La caccia al tesoro è un gioco avvincente che coinvolge le persone di tutte le età e offre una varietà di benefici a volte insospettabili!
Questo entusiasmante passatempo può essere organizzato sia all'interno di casa, soprattutto durante giornate di maltempo, sia all'aperto per favorire il contatto con la natura.
Ecco dunque come organizzare una caccia al tesoro coinvolgente per tutti i bambini, bambine, ragazze e ragazzi (di tutte le età).

Ecco i passi da seguire per organizzare una caccia al tesoro perfetta (modificandoli a seconda delle esigenze: più creatività ci si mette, meglio uscirà la caccia):
Scegliere un tema: Il primo passo per organizzare una caccia al tesoro è decidere su quale tema basarla. Si può optare per un tema pirata, un'avventura spaziale, una caccia al tesoro ispirata a un film o cartone o persino un tema storico. Il tema dovrebbe appassionare i partecipanti ed essere sviluppato attraverso gli indizi e gli enigmi.
Scegliere i luoghi: Decidete dove si svolgerà la caccia al tesoro. Potete organizzarla all'interno di casa, nei dintorni del vostro quartiere o in un parco locale. Se scegliete una location esterna, assicuratevi che sia sicura e accessibile a tutti i partecipanti. Includete diversi punti di interesse lungo il percorso, dove nascondere gli indizi e rendere il gioco ancora più avvincente.
Preparare il tesoro: Il tesoro finale è il culmine della caccia al tesoro e dovrebbe essere degno dell'impegno dei partecipanti. Potrebbe trattarsi di una scatola piena di dolcetti, di un premio personalizzato o di qualcosa di significativo per i partecipanti. Aggiungete un tocco di mistero e suspense all'apertura del tesoro per rendere l'esperienza ancora più emozionante.
Creare gli indizi: Gli indizi sono il cuore di una caccia al tesoro. Essi guideranno i partecipanti da un punto all'altro, conducendoli al tesoro finale. L'ideale è prepararli quando il percorso è già stabilito e quando il premio finale è già stato scelto e posizionato. Gli indizi possono essere scritti, sotto forma di enigmi o indovinelli, o visivi, come mappe o segni nascosti. Assicuratevi che gli indizi siano abbastanza impegnativi da stimolare la mente dei giocatori, ma non così difficili da risultare frustranti.
Stabilire le regole: Prima di iniziare il gioco, stabilite le regole chiare per tutti i partecipanti. Decidete se ci saranno limiti di tempo, se sarà consentito l'uso di dispositivi tecnologici per aiutare nella ricerca e se ci saranno punteggi o premi per i vincitori. Assicuratevi che tutti comprendano le regole e che il gioco si svolga in modo equo e divertente per tutti.

Ora che sappiamo come organizzare (a grandi linee) una perfetta caccia al tesoro, ecco quali sono i vantaggi e i benefici, che spesso vengono dimenticati:
Una delle grandi gioie della caccia al tesoro è la possibilità di coinvolgere tutta la famiglia o un gruppo di amici. Questo gioco promuove la collaborazione, la comunicazione e il lavoro di squadra, offrendo a ogni partecipante l'opportunità di mettere in mostra le proprie abilità. Dai più giovani ai più anziani, la caccia al tesoro offre un'esperienza inclusiva e coinvolgente per tutti.
L'organizzazione di una caccia al tesoro richiede un po' di creatività e pianificazione. È necessario creare enigmi, indizi e mappe per condurre i partecipanti alla scoperta del tesoro. Questo processo di creazione stimola la mente e aiuta a sviluppare le capacità di problem solving e di pensiero critico. Inoltre, i partecipanti avranno l'opportunità di mostrare la propria creatività nel risolvere gli enigmi proposti.
La caccia al tesoro offre un'esperienza di intrattenimento unica e coinvolgente. I partecipanti si immergono in un'avventura entusiasmante, alla ricerca di indizi e risolvendo enigmi per raggiungere il tesoro finale. Questo gioco stimolante tiene l'interesse alto e offre momenti di divertimento e di suspense per tutti i giocatori coinvolti, anche a quelli più dipendenti da smartphone e tecnologia, che trovano un momento di svago analogico che promuove anche la concentrazione.
Organizzare una caccia al tesoro all'aperto offre la possibilità di connettersi con la natura e di esplorare nuovi ambienti. Questo tipo di caccia al tesoro può essere realizzato in parchi, giardini o qualsiasi area verde. I partecipanti avranno modo di scoprire nuovi luoghi, apprezzare la bellezza della natura e godere dell'aria aperta. Ciò promuove uno stile di vita attivo e sano, incoraggiando la familiarità con l'ambiente circostante.
I trattori sono da sempre simbolo di forza, avventura e amore per la natura. Ecco perché bambini e bambine spesso si sentono attratti da queste macchine possenti e affascinanti!
I trattori per bambini e bambine (quelli a giocattolo, a pedali o elettrici) offrono loro l'opportunità di esplorare il mondo in modo divertente e sicuro, stimolando la loro immaginazione e incoraggiando il gioco attivo all'aria aperta. Sono progettati con cura per imitare i veri trattori, con dettagli accurati e funzionalità che consentono ai piccoli e alle piccole di immedesimarsi nel ruolo di veri agricoltori e agricoltrici. Si tratta quindi non solo di un giocattolo che stimola il movimento, ma anche il gioco di ruolo e l'immedesimazione.
Anche la coordinazione ne esce rafforzata, grazie alle manovre che devono compiere con il loro nuovo mezzo di trasporto!
Ecco dunque una selezione dei migliori trattori per bambini e bambine, un giocattolo perfetto per la primavera/estate.
Tra i trattori a pedali più belli in commercio si trova certamente questo di Claas, con rimorchio, volante direzionale e clacson. Si alza anche il cofano, permettendo di sbirciare il motore!
Bimbe e bimbi che amano il rosso apprezzeranno invece questo, il classico Peg Perego a pedali (regolabili, per la crescita):
Infine, bellissimo è il trattore-ruspa, con una vera pala:
Qui i costi si fanno più alti, ma il divertimento è assicurato. Questi trattori giocattolo funzionano infatti a elettricità e non serve infatti pedalare.
Questo trattore è classico e intramontabile e può essere anche telecomandato dai genitori.
Questo, invece, ha la pala a ruspa (manovrabile), come quello a pedali, ma a differenza del primo anche questo è elettrico:
Infine, ecco il trattore dei sogni per bambine e bambini: ha anche il tettuccio, proprio come i trattori migliori!
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Hai in programma una cena speciale e vuoi fare bella figura offrendo piatti sofisticati ma comunque di semplice preparazione? Il vino può essere un tuo alleato. Non è, infatti, solo una bevanda d accompagnamento, ma con naturalezza può diventare l’ingrediente segreto per creare piatti deliziosi e raffinati che conquisteranno anche i palati più esigenti (quando i commensali sono tutti adulti!).
Se quindi sei un amante del vino e desideri stupire i tuoi ospiti con un’esperienza culinaria unica, le ricette con il vino sono un’ottima scelta.
Una delle prime regole da tenere a mente quando si utilizza il vino per cucinare è scegliere un vino di qualità, evitando di pensare «tanto lo uso solo in padella». Un consiglio è quello di optare per un vino che piaccia ai commensali: il sapore si rifletterà nella preparazione finale.
Dopodiché, è utile considerare la tipologia di ricette che si andranno a preparare. Per esempio: scegli un vino rosso corposo per piatti di carne, brasati o stufati di verdure. Un vino bianco secco si adatterà invece a ricette a base di pesce e frutti di mare.
Se gli ospiti sono appassionati di vino, è fondamentale assicurarsi di avere un refrigeratore per vini per mantenerli a temperatura ottimale, non solo prima della preparazione, ma anche per quanto riguarda i vini che porterai in tavola, abbinandoli ai piatti.
Il vino è una bevanda che richiede cura e attenzione per esaltare appieno il suo sapore e le sue caratteristiche uniche. La temperatura di servizio gioca un ruolo cruciale nel garantire che sia degustato nel modo migliore possibile. Infatti, sia i vini bianchi che quelli rossi hanno temperature di servizio raccomandate che possono variare leggermente.
Un refrigeratore per vini (la famosa cantinetta vino) offre la possibilità di impostare la temperatura desiderata per ciascuna bottiglia, assicurando che il vino venga conservato correttamente e sia pronto per essere gustato al momento opportuno. Inoltre, può anche contribuire a creare un’atmosfera elegante e sofisticata, aggiungendo un tocco di stile e raffinatezza alla presentazione delle bottiglie.
Una ricetta classica che può stupire i tuoi ospiti è il filetto al vino rosso.
Inizia dorando il filetto in una padella ben calda con olio d’oliva e burro per ottenere una crosta croccante. Una volta rosolato, sfuma la carne con un generoso bicchiere di vino rosso e lascia cuocere fino a quando il vino si ridurrà a una salsa densa e succulenta. Questo conferirà al filetto un sapore ricco e avvolgente che lascerà tutti a bocca aperta.
Se preferisci una ricetta a base di pesce, puoi provare a preparare un salmone al vino bianco.
In una padella antiaderente, scalda un po’ di olio d’oliva e aggiungi delle cipolle tagliate minuziosamente. Una volta appassite, aggiungi il filetto di salmone e sfuma con un bicchiere di vino bianco secco. Copri la padella e lascia cuocere il salmone a fiamma bassa fino a quando risulterà tenero e succoso. Questa combinazione di sapori donerà al salmone una nota leggermente acida e rinfrescante.
Se preferisci i piatti vegetariani, puoi preparare un risotto al vino rosso.
Comincia rosolando dello scalogno o della cipolla in una pentola con un po’ di burro. Aggiungi il riso e fallo tostare leggermente. Successivamente, sfuma con vino rosso e lascia evaporare l’alcol. Aggiungi gradualmente il brodo vegetale e continua a mescolare fino a quando il risotto risulterà cremoso e al dente, aggiungendo a metà cottura le verdure che preferisci, come per esempio gli asparagi o la zucca.
Questa malattia può sembrare spaventosa, ma conoscere i suoi sintomi, le cause e i trattamenti disponibili può aiutare a gestire la situazione in modo più efficace.
Ecco tutto ciò che c'è da sapere sulla quinta malattia.
La quinta malattia, conosciuta anche come eritema infettivo, è una malattia virale comune nell'infanzia. È causata dal parvovirus B19 ed è caratterizzata da un'eruzione cutanea rossa sul viso, che può poi diffondersi al corpo.
Come spiegano dall'Istituto Superiore di Sanità:
La quinta malattia, o megaloeritema infettivo, è un'infezione virale benigna dell’età infantile, caratterizzata da febbre e dalla comparsa di tipiche macchie rossastre sul viso (esantema facciale) che conferiscono un aspetto a “guance schiaffeggiate”.
È detta quinta malattia perché, in ordine cronologico, è la quinta malattia esantematica ad essere stata identificata.
La quinta malattia inizia con sintomi simili a quelli di un raffreddore comune:
Dopo qualche giorno, appare un'eruzione cutanea rossa caratteristica sulle guance, come se fossero state schiaffeggiate.
Successivamente, l'eruzione può diffondersi al tronco e agli arti, assumendo un aspetto maculopapulare.
La quinta malattia tra i bambini si diffonde principalmente attraverso le goccioline di saliva emesse quando si starnutisce o tossisce.
È altamente contagiosa nella fase iniziale, prima dell'eruzione cutanea. Una volta che l'eruzione appare, il bambino non è più contagioso e può frequentare la scuola o il nido.
Per confermare che si tratti di quinta malattia, pediatri e pediatre possono affidarsi all'osservazione oppure chiedere dei test. Sempre dall'ISS specificano quali: "l'esame del sangue, il dosaggio degli anticorpi sierici IgM e IgG specifici per il Parvovirus B19 oppure la dimostrazione del DNA virale con tecniche di PCR".
Nella maggior parte dei casi, la quinta malattia è una malattia benigna che scompare da sola senza trattamenti specifici. Tuttavia, è importante consultare il medico o la medica per una diagnosi accurata e per monitorare l'andamento della malattia.
I professionisti sanitari possono infatti consigliare di prendere paracetamolo o ibuprofene per alleviare la febbre e il dolore, ma è sempre opportuno consultarli e seguire le loro direttive.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Imparare a scrivere è una pietra miliare nel percorso di apprendimento di ogni bambino e bambina. Durante questa fase cruciale dello sviluppo, i bimbi e le bimbe (tra la scuola dell'infanzia e quella elementare) acquisiscono le competenze linguistiche che formeranno le basi per la loro comunicazione futura, ma anche quelle tecniche relative alla scrittura di per sé.
Un aspetto particolarmente interessante dell'apprendimento della scrittura è la scoperta di come le diverse combinazioni di lettere possano creare suoni e parole diverse, e di come nella lingua italiana ci siano moltissime eccezioni. L'esempio per eccellenza? La combinazione di lettere "cqu", che spesso può rappresentare una sfida per i giovani lettori e lettrici (a cui verrebbe più naturale usare semplicemente la "c" o la "q", singolarmente), ma soprattutto per chi comincia a scrivere, e che può essere trovata all'inizio, al centro o alla fine di molte parole comuni. Imparare a riconoscere e utilizzare correttamente le parole con la "cqu" è un passo importante nel processo di alfabetizzazione.

Ecco dunque una lista di parole con cqu per bambini e bambine per esercitarsi nella scrittura in italiano.
Queste sono solo alcune delle parole con la combinazione di lettere "cqu" che i bambini e le bambine possono imparare e su cui possono esercitarsi. Gli educatori, le educatrici e i genitori possono utilizzare giochi interattivi, attività di scrittura e letture per aiutarli a familiarizzare con queste parole e ad acquisire confidenza nel loro utilizzo.
La prima Comunione e la Cresima sono due importanti eventi nella vita di un bambino di religione cattolica.
Sono momenti di grande significato spirituale e simbolizzano l'impegno religioso e la crescita nella fede. Tuttavia, per chi è invitato a partecipare a queste celebrazioni speciali può essere difficile decidere quale regalo scegliere per rendere indimenticabile questa occasione. Insomma: cosa regalare a un bambino per la comunione e cresima?
Ecco una serie di idee per regali per la comunione e regali per la cresima da cui lasciarsi ispirare.
I gioielli religiosi sono regali tradizionali e significativi per la prima Comunione e la Cresima. Puoi optare per una semplicissima croce, una medaglietta o un braccialetto con simboli religiosi come il crocifisso. Questi oggetti possono essere personalizzati con incisioni o dettagli unici per renderli ancora più speciali, ma in generale se scegli qualcosa di semplice ed evergreen sai che durerà per tutta la vita.

Un'altra idea meravigliosa è regalare una Bibbia o un libro di preghiere. Puoi scegliere una versione adatta all'età del bambino, con illustrazioni accattivanti e testi comprensibili. Questo regalo aiuterà il bambino a sviluppare una connessione personale con la Parola di Dio e ad approfondire la sua comprensione spirituale.
Soprattutto madrine e padrini sono soliti regalare gioielli, ma essendo quella della madrina e del padrino una figura speciale, la prima comunione e la cresima possono diventare un'occasione per regalare del tempo insieme, come un viaggio, un concerto o una mostra, senza genitori, per rafforzare ancora di più questo legame.
Se sai che il bambino o il ragazzo ha una passione, puoi regalargli un buono da spendere come vuole. Per esempio, se è appassionato di moda, un buono in uno dei suoi negozi preferiti; se si cimenta in cucina, un buono per un corso speciale; e così via.
La prima comunione e la cresima, che in Italia ora si fanno più o meno a cavallo tra la scuola elementare e la scuola media, rappresenta un passaggio importante per la crescita, non solo spirituale ma generale. I bambini stanno diventando grandi e regalare loro un abbonamento a un giornale o a una rivista di loro scelta può essere stimolante.
Se il bambino è interessato alla musica, un piccolo strumento musicale potrebbe essere un'idea ottimale. Puoi scegliere una chitarra, una tastiera o un flauto dolce. In questo modo, il bambino può iniziare a sperimentare con la musica e imparare a suonare le prime note, in questo periodo di passaggio fondamentale nella vita.
La Lego non è solo per bambini, ma per appassionati di tutte le età: ci sono set davvero incredibili, da montare e tenere in esposizione in cameretta. Quelli di Harry Potter per esempio, oppure di Star Wars, gli edifici delle città più iconiche, i set delle serie tv e dei film più amati... C'è l'imbarazzo della scelta.
Ne parlano tutti, e non solo perché una nota politica italiana si è affidata a una stylist che si occupa esattamente di questo, mostrando come la valorizzazione per colori sia diffusa davvero a tutti i livelli.
Ma cos'è l'armocromia? È davvero efficace? E com'è possibile applicarla al proprio guardaroba per rendere più semplice la valorizzazione ogni giorno?
L'armocromia è una disciplina che studia come il tono della pelle, la sfumatura dei capelli e il colore degli occhi di una persona interagiscano con i colori dell'abbigliamento, del trucco e degli accessori per creare un aspetto armonioso e bilanciato.
È un metodo utilizzato per determinare quali colori valorizzino maggiormente una persona in base alle proprie tonalità e c'è chi si affida esclusivamente a esso per decidere cosa indossare e come truccarsi.
La teoria dell'armocromia si basa sulla ruota dei colori, che suddivide i colori in tre categorie: caldi, freddi e neutri.
La scelta dei colori giusti in base all'armocromia può avere un impatto significativo sulla percezione dell'immagine di una persona. Ad esempio, se una persona con tonalità della pelle e dei capelli calde indossa un colore freddo, potrebbe sembrare sbiadita e poco appariscente. Al contrario, se indossa un colore caldo, la sua pelle sembrerà luminosa e radiosa.
Esistono quattro tipologie di armocromia: la primavera, l'estate, l'autunno e l'inverno. Ogni stagione ha una gamma di colori che la valorizzano maggiormente. Ad esempio, le persone con una tonalità della pelle calda e dei capelli dorati sono generalmente considerate "primavere". Queste persone dovrebbero indossare colori caldi come il giallo, l'arancione e il verde brillante.
Le persone con tonalità della pelle e dei capelli freddi sono generalmente considerate "inverno" e dovrebbero indossare colori freddi come il blu, il viola e il rosa.
Le persone con una tonalità della pelle neutra sono generalmente considerate "estate" o "autunno". In questo caso la gamma di colori è più ampia, ma si fonda su beige e marrone.
Esistono poi dei sottotoni, per identificare in maniera ancora più precisa i colori per valorizzare la persona. Per esempio, "soft" o "warm".
Una volta identificata la propria stagione (anche attraverso l'aiuto dei tanti esperti e delle tante esperte di armocromia che stanno spuntando nel mondo professionale) è importante applicare la teoria dell'armocromia a ogni aspetto dell'abbigliamento e dell'immagine personale, indossando abiti dei colori valorizzanti, scegliendo tonalità di tinta per capelli adatte al viso e truccandosi di conseguenza.
L'immagine, in questo modo, ne uscirà rafforzata, valorizzata e armonizzata, per un colpo d'occhio che promette di essere oggettivamente e scientificamente appagante.
Una volta messo a punto un guardaroma in armocromia, anche le persone più frettolose e impegnate, come per esempio le mamme, possono vestirsi e agghindarsi con più facilità, contando su abbinamenti sempre precisi e pronti.
Molte persone (in gravidanza, ma non necessariamente: è una curiosità che riguarda tutti) si sono chieste a cosa serva quella fascia che viene posizionata sulla pancia durante il travaglio e durante il parto, su cui è presente un piccolo disco.
Si tratta dello strumento necessario alla cardiotocografia, un esame non invasivo (ma anche non del tutto preciso) necessario per monitorare il benessere del bebè durante il parto.
La cardiotocografia (CTG) è un esame non invasivo che viene utilizzato durante la gravidanza per monitorare la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine.
Questo esame è spesso eseguito non solo durante il parto, ma a più riprese durante l'ultimo trimestre di gravidanza per valutare la salute del feto e per rilevare eventuali segni di stress o di sofferenza fetale.
Durante una CTG, la partoriente viene fatta sdraiare su un lettino e viene posizionato un dispositivo di registrazione sulla sua pancia. Questo dispositivo, chiamato trasduttore, registra la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine. La madre viene in genere monitorata per un periodo di 20-30 minuti, durante il quale le informazioni vengono registrate su un grafico.
La frequenza cardiaca fetale viene monitorata perché è un importante indicatore della salute del feto. La normale frequenza cardiaca fetale oscilla tra i 120 e i 160 battiti al minuto, ma può variare in base alle attività del feto e alla fase del lavoro di parto. Le contrazioni uterine sono anche registrate per determinare se ci sono eventuali anomalie o irregolarità che possono essere indicative di un potenziale rischio per la madre o per il feto.
La CTG può essere utilizzata per monitorare la salute fetale in una serie di situazioni. Ad esempio, può essere eseguita durante il travaglio per assicurarsi che il feto stia bene e che non ci siano problemi durante il processo di nascita. Inoltre, può essere utilizzata durante la gravidanza per monitorare eventuali problemi di salute del feto o della madre, come la preeclampsia o il diabete gestazionale.
Ci sono due tipi di CTG: la CTG esterna e la CTG interna.
In generale, la CTG è un esame molto sicuro e non invasivo (anche se non del tutto preciso, non essendo a contatto diretto con il torace del feto), che viene utilizzato per monitorare la salute fetale durante la gravidanza. Se il risultato della CTG indica che il feto è in difficoltà o che ci sono eventuali anomalie, possono essere necessari ulteriori esami e trattamenti per garantire la sicurezza del feto e della madre.
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L'emangioma infantile (o hemangioma) è un tumore vascolare benigno della pelle che si sviluppa in moltissimi bambini nei primi mesi di vita. Può manifestarsi in diverse forme e dimensioni e si sviluppa generalmente sulla cute o sulla mucosa.
Nella maggior parte dei casi si presenta come un puntino rosso e sporgente sulla pelle del neonato, diverso dai nei (anche se in inglese lo chiamano anche "strawberry nevus", "neo fragola"): ma di cosa si tratta, nello specifico?
Molti genitori si preoccupano quando scoprono che il loro bambino ha un emangioma infantile, ma in genere non rappresenta un rischio per la salute (anche se è sempre bene rivolgersi a un dermatologo o a una dermatologa).
L'emangioma infantile è un tumore vascolare benigno che si sviluppa dalle cellule endoteliali dei vasi sanguigni. Si presenta come un nodulo rosso, liscio e sporgente sulla pelle o sulla mucosa e può crescere rapidamente nei primi mesi di vita per poi rallentare la sua crescita e scomparire gradualmente nel corso degli anni.
La maggior parte degli emangiomi infantili scompare completamente entro i 5-10 anni, ma alcuni possono persistere per tutta la vita e comparire anche in età adulta (anche se in quel caso non si parla più di "infantile").
Le cause precise dell'emangioma infantile non sono ancora completamente comprese. Tuttavia, si tratta probabilmente di fattori genetici e ambientali che possono contribuire al suo sviluppo.
L'emangioma infantile può essere più comune nelle bambine, nei bambini nati prematuramente e nei bambini con basso peso alla nascita. Inoltre, l'emangioma infantile può essere associato ad altre malattie congenite.
In genere, l'emangioma infantile non rappresenta un rischio per la salute del bambino e scompare gradualmente nel corso degli anni.
Tuttavia, in alcuni casi questi puntini più o meno grandi (che si presentano anche come grandi macchie) possono causare complicanze, per esempio quando si sviluppano in prossimità di un'area delicata come l'occhio o il naso, oppure se sono molto grandi. In questi casi, il medico o la medica possono valutare l'opportunità di un trattamento farmacologico o chirurgico.

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Una delle prime cose da sapere una volta eseguito un test di gravidanza risultato positivo (magari in seguito a sintomi e segnali precisi) sono le settimane di effettiva gestazione (sia per sapere la data del parto, sia per calcolare l'età della gravidanza per ogni altra eventualità). A che settimana è la gravidanza? Quanto tempo rimane prima della data presunta del parto? Quanto è grande il feto?
Per farlo, è necessario conoscere come calcolare le settimane di gravidanza. All'inizio questo calcolo può sembrare complicato (per esempio, di parla di "26+3", e non è immediato capire a cosa ci si riferisca), ma con alcune semplici regole di calcolo e qualche aiuto è tutto più semplice.
Il primo passo per calcolare le settimane di gravidanza è recuperare la data dell'ultima mestruazione. Il medico o la medica curante ne terranno conto utilizzando questa data come punto di partenza per calcolare la data presunta del parto e le settimane di gestazione.
In Italia si usa la regola delle 40 settimane a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione.
Quindi, se la data dell'ultima mestruazione è nota, è possibile sfruttarla per risalire alla data del concepimento (che però non coincide con la "prima settimana" di gravidanza) e quindi alle settimane e al parto.
In alcuni casi, la data dell'ultima mestruazione non è nota o non è sicura (soprattutto nel caso di cicli mestruali irregolari).
In questi casi, la medica o il medico può utilizzare un'ecografia per determinare con maggiore precisione la data presunta del parto. Durante l'ecografia, è infatti possibile misurare la lunghezza del feto e utilizzare questa misura per calcolare le settimane.
Questo metodo di calcolo delle settimane di gravidanza è molto più esatto e viene utilizzato non solo quando la data dell'ultima mestruazione non è disponibile o non è sicura, ma anche semplicemente per essere più precisi.
Tornando quindi alla data dell'ultima mestruazione: una volta che la si conosce è possibile calcolare facilmente le settimane di gravidanza.
Basta contare il numero di settimane che sono passate dalla data dell'ultima mestruazione.
Ad esempio, se l'ultima mestruazione è iniziata il 28 aprile e oggi è 2 maggio, allora si è a 5 settimane esatte.
Se l'ultima mestruazione risale all'1 febbraio e oggi è il 2 maggio, si calcola di essere a 12+6, ovvero dodici settimane più 6 giorni.
È importante tenere presente che la durata esatta della gravidanza può variare leggermente da donna a donna e che la data presunta del parto può essere solo un'indicazione approssimativa.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.