Come proteggere i nostri figli su internet

Giovedì, 05 Luglio 2018 08:57

Volenti o nolenti internet è entrato nelle nostre case e i bambini si avvicinano sempre prima a questa tecnologia, attraverso i nostri telefoni, i tablet o i cellulari che ogni tanto mettiamo loro in mano (lo sappiamo, non siamo drastiche: qualche minuto al giorno lo concediamo anche noi).

I numeri parlano chiaro, come leggiamo su VPNmentor: l’85% delle mamme intrattiene i propri figli con la tecnologia. E fin qui ok. Ma il dato sconcertante è che il 68% delle famiglie (sono state studiate quelle americane, ma il trend è globale) non controlla l’attività online dei propri figli, bambini o ragazzi che siano.

L’attenzione però deve essere alta perché i pericoli sono molti. Non solo perché gente poco per bene si aggira online e il rischio è quello che i nostri figli si imbattano in loro, ma anche per il pericolo di vivere psicologicamente male questa realtà virtuale (ossessionandosi e vivendo una vita parallela online) e per i contenuti nei quali possono incorrere i nostri figli, soprattutto quelli piccoli, dal momento che compaiono anche senza intenzioni specifiche da parte dell’utente.

Come proteggere quindi i nostri figli dai pericoli di internet? VPNmentor ha stilato una serie di regole molto molto utili che possiamo seguire, per arginare i rischi e vivere serenamente l’utilizzo di internet in casa.

Come proteggere i nostri figli su internet: la guida di VPNmentor per utilizzare in maniera corretta e sicura internet in famiglia

SMARTPHONE

Partiamo dai cellulari, che sono ormai lo strumento principale attraverso il quale noi e i nostri figli fruiamo di internet. I bimbi spesso utilizzano il nostro per guardare video o ascoltare musica, e già verso i 10 anni (questa la media e il trend) cominciano a possedere il proprio. I genitori decidono di regalare uno smartphone per diversi motivi, sui quali spicca la sicurezza (con il GPS possiamo tracciare gli spostamenti, ma soprattutto possiamo rintracciare i ragazzi sempre con telefonate o sms). Ma per far sì che la sicurezza sia reale dobbiamo far sì che i bambini e i ragazzi imparino alcune regole:

- Chiedere sempre a un genitore prima di scaricare una nuova App
- Non dare agli sconosciuti il proprio numero di telefono né postarlo online
- Dire sempre ad un genitore quando si riceve qualcosa di strano
- Non rispondere alle telefonate o agli sms di un numero sconosciuto
- Pensare sempre prima di scrivere un sms o postare qualcosa, come nella vita reale: se non lo diresti ad alta voce, non scriverlo
- Per i ragazzi più grandi, MAI guidare mentre si telefona o mentre si scrivono sms o post
- Seguire sempre le regole della scuola riguardo all’utilizzo dei cellulari

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Possiamo quindi scrivere queste regole su un foglio e appenderle in casa, in modo che siano sempre visibili e entrino in testa. Utile è anche controllare inizialmente l’attività, utilizzando lo smartphone insieme, in modo che i bambini capiscano cosa è giusto e cosa è errato fare. Soprattutto con i più piccoli, quindi, evitiamo di farlo utilizzare troppo durante la giornata. E soprattutto diamo l’esempio: niente cellulare a tavola e niente utilizzo di questo in macchina!

VIDEOGAME

Anche i videogame ormai sono sempre più in rete. E se prima dovevamo fare attenzione semplicemente ai contenuti ora dobbiamo stare attenti a questa rete online in cui entrano i nostri figli. Ecco le regole:

- Studiamo sempre i videogiochi insieme prima di giocarci per la prima volta, con i genitori, in modo da capire il tono del gioco e decidere se impostare una password parental-control per giocare solo in presenza di un adulto (o non giocarci proprio).
- Settiamo il profilo di nostro figlio su “PRIVATO”, insegnando anche a non utilizzare il vero nome e a non dare informazioni personali agli altri sconosciuti della rete di gioco.
- Teniamo la console in uno spazio condiviso in casa, come il salotto, evitando di lasciarla in cameretta.
- Giochiamo insieme, creando un legame e sfruttando i momenti come occasione di gioco ed educazione.
- Cerchiamo sempre l’età consigliata sul videogioco e seguiamo la regola.
- Non esitiamo ad utilizzare gli strumenti di parental-control della console
- Limitiamo le interazioni online scegliendo solo le persone che possono chattare e giocare con i nostri figli (gli amici, i parenti, ecc).

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SMART TV E STREAMING

Anche la tv ormai non è più lineare e semplice, grazie ai servizi in streaming e on demand che ci permettono di vedere ciò che vogliamo in qualsiasi momento. Le librerie ormai sono praticamente illimitate e se non facciamo attenzione i nostri figli possono avere accesso a qualsiasi tipo di contenuto, anche poco opportuno per la loro età.

- Limitiamo sempre le ore di visione della TV.
- Parliamo di ciò che stiamo per guardare o del programma che il bimbo/ragazzo vuole vedere
- Sfruttiamo gli strumenti di parental-control, come le password per vedere certi programmi
- Controlliamo sempre cosa stanno guardando i nostri figli (evitando quindi la tv in camera ma tenendola solo in salotto, spazio condiviso).
- Guardiamo insieme la tv, in modo da rendere il momento del guardare qualcosa insieme un’azione di famiglia da godere in maniera serena e armonica, educativa e divertente.

Se i bambini si abituano a vedere il “guardare la TV” come un momento familiare tendono meno a guardarla da soli nel tempo libero!

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SOCIAL MEDIA

Una volta il nostro social media era il diario scolastico che passava di mano in mano e che si arricchiva di scritte e messaggi. Ora i social media online hanno rivoluzionato (nel bene e nel male) i rapporti tra gli adolescenti e dobbiamo fare moltissima attenzione a come i nostri figli li utilizzano.

Innanzitutto, sappiate che, anche se noi primi li utilizziamo, il modo in cui i nostri figli li sfruttano è diverso dal nostro e soprattutto ci sono altre piattaforme a noi sconosciute e utilizzate prettamente dai teenager. Per dire: Facebook è “da vecchi”, quindi sarà improbabile trovarci i nostri figli. Cerchiamo quindi di informarci sempre sulle piattaforme utilizzate dai nostri figli e su quelle che vanno di moda in quel momento (anche se i nostri bambini non ci sono ancora, prima o poi ci arriveranno). E attenzione soprattutto alle interazioni e alla dipendenza: nei preadolescenti è questo il pericolo maggiore, insieme al cyberbullismo, poiché gli arroganti, gli aggressivi e gli stupidi trovano un luogo per loro sicuro e protetto nel quale mietere vittime.

Quali sono quindi le regole da impostare e i limiti da seguire per far sì che i nostri figli imparino ad utilizzare i social media correttamente e per evitare che incorrano nei pericoli maggiori?

- Parliamo del valore della privacy e dell’intimità, in modo che i figli capiscano che la pressione del “postare a tutti i costi” è inutile e deleteria.
- Ricordiamogli sempre l’eternità di ciò che postiamo: verba volant e scripta manent, soprattutto sui social media. Se ora sono orgogliosi di quello che postano, lo saranno ancora tra cinque o dieci anni? Tutto ciò che postano, anche se lo rimuovono, rimarrà e sarà sempre un pericolo.
- Come nella vita reale, mettiamoli in guardia dagli sconosciuti e insegniamo ad accettare sempre e solo le richieste di persone conosciute.
- Evitiamo di lasciare che si iscrivano sui social media prima dell’età consentita dalla piattaforma.
- Teniamo i computer di casa in spazi condivisi e chiediamo ai bambini di utilizzare telefoni e tablet solo in salotto e non in camera da soli (soprattutto quando piccoli).
- Limitiamo il tempo giornaliero che passano online e sui social.
- Blocchiamo l’accesso alle App che non vogliamo utilizzino e blocchiamo l’accesso da parte di terzi quando su una determinata piattaforma.
- Sistemiamo molto bene e in dettaglio le impostazioni della privacy del profilo dei nostri fogli in modo che siano il più private possibili.
- Monitoriamo sempre la loro attività, anche controllando il profilo.

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CYBERBULLISMO

È uno dei pericoli maggiori di internet, soprattutto in età preadolescenziale ed adolescenziale. Perché se il bullismo (purtroppo) è sempre esistito (qui ve ne parliamo bene), il cyberbullismo lo ha portato a livelli terribili. Perché, come dicevamo parlando dei social media, tutto rimane su internet, tutto è scritto, tutto è visibile, e l’impatto che certe immagini e certe parole hanno sulla vittima è ancora peggiore perché tutto questo si diffonde a macchia d’olio senza possibilità di fermarlo e non vi è un luogo sicuro, nemmeno casa propria. È bene quindi parlare sempre di cyberbullismo, fin da quando sono piccoli, per evitare in primo luogo che i nostri figli divengano (anche involontariamente) dei bulli (diffondendo cose magari per loro innocue, ma che innocue non sono), e per far sì che vivano sempre e comunque la situazione sapendo che sono protetti da noi genitori.

In casa cerchiamo di parlare sempre di bullismo e cyberbullismo.
Sfruttiamo gli insegnamenti dei mentori, degli insegnanti o dei consulenti della scuola.
Incoraggiamo i bambini a condividere sempre ciò che succede a scuola o online, dicendoci se qualcuno (o loro stessi) si trovano in una situazione del genere.
Sottolineiamo sempre il pericolo di condividere contenuti di questo tipo per le terribili ripercussioni che hanno sulla vittima, chiarendo anche l’inaccettabilità e il pericolo di mettere un semplice like o di inoltrare qualcosa di sbagliato.
Incoraggiamo sempre i nostri bambini ad aiutare chi è vittima di bullismo.

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E se ci accorgiamo che proprio nostro figlio è vittima di cyberbullismo? Che fare?

Documentiamo in dettaglio ciò che sta accadendo, con screenshot e fotografie da mostrare poi alle autorità competenti.
Parliamone a scuola in modo che gli insegnanti siano al corrente della situazione.
Non esitiamo a denunciare alla polizia quanto sta accadendo, soprattutto se in presenza di minacce.
Parliamone con gli altri genitori, per spronare a parlare ai propri figli.

EDUCAZIONE SESSUALE

Non ultimo, è importante essere consci del fatto che ormai, navigando, i nostri figli si imbattono sempre di più su contenuti sessuali e che, anche se non si imbatteranno in nulla, avranno amici che l’avranno fatto e che spiegheranno loro le cose alla loro maniera. Per evitare che arrivino impreparati o che si ritrovino davvero ad avere a che fare con la sessualità in maniera sbagliata, muoviamoci per primi, stimolando sempre il dialogo e navigando insieme su siti che in effetti propongono una educazione sessuale corretta e adatta all’età (o, alla vecchia maniera, leggendo libri sull’argomento che parlano direttamente ai bambini o ai ragazzi).

Per quanto riguarda la navigazione online, possiamo:

- Impostare la navigazione sicura settando dei filtri che bloccano i contenuti inappropriati e pornografici (contattando il proprio fornitore di servizi internet, che solitamente offre il servizio gratuitamente).
- Impostare Google in modalità “navigazione sicura” per non vedere risultati inappropriati quando ricercano qualcosa
- Impostare un blocco delle pubblicità, dato che le finestre pop up spesso contengono immagini e parole decisamente pornografiche.

(Photo credit immagini e dati: VPNmentor)

Giulia Mandrino

Acqua vitale, per un benessere fruttato

Giovedì, 05 Luglio 2018 07:50

Lo scorso weekend ho passato tre giorni meravigliosi in provincia di Cuneo, a Frabosa Soprana, un paese delizioso nel quale abbiamo alloggiato presso l’hotel MiraMonti. Non posso che consigliarvelo, e se avete seguito le mie stories su Instagram sapete che è davvero un luogo perfetto per passare una vacanza in famiglia.

Ma non è solo un hotel magnifico per quanto riguarda le attività in famiglia. È anche uno spazio perfetto per un break di benessere, perché tra SPA e cucina abbiamo trovato un ambiente stupendo nel quale la natura esplode ad ogni angolo.

Una delle cose che ho preferito in assoluto? L’acqua vitale, che ci ha consigliato lo chef Antonio Ietto e della quale non farei più a meno.

Acqua vitale, per un benessere fruttato: le ricette stupende dell’hotel MiraMonti di Frabosa Soprana per un’energia tutta naturale

La cucina dell’hotel MiraMonti è una delle migliori che io abbia mai provato. Lo chef Antonio Ietto e la chef Giovanna Tesio hanno sviluppato un percorso gastronomico non solo gustosissimo, ma soprattutto territoriale e naturale.

I piatti che abbiamo assaggiato nei tre giorni passati a Frabosa Soprana erano davvero completi e innovativi e alla base c’era sempre la territorialità dei sapori, proposti in piatti perfetti per tutta la famiglia. Perché la semplicità e l’innovazione qui si sposano benissimo e il risultato sono ricette meravigliose. Utilizzano anche moltissime spezie ed erbe aromatiche, e sapete come noi le adoriamo e le consigliamo sempre per le loro proprietà benefiche e gustose!

Oltre ai piatti devo dire però che mi hanno colpita al cuore le loro acque vitali, e cioè acque aromatizzate attraverso una lunga infusione che acquistano un sapore unico e che donano tanti benefici in base agli ingredienti utilizzati.

Un esempio di acqua vitale è quella allo zenzero e limone, che mi piace moltissimo per il sapore inconfondibile e acidulo di questi due ingredienti e per le proprietà disinfiammanti e detossinanti che la rendono un’acqua perfetta per un po’ di detox quotidiano.

Per realizzare l’acqua vitale allo zenzero e limone prendiamo un litro d’acqua naturale e versiamolo in una caraffa. Spremiamo un limone nell’acqua, quindi immergiamo la buccia dello stesso limone (quindi meglio se biologico!) nella caraffa. La buccia non dovrà essere grattugiata, ma prelevata con un pelapatate cercando di prendere solo la parte esterna e gialla, quella ricca di oli essenziali, evitando di immergere così nell’acqua la parte bianca, responsabile del sapore amarognolo. Aggiungiamo quindi nella caraffa una fetta di radice di zenzero pelata. Lasciamo in infusione per almeno una notte in frigorifero, quindi la mattina filtriamo tutto con un colino e aggiustiamo il sapore a piacimento con del miele. In alternativa possiamo utilizzare dello zucchero di canna integrale moscovado, ma non troppo: il rischio è quello di dare all’acqua un sapore di liquirizia.

In alternativa possiamo realizzare la nostra acqua vitale con lime e menta. Il procedimento è lo stesso: spremiamo il lime nell’acqua, preleviamo la buccia verde e immergiamo poi due rametti di menta ben pulita.

Se amate altri sapori deliziosa è anche l’acqua vitale all’arancia e rosmarino. Qui al posto del limone utilizzeremo un’arancia (quindi perfetta in inverno, quando le arance di stagione) e al posto della radice di lime uno o due rametti di rosmarino ben lavati (uno o due a seconda del gusto personale: il rosmarino è molto saporito!).

Giulia Mandrino

Rose&Mary, quando il delivery è healthy

Mercoledì, 04 Luglio 2018 13:00

Del cibo veloce che sia anche leggero e gustoso: un’utopia? No! Esistono ricette estremamente invitanti che ci permettono di non rinunciare al gusto quando stiamo attente al nostro benessere. Ma spesso ci troviamo a frenare di fronte alle comodità della vita perché temiamo che questo benessere vada a farsi benedire.

Bene, ora non più, perché da amanti della cucina sana, della comodità e del cibo a domicilio abbiamo trovato finalmente un servizio che racchiude tutto questo. Si chiama Rose&Mary e ve lo presentiamo subito!

Rose&Mary, quando il delivery è healthy: a Milano il primo servizio di consegna pasti a domicilio per chi ama la cucina sana e gustosa

 

Finalmente possiamo urlarlo al mondo: fast food non deve significare per forza cibo spazzatura! Anzi: fast food letteralmente significa “cibo veloce” e se negli anni scorsi significava semplicemente andare da McDonald o al Burger King ora finalmente non è più così. Sono molti i ristoranti o i food truck che propongono cibo sano, leggero e buonissimo.

A tal proposito abbiamo scoperto Rose&Mary, un servizio di consegna cibo a domicilio che ha scelto di consegnare solo cibo salutare senza zuccheri e farine raffinate, glutine e ingredienti trattati. Un connubio perfetto, dunque: la comodità del ricevere a casa, al parco o al lavoro il proprio pranzo e la propria cena sapendo che il cibo è sempre e comunque benefico e buonissimo! Ma Rose&Mary non è un semplice delivery: è il primo healthy food delivery pensato da una Nutrizionista e un team di Chef e per questo si può dire che ha davvero rivoluzionato il mercato del food.

Noi solitamente utilizziamo i servizi di Rose&Mary attraverso l’App (disponibile per i dispositivi iOS ), ma anche il sito è comodissimo e intuitivo. Entrambi permettono di spulciare il menù di Rose&Mary, che vi farà venire l’acquolina in bocca non appena leggerete i nomi dei piatti e vedrete le immagini.

Di cosa si compone il loro menù? Di tanti piatti gustosissimi, belli, gourmet e sani. Tra i nostri preferiti ci sono certamente lo shirataki con tonno fresco scottato, pomodorini, fave e pecorino, una bomba di delizia che ci permette di mangiare il nostro pesce settimanale facendo scorta anche di moltissime proteine vegetali.

Per questa stagione vi consigliamo poi, soprattutto a pranzo, il gazpacho con avocado e semi di sesamo, fresco e nutriente, diverso dal classico piatto andaluso e ancora più benefico grazie all’aggiunta dell’avocado e del sesamo.

Ci sono poi i burger vegetariani sani e gustosissimi, le “bowl” complete e variegate con super food, insalate di riso con mille ingredienti pazzeschi… E poi i dolci. Ah, i dolci… La mini bowl con mele, kiwi e mandorle è lo snack perfetto e la cheesecake siciliana è lo sfizio che tutti attendevamo…

Come dicevamo il servizio è molto intuitivo. Basta ordinare i piatti che preferiamo tramite l’App o il sito internet, inserire i propri dati e attendere l’arrivo del nostro fattorino di fiducia! Il tutto durante tutta la settimana per cena (dalle 19 alle 22), e dal lunedì al venerdì a pranzo dalle 12 alle 14.30.

Noi ormai non ne facciamo più a meno. I nostri pranzi sono diventati più carini, sani e gustosi (mantenendo la comodità e la velocità!) e vi assicuriamo che il pomeriggio i cali di energia non ci riguardano più! Perché mangiare bene significa stare bene fisicamente e mentalmente e se finalmente possiamo farlo in maniera super comoda e sfiziosa perché lasciarci sfuggire l’occasione?

Giulia Mandrino

6 ricette estive con l’orzo

Martedì, 03 Luglio 2018 13:02

L’orzo è uno degli ingredienti che più sfruttiamo in estate, perché ci permette di preparare pasti equilibrati, veloci e freschi, spesso con ciò che abbiamo a disposizione nel frigorifero. Perché in fin dei conti l’orzo è un po’ come la pasta, semplicissimo e versatile, e non manca mai quindi nelle nostre dispense!

Se avete finito le idee, quindi, ecco 6 idee per utilizzare l’orzo quest’estate, in ricette super semplici, veloci e fresche.

6 ricette estive con l’orzo: come preparare l’orzo in estate per piatti che piacciono a tutta la famiglia

Barattolo di insalata d’orzo

Perfetto da portare in spiaggia, l’orzo è un po’ come il riso. Possiamo infatti preparare un’insalata fredda di orzo con tutti gli ingredienti che più amiamo. Mentre facciamo bollire il nostro orzo, prepariamo il condimento in una ciotola tagliando pomodorini, cipolle rosse e qualche cubetto di feta, aggiungendo poi dei piselli e del mais. Tagliamo poi delle fette di avocado e prepariamo dei semi misti. Scoliamo il nostro orzo e passiamolo sotto l’acqua fredda e una volta raffreddato mescoliamolo nella ciotola con il condimento, condiamo con olio, sale e limone e appoggiamo poi sopra l’avocado a fette e i semi misti.

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Arancini d’orzo

Un po’ meno fresca ma assolutamente estiva è la ricetta rivisitata degli arancini siciliani, che possiamo variare utilizzando ingredienti di stagione e dell’orzo. Uno strappo alla regola che piacerà ai bambini! Facciamo bollire il nostro orzo e una volta cotto teniamolo da parte. Nel frattempo prepariamo del sugo con un filo d’olio, della passata di pomodoro, qualche cubetto di melanzana e qualche fogliolina di basilico. Facciamo cuocere almeno dieci minuti e poi spegniamo. Una volta raffreddato un po’ l’orzo, mescoliamolo bene al sugo. Formiamo quindi delle palline con le mani e al centro schiacciamoci un cubetto di scamorza affumicata. Possiamo ora impanare gli arancini. In un piatto fondo sbattiamo un uovo e su un piano di lavoro (o su un foglio di stagnola) versiamo abbondante pan grattato. Passiamo le palline nell’uovo e poi nel pane, quindi cuociamole in abbondante olio.

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Orzo, tonno e olive nere


La bontà spesso sta nella semplicità più pura e questa insalata di orzo freddo è così semplice, facile e veloce che la proponiamo spesso a pranzo, ma anche a cena, essendo molto leggera. Al nostro orzo bollito aggiungiamo del tonno sgocciolato molto bene, delle olive nere tagliate a rondelle e condiamo il tutto con olio e limone.

Pancake con farina d’orzo

Utilizzando la nostra ricetta dei deliziosi pancake sostituiamo la farina integrale con quella d’orzo per un sapore completamente nuovo! Da accompagnare rigorosamente con del miele o sciroppo d’acero e mirtilli freschi di stagione!

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Orzo con pesto agli agrumi

Caldo o freddo questo orzo è delizioso, fresco e super estivo: basta preparare come al solito il nostro orzo facendolo bollire per una ventina di minuti in acqua salata e condirlo con il pesto preparato al momento. La ricetta la trovate qui.

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Orzo e frutti di mare

Dopo aver pulito molto bene 500 grammi di cozze, 500 grammi di vongole e 500 grammi di calamari (tagliati poi ad anelli), mettiamo a scaldare in padella un filo d’olio e uno spicchio d’aglio e gettiamo le cozze e le vongole, fino a quando non si schiuderanno tutte. Scoliamole con una schiumarola e mettiamole da parte. Intanto, cuociamo il nostro orzo, facendolo bollire come al solito. In un’altra padella mettiamo a cuocere con un filo d’olio 200 grammi di pomodorini tagliati a metà con i calamari e lasciamo cuocere a fiamma media per qualche minuto. Nel frattempo sgusciamo tutte le cozze e le vongole e gettiamole in padella, insieme all’orzo scolato. Mescoliamo bene il tutto e serviamo.

Giulia Mandrino

Esistono poche cose insidiose e pericolose come il bullismo. Perché per quanto se ne parli (per fortuna!) riconoscerlo è difficilissimo e viverlo è devastante. Affrontare una situazione di bullismo è molto delicato. È come camminare su una labilissima lastra di ghiaccio pronta a spezzarsi in ogni momento. Non ci sono soluzioni univoche o definitive e da genitori, di una vittima o di un bullo, è sempre difficile capire come comportarsi.

Certamente il primo passo è riconoscere la situazione di bullismo. Ma riconoscere il bullismo non è per niente semplice. Ciò che dobbiamo fare, quando i nostri figli non si aprono con noi (perché per loro è molto, molto faticoso, comprensibilmente), è cercare di osservare i piccoli dettagli e leggere i segnali.

Come riconoscere una situazione di bullismo a scuola: capire che è in atto una situazione di bullismo è il primo passo per combatterlo e risolvere la situazione

In primo luogo dobbiamo capire bene cos’è il bullismo, perché per quanto se ne parli è ancora difficile definirlo, soprattutto quando la situazione la si vive dall’interno. Per bullismo (e cyberbullismo, dato che oggi purtroppo la rete ha allargato il raggio d’azione di questa tragedia) si intendono le situazioni di prevaricazione, sopruso e provocazione che un bambino, ragazzo o adolescente mette in altro contro un altro bambino o ragazzo. Si instaura tra loro un rapporto di vittima/bullo nel quale il bullo mette la vittima in situazioni nelle quali la espone, la offende e la tratta male (fisicamente o psicologicamente) ripetutamente nel tempo.

Queste azioni (non si tratta mai di un singolo atto limitato) possono essere dirette o indirette, ovvero possono essere attacchi diretti ed espliciti (soprattutto fisici e verbali) oppure manipolazioni e azioni che mettono la vittima in una situazione di isolamento. In questo caso il bullo attraverso una serie di azioni danneggia le relazioni del ragazzo vittima di bullismo, isolandolo, escludendolo e mettendolo al centro di pettegolezzi e calunnie. Questa seconda modalità oggigiorno si sta diffondendo sempre più, proprio a causa dei social e della tecnologia (e cioè il cyberbullismo).

Solitamente i protagonisti (vittime e bulli) sono bambini o ragazzi in età scolare che frequentano la stessa scuola o lo stesso gruppo di amicizie. Per parlare di bullismo le azioni offensive devono essere intenzionali, persistenti nel tempo e in situazione di squilibrio. Questo significa che c’è sempre una persona che agisce e una che subisce, senza la possibilità di difendersi (perché più debole, intimorita o bloccata).

Come dicevamo è molto difficile affrontare questa situazione poiché non vi è una soluzione univoca per tutti, poiché ogni ragazzo è una persona a se stante, con le sue reazioni e le sue particolarità. Non vi è quindi un modo unico per supportare e aiutare una vittima di bullismo così come non vi è un’unica modalità per affrontare un figlio che mette in atto azioni di bullismo nei confronti di altri. Dietro c’è sempre un motivo differente in base alla situazione da cui proviene il ragazzo.

Il primo passo, come dicevamo, è riconoscere le situazioni di bullismo, soprattutto quando ci troviamo di fronte alla vittima. Nostro figlio è vittima di bullismo? Difficile saperlo se non è lui stesso a parlarcene, ma possiamo fare attenzione ad alcuni campanelli di allarme.

Innanzitutto possiamo fare attenzione agli oggetti. I vestiti sgualciti eccessivamente quando torna da scuola, i libri rovinati, gli astucci rotti…

Naturalmente poi si passa a fare attenzione (senza invadere troppo, in modo che il bambino non si senta minacciato) al fisico. Vi sono lividi, scottature, ferite, graffi o tagli di cui non dà una spiegazione plausibile?

Un altro campanello di allarme è il fatto di non invitare mai o quasi mai gli amici o i coetanei a casa (o, viceversa, andare da loro per giocare o studiare) e quindi l’impressione che si stia isolando.

Per quanto riguarda i social network, facciamo attenzione a come li usano: controllare eccessivamente il proprio profilo è sintomo di paura che qualcosa stia accadendo o, al contrario, smettere di punto in bianco di utilizzare internet dovrebbe farci pensare che qualcosa non vada.

Ci sono poi la paura di andare a scuola, all’oratorio, al campo sportivo o al parco (i luoghi nei quali era abituato ad andare, anche da solo), i mal di stomaco improvvisi quando si tratta di andare a scuola, gli sbalzi d’umore, un calo di rendimento a scuola improvviso… Oppure le richieste di denaro ai genitori.

E per capire che invece è proprio nostro figlio ad essere il bullo? L’aggressività (in casa e con gli amici) è una caratteristica comune, ma per riconoscere che ci troviamo proprio in una situazione di bullismo possiamo fare una somma di vari campanelli: il basso rendimento a scuola, la difficoltà a riconoscere l’autorità degli adulti, voti bassi in condotta. Solitamente ha un gruppo che lo supporta, di cui è il leader. E poi c’è il possedimento di oggetti a noi sconosciuti, che non abbiamo comprato, o di soldi che noi non gli avevamo dato.

E per quanto riguarda la personalità, solitamente il bullo è un ragazzo bisognoso di attenzioni, che nel momento in cui fallisce in un campo della sua vita (lo sport, ma più spesso la scuola) cerca di prevaricare gli altri per mettersi una sorta di corazza.

Giulia Mandrino

STEM” significa materie scientifiche. Ma soprattutto significa materie scientifiche per tutti, maschi e femmine, piccoli e grandi, senza discriminazione. Ve ne abbiamo già parlato molte volte (come qui e qui), ma ora vogliamo proporvi qualche attività più concreta per introdurre i vostri bambini e bambine alle materie tecnologiche, per spronarli fin da subito a seguire la propria inclinazione accademica (se questa è la loro passione!).

15 attività STEM e 5 libri per i nostri bambini: i giochi, gli esperimenti e le letture per avvicinare i bambini alla matematica, alla scienza e alla tecnologia

Per studiare il colore delle foglie, che affascina sempre moltissimo i bambini, possiamo provare questo semplicissimo esperimento. Raccogliamo qualche foglia e muniamoci di barattoli, acqua e fogli di carta bianchi. Immergiamo le foglie in acqua, una per barattolo, e immergiamoci insieme anche una striscia ottenuta con i fogli (agganciandola al bordo per non farla scivolare in acqua). Pian piano la foglia cambierà colore, diventando sempre più gialla come in autunno, e il colore si trasferirà al foglio! Possiamo quindi parlare di colori ma anche di acqua come conduttore.

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(https://teachbesideme.com/autumn-nature-why-leaves-change-color/)

Prendiamo dei mini marshmellow e degli stuzzicadenti: ci serviranno per studiare le forme solide, perché sono perfetti per costruire solidi geometrici di tutti i tipi!

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(https://teachbesideme.com/marshmallow-toothpick-geometry-cards/)

Disegniamo dei piccoli razzi e prendiamo delle cannucce. Incolliamo poi sul retro dei razzi dei pezzetti di carta in forma di cappuccio, in modo che si infilino sulle cannucce. Soffiando faremo saltare i nostri razzi!

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(https://buggyandbuddy.com/straw-rockets-with-free-rocket-template/)

E perché non costruire in casa il proprio abaco per studiare i numeri, le decine e le unità? Bastano degli stecchi per ghiaccioli, degli stuzzicadenti lunghi e delle perline. Gli stecchi serviranno da struttura per tenere alzati gli stuzzicadenti (utilizziamo la vinavil!) e le perline saranno le nostre unità e decine.

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(https://it.pinterest.com/pin/287597126180730307/)

Per studiare la forza della spinta divertentissima è la barchetta con la spugna. Servono una spugna, un cilindro in plastica e un palloncino. Tagliamo al centro la spugna, facendo un cerchio nel quale si infili perfettamente il tubo. Infiliamo il tubo e all’estremità infiliamo il palloncino. Gonfiamo quest’ultimo soffiando attraverso il tubo, quindi appoggiamo la barchetta in spugna in acqua e lasciamo che navighi come un motoscafo!

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(https://blog.pianetadonna.it/nonsoloriciclo/amp/18-modi-alternativi-per-utilizzare-i-palloncini-la-14-idea-e-davvero-geniale/)

Riprendiamo i nostri stecchi dei ghiaccioli: serviranno per costruire una bellissima catapulta. Bastano questi e degli elastici e, come in foto, possiamo costruire una catapulta con la quale lanciare perline e marshmallow sfruttando il principio della leva.

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(https://littlebinsforlittlehands.com/popsicle-stick-catapult-kids-stem-activity/)

Con pochi elementi possiamo anche costruire la nostra prima mano robotica! Ritagliamo su un cartoncino una mano. Prendiamo poi delle cannucce strette, delle forbici, dello scotch e dei fili. Tagliamo in tanti pezzetti le cannucce e appoggiamole sulla mano a imitare, a grandi linee, le nostre ossa e giunture. Per ogni dito facciamo passare nelle corrispondenti cannucce un filo e incolliamo le cannucce sulla mano di carta. Alla fine i fili rimarranno sulla base. Tirandone ognuno la mano si muoverà proprio come una mano vera!

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(http://www.instructables.com/id/Robotic-Hand-Science-Project/)

Avete un cartone da imballaggio che vi avanza? Costruiamo una pista per biglie! Basterà incollare tanti stecchetti dei ghiaccioli in maniera irregolare e, sul fondo, dei bicchieri. I bambini poi inclineranno la pista e faranno partire le loro biglie, osservando come si comportano a seconda della partenza!

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(https://frugalfun4boys.com/2016/06/23/turn-cardboard-box-epic-marble-run/)

Bimbi e bimbe appassionate di computer? Sappiamo che i primi insegnamenti riguardano il codice binario. Perché allora non creare una collana o un braccialetto con il proprio nome in codice binario? Basta seguire questo schema…

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(https://bycommonconsent.com/2014/10/19/activity-day-girls-craft-idea-binary-code-necklace/)

E riprodurre il proprio nome con le perline di due colori.

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(https://www.mamasmiles.com/stem-fun-for-kids/)

Per studiare l’ossidazione c’è un esperimento semplice ma che affascina molto i bambini: come capire se un oggetto fa la ruggine? Immergendolo in acqua e osservando, nei giorni, come si comporta. Colorerà il bicchiere di rosso o no?

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(https://teachbesideme.com/oxidation-rust-experiment/)

Stupendo è l’esperimento della grafite come conduttore di elettricità: su un foglio disegniamo con una matita in grafite una bella macchinina (bella spessa). Le due estremità dovranno però essere “staccate”. Da una parte incolliamo una lampadina a led, facendo sì che i due fili siano appoggiati bene sulla grafite. Appoggiando poi una batteria all’altra estremità la lampadina si illuminerà.

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(https://www.kiwico.com/diy/Science-Projects-for-Kids/3/project/Graphite-Circuit/2667)

Con le Lego, poi, possiamo costruire moltissimi oggetti tecnologici. Ad esempio un compasso

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(https://frugalfun4boys.com/2016/12/19/lego-building-challenge-paper-machines/)

Oppure un attrezzo per pressare la carta e renderla dentellata!

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(https://frugalfun4boys.com/2016/12/19/lego-building-challenge-paper-machines/)

Per rendere la scienza una sfida possiamo poi organizzare una gara d’architettura: con ciò che si trova in casa, chi riuscirà a costruire un ponte che resista davvero al passaggio di alcune macchinine? Sembra semplice, ma non lo è, ed è il primo approccio all’architettura e all’ingegneria.

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(http://jdaniel4smom.com/2016/08/stem-activity-build-bridge-everyday-items.html)

Infine un esperimento che non passa mai di moda, che diverte i bambini e che permette di studiare e approfondire la rifrazione della luce: disegniamo tanti soggetti e riempiamo un bicchiere di acqua. Guardando i disegni attraverso il bicchiere cambieranno direzione, saranno speculari, e in base all’altezza da cui osserviamo si deformeranno!

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(https://gosciencegirls.com/refraction-light-glass-water-play-steam-kids/)

E per quanto riguarda le letture?

Vi avevamo già consigliato la nuova collana dedicata alle materie STEM della casa editrice Il Castoro. Bellissimo è “Girls who code, impara il coding e cambia il mondo” di Reshma Saujani, per introdurre le bambine alle materie STEM, ma deliziosa è anche la nuova collana di narrativa partita con “Un’amicizia in codice”, dedicata sempre al coding dal punto di vista delle ragazze.

Da Erickson ecco “Hello Ruby, avventure nel mondo del coding”, per imparare i concetti base del coding e metterli subito in pratica in maniera divertente. Sempre di Erickson è “La cosa più grandiosa”, storia di una bambina che decide di costruire la cosa più grande e bella del mondo. Per farlo naturalmente avrà bisogno di tutto il suo ingegno e delle sue idee meccaniche!

E per fare appassionare tutti i bambini alla matematica facendo capire loro che questa materia apparentemente ostica sa essere anche magica ecco “Il mago dei numeri”, per giocare con i numeri e l’aritmetica e scoprire la bellezza che ci sta dietro.

Giulia Mandrino

Metodi naturali per stimolare il piacere

Lunedì, 02 Luglio 2018 09:44

L’orgasmo dovrebbe essere un diritto. E non dobbiamo vergognarci a cercarlo, perché il nostro corpo è fatto anche per questo e perché l’appagamento sessuale si ripercuote in maniera iper positiva sulla qualità della vita (e, viceversa, quando vi è frustrazione il benessere ne risente). Spesso però è difficile e una delle cause principali del nostro allontanamento dall’orgasmo (quando non in presenza di particolari condizioni fisiche) è lo stress.

Lo stress può essere legato tanto alle difficoltà quotidiane e al nervosismo in casa e sul lavoro quanto al piacere stesso. Ovvero: come in un circolo vizioso più pensiamo al nostro orgasmo e più si allontana, poiché stressato dall’ansia da prestazione e dal timore di non raggiungerlo.

Come fare quindi per aumentare il piacere e stimolare l’orgasmo? Ci sono parecchi metodi naturali che fanno al caso nostro e ora ve li sveliamo!

Metodi naturali per stimolare il piacere: come raggiungere l’orgasmo attraverso metodi naturali, alleviando lo stress e incrementando il piacere

Innanzitutto partiamo da un presupposto: i metodi naturali più efficaci per raggiungere l’orgasmo e aumentare il piacere sono prima di tutto mentali. Spesso le difficoltà, come accennato, partono dalla nostra testa e cercare di svuotarla dai pensieri negativi è il primo passo per migliorare la nostra vita, in generale ma anche e soprattutto sessuale.

La meditazione e lo yoga, quindi, sono un’ottima scelta. Attraverso la meditazione possiamo scendere più in profondità nel nostro io, concentrandoci sul nostro corpo e sulla respirazione per arrivare al nostro ego più profondo. Conoscendoci meglio avremo più controllo del nostro organismo e dei nostri pensieri, indirizzandoli verso la serenità di cui abbiamo bisogno.

Lo yoga, diversamente dalla meditazione, si concentra molto sulla mente ma stimola moltissimo anche il corpo in maniera molto fisica. Essendo una pratica che esiste da centinaia di anni nelle culture orientali, lo yoga è stato studiato anche per quanto riguarda i benefici sessuali e in effetti esistono moltissime posizioni che stimolano determinati punti del corpo finalizzati al piacere. In generale, comunque, è bene praticare lo yoga settimanalmente (se non quotidianamente): attraverso la dolcezza dei suoi movimenti ha benefici incredibili sulla sessualità, poiché rilassa tantissimo i muscoli, li tonifica, ci fortifica, ma soprattutto stimola i muscoli del pavimento pelvico responsabili del piacere e dell’orgasmo. E in più ci rende molto ma molto più elastici!

Anche attraverso la dieta, tuttavia, possiamo migliorare la nostra vita sessuale. In generale adottare una alimentazione sana è fondamentale per stare bene, ma pochi sanno che anche la vita sessuale risente in meglio delle scelte sane in fatto di dieta. Privilegiando verdura, frutta e grassi buoni diamo molta più energia sana al nostro corpo e affiancando l’attività fisica (che stimola anche le endorfine, gli ormoni del benessere mentale e fisico) il nostro corpo sarà molto più efficiente. E un corpo in generale più efficiente è capace di rilassarsi e raggiungere il piacere in maniera molto più semplice.

Ci sono poi piccole regole e certi segreti più specifici quando si parla di relazione tra cibo e sesso. È vero, infatti, che ci sono alimenti afrodisiaci, e cioè che stimolano il piacere e il desiderio sessuale (come le ostriche o il cioccolato), ma non tutti sanno che un alleato potentissimo del piacere sono le spezie. Queste, infatti, hanno la capacità di aumentare l’afflusso di sangue nei genitali, che stimola l’eccitazione e ci permette di raggiungere con più facilità l’orgasmo. Tra le più efficaci? La cannella.

Anche alcune erbe, poi, sono conosciute da sempre per la loro capacità di aumentare il desiderio sessuale e le prestazioni. Possiamo consumarle in tisane ed infusi oppure ricorrere a degli integratori che troviamo in erboristeria. Ad esempio, il ginseng è molto adatto poiché è un vasodilatatore che negli uomini migliora l’erezione e nelle donne stimola il piacere. Ci sono poi l’eurycoma longifolia (o longjack), una radice che aumenta la libido e che riequilibra gli ormoni (un equilibrio ormonale è fondamentale per l’appagamento sessuale), e l’asparagus racemosus, o shatavari, che migliora la vitalità femminile e aumenta la voglia sessuale.

Giulia Mandrino

Parliamo sempre di come le scuole dovrebbero essere funzionali, pensate per integrare l’esterno con l’interno, spaziose e naturali. Naturali nel senso dei materiali, in modo da ricreare un ambiente leggero ed arioso, proprio come insegnava Maria Montessori.


Ma è possibile costruire una scuola che sia coloratissima e allo stesso tempo naturale? Sì, e l’hanno fatto in Norvegia gli architetti dello studio Fortunen.

La Bønsmoen Primary School in Norvegia, colorata e funzionale: la scuola ristrutturata dallo studio Fortunen è un esempio di come i materiali naturali si sposino bene con i colori

Spesso associamo gli oggetti colorati per l’infanzia con la plastica e l’eccesso di stimolo. È vero, perché siamo abituati a giocattoli moderni super plasticosi e “sparati”. Ma questa scuola di Eidsvoll, in Norvegia, vi stupirà, perché è davvero bellissima e naturale ma soprattutto coloratissima (ed è anche per questo che i bambini la amano!).

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La La Bønsmoen Primary School in Norvegia era un edificio degli anni Sessanta che pochi anni fa è stato ampliato e da abitazione privata è diventato una bellissima scuola. Gli spazi sono bellissimi, ampi e di largo respiro, e tutta la struttura si integra alla perfezione con l’ambiente verde circostante, che può essere sfruttato in ogni stagione dai bambini per uscire a giocare e fare lezione.

Ci sono diverse altezze e diversi volumi che creano un gioco visivo interessantissimo nel quale muoversi. All’interno di questa grande struttura gli architetti hanno quindi creato vari spazi funzionali e pensati ad hoc per l’infanzia (ma non solo: all’interno non ci sono solo i bambini delle elementari ma anche quelli più grandi, fino ai 12 anni, così come dei ricercatori).

Essendoci ragazzi di diverse età, ogni area è definita da un colore particolare che troviamo all’ingresso e che si ripete all’interno. Ognuno ha dunque la sua area, che si ricongiunge poi nelle aree comuni quali la cucina, gli spazi per i gruppi di lavoro, i laboratori e l’auditorium.

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Tutto è giocato sui materiali naturali (c’è molto legno), ma soprattutto sul colore, caratteristica scelta dagli architetti per un motivo ben preciso: sono convinti, infatti, che un uso del colore attivo (attivo perché questi spazi sono utilizzati attivamente dai ragazzi) stimoli moltissimo la coscienza di sé così come la mente e l’umore. Il movimento degli spazi, poi, stimola l’apprendimento (non c’è piattezza noiosa) e i bambini sono stimolati a incuriosirsi, a muoversi, a scalare, a giocare… E i colori ti guidano attivamente mentre cammini nell’edificio.

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Il tutto, quindi, gioca tanto sulla mente quanto sul fisico, importantissimo nei bambini. Anche le aree lettura, ad esempio, sono deliziose, fatte apposta per coprire il bisogno primario dei bambini ai nascondigli intimi e da arrampicare ogni qualvolta se ne senta la necessità.

Ultimo motivo che ha spinto gli architetti a puntare sui colori? Noi lo diamo per scontato, ma in Norvegia non è così: c’è moltissimo bisogno di colore, poiché per quattro o cinque mesi all’anno solitamente il paesaggio è coperto di neve. Tutto è grigio, molto scuro (anche per i differenti orari di alba e tramonto), e in mezzo a tutto questo grigio e a questo bianco la scuola diventa un’oasi perfetta per i bambini!

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(Photo credit: studio Fortunen)

Giulia Mandrino

Martedì 26 giugno ho avuto il piacere (come avrete visto nelle mie stories su Instagram!) di partecipare ad un evento organizzato da Wanderlust Italia a Milano. In questa occasione è stato presentato il Mindful Triathlon che avrà luogo il prossimo autunno in tre città italiane, al quale parteciperò senza alcun dubbio! Perché? Perché è l’unico triathlon al mondo dedicato al benessere e non alla competizione!

Con Wanderlust il triathlon dedicato al benessere: a settembre Milano, Firenze e Roma ospiteranno il Mindful Triathlon, con corsa, yoga e meditazione

Innanzitutto, cosa significa Wanderlust? È una parola che ci piace moltissimo perché vuol dire, letteralmente, la “voglia di viaggiare”, essendo una parola composta da “wander” (girovagare) e “lust” (desiderio).

Wanderlust 108 ha una missione che condividiamo in pieno: attraverso i suoi corsi e i suoi eventi vuole aiutare l’individuo nel suo percorso verso il benessere, un benessere personale che diventa naturalmente benessere della società, grazie anche alla costruzione di una community capace di raggiungere la consapevolezza di sé attraverso pratiche come lo yoga e la meditazione. Cosa c’entra tutto questo con il Triathlon? C’entra moltissimo, se questo Triathlon si presenta come qualcosa di assolutamente innovativo e diverso da ciò che abbiamo in mente.

L’evento era organizzato da Wanderlust Italia con il sostegno di Adidas, azienda da sempre impegnata nella diffusione dello sport come strumento di benessere fisico e mentale della persona che riesce a tirare fuori il meglio di noi. Adidas, durante il triathlon di settembre di cui vi parlerò tra un attimo, sarà presente in questo senso con una attività coinvolgente per tutti per guidare i partecipanti nella coltivazione della migliore versione di se stessi e proponendo i capi esclusivi della collezione adidas x Wanderlust, realizzata in materiale riciclato proveniente dai rifiuti di plastica che invadono i nostri oceani.

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Durante la giornata ho effettuato uno splendido massaggio mani testando i prodotti del marchio svedese Barnängen (che propone una skin care quotidiana davvero speciale, bilanciata al punto giusto per trovare un nuovo equilibrio per la nostra pelle); ho fatto colazione con i prodotti Ambrosiae (azienda che amo da matti perché crea cibi deliziosi e sani combinando raw food e super alimenti, biologici e vegetali); e con uno special trainer ho avuto il piacere di effettuare una sessione di meditazione guidata fatta apposta per allenarci per l’evento Wanderlust di settembre.

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Già, perché il meraviglioso triathlon di Wanderlust non prevederà i soliti corsa+bici+nuoto. No! Sarà bellissimo perché insieme potremo completare un percorso di 5 km (correndo o camminando), seguito da 90 minuti di yoga (con una lezione ad alto livello di energia) e di meditazione guidata di gruppo.

Per Wanderlust la priorità è trovare il proprio nord, il nostro vero “io”. E questo triathlon del benessere a differenza del triathlon tradizionale vuole puntare proprio a questo, discostandosi dalla classica competitività che contraddistingue queste gare. Qui abbiamo corsa, meditazione e yoga, e in tutti e tre i casi l’obiettivo non tanto è battere l’avversario, quanto fare un passetto in più nel cammino del nostro benessere, che deve rimanere sempre il vero obiettivo.

Ma quando e dove si terrà questo Mindful Triathlon (al quale tutti possono partecipare)? Possiamo scegliere tra Milano (il 16 settembre 2018, presso il Parco di CityLife), Firenze (il 23 settembre, al Parco delle Cascine) e Roma (il 30 settembre, nel Parco di Villa Ada).

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Durante le giornate oltre a questa maratona del benessere tutti potranno godere anche della musica dal vivo e dei dj set, dei venditori artigianali, del cibo salutare e delle mille opportunità proposte da Wanderlust durante la giornata. E conoscete Johanna Maggy di mothersspell.com? Johanna è una Wanderlust Ambassador e sarà tra gli ospiti speciali che terranno speeches legati al miglioramento della persona e al raggiungimento di uno stile di vita sano, consapevole e sostenibile. In occasione del Mindful Triathlon terrà un workshop intitolato “Glowing through food”, “risplendere attraverso il cibo”.

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Per iscriversi ad uno dei tre eventi di settembre organizzati da Wanderlust Italia basta visitare la pagina dedicata sul loro sito!

Si parla spesso di “scendere a compromessi”. Ma, a volte, è proprio questa parola a provocare frustrazioni e ad aggiungere benzina sul fuoco delle discussioni e delle insoddisfazioni. Essere parte di una coppia significa certamente scendere a compromessi, ma la chiave della felicità e dell’armonia sta nel come affrontiamo questi compromessi. In altre parole? Interessiamoci agli interessi dell’altro e cerchiamo di trovare un equilibrio armonioso.

Cogliere le opportunità, per non litigare e godersi la coppia: scendere a compromessi deve significare interessarsi davvero dell’altro, altrimenti il litigio è sempre dietro l’angolo

Capita spesso di alzare gli occhi o di accettare di fare quella cosa che proprio non sopportiamo solo per fare piacere al partner. Che si tratti di una partita di calcio in tivù o di una passeggiata (troppo lunga e tortuosa per i nostri gusti!) in famiglia, basta che la proposta sia un attimino lontano dai nostri gusti che “scendiamo a compromessi” e la facciamo per amore. Ma la facciamo davvero fino in fondo? Ci impegniamo? O i nostri sforzi sono riconoscibilissimi?

Sforzarsi di fare qualcosa non è di per sé negativo, ma lo diventa quando ci sentiamo obbligati a svolgere quella cosa e di conseguenza la facciamo svogliatamente. O, addirittura, quando la rinfacciamo durante le discussioni. Ci teniamo quell’atteggiamento e quel sentimento negativo e aggiungiamo malcontento al malcontento, alimentando una discussione che magari potrebbe essere iper futile e non necessaria.

Qual è quindi lo sforzo mentale che dobbiamo compiere per trasformare queste situazioni in opportunità? Dobbiamo cercare di apprezzare, partendo dalle piccole cose per poi costruire insieme e vicendevolmente l’armonia.

Ognuno dei due, nella coppia, ha i suoi interessi, singoli e che vanno oltre agli interessi in comune. È giusto ed è salutare, perché dobbiamo ricordarci di non annullarci mai come persone! Detto questo, avvicinarsi agli interessi dell’altro è doveroso e giusto, soprattutto quando la volontà è reciproca.

Nel momento in cui l’altro propone qualcosa di lontano dai nostri gusti, oppure nel momento in cui le incombenze lo fanno stare troppo lontano da casa, possiamo cogliere la palla al balzo e cominciare ad interessarci a questo suo interesse. Anche se, legittimamente, ci sembra qualcosa di stupido, bizzarro o inutile. Interessandocene innanzitutto capiremo cosa si cela dietro ad una passione (piccola o grande) che credevamo stupida, ma soprattutto mostreremo all’altro che lo amiamo davvero, perché amare significa rispettare e il rispetto lo si vive mostrando che l’interesse dell’altro è qualcosa che ci sta a cuore. Perché se sta a cuore a lui o lei, allora ne vale la pena, no?

E questo si applica anche ai piccoli dettagli quotidiani. All’altro piace il succo spremuto fresco la mattina e voi proprio non sopportate farlo? Lasciatevi stupire ogni giorno con un gusto nuovo. A te piacciono tanto gli oli essenziali in casa e lui non capisce lo “spreco” di denaro? Prova a fargli conoscere i vari odori e le loro proprietà.

Tutto questo sarà benefico in maniera impressionante, perché allevierà moltissimo lo stress inutile di cui ci carichiamo ogni giorno. Perché una cosa che dobbiamo imparare a fare è ridimensionare le nostre reazioni, e provando ad avvicinarci all’altro anche in queste piccole cose ridurremo l’attrito, creeremo empatia reciproca e ci concentreremo sulle cose importanti.

Concretamente, quindi, proviamo ad approfittarne. Prendiamo l’opportunità di passare del tempo di qualità con l’altro anche nel momento in cui si tratta di fare qualcosa che solitamente non sarebbe nelle nostre corde. Scopriamo qualcosa di nuovo. E scopriamo qualcosa di nuovo nel nostro partner. Questo ci donerà armonia, toglierà stress e ci permetterà di vedere le cose da una diversa prospettiva, che è sempre una buona idea benefica per ogni relazione!

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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