Perché i bambini piagnucolano, secondo la scienza

“Piagnucolare”: qualcosa di diverso dal semplice piangere. Qualcosa che tutti i genitori di bambini tra i due e i quattro anni (suppergiù) hanno fatto esperienza. Molta esperienza. Perché il piagnucolio dei bambini è qualcosa di unico, a livello uditivo.

Non è il classico pianto che indica un bisogno fisico del bambino, un bisogno primario, un bisogno immediato, come può esserlo il pianto da fame o il pianto per essere cambiati, o, ancora, quello delle colichette. Piagnucolare vuol dire richiedere l’attenzione dei genitori per qualcosa di più profondo. E se questo piagnucolio è, a detta di tutti i genitori, fastidioso, un motivo c’è. E a spiegarlo è la scienza.

Perché i bambini piagnucolano, secondo la scienza: se il piagnucolio è così fastidioso è perché nasconde qualcosa di più profondo

Quando un bambino piagnucola l’attenzione dei genitori viene catturata immediatamente, al pari dei casi in cui un bambino piange disperato. La reazione? La maggior parte delle volte, naturalmente, è fastidio, frustrazione, rabbia perché non capiamo immediatamente quale sia il bisogno.

Solitamente, il piagnucolio caratterizza i bambini tra i due e i quattro anni ed è uno dei suoni più efficaci di questo mondo. Proprio come il pianto vero e proprio. Anzi, di più: una ricerca pubblicata su Reuters mette infatti in luce come il piagnucolio sia uno dei suoni che più distraggono l’essere umano e che infastidiscono al pari delle unghie sulla lavagna o di una macchina che frena improvvisamente.

Ecco perché la reazione immediata e più frequente è infastidirsi chiedendo ai bambini di “smetterla di piangere”. Tuttavia, proprio come per un pianto normale, dovremmo invece reagire con empatia e ascolto. Questo perché dietro al piagnucolio ci sono varie ragioni, più profonde di quanto pensiamo.

Potrebbe essere infatti, innanzitutto, una semplice ma importante richiesta di aiuto o di attenzioni, dettata da stress o da fattori scatenanti che fanno regredire il bambino ad uno stato nel quale vorrebbe essere accudito proprio come se fosse un bambino piccolo. E in effetti se ci pensiamo questo pianto ricorda vagamente il pianto dei neonati, come se i nostri bambini volessero imitarlo, imitando allo stesso tempo le vocine acute dei bimbi piccoli che chiedono attenzioni.

Come sappiamo, questo è un metodo efficace per far sì che i genitori si accorgano di loro, perché il pianto di un bambino scatena reazioni a livello fisiologico che fanno sì che ci mettiamo subito all’opera per cercare di alleviare il bisogno del neonato e del bambino. In questo modo, i bambini sanno (inconsciamente) che molleremo tutto ciò che stiamo facendo per aiutarli. E la prima cosa da fare sarebbe chiederci cosa c’è davvero che non va, a livello profondo e non superficiale.

Alla stessa maniera il bisogno profondo potrebbe essere quello di avere bisogno di positività o di riconnettersi con mamma e papà, attirando la loro attenzione per avere il focus di uno dei due (o entrambi), come mostra una ricerca degli psicologi Richard B. Slatcher e Christopher J. Trentacosta (che spiega anche come il piagnucolio sia più frequente nei bambini provenienti da contesti familiari conflittuali). E in effetti nel momento in cui ci si concentra su di loro, mollando tutto, la situazione solitamente migliora. Meglio quindi provare ad ascoltare questo piagnucolio, piuttosto che smorzarlo con uno “smettila di piangere”, giocando per un attimo insieme o approfittandone per una coccola.

Altre motivazioni dietro al piagnucolare possono essere la difficoltà nell’esprimere le proprie emozioni (e in questo caso ciò che possiamo fare è parlare e cercare di fare uscire i sentimenti dei bambini, parlando di tutte le emozioni) oppure l’essere troppo sensibili, troppo esuberanti (reagendo ad ogni situazione in maniera forte e sentita) o, ancora, perché sono consapevoli che piagnucolando otterranno qualcosa che vogliono in cambio (e in questo caso dobbiamo fare attenzione, poiché sarà difficile, poi, tornare indietro quando diventa un’abitudine).

In ogni caso il dialogo e l’ascolto sono d’obbligo e fondamentali tanto per la serenità della famiglia quanto per la crescita armoniosa del bambino. Ricordiamo sempre che ogni richiesta di attenzioni è sempre qualcosa di più: approfittiamone, quindi, per mettere tutto sul piatto, capire, scambiare sentimenti con i bambini, educandoli e dando sempre e comunque il nostro supporto quando ne hanno più bisogno.

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Cecilia

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