Ma come faceva mia nonna?

Articolo tratto dalla rubrica Da donna a donna

Ma come accidenti ha fatto mia nonna a crescere tre figli e sette nipoti, lavorare, tenere linda e pinta quella casa gigantesca, e riuscire a preparare per cena almeno quattro o cinque diverse complicatissime pietanze?

 

Mia nonna aveva tre figli, che erano anche pochi per i suoi tempi dalle mie parti, lavorava come donna delle pulizie in alcuni uffici ed appartamenti privati e, a volte, come sarta, teneva in ordine casa, preparava manicaretti per colazione, pranzo e cena e preparava continuamente conserve e dolci a quintali ad ogni festa comandata (e dire che dove sono nata io c'è una festa comandata ogni settimana). Badava agli animali che aveva: galline, conigli, capre, oltre cani e gatti; e aveva un orto, che credo fosse di quasi due ettari di terreno, produceva zucchine, melanzane, zucca, lattughe, carote, finocchi, patate, pomodori e non so quanta altra roba (non sono mai stata da un fruttivendolo finché ho vissuto sopra casa sua); e quando i suoi figli, già adulti, si sono sposati lei, aiutandoli a tenere in ordine le loro case e le montagne di vestiti da lavare e stirare, ha iniziato a crescere sette nipoti che pranzavano, cenavano e passavano praticamente tutto il pomeriggio in casa sua per tutto il periodo scolastico finché, d'estate, l'allegra combriccola di ragazzini e la nonna d'acciaio si trasferivano nella casa al mare e sono certa che chiunque abbia dovuto gestire un solo bambino in una casa delle vacanze adesso sarà percorso da sette brividi di paura.

Quando ero bambina mi ripeteva continuamente, nel nostro dialetto ovviamente, “ho fatto quattro case!” con questo non intendeva dire soltanto che ha guadagnato e assieme al marito risparmiato per pagare la costruzione di quattro case, intendeva dire proprio che ha spostato mattoni, trasportato carriole di sabbia, secchi d'acqua, impastato cemento e chissà cos'altro, intendeva dire che davvero le ha tirate su con le sue mani.        
Quando ho avuto una casa mia, mentre studiavo e lavoravo (ancora pochissimo), e la lista di cose che avrei dovuto fare prima del week end stava per arrivare alla terza pagina, mi è tornata in mente questa cosa e mi sono chiesta: “Ma come accidenti può aver mai fatto a fare tutte quelle cose da sola?” e mi sono resa conto che tutte le donne della sua generazione e delle precedenti hanno fatto le sue stesse acrobazie. Ma come? A me sembrava non mi potessero bastare le diciotto ore che passavo sveglia per fare solo un quarto delle cose di cui mi sarei dovuta assolutamente occupare entro la fine della giornata.

Poi un giorno ho scoperto il segreto del Sacro Graal delle superdonne d'altri tempi: le altre superdonne, o meglio semplicemente le altre donne. Mia nonna, come tutte le sue contemporanee e tutte le nostre antenate, riusciva ad essere una superdonna perché faceva lavoro di squadra, la squadra più fica e forte di sempre, la squadra delle donne, di qualunque età.

Finché le donne non hanno iniziato a lavorare fuori casa si sono dedicate principalmente alla vita domestica, ma non era questo che le rendeva in grado di essere così “super”, è stato il fatto che si salvavano a vicenda, cooperando come in una squadra di supereroine. Ogni donna aveva una fittissima rete di donne, amiche, sorelle, compagne, zie, madri, nonne e confidenti che la sostenevano attivamente, che comprendevano le sue esigenze fisiche, emotive, pratiche e l'aiutavano nel modo in cui lei aveva bisogno, un modo tutto al femminile, un modo in cui solo le donne sanno lavorare.
Così ogni donna poteva soddisfare ogni sua necessità, le altre donne la aiutavano con le faccende domestiche, con i bambini, con la spesa e sopratutto l'ascoltavano quando aveva bisogno di parlare, comprendevano le sue emozioni, la avevano a cuore e le stavano vicino, prendevano assieme il te, parlavano di abiti e borsette, si prendevano cura di loro stesse, magari mettendosi i bigodini a vicenda, e più passavano del tempo assieme più velocemente la stanchezza spariva, le preoccupazioni si iniziavano a placare e il mondo cominciava ad assumere quel colore rosato che sembra avere quando tutto è perfetto. Così ogni donna aiutava e sosteneva le altre donne della sua comunità creando una spirale di solidarietà femminile potentissima.

Quando ho scoperto questa cosa ho scoperto un mondo meraviglioso e spettacolare. Per anni ho cercato metodi altamente calorici per tirarmi su di morale nei giorni tristi e poi ho scoperto che i biscotti funzionavano male e che bastava una sola delle mie sorelle, amiche, una sola delle donne che conosco e una di quelle stupide attività da “femmine” per farmi sentire come dopo aver mangiato un intera torta al cioccolato e aver speso metà stipendio in scarpe e vestiti. Mangiare la torta o fare shopping mi faceva felice per qualche minuto, fare cose da donna assieme alle superdonne della mia squadra mi fa sentire felice, rilassata e superenergica per settimane, è come farsi di una droga bellissima (una droga naturale che si chiama ossitocina, è uno dei nostri ormoni, quello che io chiamo l'ormone della felicità, ma di questo vi parlerò un'altra volta).

La cosa più grandiosa di queste superdonne di altri tempi, e di questo il merito deve andare a madre natura, era che ogni donna era aiutata e sostenuta ma sopratutto aiutava e sosteneva le altre donne della sua comunità e ciò le permetteva di soddisfare il più forte dei suoi istinti naturali, la sua naturale predisposizione alla cura e all'accudimento. Sentirsi sostenuta la faceva sentire invincibile perché la faceva sentire parte di una squadra invincibile. Sostenere le altre donne la faceva sentire unica e potentissima perché aveva il potere di rendere migliore la sua vita e quelle di tutte le altre donne. Tutta questa spirale di amore incondizionato rendeva ogni donna serena, felice, rilassata e ciò portava una lunga serie di benefici alla sua vita di donna, di mamma e sopratutto di moglie, ma questa è un'altra storia.

Il segreto di mia nonna? Chiedere aiuto alle altre donne. Un giorno mi sono presa di coraggio e ci ho provato, attività da donna, sostegno dalle e alle altre donne e magicamente una lista infinita di cose da fare ed un umore pessimo si sono trasformati in un peso sostenibile. Che le donne abbiano bisogno di una rete di sostegno si vede sin da subito. Osservate il comportamento di bambine ed adolescenti, lavorano alacremente per costruire la loro squadra di superdonne, poi la vita moderna le distrae e dimenticano ciò che il loro cervello ancestrale le spinge a fare da sempre.

Scoprite le altre donne che sono attorno a voi, che hanno la vostra stessa natura e le vostre stesse necessità e avrete il dono del tempo e dell'energia per realizzare tutti i vostri progetti.

 

Per qualunque dubbio, curiosità, domanda, se avete impressioni, consigli, suggerimenti, proposte o reclami per i miei articoli, o anche solo per fare “quattro chiacchiere digitali”, ricordatevi che questo spazio è vostro, nostro, di ogni donna; quindi non esitate a scrivermi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ...

foto tratta da fonte: www.indivanados.tv

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