I papà millennial trascorrono molto più tempo con i figli

Il mondo sta cambiando e il progresso tecnologico a cavallo dei due secoli è stato gigantesco, è vero. Ma il cambiamento non è solo digitale. È anche umano.

A dimostrarlo è il tempo che i papà millennial trascorrono con i loro figli, così come i pannolini che cambiano: le statistiche parlano chiaro e ci informano che rispetto al passato i padri sono davvero molto più coinvolti e presenti nella vita dei loro bambini.

I papà millennial trascorrono molto più tempo con i figli: come i padri nati tra il 1980 e il 1996 passano più tempo con i bambini rispetto alla Generazione X

La tecnologia ha cambiato il mondo, insomma, ma anche la società stessa lo sta modificando. In meglio, si spera. E questi dati sembrano darci un po’ di speranza. Perché il succo è semplice: questa generazione di papà spende molto più tempo insieme ai propri figli rispetto alla generazione precedente.


Un dato molto semplice a conferma di questo? Riguarda il pannolino. Secondo una ricerca del 1982, infatti, i padri che mai avevano cambiato un pannolino erano il 43% degli intervistati. Nel 2000, solo il 3% dichiarò invece di non averlo mai fatto.

Questa tendenza in realtà è frutto di un lentissimo ma sostanziale cambiamento nella relazione padri-figli che sta avvenendo da secoli. Se pensiamo all’epoca vittoriana, o al rinascimento, o addirittura ala preistoria, il ruolo del padre era molto autoritario e distaccato. Dal Novecento, invece, i padri pian piano hanno cercato di farsi coinvolgere sempre di più nella vita dei propri figli, prima in maniera decisionale e, dagli anni Sessanta e Settanta (anche se molto, molto lentamente) anche a livello pratico.

Ed è così che si arriva a noi. Anche se la parità di genere non è ancora raggiunta (anzi!), i padri millennial, ovvero quelli nati suppergiù tra il 1981 e il 1996, mostrano come le cose stiano cambiando.

Una ricerca pubblicata qui mostra non solo come i padri che scelgono di prendere un congedo dopo la nascita dei figli siano aumentati quattro volte dal 1990 al 2017, ma anche come questi stessi padri siano tre volte più presenti nella vita dei loro figli rispetto ai padri del passato. E, è bene sottolinearlo, la maggior parte di loro considera una priorità essere un buon padre come parte integrante della propria identità.

Questo atteggiamento è certamente positivo, ed è fondamentale per il benessere della famiglia, come spiega questo studio effettuato dalla Cornell University, secondo cui i padri che prendono un congedo di paternità più lungo del consueto tendono poi ad essere più coinvolti nella vita dei loro figli a lungo andare.

Oltre a questo, è evidente che i nuovi padri siano molto più consapevoli - tendenzialmente! - dell’importanza dell’uguaglianza di genere in famiglia. Sono molti i papà che cercano di dividere equamente i compiti domestici e parentali con le madri (e anche se queste ultime sono ancora quelle con più compiti, oggi gli uomini trascorrono in media trenta minuti in più al giorno intenti nelle faccende domestiche, cosa che non accadeva assolutamente trent’anni fa).

Questo crea certamente un ambiente familiare più sereno e armonioso, dando allo stesso tempo l’opportunità ai figli di crescere con un esempio positivo di collaborazione equa, etica e positiva a livello di uguaglianza.

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Sara

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Cecilia

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