Il gentle parenting secondo L.R. Knost

Quando un’attivista politica e femminista si rivolge al campo genitoriale, niente potrebbe andare storto. Perché certamente la sua empatia è ad un livello altissimo e perché al centro della sua attenzione non potrà che esserci il bene del bambino.

L.R. Knost è tutto questo: è attiva politicamente, sostiene l’uguaglianza di genere, è direttore della rivista Holistic Parenting Magazine e ha fondato il gruppo di consulto per genitori e famiglie Little Hearts/Gentle Parenting Resources, supportato dai suoi illuminanti libri. Perché i suoi studi trattano un argomento importantissimo, che a noi sta molto a cuore: il gentle parenting, ovvero la genitorialità gentile, l’essere genitori gentili con i propri figli.

Ma vediamo meglio insieme la pedagogia di L.R. Knost, e perché anche in Italia dovremmo cominciare a prenderla in considerazione.

Il gentle parenting secondo L.R. Knost: come la genitorialità gentile influenza i nostri figli secondo L.R. Knost

Sul sito internet di riferimento di L.R. Knost, Little Hearts Books, l’autrice ci introduce ad un mondo bellissimo per parlarci della genitorialità gentile. Cosa significa essere genitori gentili? Significa “guidare i nostri figli invece di controllarli, creare legami invece che punire, incoraggiare invece che pretendere. Significa ascoltare, comprendere, rispondere e comunicare. (…) Il tutto per sviluppare un approccio genitoriale più gentile, pacifico ed istintivo, nutrendo e facendo crescere le nostre risorse più preziose: i nostri figli!”.

Purtroppo viviamo in una società dove molte credenze in fatto di educazione e pedagogia sono ancora molto radicate (pur senza basi o fondamenti). Istintivamente, molte persone credono che utilizzare con i figli un approccio gentile e rispettoso significhi minare l’autorità adulta e di conseguenza non insegnare nulla o non educare per niente.

Nei suoi libri (per ora solo in lingua inglese), L.R. Knost parla di questo e spiega benissimo perché questa credenza sia assolutamente infondata. Perché essere genitori gentili non significa essere lascivi, buoni, permissivi o assenti. O “brocchi” (sì, molti lo credono). Perché il gentle parenting è semplicemente un modo diverso di porsi per ottenere gli stessi risultati con molti più benefici.

Essere genitori gentili significa ascoltare i propri figli. Significa rispettarli in quanto persone e non solo in quanto bambini. E vuol dire, come accennato, soprattutto guidarli e non imporgli tutto a prescindere. Questo atteggiamento è molto stimolante e non solo per i bambini, perché in questo modo i genitori sono molto più coinvolti e impegnati nella vita dei figli.

Il gente parenting è una modalità d’essere genitori molto attiva: guidando, siamo anche noi coinvolti in prima persona. Mettiamo più attenzione in tutto (anche perché il nostro esempio è ciò su cui si fonderà la vita di nostro figlio), partecipiamo, cerchiamo, organizziamo… Soprattutto, diventiamo molto più empatici, perché viviamo molti più momenti insieme ai bambini. Non “insieme” inteso come tempo quantitativo, ma qualitativo. Perché la nostra attenzione è molto più forte nel momento in cui siamo coinvolti, rispetto a quando imponiamo un ordine. Non credete?

Il tutto, naturalmente, non prescinde dai confini e dalle regole. I bambini ne hanno bisogno. Ma nel gentle parenting le regole sono viste più che come imposizioni, come opportunità di crescita, come insegnamento. Le si segue tutti insieme, non si sgarra, e quando si sgarra ci si ragiona sopra. Si trovano soluzioni insieme, si fanno strappi alla regola piacevoli e divertenti. Ma le regole ci sono, come in tutte le case e come è giusto che sia.

Ma avere regole non significa essere estremamente autoritari o dittatoriali.

E come si può essere genitori gentili? Come si raggiunge il gentle parenting? La regola è una, e cioè la gentilezza, che poi si traduce in empatia (ascoltiamo i nostri bambini, il loro cuore, le loro emozioni, e agiamo di conseguenza). E poi c’è l’esempio concreto che diamo noi genitori. Ma L.R. Knost ha comunque stilato dodici passi che sono molto utili ed estremamente interessanti per diventare genitori che fondano l’educazione dei propri figli sulla gentilezza.

RALLENTARE

Rallentare è fondamentale perché il gentle parenting si fonda su una forte connessione tra genitori e bambini. E per costruire e nutrire questa connessione non solo serve tempo per stare insieme, ma c’è bisogno di sfruttare appieno questo tempo, lentamente, assaporandolo. Un tempo che è solo per la famiglia.

ASCOLTARE

È solo ascoltando che conosciamo qualcuno per davvero, fino in fondo. E lo stesso vale con i nostri figli. Non importa quanto piccoli siano, non importa quale sia la loro forma di comunicazione. Ascoltare vuol dire connettere, vuol dire entrare in empatia, vuol dire conoscersi ed apprezzarsi. Vuol dire esserci anche quando non siamo d’accordo. Vuol dire ascoltare anche quando qualcuno non usa parole ma gesti (belli o brutti) per comunicare un bisogno.

VIVERE CIÒ CHE VOGLIAMO CHE I NOSTRI FIGLI IMPARINO

E questo passo parla proprio dell’esempio: a volte le parole non servono, non hanno utilità. Possiamo insegnare mille cose ai nostri bambini, ma se poi facciamo il contrario di ciò che diciamo, dove cadrà l’insegnamento? Le parole sono importanti, certo, ma è importante soprattutto confermare con i fatti ciò che insegniamo. L’educazione passa dal nostro esempio!

RESPIRARE

È come “rallentare”, ma più specifico: siamo spesso sopraffatti dalla vita frenetica, e anche se cerchiamo il tempo per stare in famiglia la nostra mente è sempre sul lavoro… Respiriamo, lasciamo lo stress fuori dalla porta di casa. 

LEGGERE

Oltre a tutte le attività che si possono fare insieme, leggere è certamente sul podio: rilassa, fa imparare qualcosa insieme, crea un legame, conforta (la voce della mamma e del papà che leggono la storia preferita è qualcosa di magico)…

TRASFORMARE I NO IN SÌ

Non significa dire di sì a tutto, ma porre diversamente la frase. Basta, ad esempio, trasformare il solito: “Non guardare la tv adesso!” in un: “Ora dobbiamo cenare, ma perché dopo non guardiamo insieme quel cartone che tanto ti piace?”.

GIOCARE

Giocare è il lavoro dei bambini, è il loro linguaggio. Lasciamo che giochino liberamente (è fondamentale per la loro crescita!) ma ogni tanto giochiamo insieme a loro. Ma giochiamo veramente, non svogliatamente o distrattamente. Perché anche attraverso il gioco possiamo comunicare, anche argomenti importanti! E poi si creano legami profondissimi.

MANGIARE BENE

Non fa bene solo a noi adulti, ma anche ai bambini. E stare bene fisicamente significa stare bene insieme. Il benessere del corpo si riflesse sul benessere mentale e psicologico!

RIDERE

Rilassiamoci, ridiamo, inventiamo battute che faranno ridere solo noi, divertiamoci! Non facciamo i sostenuti e lasciamoci andare con i nostri bambini. Per un attimo dimentichiamo i problemi del momento, anche quelli provocati dai bambini, e ridiamoci su!

COSTRUIRE

Costruire insieme. Lavorare ad un progetto. È incredibile quanto sia terapeutico. E non ci vuole molto: scegliete qualcosa che interessa ai bambini, o qualcosa che piace a entrambi (un terreno comune) e sviluppate un progetto: costruire insieme o organizzare in famiglia creerà un momento profondo, tra il divertente e il serio, e attraverso questa attività si svilupperà un legame molto forte.

ESSERE GRATI

Insegniamo ai nostri figli ad essere grati. Che è diverso dal dire semplicemente “Grazie”. È fare capire l’importanza del dono, dell’apprezzamento, dei complimenti. È essere consapevoli degli altri, di ciò che fanno per noi, della bellezza del fatto che ci siano!

FESTEGGIARE

Non date per scontata la vostra gentilezza, genitori: diventare genitori gentili è un grande passo e per questo va celebrato. Datevi una pacca sulla spalla e riconoscete i vostri sforzi. Ragionate, analizzate la vita della vostra famiglia, apprezzate le cose belle e imparate dagli errori!

Giulia Mandrino

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