sesso non è mai uguale. Ed è anche questo il bello. Ma per molti è anche fonte di forte stress: l’ansia di farlo bene può portare a molte difficoltà, quando in realtà il più delle volte il tutto è mentale e basterebbe svuotare la testa e godersi il momento per far sì che l’intimità sia vissuta con piacere, armonia e passione.

Tuttavia, al di là del lavoro mentale che possiamo svolgere su noi stessi, ci sono certi accorgimenti e certe abitudini (o, al contrario, alcune improvvisate!) che possono far sì che i nostri rapporti sessuali migliorino. Come? Ecco un breve elenco di atteggiamenti e consigli da provare per far sì che il sesso risulti più coinvolgente, eccitante e completo.

12 modi per migliorare il sesso: alcuni consigli per far sì che l’intimità sia vissuta fino in fondo, senza troppi pensieri e con molto piacere

Non pensate agli altri

Le statistiche o le chiacchiere da bar non fanno bene a nessuno: c’è chi sbandiera ai quattro venti la soddisfazione di una vita sessuale pienissima, chi dice che se non fai sesso tot volte alla settimana il tuo partner non è soddisfatto… Ma ogni coppia ha i suoi tempi, ogni coppia ha la sua soddisfazione, che si raggiunge con il tempo e che è perfetta. Basta lasciarsi andare e non pensare agli altri, ma solo a ciò che fa felice la coppia in questione.

Baci, baci, baci!

I baci sono spesso sottostimati. Durante il sesso non ci si pensa più, ma un bacio è davvero prezioso: quando appassionato, prolunga la durata del rapporto, stimola sensazioni diverse e piacevolissime e rafforza l’orgasmo. Il bacio è molto intimo, quindi non disdegniamolo, ma, anzi, prendiamo l’iniziativa e proviamo a baciare il partner anche in momenti nei quali non lo faremmo (per abitudine).

Sfruttate il sesso orale, ma con parsimonia

Innanzitutto, una regola: il sesso orale deve piacere. Non bisogna farlo per piacere del partner ma perché anche noi proviamo piacere nell’eccitarlo. Evitiamo quindi smorfie o conati, ma facciamolo con dolcezza se ce lo sentiamo. E non agitiamoci: il sesso orale è bello quando tranquillo e spiluccato. Ovvero: non giochiamoci subito tutte le carte ma accarezziamo, lecchiamo con la punta della lingua, stuzzichiamo e arriviamo al sodo piano piano!

Allenate i muscoli

Per allenare i muscoli della nostra vagina basta poco: una ventina di contrazioni muscolari volontarie al giorno, tendendo e rilasciando i muscoli del pube (quelli che utilizziamo per fare la pipì). Non solo i muscoli ne usciranno rafforzati, ma miglioreremo anche la nostra presa sul pene del partner, che sentirà la differenza.

W i massaggi

I massaggi sono un ottimo modo per migliorare l’intimità fisica, ma possiamo sfruttarli anche a livello sessuale, combinando anche qualche strusciatina. Mentre massaggiamo il partner, che sia supino o a pancia in giù, strofiniamo le nostre parti intime su di lui. È un gesto che stimola tanto noi quanto lui.

Cercate il punto G

O meglio: fatelo cercare al partner. Per trovarlo basta che infili un dito nel canale vaginale, spostarlo in avanti e toccare la parte anteriore della vagina. Guidandolo, naturalmente, per capire insieme cosa ci piace di più.

Ritardare l’eiaculazione del partner

Come? Tirando lo scroto. Che sembra qualcosa di doloroso o irrispettoso ma che in realtà non lo è (se eseguito con dolcezza). Lo scroto è la sacca che contiene i testicoli e se tirata fa sì che l’eccitazione si prolunghi e l’eiaculazione ritardi. Questo perché l’uomo non può eiaculare finché lo scroto non è di nuovo aderente al corpo, e ciò avviene in qualche minuto. Stringetelo quindi tra il pollice e l’indice alla sua base, ad anello, e tirate lievemente e con delicatezza verso il basso.

Spegnete i device e la tv

Ma chi ha voglia di fare sesso quando ci si addormenta sul divano davanti alla tv? O quando il partner è super distratto, nel letto, dai social network e dalle mail di lavoro? Spegniamo tutto e lasciamoci andare, senza lasciarci ipnotizzare dalla tecnologia, che è il nemico numero uno della libido.

Non preoccupatevi se a volte non arriva l’erezione

Capita a tutti gli uomini, davvero a tutti: capita di non raggiungere l’erezione. E non è perché non si sentano stimolati da voi o perché non vi trovino sexy, anzi. A volte è un’abbuffata, altre lo stress del lavoro, a volte l’ansia che si aggiunge al fatto di non aver raggiunto l’erezione la volta prima. Ma ciò che dobbiamo tenere a mente è questo: l’erezione non è volontaria, ma è dettata da molti fattori. E la tranquillità nell’affrontare questa difficoltà è il primo passo per superarla. Insomma, non facciamone un dramma, ma tranquillizziamolo e aspettiamo un momento più spensierato!

Fate attenzione ai corpi

Al vostro e al suo. Significa stare attente a ciò che ci provoca dolore (perché ogni posizione provoca sensazioni diverse nella donna), dicendo a chiare lettere che preferite evitare. Ma significa anche stare attente a lui: anche al partner può capitare di provare dolore e certe posizioni possono addirittura provocare danni (e in quel caso, quando il dolore è fortissimo o si è sentito un forte rumore nella zona del pene è necessario correre subito dal medico). Fare del buon sesso significa stare bene entrambi!

Provate ad esprimere le fantasie

Venire legate, interpretare un luogo, provare posizioni mai provate prima: una fantasia è una fantasia e tenerla nell’angolino della mente non è giusto. Quando c’è la giusta intimità si può anche giocare, coinvolgendo il partner nella propria fantasia.

Divertitevi

L’ansia e lo stress sono normali, ma ad un certo punto è giusto lasciarsi andare e prendere il sesso per ciò che è: qualcosa di piacevole e divertente, che dovremmo goderci in maniera libera e armoniosa!

Giulia Mandrino

Rimedi naturali contro i dolori mestruali

Venerdì, 14 Settembre 2018 13:02

Chi più chi meno, una volta al mese c'è chi deve fare i conti con i dolori delle mestruazioni. Perché il ciclo mestruale oltre ai disagi psicologici degli sbalzi d’umore e al gonfiore porta con sé dolori davvero spiacevoli al basso ventre. Solitamente non vi è da preoccuparsi (se non quando questi dolori diventano insopportabili: in quel caso una visita dal ginecologo è d’obbligo): si tratta di contrazioni normali dell’endometrio, che dopo essersi preparato per una gravidanza si trova a sfaldarsi se non in presenza di ovulo fecondato. L’ormone prostaglandine in questo momento viene prodotto in eccesso dal nostro corpo e questo provoca le contrazioni nell’utero, che si traducono in dolori e crampi alla pancia e alla schiena.

Per tenere a bada i dolori possiamo però affidarci ad alcuni rimedi naturali che ci faranno sopportare un pochino di più i crampi mestruali.

Rimedi naturali contro i dolori mestruali: come combattere i crampi da ciclo senza affidarci ai medicinali

Lo yoga

In questo articolo  spieghiamo in maniera specifica tutte le posizioni che possono aiutarci a combattere i dolori mestruali. Perché lo yoga aiuta ad ossigenare il corpo, aumenta la tonicità, migliora la circolazione e ha effetti diretti sul nostro utero grazie ad alcune posizioni mirate.

I decotti di erbe

Bisogna berli regolarmente, ma gli effetti benefici sono reali. Quello di salvia (realizzato facendo bollire in un pentolino acqua e foglie di salvia fresca, lasciando riposare e bollendo per altri cinque minuti) o quello di rosmarino (stesso procedimento) aiutano a detossinare l’organismo e sono antidolorifici naturali.

La borsa dell’acqua calda

Un metodo della nonna che effettivamente per molte funziona. A volte una semplice borsa di acqua calda o un cuscino di semi riscaldato appoggiati sul basso ventre aiuta a percepire sollievo e a rilassare i muscoli contratti.

Rilassamento

Ciò che serve (come insegna la borsa dell’acqua calda) è rilassamento. Non solo mentale, ma soprattutto fisico, poiché a provocare dolore sono i muscoli contratti. Fermiamoci quindi per un attimo e sdraiamoci a pancia in su, rilassiamoci e respiriamo profondamente, cercando di alleviare mentalmente lo stress e irradiando questa sensazione al corpo. La respirazione può fare moltissimo: manteniamola regolare, con respiri profondi, e ossigeniamo a fondo il nostro organismo.

Omega3

L’Omega3 è un grasso buono che riduce lo stato infiammatorio del nostro organismo, che nel momento delle mestruazioni ha bisogno come non mai di ritrovare uno stato disinfiammato. Assumere un cucchiaio di olio di semi di lino o un integratore di Omega 3 vegetale possono fare miracoli.

Oli essenziali

Ci sono alcuni oli essenziali dal potere curativo proprio nei confronti del dolore e dei crampi, che se utilizzati sulla zona del basso ventre aiutano moltissimo ad alleviare i dolori mestruali. Si tratta degli oli di lavanda, geranio, maggiorana e camomilla, da diluire in un olio di mandorle e da massaggiare sull’addome.

Regolare la dieta

Anche l’alimentazione influisce negativamente o positivamente sul nostro stato di salute. Ecco perché dobbiamo regolarla nei giorni del ciclo mestruale, privilegiando frutta e verdura a foglia verde, ricche di fibre, condite con grassi vegetali (olio di oliva), zenzero grattugiato (per i motivi di cui sopra) e semi di lino, evitando i cibi fritti, l’alcool e i cibi troppo grassi, che appesantiscono inutilmente il nostro organismo già provato dalle mestruazioni.

Giulia Mandrino 

Introdurre i bambini alla cultura della musica fin da piccoli è essenziale. Pensiamo solo ai primi stimoli che ricevono: tra questi ci sono i suoni disordinati degli oggetti e dei giocattoli che proponiamo loro. Perché il suono li accompagnerà tutta la vita ed è anche attraverso esso che scoprono il mondo. Con la musica si fa un passo in più: quando i suoni diventano melodiosi i benefici sono ancor di più.

Lo dicevamo anche qui: tutta la musica fa bene ai bambini, dalla classica alla pop, dalle canzoncine per bambini al rock. La musica, infatti, ha un ruolo importante nello sviluppo cognitivo dei nostri figli, che nei primi anni di vita devono essere stimolati anche in questo senso. E se tutto questo vi interessa, vi interesserà sapere che c’è ancora chi, in un mondo fatto di schermi, cerca di trasmettere questa passione e queste competenze ai nostri bambini: la Yamaha Music School con ili sistema di educazione musicale Yamahamusicale Yamaha.

Yamaha Music Club, i benefici della musica per i bambini: perché è importante trasmettere la passione per la musica ai bambini e come farlo con il sistema di educazione musicale Yamaha

I benefici cognitivi della musica sui bambini sono innegabili e sono molti gli studi che concordano che i bambini che imparano da piccoli a suonare uno strumento elaborano i suoni e le informazioni in maniera differente rispetto a chi non ha mai suonato nulla. Questo però non influenza solo la cultura musicale e la capacità di “fare musica”, ma si espande a tutte le esperienze dei bambini, poiché imparare a suonare uno strumento diviene importante per tutti gli ambiti: la capacità di attenzione dei bambini aumenta quando hanno di fronte un interlocutore e la capacità di apprendimento ne esce rafforzata. E questi benefici scolastici durano per tutta la vita, fino all’università e non solo in età infantile.

Ecco perché, oltre al semplice piacere nei confronti della musica, è importante spronare i bambini musicalmente. Nelle nostre case, ormai, sono spariti libri e strumenti musicali per fare spazio a schermi e trasmissioni, ma dovremmo davvero tornare ad ascoltare la musica. E a farla.

In Yamaha sono convinti (come noi) che l’educazione musicale debba fare parte del percorso formativo di ogni bambino. Ecco perché organizzano corsi di altissima qualità nei quali i bambini possono avvicinarsi alla musica e agli strumenti musicali divertendosi e scoprendo la bellezza di una passione che potranno portarsi dietro per tutta la vita.

Il sistema di educazione musicale Yamaha si fonda su alcuni pilastri: innanzitutto, si concentra sulla qualità (delle location, dei materiali, della formazione degli insegnanti, del materiale grafico e audio che propongono ai bambini). Dopodiché, si contraddistingue per essere un sistema didattico internazionale, e quindi valido dappertutto e i bambini in Italia imparano gli stessi brani che suonano i bambini a Parigi, a Londra, a Singapore… E anche il sistema di certificazione è internazionale, e quindi valido in tutto il mondo.

Gli insegnanti sono tutti altamente qualificati: per diventare insegnanti Yamaha seguono seminari di aggiornamento in maniera costante e vengono selezionati in maniera super accurata per garantire ai nostri figli un’educazione impeccabile, cucita addosso a loro.

Primo obiettivo dei corsi Yamaha Music Club è sviluppare l’orecchio dei bambini, la loro capacità di ascolto, e il metodo di insegnamento si muove attraverso cinque punti: ascoltare, cantare, suonare, leggere e creare.

Cosa significa? Che l’approccio è quello di avvicinare i bambini alla musica rendendola la loro seconda lingua madre, insegnandogliela allo stesso modo nel quale è stato insegnato loro a parlare.

E il creare, l’ultimo dei cinque punti, è un po’ la punta di diamante dei corsi Yamaha: la creatività e il suo sviluppo sono infatti ritenuti fondamentali per l’educazione musicale (e non solo) dei bambini.

I corsi Yamaha sono rivolti ai bambini e ragazzi di tutte le età. Ciò significa che anche i bambini in età prescolare possono partecipare alle lezioni Yamaha: in questo caso, in classe ci saranno sempre anche i genitori, coinvolti nella lezione, condividendo così in famiglia l’esperienza musicale. Si parte con la tastiera, uno strumento semplice ma di grande valore, che permette agli insegnanti di raggiungere subito, anche con i più piccoli, gli obiettivi musicali.

Noi abbiamo potuto sperimentare una loro lezione tipo durante il Mammacheblog dello scorso Maggio e ora anche voi potete farlo e gratuitamente. Infatti se scaricate il coupon da questo link potrete portare i vostri bambini a una lezione gratuita in una delle tante scuole Yamaha.

Fateci sapere se anche voi ne siete rimaste entusiaste!

Giulia Mandrino

In collaborazione con Yamaha Music School

Tanto mito, poco arrosto. Attorno all’orgasmo ci sono un sacco di chiacchiere e credenze, ma la realtà spesso è un’altra. Il fatto è che la nostra società ci mette pressione: ci fa credere cose non vere, ci fa sentire sbagliate, ci mette sulle spalle ansie da prestazione (che non vivono solo gli uomini!) che non fanno affatto bene.

Conoscere l’orgasmo sapendo riconoscere cosa c’è di vero e cosa invece è falso ha solo uno scopo: farci vivere meglio il sesso. Farci lasciare andare. Lasciare che lo viviamo secondo i nostri tempi, secondo il nostro sentire e secondo il nostro desiderio.

Perché l’orgasmo, al di là delle dicerie, fa benissimo. Quindi eccovi svelati tutti i miti da sfatare e tutti i benefici che l’estasi sessuale può darci!

L’orgasmo, i luoghi comuni da sfatare e i reali benefici: quali sono le falsità attorno all’orgasmo e quali invece i benefici che porta con sé

Senza orgasmo il sesso è inutile: FALSO

Vogliamo proprio dirlo? Il momento dell’eccitazione fa schifo? La stimolazione del partner non ci piace? Ecco. Raggiungere sempre l’orgasmo è impossibile, per una donna. Le statistiche parlano chiaro: solo il 30% della popolazione femminile sperimenta l’orgasmo durante il rapporto. Questo significa che a una buonissima parte di noi capita di non provarlo. Ma se il sesso non ci piacesse, perché farlo? Perché farci penetrare? Solo per provare il piacere dell’apice finale? No, la piacevolezza sta nell’atto in tutta la sua totalità, quindi possiamo benissimo godere del piacere anche senza raggiungere l’orgasmo.

Alcuni orgasmi durano ore: FALSO

Mmm, in realtà proprio no. Certo, possiamo avere orgasmi multipli (ovvero, più orgasmi durante un rapporto), ma se qualcuna vi dice di aver provato un’orgasmo di ore sta certamente mentendo. L’orgasmo della donna dura dai 10 ai 60 secondi, mentre quello dell’uomo dai 6 ai 10. Quindi, l’orgasmo femminile è più lungo di quello maschile, ma dire “ore” è assolutamente falso.

Esiste solo un tipo di orgasmo: FALSO

Falsissimo. Esistono quello vaginale, quello clitoreo, quello multplo, quello simultaneo (quando raggiungiamo l’apice insieme al partner), quello del punto G, quello solitario… E, soprattutto, ognuno ha un’intensità diversa, esattamente come ogni rapporto ha un’intensità tutta sua che varia di volta in volta.

Gli uomini raggiungono sempre l’orgasmo: FALSO

Innanzitutto, chiariamo una cosa: l’orgasmo maschile non è l’eiaculazione in sé, ma è la sensazione che il maschio prova quando eiacula. Detto questo, non è detto che questo avvenga. La stanchezza, mentale o fisica, o lo stress, così come certe situazioni fisiche, possono far sì che l’uomo non raggiunga l’orgasmo, pur mantenendo l’erezione (e ciò significa che può benissimo capitare che non lo raggiungiamo e lui no).

L’orgasmo fa bene: VERISSIMO

Fa bene alla mente, ma anche al fisico: raggiungere l’apice del piacere, infatti, fa sì che il livello degli estrogeni nell’organismo cresca, e gli estrogeni sono tra i responsabili del nostro buonumore (insieme alle endorfine, anch’esse rilasciate durante il sesso).

L’orgasmo rilassa: VERO

Come dal buonumore, l’orgasmo è benefico sullo stato di relax del corpo. Se già di per sé il sesso rilassa magnificamente (si stima che 20 minuti di rapporto sessuale rilassino come due ore di rilassamento), l’estati e la sensazione di bello svuotamento data dall’orgasmo accrescono ancora di più il senso di pace.

L’orgasmo aiuta a legare con il partner: VERO

Sì, verissimo, e non solo perché l’orgasmo simultaneo è qualcosa di davvero molto, molto intimo. Anche quando non simultaneo, l’orgasmo aiuta a far sì che l’ossitocina aumenti di cinque volte rispetto al normale nel nostro organismo, e l’ossitocina è responsabile della forza del legame con il nostro partner.

Giulia Mandrino

Questo studio ci pare davvero interessante. Perché la voce dei nostri bambini è quanto abbiamo di più caro: appena nascono vogliamo sentire subito il loro pianto, per capire che stanno bene. Perché nei primi mesi e nei primi anni le loro lacrime e i loro urli sono la forma di comunicazione che utilizzano per parlare con noi e dirci di cosa hanno bisogno. E perché, semplicemente, la adoriamo moltissimo.


Il pianto di un bambino ci dice molte cose (come spiegavamo qui), soprattutto sui bisogni primari. Ma a quanto pare ci dice anche altro, secondo un recente studio: pare infatti che ascoltando bene il pianto del nostro bambino possiamo sentire già l’intonazione della sua voce, quella che avrà anche da adulto.

Il pianto di un bambino? Ha già l’intonazione che avrà da adulto: uno studio rivela che il pianto dei neonati nasconde già i toni della voce che avranno quando cresceranno

“The pitch of babies’ cries predicts their voice pitch at age 5”, che tradotto significa: “L’intonazione del pianto di un neonato predice l’intonazione della voce che avrà a cinque anni”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Biology Letters a luglio di quest’anno e ha evidenziato come certi toni della voce di un essere umano rimangano invariati per tutta la vita, nonostante lo sviluppo e i cambiamenti.

I ricercatori hanno registrato e studiato il pianto di diversi neonati tra i due e i cinque mesi di vita, comparandoli poi alla voce degli stessi bambini al compimento di cinque anni. Ciò che è emerso è che certi toni e certe intonazioni, fin dai primi mesi di vita, possono suggerire come sarà la voce del bambino nel corso nella vita.

Addirittura, gli scienziati si sono spostati avanti, trovando toni invariati addirittura nella voce adulta. E hanno anche ipotizzato che questi toni possano addirittura essere ritrovati nell’utero, facendo un passo indietro, poiché i nove mesi passati nella pancia della mamma hanno un effetto a lungo termine che influenza moltissimi aspetti della vita.

Questo studio apparentemente frivolo in realtà nasconde più letture. Già, perché sono moltissimi i ricercatori e gli psicologi che ritengono che l’intonazione della voce sia di fondamentale importanza per la vita di una persona.

Il tono della voce, il suo timbro e le sue sfaccettature sono un pilastro delle relazioni umane. Sulla voce di una persona fondiamo moltissime cose: la fiducia, il piacere, l’attrazione. Ma il motivo non è ancora stato trovato. In altre parole: non si sa perché certe voci ci risultino più attraenti e altre più repulsive. Gli studi mancano, quindi questo potrebbe essere un passo verso la comprensione di un fatto davvero interessante che influenza la vita di tutti.

Insomma, lo studio suggerisce un fatto che sembra scontato ma che in realtà è stato portato alla luce per la prima volta: la nostra voce si sviluppa prestissimo, ha un’origine profonda, e potrebbe influenzare lo sviluppo in maniera concreta. Il pianto del nostro bambino potrebbe essere stato determinato molti mesi fa, ancora in utero, è potrebbe determinare la voce futura che avrà da adulto.

Quindi, la prossima volta che sentiremo il nostro bambino piangere (anche di notte, anche se speriamo per voi che i pianti notturni finiscano presto!), proviamo ad ascoltare più profondamente, cogliendo quelle sfumature che sentiremo per tutta la vita, facendoci adorare la voce di nostro figlio anche nei momenti più esasperanti!

Giulia Mandrino

5 additivi alimentari da evitare

Mercoledì, 12 Settembre 2018 14:07

 

Al supermercato c’è una sola regola: leggere le etichette. Sempre! Perché non dobbiamo lasciarci ingannare dal packaging. E non solo da quello che attira i bambini facendogli buttare tutto nel carrello (li studiano apposta!) ma anche da quello dei prodotti che ci fanno dire: “Wow, questo è sano!”.

Bastano poche parole per ingannarci: bio, integrale, senza zuccheri aggiunti, povero in sale… E sono tutte caratteristiche ammirevoli. Ma non le uniche alle quali dobbiamo stare attente! I cibi confezionati sono infatti pieni di additivi alimentari potenzialmente pericolosi, che possiamo scovare solo leggendo le etichette.

A cosa servono gli additivi alimentari? A conservare gli alimenti e a renderli più “belli”, saporiti e invitanti. Ma non preoccupatevi, basta conoscerli, e dopo un po’ ci farete l’occhio, evitando tutti quei cibi che li contengono e trovando alternative ancora più buone e sane!

5 additivi alimentari da evitare: quali sono gli additivi a cui dobbiamo stare attenti quando compriamo cibi confezionati

I coloranti alimentari

Sulle etichette dobbiamo stare attente a tutte le sigle che vanno da E100 a E199: indicano i coloranti alimentari, e ogni decina rappresenta un colore (ad esempio, dall’E110 all’E119 si tratta del giallo). I coloranti alimentari vengono utilizzati per rendere più appetitosi i cibi ai nostri occhi, aumentando l’intensità e la lucentezza. Attualmente i coloranti alimentari ammessi dall’UE sono 45, ma l’EFSA sta riesaminando tutta la gamma in base agli ultimi studi pubblicati riguardanti i coloranti alimentari, come quelli che mettono in relazione l’assunzione di certi coloranti con l’insorgere dell’iperattività nei bambini. Dobbiamo stare molto attenti, perché si trovano in moltissimi alimenti che mai ci aspetteremmo.

Il glutammato monosodico

Si chiama anche E620 (e così lo troverete su molte etichette) ed è utilizzato per insaporire i cibi, soprattutto i dadi da brodo e gli snack salati. Il glutammato è presente naturalmente anche in moltissimi alimenti vegetali e animali, come i pomodori, i funghi, i legumi e il formaggio, ma il problema è quando si assume quello sintetizzato chimicamente presente proprio negli alimenti confezionati, che non viene metabolizzato allo stesso modo dal nostro organismo e può provocare problemi come emicrania, squilibri ormonali, aumento di peso e danni cerebrali.

Gli ftalati

Gli ftalati sono un ormone sintetico che possiamo trovare in molti alimenti conservati in lattina come i legumi o il tonno sott’olio, nella carne e nel latte (a causa dell’inquinamento del suolo che intacca gli animali), ma soprattutto nei prodotti cosmetici. Sono pericolosi perché sembrerebbero causare disturbi neurodegenerativi, oltre che il diabete. Evitiamo di comprare cibi conservati in lattina o nella pellicola, preferendo quelli sfusi.

I grassi idrogenati

I grassi idrogenati sono contenuti nella maggior parte dei prodotti da forno, nelle merendine, nei cibi precotti e surgelati e negli snack e sono responsabili, oltre che del rischio di obesità, dell’aumento del colesterolo cattivo nel sangue, l’LDL, a scapito di quello buono HDL, che diminuisce. Sono quindi pericolosi per il sistema cardiocircolatorio, dal momento che restringono e rendono meno flessibili i vasi sanguigni e sballano la pressione sanguigna.

Il piombo

Il piombo è presente nell’acqua e in molti cibi che assumiamo, ma non volontariamente: non lo troveremo mai scritto sulle confezioni, perché il piombo in realtà finisce sulle nostre tavole a causa dell’inquinamento, delle tubature utilizzate nell’industria alimentare e per gli sversamenti di batterie e vernici nel terreno, che contaminano tutto. È pericoloso poiché, essendo un metallo pesante, può provocare intossicazioni nell’organismo minacciando la nostra salute, e i bambini sono naturalmente i soggetti più a rischio, a causa dell’assorbimento più veloce ed elevato rispetto ad un soggetto adulto.

Giulia Mandrino

Ricomincia la scuola, ricomincia la routine. Ma ricomincia anche il disordine, il casino mattutino, il caos familiare, che è tanto adorato ma che, diciamolo, ci fa venire i capelli bianchi a volte!

Ma dobbiamo pensare ad una cosa: i nostri bambini, con la scuola, lo sport e le attività della giornata, passano poco tempo a casa. Passano poco tempo con noi, insomma. E non è una colpa, è la vita. Dobbiamo quindi onorare il momento del risveglio e della colazione e godercelo come famiglia! Senza drammi e senza caos.

Ok, un pochino di caos ci sarà sempre. Ma con alcuni accorgimenti possiamo rendere la routine mattutina un po’ più tranquilla e armonica per godercela fino in fondo come famiglia!

Come rendere la mattina con i bambini più tranquilla: 6 abitudini per rendere la routine mattutina più piacevole e armonica

Svegliamoci per tempo

Sembra banale, ma mettere la sveglia 15 minuti prima di quando la metteremmo può salvare la mattinata. E anche per i genitori e i bambini più pigri non sarà una tragedia: basta prenderla come abitudine e piano piano non sembrerà così pesante. Un risveglio più lento permette di coccolarsi nel letto, svegliare i bambini con tranquillità, lavarsi la faccia e andare in cucina tutti insieme.

Stiliamo una lista

Insieme, nei primi giorni di scuola, stiliamo con i bambini una lista da appendere per scandire la mattinata: ci si sveglia, ci si lava la faccia, ci si veste, si fa colazione, ci si lava i denti, si prepara il pranzo da portar via (se previsto), si prende lo zaino controllando che ci sia tutto, si esce. Avere questa lista visivamente davanti agli occhi creerà un ordine più chiaro anche mentalmente e tutto risulterà meno disordinato!

Lasciamo che i bambini preparino lo zaino, alla sera

Sì, alla sera, assolutamente, proprio per togliere affanno alla mattina. La sera prima prepariamo lo zaino con tutto il necessario: al mattino servirà solo controllare che sia tutto, togliendo così preoccupazioni e fretta.

Lasciamo che si vestano, ma con poche opzioni

I bambini è giusto che si vestano da soli, ma sappiamo che può essere difficile, soprattutto con bambini testardi che vorrebbero indossare il mantello di Batman anche in classe oppure i sandaletti quando fuori nevica. Lasciamo quindi che scelgano loro, ma dando opzioni: nelle giornate invernali consigliamo una felpa e una maglietta sopra dei jeans (che sceglieranno loro), oppure diciamo che quella giornata è la giornata della gonna, e così via.

Prepariamo insieme la colazione

Cucinare insieme è un’attività che avvicina moltissimo la famiglia ed è divertentissimo. Ognuno può avere un compito: il papà la spremuta, i bimbi preparano la tavola, la mamma scalda il tè, i bambini provano a fare i pancake insieme ai genitori…

Chiacchieriamo!

Proprio perché la colazione è uno dei pochi momenti che possiamo passare in famiglia, approfittiamone per parlare tutti insieme. Ci si può raccontare i piani per la giornata oppure i sogni appena fatti, o il libro letto la sera…

Giulia Mandrino

Siamo appena tornate dalla visita alla Bio fattoria Hipp a Podagi in Polonia e siamo sempre più convinte che la strada del biologico sia quella giusta. Perché questo viaggio è stato per noi una rivelazione! Per la prima volta Hipp ha invitato un gruppo di blogger italiane nelle proprie tenute e nella propria città e l’esperienza è stata splendida. Cosa abbiamo scoperto? Non solo le persone dietro alla produzione, dedite alla qualità e alla soddisfazione (reale!) dei propri clienti, ma anche l’importanza dell’agricoltura biologica.

Siamo sempre state dell’idea che il concetto di biologico non fosse solo un prodotto del marketing come dicono in tanti, ma un valore e una filosofia: coltivare prodotti sani e di qualità impattando il meno possibile sul delicato eco-sistema dell’ambiente è possibile.

Dopo aver trascorso 3 giorni immersi nella natura delle coltivazioni e tra gli allevamenti biologici dell’azienda Hipp, raro esempio nel mondo aziendale che non solo rispetta la natura ma che ne ama ogni singolo elemento che la compone, possiamo ribadirlo. Abbiamo parlato faccia a faccia con il suo CEO, Mr Stefan Hipp (un uomo che chiama le sue mucche per nome!), e abbiamo scoperto e approfondito molti aspetti e temi che ci hanno fatto capire ancora di più quanto sia importante scegliere questo approccio. Ora spiegheremo anche a voi il perché.

Perché il biologico non è una bufala (secondo noi!): la nostra visita alla bio fattoria Hipp per capire cosa significhi davvero “bio” e per scoprire un mondo di prodotti davvero sani

Il nostro blog tour presso Hipp è stata un’esperienza davvero stupenda. Non solo per il trattamento che abbiamo ricevuto e per le zone che abbiamo visitato (se ci avete seguito su Facebook e nelle nostre stories su Instagram avrete visto la bellezza di Danzica e la meravigliosa ospitalità di Stefan Hipp nelle sue terre!). Ciò che ci ha colpito è la scoperta di un’azienda che ha profondamente a cuore i propri consumatori e che questo amore lo mette in tutti i controlli, in tutte le procedure agricole, nella pulizia delle fattorie e nelle materie prime trattate con estrema serietà. La passione di Hipp, insomma, la si nota ovunque nelle loro fattorie, che straripano di ordine, sicurezza, qualità e benessere delle piante e degli animali che le abitano.

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Durante la giornata presso una delle fattorie Hipp abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare tutto ciò che ci interessava sapere riguardo a questa azienda direttamente dalla bocca di Stefan Hipp, CEO di Hipp, che ci ha guidato alla scoperta del concetto di biologico e dell’importanza del rispetto del terreno.

Lui stesso ci ha svelato anche quali sono le caratteristiche che rendono Hipp un leader del mercato biologico: “Abbiamo più di 60 anni di tradizione per quanto riguarda la coltivazione biologica e ci posizioniamo tra le prime aziende produttrici di biologico. Abbiamo regole interne molto più stringenti rispetto alle normative europee e non c’è nessun’altra azienda con un assortimento così ampio di prodotti derivanti da agricoltura biologica”.

L’elemento fondamentale che determina la qualità dei prodotti agricoli, sarà anche banale dirlo, è il terreno dove questi crescono. Per ottenere verdure sane è necessario un terreno sano! Ma, purtroppo, ormai circa l’85% dei terreni del mondo è compromesso nella sua struttura.

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La prima causa dell’impoverimento del terreno è, ovviamente, l’intervento umano: l’espansione urbana, l’industria, gli scarichi industriali, gli agenti chimici e l’agricoltura intensiva, così come l’impiego errato dei fertilizzanti. Ma allora come dev’essere un terreno per essere sano?

Oltre ad avere una struttura naturalmente granulosa fondamentale è l’alta presenza di microrganismi, che permette lo sviluppo di sostanze chimiche in grado di diventare gli elementi nutritivi delle piante stesse.

La maggiore produzione, lo stress del terreno e l’utilizzo aggressivo di pesticidi e diserbanti rendono poi le erbacce sempre più resistenti. L’infestazione è quindi sempre più persistente e per combatterla sono necessari pesticidi sempre più aggressivi. È un circolo vizioso davvero molto rischioso, che tuttavia potrebbe venire stoppato scegliendo semplicemente l’agricoltura organica.

Ecco perché oggi ci ritroviamo a dover affrontare una nuova sfida e perché Hipp ha scelto di stare sempre dalla parte dei consumatori.

Anche noi vogliamo sempre stare dalla vostra parte, osservando con i nostri occhi la realtà, cosa che questo favoloso blog tour ci ha permesso. E la realtà che abbiamo trovato presso i campi Hipp è semplice e rassicurante. Ad esempio? Per fertilizzare i campi di patate utilizzano esclusivamente il letame e per disinfestarle dalle erbacce (da sempre un problema per la crescita di questo tubero) l’unica soluzione che Hipp adotta è quella di smuovere il terreno con un macchinario apposito, per rimuovere le radici delle erbacce senza intaccare quelle delle patate. E per contrastare gli animali che si nutrono di patate (come il maggiolino) utilizzano invece l’olio di neem.

Anche le carote sono trattate in maniera simile. La loro semina è la parte più complessa e dispendiosa e già dopo cinque giorni le erbacce che crescono attorno devono essere rimosse manualmente. E per contrastare i moschini delle carote (si chiamano proprio carrot flies!) semplicemente vengono piantate accanto alle carote le cipolle, che con il loro odore infastidiscono le mosche.

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Ciò che ne esce è molto semplice: per tornare ad una agricoltura organica che ci assicuri prodotti sani e benefici, che non siano dannosi per la nostra salute, basta ritornare all’ordine “tradizionale”, quello dell’antico sapere. Coltivazioni ordinate, terreni sani, rispetto della crescita naturale (che è estremamente intelligente!) e eliminazione degli agenti chimici: queste le regole che tutti dovrebbero seguire e che Hipp già mette in atto. E lo fa davvero con amore, possiamo assicurarvelo!

Noi che già utilizzavamo prodotti Hipp per i nostri figli siamo quindi ben contente di sapere che nei loro piatti arrivano prodotti eccellenti. E lo stesso Stefan Hipp ci ha illuminato sull’importanza dei prodotti biologici per bambini: “Secondo me è molto importante che ogni prodotto per bambini sia privo, come i nostri, di additivi. Gli additivi, infatti, alterano il sapore, distorcendolo. I prodotti davvero biologici devono invece essere il più puliti possibile, sia per quanto riguarda il gusto sia per quanto riguarda il loro essere davvero organici”. Educando quindi i nostri bimbi ai gusti autentici daremo loro la possibilità di apprezzare, anche da grandi, i prodotti veri della terra, indirizzandoli verso le materie prime e verso i marchi davvero sani.

Per farlo, con Hipp possiamo non limitarci alle solite pappine e ai classici omogeneizzati (che tuttavia sono ottimi, se parliamo di Hipp!): “In Hipp”, ci ha svelato Stefan Hipp, “stiamo proprio sviluppando una nuova linea di snack adatti ad una fascia d’età più grande. Noi di Hipp pensiamo che i cibi sani e naturali siano fondamentali in ogni fascia d’età ma in particolar modo nel periodo della crescita, quindi presenteremo presto una nuova linea composta da circa 10 prodotti, tra i quali frutta disidratata, snack salati e una specie di gelato che in realtà è frutta congelata, che arriveranno in Italia probabilmente il prossimo anno. Ovviamente il tutto senza zuccheri aggiunti. Se i bambini apprezzeranno questi cibi siamo certi che staranno lontani da prodotti più artificiali in commercio!”.

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Giulia Mandrino

Tutto ciò che dobbiamo sapere sull’orgasmo

Martedì, 11 Settembre 2018 13:30

L’orgasmo, come la vagina, è diverso da persona a persona. E non parliamo solo della differenza tra l’orgasmo di un uomo e quello di una donna, ma anche dell’orgasmo da donna a donna.

Se vogliamo essere didascaliche, l’orgasmo è uno “stato di eccitamento parossistico. In particolare, l’o. sessuale è l’acme dell’eccitamento sessuale, accompagnato da un particolare stato di coscienza, intensamente piacevole. Può essere raggiunto in seguito a stimolazioni sia somatiche sia psicologiche, è caratterizzato da una serie di azioni neuromuscolari non controllate dalla volontà, che culminano per l’uomo nell’eiaculazione e per la donna in contrazioni perivaginali, determinando la risoluzione delle tensioni sessuali”. Questo dice l’enciclopedia Treccani. Ma come lo si raggiunge? Da che fasi è costituito? Cosa possiamo fare per rendere questo “stato di eccitamento parossistico” qualcosa di reale senza pressione?

Ecco tutto ciò che dobbiamo sapere sull’orgasmo: l’abc quando si parla di orgasmo, per capire come avviene e come si raggiunge

Come dicevamo l’orgasmo è diverso da donna a donna. Per questo, come per l’uomo, dobbiamo allontanarci dal “sentito dire”: se l’uomo, sopraffatto dalla tensione delle aspettative, non riesce a raggiungere l’erezione, la donna, quando troppo stressata per la preoccupazione di non raggiungere l’orgasmo, farà moltissima fatica ad eccitarsi e a raggiungere il suo stato di piacere. Capita, di non raggiungerlo. È normale. Anche perché l’intesa sessuale è importantissima e per questo è decisivo anche il partner, e non solo noi stesse. L’importante è non farsi prendere dal panico: prima o poi, con un po’ di buona volontà e tantissima tranquillità, lo proverete.

La prima fase dell’orgasmo è naturalmente l’eccitazione. Se non siamo eccitate, non raggiungeremo mai l’apice dell’eccitazione (sembra scontato dirlo, ma è così). Ecco perché dobbiamo lasciarci andare e non pensare. Come in ogni cosa, quando ci si pensa troppo si fa più fatica.

L’eccitazione è quindi il primo passo, ed essa la si raggiunge attraverso stimoli emotivi (immagini mentali, sentimenti, la visione del corpo nudo del partner…) e fisici: i preliminari, quindi, sono importantissimi (anche se, come sempre, ogni donna li preferisce o meno). Dopo essersi lasciate andare, l’eccitazione piano piano si fa strada e la riconosciamo attraverso alcuni sintomi: i capezzoli che si irrigidiscono, la vagina che si lubrifica (la sensazione di “bagnato”, che però può essere aiutata, nel caso di secchezza, da alcuni lubrificanti), la temperatura corporea sale, il clitoride si gonfia e il sangue affluisce ai genitali.

L’eccitazione da sola però non basta, e per raggiungere l’orgasmo solitamente una donna ha bisogno di stimolazione costante, a livello soprattutto fisico. Il ritmo del partner, quindi, è di vitale importanza, poiché se si interrompe in un momento nel quale la vostra eccitazione è al massimo livello, dovrà ricominciare da capo. E di vitale importanza è anche il lasciarsi andare, senza pensieri: non preoccupatevi di ansimare troppo forte, di urlare o di muovervi in un modo che vi appaga particolarmente.

Attraverso la stimolazione ad un ritmo costante (in una posizione che vi piace particolarmente e attraverso movimenti che stimolano il vostro organo in maniera efficace) si arriverà ad un senso di eccitazione fortissima, quasi estrema, e questa sensazione sarà il campanello che vi dirà che siete vicine all’orgasmo. La sensazione si concentrerà al basso ventre, ma anche la vagina stessa farà sentire qualcosa: in quel momento, infatti, si allarga e si allunga e la sensazione è quella di “gonfiore”.

A questo punto, ecco l’orgasmo (che non ha una regola in fatto di tempistiche! Può arrivare subito o dopo molto tempo). Cosa si sente con l’orgasmo? Un senso di piacere estremamente appagante, di beatitudine senza pensieri. E a livello fisico questo lo si sente come una serie di contrazioni vaginali involontarie, che solitamente durano dai dieci secondi al minuto.

Altri però, oltre alle contrazioni, sono i sintomi fisici dell’orgasmo: i capezzoli, di nuovo, si inturgidiscono, il corpo si incarca, gli sfinteri si chiudono, il battito cardiaco aumenta, il respiro accelera, i seni si arrossano… E la sensazione è quella di sollievo.

Pian piano il corpo torna quindi al suo stato “regolare”. Se il partner ha già finito, tutto ok. Ma se dovesse continuare, nessuno vieta che si possa riprovare piacere, anzi. Il corpo femminile torna al punto di partenza molto più velocemente di quello maschile (e i maschietti, quindi, non possono provare immediatamente un altro orgasmo, ma, anzi, devono attendere parecchio per ricominciare), quindi se stimolate nuovamente con efficacia potreste provare un altro orgasmo durante lo stesso rapporto sessuale.

E, chiariamolo, l’orgasmo fa benissimo! Allevia lo stress, calma l’ansia, migliora la pelle, rilascia endorfine (che fanno benissimo all’umore), fa bene al sistema cardio circolatorio, allevia mal di testa e crampi da ciclo e contrasta la depressione!

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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