Pancera post parto, sì o no?

Il dibattito è aperto solo da qualche anno, perché se ultimamente molte neo mamme preferiscono non usarla, un tempo era la prassi. Parliamo della pancera post-gravidanza, una fascia contenitiva da utilizzare dopo il parto per qualche tempo.

Ma a cosa serve? Ed è davvero utile? Oppure è meglio lasciare che i muscoli riprendano la loro forma più naturalmente?

Pancera post parto, sì o no: i pro e i contro della pancera post gravidanza secondo gli esperti

Innanzitutto, è bene chiarire una cosa: non c’è niente di male nella pancia dopo il parto! Non c’è niente di male nella pancia in generale, certo, ma dopo il parto ancora di più. Perché è normale e naturale. Detto questo, è altrettanto normale ed è un diritto di tutte non sentirsi completamente a proprio agio. Soprattutto quando la gente non si fa gli affaracci propri e ad ogni uscita ci si sente rivolgere la fatidica domanda. Esatto, proprio quella: “Ah, ma sei già in attesa del secondo?!”.

Molte donne, quindi, preferiscono usare la pancera proprio in questo caso, ovvero per uscire di casa sentendosi maggiormente a proprio agio. E non c’è nulla di male.

Qui, tuttavia, parleremo della funzione pratica della pancera (o panciera), e non di quella prettamente estetica e di confort. In altre parole: la pancera serve? Fa male o fa bene?

La pancera post parto va utilizzata nei giorni e nelle settimane successive al parto, quando i muscoli addominali sono ancora distesi e l’addome è gonfio. È normale, è fisiologico, e dopo qualche tempo la pancia tornerà suppergiù quella di prima della gravidanza.

Se tuttavia ci troviamo di fronte ad un problema di diastasi addominale (ovvero al problema della pancia che non se ne va, con l’addome sempre più rilassato e gonfio), in quel caso il problema è maggiore e più serio, ed è meglio rivolgersi ad un medico (e di certo non ad una pancera). Qui un articolo dedicato alla diastasi addominale dopo il parto.

Tornando quindi alla pancera, questa è uno strumento che ricorda una fascia o una mutanda e che avvolge completamente l’addome e la schiena, fin sopra l’ombelico, svolgendo una funzione di contenimento e modellante. Spesso la troviamo a compressione mirata, elastica al punto giusto, in modo da svolgere la famosa azione rimodellante. E andrebbe usata solo per qualche ora durante la giornata, e mai durante la notte.

Se fino a qualche tempo fa le ostetriche la consigliavano senza battere ciglio, ora le scuole di pensiero sono due. La prima è quella classica, che consiglia ancora la pancera come strumento utilissimo nella transizione verso la pancia di prima. La seconda, invece, ne sminuisce i benefici.

Me vediamo nel dettaglio i pro e i contro. 

I benefici della pantera sono di certo la capacità di aiutare la mamma a tenere una postura corretta nel dopo parto; sostenere i muscoli addominali e lombari che in gravidanza si sono rilassati; togliere un po’ di fatica; e, come dicevamo, dare sicurezza alla mamma in senso estetico.

Gli svantaggi, invece, sono i seguenti: la pancera da portare dopo la gravidanza aumenterebbe per alcuni il rischio di prolasso uterino e rettale e l’incontinenza, a causa della pressione; ostacolerebbe, poi, il ritorno dei muscoli addominali alla loro forma precedente, poiché non lascerebbe loro la possibilità di lavorare; e infine aumenterebbe il problema della ritenzione idrica.

Visti i pro e i contro, quindi, sta ad ogni mamma decidere se utilizzare o meno la pancera-fascia addominale nel post parto. Il consiglio è quello di utilizzarla solo in caso di necessità, come ad esempio per alleviare i dolori del cesareo o per togliere un po’ di fatica quando eccessiva, oppure per uscire senza pensieri estetici se non ci sentiamo di mostrare l’addome rilassato. In ogni caso, meglio non utilizzarla per troppo tempo durante la giornata né per troppe settimane dopo il parto!

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Sara

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Cecilia

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