L’amicizia è anche sacrificio

L’amicizia richiede sacrificio. L’amicizia richiede empatia. L’amicizia richiede amore incondizionato. Sembrano frasi semplici e banali, concetti conosciuti. Ma siamo sicuri di mettere in pratica tutto questo?

Perché l’amicizia richiede SACRIFICIO. E il sacrificio non è qualcosa di semplice, naturale o automatico. Il sacrificio è sforzo e impegno, e dovremmo ricordarcelo un po’ più spesso, per coltivare i nostri rapporti in maniera più profonda, vera e appagante.

L’amicizia è anche sacrificio: l’amicizia va coltivata, per stare bene mentalmente e fisicamente e per creare legami che non sono semplice “conoscenza”

Partiamo da un presupposto: l’amicizia non è qualcosa di accessorio, o un lusso, o qualcosa che ci concediamo. L’amicizia è un bene primario della nostra vita. È necessaria e vitale, perché ci fa stare bene, ci fa vivere meglio e più a lungo, ci procura benessere psicofisico.

Per capire meglio quest’importanza benefica dell’amicizia, basta pensare al suo contrario, ovvero la solitudine. La solitudine fa male, porta alla depressione, e la depressione crea scompensi psicofisici non indifferenti. Il malessere mentale che porta con sé la solitudine, insomma, si riversa concretamente sul nostro fisico, affaticandolo e facendolo stare peggio. Di conseguenza, è facile capire come l’amicizia sia di vitale importanza nella vita di una persona.

Naturalmente ognuno è come è: c’è chi ha un sacco di amici, chi preferisce la solitudine. Ma in ogni caso, c’è modo e modo di amare la solitudine, e anche il più burbero dei burberi sa che non esiste la vita senza amicizia. Perché non è il numero di amici ad essere importante, è la qualità. Potrebbero quindi essere dieci, mille, oppure uno. L’importante è avere qualcuno.

Questo qualcuno, però, va coltivato. Va amato. Ci vuole impegno, perché l’amicizia non cresce se non la annaffiamo. E ci vuole sacrificio.

Non basta quindi avere buoni amici. Bisogna essere buoni amici prima di tutto. E bisogna investire emozioni, tempo e impegno per esserlo.

Tutti abbiamo quell’amico che amiamo moltissimo e che qualche motivo non sentiamo spesso come vorremmo. A volte è solo per pigrizia, altre perché effettivamente il tempo scarseggia. Ma siamo certi di non trovare nemmeno un piccolissimo momento per fare una chiacchierata, per sentirsi, per bere un tè o una birra insieme?

Da adulti è (purtroppo) normale abbandonare alcune amicizie. A volte è giusto così, perché queste amicizie sono tossiche o perché effettivamente si è chiuso un capitolo della propria vita. Ma spesso, invece, si tratta solo di mancanza di voglia, impegno e sacrificio. Lo sappiamo che è difficile: la vita adulta è fatta di impegni, stress, lavoro, famiglia, hobby… Ma se trovassimo del tempo in più per l’amicizia, tutto sarebbe più bello, confortevole, benefico e soddisfacente.

Per coltivare queste amicizie, dicevamo, serve sacrificio. Ma questo sacrificio è solo iniziale, e si traduce in pochi gesti che tuttavia svolteranno il corso di queste amicizie, che ne beneficeranno in maniera incredibile.

Sacrificio significa farsi vedere, sia quando c’è bisogno in situazioni particolari, sia quando non c’è nulla di diverso dal solito, solo per passare del tempo insieme.

Sacrificio significa rinunciare a qualcosa per i propri amici. A qualcosa di confortevole, come il pisolino o la serata sul divano, per uscire di casa e vedersi. E a qualcosa di quotidiano solo per aiutare un amico in difficoltà.

Sacrificio significa esserci sempre, anche quando il vento cambia e l’amicizia non è tutta rose e fiori. Perché le amicizie più vere sono quelle che superano una tempesta.

Sacrificio significa fare sentire la nostra presenza, anche solo con un messaggino quando sappiamo che l’altro è preoccupato per qualcosa, o quando sta passando una giornata particolarmente orgogliosa, o quando semplicemente lo stiamo pensando.

Significa scegliere l’amicizia, che non è semplice “conoscenza”, ma un sentimento più profondo, una presenza più costante. Una presenza fondamentale per noi e per gli altri. Una scelta che facciamo perché sappiamo che è quella giusta, che darà benessere a noi e all’altro.

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