Alfie Kohn e il suo “Amarli senza se e senza ma”

Alfie Kohn è uno scrittore che scrive libri riguardanti la genitorialità, l’educazione e il comportamento umano. Un suo libro, in particolare, ha avuto molto successo. Si intitola “Amarli senza se e senza ma” e parla di un approccio genitoriale diverso da quello a cui siamo abituati.

Alcuni parlano addirittura di una “lettura obbligata” per un genitore. Di certo è molto interessante questo volume, che parlando un po’ scientificamente e un po’ con esempi concreti (Kohn parla della sua diretta esperienza come genitore) ci porta a riflettere sulla parola “incondizionato”. Perché ciò che vuole trasmettere è un’educazione basata sull’amore incondizionato verso i figli.

Alfie Kohn e il suo “Amarli senza se e senza ma”: perché dovremmo educare i nostri figli sempre e comunque con amore incondizionato

Cosa significa educare sempre con amore incondizionato? Significa dare amore ai nostri bambini anche quando nella nostra testa (o nel sentire comune) andrebbero trattati più che con amore con autorità. Per spiegare meglio: quando sono esagitati, quando si comportano male, quando fanno capricci per tutto il giorno, quando devono imparare una lezione.

Quando ci troviamo in una di queste situazioni tendenzialmente adottiamo un atteggiamento (con varie e personali sfumature, naturalmente): quello di imporre la nostra autorità per impartire una lezione. Quando i bimbi si comportano male li sgridiamo, cerchiamo di farli riflettere, a volte li puniamo togliendo loro un privilegio (temporaneamente).

E se invece ci comportassimo esattamente all’opposto? E se invece di punirli, sgridarli o lasciare che piangano e si rattristino dopo un attimo li prendessimo in braccio, gli leggessimo una storia, li coccolassimo?

La teoria contenuta nel libro “Amarli senza se e senza ma” di Alfie Kohn (che potete acquistare qui) si fonda su un concetto attorno al quale si sviluppa tutto: ciò che è importante non è ciò che noi genitori pensiamo, ma ciò che il bambino pensa, ciò che il bambino prova.

Come dicevamo il libro è abbastanza scientifico, ma per capire ciò che Alfie Kohn intende basta affidarsi ai suoi esempi. Quando sua figlia, dopo l’arrivo del fratellino, comincia a comportarsi male, a pretendere e a comunicare solo per “no” infiniti, ciò che gli viene subito in mente è quello di metterla in punizione e mandarla a letto a riflettere sul suo comportamento. E probabilmente dopo un giorno d’esasperazione è ciò che verrebbe in mente anche a noi. E invece no. Non lo fa. Invece, la prende tra le sue braccia, la coccola, la calma, le fa i complimenti.

Ciò che pensiamo è una cosa: il suo comportamento è sbagliato perché in questo modo la figlia penserà che le andrà sempre liscia, che il suo atteggiamento anche se sbagliato non porta a conseguenze. Ma non è così. Perché?

Secondo Kohn, la punizione e il mandare a letto (o mandare in un angolo, o comunque cercare di imporre la nostra autorità) non faranno che peggiorare la situazione, facendo sentire la bambina ancora più infelice. Soprattutto, la faranno sentire più incompresa. E, ancor di più, le faranno credere di essere degna d’amore (perché l’amore per i bambini passa anche dai gesti) solo nei momenti in cui si comporta bene. E che il comportarsi “bene” sia fare ciò che i genitori si aspettano che lei faccia.

Insomma: coccolare i bimbi anche quando si comportano male non li porta a pensare “ok, fantastico, non importa se mi comporto così perché tanto va bene lo stesso. Continuerò a farlo!”. Piuttosto, l’amore farà sentire loro che abbiamo capito che qualcosa non va e che è giusto parlarne. Perché quel comportamento è l’unico modo che in quel momento hanno per comunicare con noi un malessere, un’infelicità, qualcosa che li fa stare male.

Alfie Kohn parla quindi in questo senso di “fiducia verso i bambini”. Che significa fidarsi di ciò che sono, di ciò che fanno, di ciò che comunicano, cercando di ascoltarli davvero.

In questo modo, potremo guidarli, accompagnarli, aiutarli. Senza imporre dittorialmente la nostra autorità, ma facendo la strada insieme a loro. La regola è: non focalizziamoci sul comportamento in sé, ma sul bambino che mette in atto questo comportamento.

Di certo mettere in atto questo amore incondizionato è molto difficile. Ci vogliono pazienza (tantissima) ed esperienza. Anche perché l’ambizione di questo libro è quella di raggiungere uno stato nel quale grazie all’amore incondizionato i nostri figli ci obbediranno molto di più.

Tutto si gioca sull’equilibrio tra le nostre richieste, le nostre regole e i loro no. La pressione è fortissima e la lastra di ghiaccio sulla quale ci muoviamo è molto sottile. Ma secondo Kohn in ogni caso le punizioni, i premi e i castighi non sono la soluzione, perché rappresentano solo forme di controllo che, come dicevamo prima, portano i nostri figli a crescere con la convinzione di essere brave persone e di essere amati solo nel momento in cui ci compiacciono.

Cambiando il nostro atteggiamento verso quello descritto da Kohn, secondo l’autore tutto si trasformerà in qualcosa di davvero molto più positivo, perché i nostri figli, che si sentiranno amati, ascoltati e capiti anche nei loro momenti peggiori, capiranno di essere amati per quello che sono e non per quello che fanno.

Come dicevamo è molto, molto difficile. Ma in fondo non è ciò che tutti noi genitori vorremmo? Che i nostri figli siano consapevoli del fatto che li amiamo a prescindere da ogni cosa, e a prescindere anche da ogni loro sbaglio?

Certamente è un obiettivo comune, che tuttavia rischia di offuscarsi e di non essere efficace se ci rifugiamo in una educazione fatta solo di punizioni, regole e autorità ferrea. Quella di Alfie Kohn è una tra le tante educazioni che ci portano a questo risultato. L’importante, come ripetiamo sempre, è ascoltare i bambini, dialogare, spiegare, comunicare, collaborare, esserci.

Giulia Mandrino

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