Il pane fatto in casa è una delle delizie della vita, non solo per il sapore, ma anche per il procedimento: la casa si riempie di profumi, tutti mettono le mani in pasta e il risultato dà sempre un sacco di soddisfazione.

In autunno bisogna però approfittare anche delle verdure di stagione: è tempo di zucca! E per unire queste due passioni, il pane fatto in casa e la zucca, possiamo preparare una golosità alla quale non saprete più rinunciare: il pane alla zucca.

A noi però piace arricchirlo ancora di più, ed ecco che nella ricetta spunta anche il cocco! Ai bambini piace moltissimo, ed è pure molto sano: ricco in vitamina C, vitamina A, fibre e potassio, è una merenda perfetta.

Pane alla zucca e cocco: la ricetta del pane aromatizzato con zucca e cocco per un autunno caldo, sano e saporito

 

Fusilli con rucola, salmone e zenzero: un piatto particolarmente semplice da fare, ma allo stesso tempo contraddistinto da ingredienti buoni e salutari: l’ideale per le mamme che desiderano portare in tavola qualcosa di gustoso e di sano.

Il salmone, infatti, con il suo apporto di Omega 3 aiuta il nostro corpo a combattere i radicali liberi mentre lo zenzero ci aiuta nelle fasi di digestione e svolge un’ottima azione anti-infiammatoria.

Per la pasta si consigliano i fusilli che, come spiegato sul sito de La Molisana, proprio per la loro particolare forma “a fuso”, divertente e inconsueta per i bambini, sono ideali per catturare il sugo.

8 decorazioni murali DIY per la cameretta

Mercoledì, 26 Settembre 2018 07:54

DIY: Do It Yourself. Quindi: Fai da te! E la decorazione della casa quando fatta con le proprie mani è ancora più bella e soddisfacente.

Anche nella cameretta dei bambini possiamo pensare a qualche decorazione da fare con le nostre mani. Come ad esempio le decorazioni delle pareti, che ricalcano la moda della carta da parati e che rendono, quando essenziali e geometriche, la camera molto nordica e scandi.

Ecco quindi 8 decorazioni a muro che possiamo provare a ricreare con le nostre mani, semplicemente con qualche stencil fatto da noi, dello scotch, della tinta  o con qualche ritaglio di tessuto (si possono trovare anche all’Ikea, al metro!).

8 decorazioni murali DIY per la cameretta: come decorare le pareti della cameretta con fantasia, essenzialità e gusto

Cactus

Con un semplice stencil ritagliato da un cartoncino possiamo dipingere a parete una serie di cactus bellissimi. Ma possiamo scegliere la forma che preferiamo: stelle, fulmini, casette, cuori, alberi…

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https://pinthemall.net/pin/573188ac2ae4c/

Con i pennarelli

Scegliendo dei pennarelli cancellabili (oppure, se non temiamo nulla, possiamo farlo in maniera permanente!) possiamo dipingere la porta della cameretta con il motivo che più rispecchia il nostro bimbo, per creare una sorta di portale nel suo mondo!

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http://www.eticamente.net/40443/decorare-i-mobili-con-la-carta-da-parati.html

Forme con lo scotch

Prendiamo del nastro adesivo di un bel colore, magari come questo un po’ fluo (i washi tape sono perfetti): possiamo disegnare praticamente ogni cosa ci venga in mente! Il risultato sarà un disegno un po’ geometrico ed essenziale, molto architettonico e scandi.

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https://www.pimpelwit.nl/kinderkamer-styling-advies/

In tessuto

Con degli scampoli di tessuto ritagliati e incollati a parete possiamo invece disegnare dei profili di case che diventano uno stupendo sfondo per la scrivania, oppure per la testiera del lettino.

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https://www.pimpelwit.nl/kinderkamer-styling-advies/

Nuvolette

Sempre con dei ritagli di tessuto, meglio se con differenti motivi, possiamo rendere una parete della cameretta un cielo colorato, ritagliando il tessuto in forma di nuvole e incollandole qua e là.

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http://www.mommodesign.com/8-diy-wallpaper-ideas.html

Nuvole stencil

In alternativa, possiamo creare di nuovo uno stencil, con il quale ricalcare una serie di nuvole bianche da dipingere su una parete colorata con un semplice pennello a rullo.

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https://www.handmadecharlotte.com/cloud-kids-room-with-handmade-charlotte-stencils/

Con il pennello

Scegliete il colore preferito dai vostri bimbi e create una decorazione super super super semplice: sulla parete bianca spennellate delle linee regolari ma non precise, in modo da formare una sorta di prato colorato verticale!

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https://www.lemonthistle.com/diy-graphic-brushstrokes-hand-painted-wallpaper/

Oppure, basta disegnare delle approssimative palline colorate per creare un effetto pois davvero carinissimo.

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https://domino.com/the-osborne-nyc-kids-rooms-home-tour

Giulia Mandrino

Anche le mamme hanno bisogno del co-sleeping

Martedì, 25 Settembre 2018 14:28

Parliamo spesso del co-sleeping e dei suoi benefici: è chiaro e naturale che ogni mamma e ogni papà fanno la scelta migliore per i propri figli quando si parla di nanna (c’è chi dorme nel letto con i bimbi, chi li lascia da subito nella loro cameretta, chi sceglie le vie di mezzo), ma non bisogna mai dimenticare che un bambino è un cucciolo di essere umano. Esatto, un cucciolo, e come tale ha bisogni naturali, e il bisogno di dormire con mamma e papà non è un capriccio, ma una necessità.

E come i nostri bimbi sono cuccioli di umani, anche noi siamo animali, e certe sere è normale, naturale e sacrosanto sentire il bisogno di coccole. Di coccole e di nanna insieme. Insomma, il co-sleeping non è solo un bisogno dei bambini: anche noi mamme possiamo sentire la necessità fisica di sentirli vicini. E non dobbiamo negarci questo piacere!

Anche le mamme hanno bisogno del co-sleeping: perché dormire con i nostri bimbi equivale a prendersi del tempo per noi stesse

Non ripeteremo mai abbastanza che prendersi del tempo per sé è fondamentale per il benessere non solo di una donna ma di tutta la famiglia. Lo è perché stare male si ripercuote negativamente su tutti coloro che ci stanno attorno, non solo su noi stesse. Ecco perché, soprattutto alla fine delle giornate no, è giusto rallentare per un attimo e concedersi almeno mezz’ora per noi (con i supporto del proprio partner).

Ma a volte prendersi del tempo per noi coincide con prendersi del tempo di qualità per stare con i nostri figli. Sentire il bisogno fisico di stare con loro non significa rinunciare a noi stesse, perché una mamma sente questo bisogno come qualcosa di fisico. E concedersi questa coccola è assolutamente un diritto, è comunque “prendersi cura di noi stesse”.

Allora ci si rende conto che dormire insieme, accoccolarsi nel letto con i bimbi quando ci vogliono, non è assolutamente una concessione a loro. Non è una regola dettata dall’idea che il co-sleeping sia benefico per i nostri bambini. È una coccola per noi.

È una coccola per noi che sentiamo fortissimo il bisogno di sentirli vicini. Che sentiamo il bisogno di rallentare insieme a loro sentendo i nostri battiti che ballano tra di loro. Che sentiamo il bisogno di lasciare da parte le frustrazioni della giornata focalizzandoci su ciò che per noi è importante: la famiglia.

Chi si addormenta con i propri figli lo sa: dopo una giornata piena di riunioni, lavatrici, rumore, impegni, stress, piatti da lavare, caos in casa o caos in ufficio che dir si voglia, il momento in cui ci coccoliamo per addormentarci insieme è magico. È magico non nel senso di “poetico”, ma proprio magico. Perché, non si sa come, spesso e volentieri riesce a svuotarci la mente, a staccare il cervello, a rilassarci con naturalezza, quando nulla durante la giornata è riuscito a fare lo stesso, nemmeno la telefonata con la nostra migliore amica, nemmeno il libro letto in metropolitana, nemmeno il massaggio thailandese prenotato un mese fa.

Certo, la sera dopo cena potremmo ottenere lo stesso risultato rilassante facendo un bagno con oli essenziali e sali, leggendo un libro, sistemando la cucina con della musica tenue in sottofondo, coccolandoci con il nostro partner davanti alla tv con una tisana e dei pop corn. Ma staccare addormentandoci con i nostri figli a volte è ciò di cui abbiamo davvero bisogno.

Naturalmente, ci sono anche bambini che non amano la fisicità e che preferiscono il loro letto, che non si fanno coccolare facilmente e che ci fanno sorridere con la loro “indipendenza fisica” (sorridere ma anche un po’ sospirare, diciamolo: noi vorremmo spupazzarli tutto il giorno ma non possiamo farlo contro la loro volontà!). In questo caso, dormire insieme sarà molto difficile. Ma concediamoci almeno una coccola, un addormentarci insieme, un qualcosa di fisico per sentire per un attimo il legame, l’amore, l’affetto e la sicurezza che questa fisicità dà a loro e dà a noi.

Perché se ne abbiamo bisogno che male c’è?

Giulia Mandrino

Dove mangiare il Pokè a Milano

Martedì, 25 Settembre 2018 07:18

Il sushi è superato, fate largo al pokè! Le ciotole di pesce crudo a tocchetti con riso, avocado, semi, edamame e tutti gli ingredienti sani che più ci fanno impazzire sono ormai la nuova tendenza. Qui vi abbiamo spiegato cos’è il pokè hawaiano e come prepararlo mentre qui vi abbiamo suggerito le nostre 6 ricette preferite da preparare a casa.

Ma per chi non ha il tempo e per chi vuole assaggiare questa prelibatezza fuori casa, ecco i nostri locali milanesi preferiti (e i migliori servizi di take away e delivery) dove mangiare le pokè bowl!

Dove mangiare il Pokè a Milano: i migliori locali e i migliori servizi di derivery per gustare le pokè bowl in zona milanese

I love Poke

Si trova in piazza dei Mercanti, sull’angolo con Passaggio degli Osii, ma anche in via Tortona e in via Fabio Filzi (e tra poco aprirà a Torino e Dubai): da I Love Poke è possibile creare la propria ciotola di pokè partendo dalla base (riso bianco o integrale, insalata o entrambi) e aggiungendo tutti i nostri ingredienti preferiti (alghe, zenzero, ananas, carote, sesamo…), con il pesce più buono e le salse più gustose.

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Rose&Mary

Ve ne avevamo parlato qua: Rose&Mary è il primo delivery sano e benefico, per portare direttamente a casa, in ufficio o al parco i nostri pranzi e le nostre cene preferite. Non manca, nel menù, il pokè, delizioso. E basta un clic sull’App: dopo averla scaricata si sceglie il proprio benefico pasto e arriverà direttamente a casa.

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Pokeria by Nima

Salutare e veloce, alla Pokeria by Nima è possibile scegliere tra il take away e il delivery, per portare con sé la propria ciotola di pokè, composta interamente a seconda del nostro gusto oppure scelta tra quelle proposte ogni giorno nel locale. Si trova in Piazza XXV Aprile, in C.so XXII Marzo e in corso Venezia!

Maui Poke

In zona Brera, in Via San Vittore al Teatro 3, c’è Maui Poke, dove è possibile anche sedersi (a differenza, ad esempio, della Pokeria, che è fatta più per il take away). Bellissimi sono i posti a sedere proprio di fronte al bancone! Da Maui Poke troviamo quindi le ciotole con il solito pesce a tocchetti marinato (anche da solo) al quale è possibile aggiungere riso venere o bianco, tonno speziato, edamame, topinambur, le salse… Ed è possibile scegliere le bowl anche in versione completamente vegetariana, senza il pesce.

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The Botanical Club

In via Tortona 33 c’è il Botanical Club, il primo locale ad avere portato la tendenza del pokè a Milano. Oltre alle classiche bowl di pesce, riso e ingredienti salutari, qui è possibile gustare in accompagnamento dei drink deliziosi, in un ambiente super trendy.

Sushi Shop

Sì, è un locale che tendenzialmente fa sushi, ma è stato tra i primi a proporre nel menu le pokè bowl e per questo merita una menzione: nel Sushi Shop di via Turati 7 si trovano i pokè a base di tonno e salmone.

 

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(Foto)

L’Ikea Hack è di super tendenza: altro non è che la trasformazione dei (già bellissimi) mobili Ikea in qualcosa d’altro, di più funzionale o semplicemente di più in linea con il nostro gusto. Poteva questa tendenza non venire applicata anche ai mobili per bambini? Naturalmente no!

Ecco allora le più belle idee di Ikea Hacking per bambini, per trasformare i mobili della cameretta in qualcosa di ancora più magico, stiloso e scandi.

Ikea Hack, o come trasformare i mobili Ikea per bambini in qualcosa di magico: come rendere i mobili Ikea per la cameretta e per il gioco ancora più belli!

Gli sgabelli

Qui basta davvero solo la fantasia: prendiamo gli sgabellini Flisat (https://www.ikea.com/it/it/catalog/products/40273593/) e dipingiamoli con dei colori atossici, disegniamo o incolliamo delle faccine e completiamo con una vernice fissante!

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https://www.instagram.com/meri_orrainen/

Il letto-casetta

Lo si costruisce partendo dal letto reversibile Kura. Questo lettino è reversibile perché si può scegliere di utilizzarlo come lettino basso con il baldacchino oppure come lettino alto dal quale accedere tramite una scaletta. Con assi di legno e manualità si può davvero inventare di tutto, come questo letto-casetta al quale i bambini non sanno resistere!

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https://www.ikeahackers.net/2018/04/playhouse-bed-kids-room.html

La learning tower Montessori dalla scaletta

In questo articolo troverete tutte le istruzioni per costruire con le proprie mani la learning tower montessoriana, lo strumento utilissimo per aiutare i bambini a fare da soli!

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Il lettino Kura, a castello e montessoriano

Come dicevamo il lettino Kura è reversibile ed è quindi possibile scegliere se utilizzarlo a baldacchino o con il letto in alto. Possiamo però fare anche un’altra cosa, ovvero trasformarlo in un lettino montessoriano: basta montarlo in modo che il lettino sia in alto, raggiungibile con la scaletta, e appoggiare un materasso nello spazio che si crea sul pavimento. Possiamo quindi mettere il materasso anche sopra, rendendo Kura a castello nel caso di fratellini o di amichetti che vengono spesso a dormire da noi, oppure lasciarlo libero come spazio gioco. L’importante è il materasso in basso: non avendo sponde ed essendo appoggiato sul pavimento è super Montessori.

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https://www.instagram.com/p/BjhGsS2nht3/?taken-by=lucandjim

Il lettino Kura con lo scivolo integrato

Sempre il lettino Kura (che è un po’ la superstar dei letti per bambini): se avete manualità con qualche vecchia asse di legno levigata potete portare il parco giochi nella camera dei bambini!

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https://www.instagram.com/p/Bc7lVklg_co/?taken-by=ikeahackers

… E di nuovo il lettino Kura

Già di nuovo. Perché stavolta con una semplice tenda sotto al letto possiamo farlo diventare una tana segreta perfetta per accogliere gli amici, per tenere un diario segreto, per leggere o per confidarsi, o semplicemente per costruire uno spazio protetto e tranquillo tutto per loro!

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http://comfydwelling.com/furniture/40-cool-ikea-kura-bunk-bed-hacks.html

Lo sgabello porta giocattoli

Basta capovolgere lo sgabello Frosta, attaccare delle rotelle (o lasciarlo stare così!) e infilare sulle gambe un tessuto bello spesso a forma di sacco.

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https://www.limmaland.com/blog/filz-utensilo-basteln/

Il tavolo d’arte

Il tavolino base è il classico Lack, il tavolino più economico che troviamo da ikea. Basta attaccare su un lato del piano un rullo per tende o di quelli per appendere le tazze in cucina, però con un lato apribile. Infilandoci un rullo di carta diventerà un perfetto tavolino per disegnare, e i bambini potranno fare scorrere il foglio ogni volta che vorranno.

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http://missladyfingers.blogspot.com/2012/10/arts-craft-table-for-kids-on-budget.html

Giulia Mandrino

9 regali alternativi per bambini

Venerdì, 21 Settembre 2018 08:25

Regalare esperienze è meglio di donare giocattoli, e ve ne avevamo già parlato. E in generale non ricoprire i bambini di giocattoli è decisamente una scelta ammirevole.

Ma cosa regalare ai nostri bambini, quindi? Basta pensare fuori dagli schemi, uscire dalla mentalità della nostra società e staccarsi un attimo dalle abitudini: le alternative sono moltissime! E qui ve ne proponiamo qualcuna.

9 regali alternativi per bambini: cosa regalare ai bambini per non sommergerli con i soliti giocattoli ma farli ugualmente felici

Le scatole delle sorprese in abbonamento

Vanno tanto di moda tra gli adulti (ci sono quelle relative al beauty, al design, alla cucina…) ma esistono anche per i più piccoli: parliamo degli abbonamenti alle scatole delle sorprese che, con un contributo mensile, arrivano direttamente a casa puntualmente ogni mese. Per i più piccoli, ad esempio, c’è myBoBox, che ogni mese propone attività creative pensate su misura per loro.

L'abbonamento ad una rivista

Focus Junior, Topolino, Paperinik, la Pimpa, il Giornalino, National Geographic Kids… Ce ne sono a bizzeffe, e se il vostro bimbo è un amante della lettura e delle edicole, l’abbonamento alla sua rivista preferita gli farà super piacere!

Libri!

Sembra scontato ma non lo è: sono pochi i genitori che abituano i bambini a leggere, pensando che non apprezzino i libri. Ma come fanno ad apprezzarli se non li conoscono? L’amore per la lettura (che non è fine a se stesso ma che serve per la vita) si costruisce piano piano, proponendo libri e assecondando i gusti dei bambini. Magari amano i fumetti, magari amano le storie vere, magari apprezzano i romanzi, magari li preferiscono con tantissime figure…

Uno strumento musicale

Un ukulele, un flauto di pan, un tamburello, una batteria, una pianola… Non importa la tipologia, l’importante è la musica! Non è necessario che il bambino sia già un piccolo musicista: l’amore per la musica arriva in ogni momento della vita e con uno strumento tutto suo potrà sperimentare e provare la bellezza di creare delle melodie!

Il biglietto per un concerto

Non pensate a voi, ma a loro: lo sappiamo che certi artisti di oggi non li capiamo, ma volete mettere l’emozione di vedere dal vivo il loro cantante preferito? Il biglietto per il suo concerto sarà l’occasione per fargli vivere questa esperienza e per passare del tempo bellissimo insieme.

Delle lezioni

Non di matematica o italiano, sia chiaro. Ma magari i bimbi hanno manifestato interesse nei confronti del flauto, della batteria, dello skateboard, della scultura, del cucito… Perché non regalare loro qualche lezione della loro attività preferita?

Un salvadanaio

Cerchiamolo carino, che rispecchi le loro passioni (a forma di animale, supereroe, fatto con le Lego…) e doniamoglielo con una piccola banconota o qualche moneta già all’interno: il nostro bimbo imparerà il valore del denaro e l’importanza del risparmio! Vedrete come ci terrà a riempirlo. E alla fine si potranno usare i soldi risparmiati per un’esperienza (scelta da lui!) da fare tutti insieme.

Una gift card

Possiamo sceglierla di un negozio di giocattoli, di una libreria, di un negozio sportivo, di un negozio di cd: ai bambini piacerà moltissimo perché permetterà loro di scegliere ciò che vogliono, facendo anche loro capire il valore dei soldi e responsabilizzandoli.

Un regalo benefico

Possiamo proporre ai bambini di donare una parte dei beni destinati al loro regalo ad un progetto benefico: spieghiamo loro che ci sono bambini in difficoltà che non hanno nulla, o che si trovano in un momento sfortunato della loro vita, e che ci sono associazioni che fanno tornare loro il sorriso. Scegliere insieme la destinazione è qualcosa di molto emozionante, e i bambini sono ricettivi in maniera pazzesca! Vedrete come piacerà loro fare del bene.

Giulia Mandrino

Le amicizie da cui i nostri bambini possono trarre ispirazione e insegnamenti di vita non sono solo quelle tra Anna e Elsa o Masha e Orso. Tanto di cappello ai cartoni animati che presentano personaggi e storie di affetto profonde, ma chi l’ha detto che i nostri figli non possano capire e apprezzare anche le amicizie più vere e profonde, più serie, storiche, simpatiche, inventate o reali?

Elena Sforza ha raccolto in un libro stupendo (davvero, STUPENDO) le 100 storie di amicizia più belle di tutti i tempi. L’ha fatto per mostrare al suo bambino e a a tutti i piccoli lettori che l’amicizia non è solo virtuale. Non è solo davanti ad uno schermo. Non è superficiale.

Racconti di amicizia, le 100 storie di amici più belle di sempre: il libro di Elena Sforza che racconta con dolcezza e serietà l’amicizia attraverso gli esempi più significativi

Questo libro è perfetto a tutte le età: non solo per i bambini che già leggono (la dicitura è “dai 5 anni”) ma anche per i piccolini (ogni storia può diventare una stupenda favola della buonanotte da leggere ad alta voce insieme) e per noi grandi, che scopriamo e riscopriamo le storie di amicizia più belle di sempre, quelle iconiche, quelle simpatiche, quelle reali e serie e quelle super significative.

“Racconti di amicizia” di Elena Sforza (pubblicato da Electa Kids) è una raccolta di mini racconti illustrati da moltissimi disegnatori. Ogni racconto porta la storia di una differente coppia di amici della storia, e nulla è scontato, perché non ci sono solo le amicizie classiche che potrebbero subito venirci in mente (anche se troviamo anche quelle, spiegate benissimo, come quella tra Patroclo e Achille, Artù e Lancillotto o Stanlio e Ollio). Perché, come dice introducendo il libro Elena Sforza, “gli amici sono la famiglia che ci siamo scelti”, e i nostri bambini possono capire davvero cosa significhi una grande amicizia, reale, che dura nel tempo e non teme confini o separazioni, litigi e scontri o divergenze.

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Bellissime sono le amicizie immaginarie, quelle ormai iconiche come quella tra l’extraterrestre E.T. e il bambino Elliot, quella tra Thelma e Louise, Charlie Brown e Snoopy, Bagheera e Mowgli, Sherlock Holmes e John Watson, così come quelle reali di persone note o quelle tra coppie di amici che non ci aspettavamo, come George Lucas e Steven Spielberg (ma come, non sono concorrenti??) o Andrew Murray e Novak Dokovic, Yves Klein e Lucio Fontana.

Ma non sono solo le storie divertenti e leggere ad essere importanti, ed ecco quindi che l’autrice porta gli esempi, narrati divinamente, di amicizie serissime che hanno cambiato il mondo, come quelle tra Rosa Parks e Martin Luther King, Freud e Jung, Marx ed Engels, Che Guevara e Fidel Castro, San Francesco e Santa Chiara, Lady Diana e Madre Teresa. Il tutto intervallato da amicizie più glamour (ché nel libro non ci sono sezioni, ad indicare amicizie più o meno importanti - proprio perché ogni amicizia è unica!): Beyoncé e Gwyneth Paltrow, Ben Affleck e Matt Demon, George Clooney e Brad Pitt, Benji e Fede (ecco, qui le bimbe ne saranno felicissime!), Fedez e Rovazzi, Sienna Miller e Kiera Knightley…

Ah, alla fine le mamme degli anni Ottanta e Novanta saranno felici di sapere che Leonardo Di Caprio non è solo un bel faccino! Dev’essere proprio un buon amico, se compare ben due volte, per la sua amicizia con Tobey Maguire e con Kate Winslet!

Ciò che ne esce è la bellezza dell’amicizia vera, ma anche la sua potenzialità: ogni storia fa capire che l’amicizia è qualcosa di insostituibile che può aiutare nei momenti di difficoltà, può portare il buonumore, ma soprattutto può abbattere le barriere, può cancellare gli stereotipi e può addirittura salvare la vita. Come quella volta in cui Eugenio Montale nascose Umberto Saba nel suo scantinato per sfuggire ai tedeschi, rischiando la vita ma salvando di certo quella dell’amico e collega.

Sara Polotti

GrandVision è un gruppo olandese presente in 44 paesi nel mondo. Solo in Italia sono presenti oltre 400 punti vendita, quindi con ogni probabilità anche voi lo conoscete, e saprete già la competenza e la qualità che caratterizzano questo marchio.

Anche noi lo conoscevamo già, ma la settimana scorsa abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un evento organizzato da loro, “Chi vede bene impara meglio!”, pensato per noi mamme che abbiamo a cuore gli occhi e la vista dei nostri bambini e che vogliamo affidarci sempre al meglio per garantire sicurezza, qualità e salute.

Già, perché gli occhi dei nostri bambini sono importantissimi, sono delicati, e hanno bisogno di attenzioni particolari. Non sottovalutiamo l’argomento!...e questo anche GrandVision Italy lo sa bene. Anche se i bambini sembrano vedere bene, una visita dall’oculista a intervalli regolari durante l’infanzia è doverosa.

Durante l’incontro abbiamo quindi potuto approfondire e conoscere tutto ciò che riguarda la vista dei bambini, capendo anche come questa si relazioni al loro essere studenti: quanto influisce la vista sulla vita scolastica? Moltissimo! E ora vi spieghiamo perché.

“Chi vede bene impara meglio!” con GrandVision Italy, per conoscere tutto sulla vista dei nostri bimbi: tutto ciò che dobbiamo sapere sugli occhi dei nostri bambini e sulla loro salute

GrandVision, come accennato, è un gruppo olandese ormai leader nel settore dell’ottica retail anche in Italia. Nei loro negozi è possibile trovare occhiali da vista, da sole non solo da adulti ma anche per bambini (e in questo periodo. c’è anche un’offerta imperdibile sugli occhiali da vista e un concorso fantastico, il Fun&Talent, che permette, acquistando un occhialeda bambino di ottenere una card per usufruire di divertenti esperienze per un anno!).

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Durante l’incontro “Chi vede bene impara meglio!” sono intervenuti il professor Paolo Nucci, esperto di oculistica infantile e Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e il dottor Pietro Gheller, optometrista, psicologo e docente presso l’Istituto “B. Zaccagnini”. 

Lo scopo dell’incontro era quello di sensibilizzare noi genitori: la prevenzione riguardo ai problemi di vista è sottostimata. Ma è assurdo, se pensiamo che l’80% dell’esperienza di vita dell’uomo passa da questo organo di senso! La scarsa prevenzione e la mancanza di informazione sono perciò molto pericolose.

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In Lombardia (nelle altre regioni invece viene svolto dal pediatra) un neonato alla nascita in ospedale è sottoposto all’esame dei sistemi ottici, o test del riflesso rosso, che ci permette di valutare lo stato della cornea e del cristallino. Grazie a questo esame, si può subito scoprire se il bambino ha una patologia oculare come ad esempio la cataratta congenita, patologia che va curata immediatamente e per la quale si deve intervenire operando nelle prime 4/6 settimane si vita.

Ma la visita dall’oculista, al di là delle prime, si può fare a qualsiasi età, anche se il bimbo è molto piccolo, poiché in ogni momento si possono individuare problemi rilevanti e correggerli subito. Ad esempio, le cataratte o i retinoblastomi, quando non in presenza di tumori o problemi molto gravi.

Per quanto riguarda i difetti visivi, anche in questo caso è molto importante prevenire. La miopia è il difetto più diffuso: in Oriente quasi l’80% della popolazione ne è affetta, mentre in Italia siamo vicini al 40%. Ma il valore sta aumentando sempre più. Sembra che questo fenomeno vada di pari passo con la scolarizzazione. Come facciamo a saperlo? Ad esempio, nelle popolazioni Masai la miopia è quasi sconosciuta. Perché, dunque, questo aumento di casi di miopia?

A causa della combinazione di due elementi: da un lato il comportamento acquisito negli anni, cioè la necessità di vedere sempre meglio da vicino e la non utilità del vedere da lontano (che in passato era necessaria per la caccia e la sopravvivenza). Quindi la combinazione di fattori “genetici” abbinata al comportamento costante di guardare da vicino hanno portato a questa evoluzione. Probabilmente il nostro corpo sta accettando l’idea che è meglio vedere da vicino piuttosto che da lontano. Sembra una sorta di adattamento darwiniano. E in questo entra in gioco anche l’utilizzo di dispositivi come iPhone, iPad, giornali, libri, quaderni… Ma oltre ai primi anni di scuola, un altro periodo delicato per la miopia è il periodo puberale dove la miopia può aumentare maggiormente.

Ci siamo chieste: esistono rimedi per rallentare la miopia? Sì, esistono, ma non per farla regredire. E questo metodo per rallentarla è l’utilizzo di un collirio all’atropina. Alcuni ricercatori di Singapore hanno dimostrato che a dosi diluite l’atropina riesce a controllare il difetto, poiché stimola la produzione di dopamina, che a sua volta irrigidisce l’occhio e ne diminuisce la deformazione dovuta alla miopia.

Un altro studio ha dimostrato invece che le attività all’aria aperta sono un rimedio al peggioramento della miopia. Le passeggiate all’aria aperta nei boschi permettono un importante rilassamento dell’occhio che porta al contenimento della miopia.
Quindi la combinazione dell’assunzione di atropina e di attività all’aria aperta possono aiutare a contenere la miopia. In alternativa, è possibile utilizzare delle lenti semirigide che tengono sotto controllo il problema. In tutti i casi è comunque sempre opportuno fare riferimento al proprio medico oculista.

Ma quindi, quando è giusto fare i controlli alla vista dei nostri bambini? Gli esperti invitati da GrandVision Italy consigliano queste 3 tappe: la prima visita, successiva a quella che viene di default effettuata alla nascita, a 3 anni (in modo da individuare anche possibili difetti di vista come l’occhio pigro, grazie all’esame delle ombre) e la seconda (se tutto va bene) a circa 5/6 anni, così da fare un ulteriore controllo nel periodo prescolare. Le successive al bisogno e secondo le indicazioni del medico.

Nel periodo scolastico, poi, il consiglio è anche quello di ascoltare ciò che invitat il bambino ed eventualmente pianificare un controllo. Perché i segnali che indicano i difetti della vista possono arrivare direttamente da lui: può dire di fare fatica a vedere in ambienti semi bui; continua a strizzare gli occhi; dice di non vedere bene la lavagna; il sesto senso dei genitori e l’attenzione alle parole dei bambini devono quindi essere tenuti in conto.

Nel caso in cui siamo davvero in presenza di un difetto visivo, l’oculista saprà consigliare la via giusta. Ma non preoccupatevi se non dà subito un occhiale: la prescrizione dell’occhiale ora è meno aggressiva. Se il difetto è banale, può essere trascurato. Quindi se sentiamo che nostro figlio ha uno 0,5 di miopia non allarmiamoci se non viene messo un occhiale, perché non è un difetto invalidante. E poi l’occhio è un organo accomodante: tende cioè ad abituarsi a minori stimoli/sollecitazioni se viene assecondato. Quindi per difetti così piccoli, meglio evitare l’occhiale.

Ma ora passiamo alle patologie comportamentali e della vista, ovvero le risposte degli esperti invitati da GrandVision Italy alle domande che ogni mamma si fa pensando alla vista del proprio bambino.

Ipermetropia e iperattività sono collegati?

La risposta è semplice. No!

È possibile che la difficoltà a concentrarsi sia riconducibile alla vista?

Un bambino che ha un deficit di attenzione deve fare sempre un controllo oculistico, perché se avesse un vizio visivo rilevante, potrebbe isolarsi nel suo mondo non essendo possibile per lui vedere bene la lavagna e quindi essere erroneamente considerato un bambino con difficoltà di concentrazione.

Come fare a capire se un bambino ha problemi di vista in base a come tiene il quaderno a scuola? Perché mio figlio è sempre tutto storto sui libri…

La postura sul banco non indica nessun collegamento con problemi di vista, ma se la testa è sempre inclinata allo stesso modo a dispetto delle attività svolte. si deve fare una visita dall’oculista, anche se i bambini sono anarchici posturali, li potrete trovare in posizioni assurde anche solo per vedere la televisione senza che questo si associ a problemi. Stanno sperimentando e conoscendo il mondo e va bene così.
Legato a questo tema si può incorrere in qualche specialista che suggerisce della ginnastica oculare che però noi specialisti troviamo inutile e impossibile da fare. Non è possibile fare muovere singolarmente i muscoli oculari di un occhio e non è sano sottoporre il bambino a questa attività artificiosa

Quali consigli date se il bambino si vergogna a mettere gli occhiali?

Bambini che oggi soffrono per il fatto di dover portare gli occhiali non ci sono quasi più, ma solitamente se il bambino si vergogna degli occhiali è perché alla sua stessa mamma non piace che abbia gli occhiali. In età 6-9 anni il bambino vive molto di riflesso rispetto alla mamma. Forse la mamma può percepire gli occhiali come elemento esterno al viso del figlio, come oggetto estraneo e quindi non le piace il fatto di non vedere bene il viso del proprio figlio. Oppure può pensare che portare gli occhiali sia sinonimo di “difetto fisico”. Ma non è così, bisogna percepire il difetto visivo non come “difetto” ma come una caratteristica del proprio bambino. Come avere gli occhi azzurri o neri. Come il fatto di essere alto o basso. Se la mamma dice “ti stanno bene!”, il bimbo penserà che gli occhiali gli donano. Un altro consiglio è quello di proporre in alcuni casi lenti a contatto, perché ormai sono sicure e adatte ad ogni età.

Quindi le lenti a contatto possono essere utilizzate anche dai bambini?

Le lenti a contatto si possono mettere anche da piccoli, a partire dai 6/7 anni, età nella quale i bambini sono già in grado di gestire il mettere/togliere le lenti. L’utilizzo delle lenti a contatto è consigliato per chi, ad esempio, fa attività sportiva. I bambini più piccoli, invece, accettano volentieri le lenti a contatto purché sia la mamma a metterle, perché in questo modo si crea un momento intimo tra mamma e bimbo.

Quanto sono importanti gli occhiali da sole per i bambini?

Molto, perché prevengono e aiutano a prevenire la maculopatia o le altre patologia associate all’invecchiamento. Ormai l’aspettativa di vita degli esseri umani è di 80/90 anni, dunque bisogna prevenire e diminuire le possibilità che si possano sviluppare certe tipologie di malattie da invecchiamento.
Un po’ come l’attenzione per le scottature e la pelle esposta al sole, che aumenta le possibilità di avere un melanoma.

Altre caratteristiche che devono avere le lenti degli occhiali da vista e da sole:
- I Raggi ultravioletti nella vita quotidiana sono quelli che impattano maggiormente.
- Esistono vari tipi di lenti e dobbiamo essere informati per poter scegliere quelle giuste.
- Le lenti 0 sono lenti bianche che trasmettono tutto
- Le lenti 4 sono lenti più scure che filtrano più raggi
Le lenti degli occhiali hanno 2 classi di protezione dai raggi UVA
Classe 1 con filtro al 99%
Classe 2 con filtro al 95%

Quando acquisto un occhiale:
- Deve essere marchiato CE, sia la lente che la montatura
- Evitiamo di comprare articolo non certificato
- Chiediamo sempre la “dichiarazione di identità”

Quando si deve acquistare un occhiale che caratteristiche deve avere per essere adatto ai bambini?

Non puntiamo su montature modaiole solo perché piacciono, ma valutiamo se sono adatte al proprio bambino dal punto di vista fisico/ergonomico (non estetico)
Nella scelta della montatura è importante porre attenzione al ponte dell’occhiale che deve essere all’altezza del centro dell’anello dell’occhiali, altrimenti gli occhiali poggiano sulle guance del bambino. Se l’occhiale è troppo grande e non poggia correttamente sul naso, l’occhiale tende a scendere/cadere dal naso.
- Il ponte dell’occhiale deve assecondare la forma del naso, quindi meglio evitare gli occhiali con naselli
La montatura deve essere a prova di bambino, quindi NO agli occhiali con montatura invisibile
La montatura deve essere il più leggera possibile per evitare appesantimenti sulla struttura nasale ossea, che non è ancora definitiva
Le lenti non devono essere in vetro ma in policarbonato, 500 volte più resistenti
Le lenti devono essere anti graffio, perché ne va della qualità visiva
La lente, se possibile deve essere trattata con trattamento indurente e antiriflesso

 

Giulia Mandrino

Fare i nonni allunga la vita

Giovedì, 20 Settembre 2018 09:01

I nonni sono qualcosa di così prezioso da non essere quantificabile. Non solo a livello pratico (i genitori che li hanno vicini sanno cosa vuol dire poter contare su un aiuto da parte dei nonni), ma soprattutto affettivo: un nonno è una figura imprescindibile, favolosa, amorevole e fondamentale per la crescita.

Ma i benefici non li ricevono solo i bambini e i genitori: anche gli stessi nonni possono dire di essere fortunati a ricoprire questo ruolo! Già, e non solo perché, a detta loro, fare il nonno è di gran lunga meglio del fare il genitore! Ma anche perché una recente ricerca ha rivelato che i nonni che si occupano dei nipotini vivono una vita più lunga.

Fare i nonni allunga la vita: una ricerca rivela come i nonni che si occupano dei nipotini vivano una vita più lunga

Sono moltissimi i nonni che si prendono cura dei loro nipoti. Sono insostituibili, per i genitori che in questo modo possono fare affidamento su di loro e per i bambini, che si godono questa figura favolosa, un super genitore (perché anche loro sono genitori a loro volta!) che li ama sopra ogni cosa.

Ora uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Evolution and Human Behavior” mostra come il prendersi cura dei nipoti abbia dei benefici anche sulla salute. I nonni che fanno da “babysitter” (parola in realtà poco adatta, perché sono molto più che semplici babysitter!) allungano infatti la propria vita.

Lo studio è partito dall’analisi dei dati raccolti nel corso di vent’anni dall’istituto tedesco “The Berlin aging study”, che ha tracciato la salute di 500 individui dai 70 anni in su, e ha rivelato che i nonni che si prendono cura dei loro nipoti (o gli anziani che si prendono cura di un bambino o di altre persone, nipoti o meno) vivono più a lungo rispetto a quelli che, al contrario, non lo fanno. In altre parole, prendersi cura dei nipotini aumenta l’aspettativa di vita.

Le motivazioni sono semplici: per un nonno, prendersi cura di un nipote significa continuare a fare una vita attiva anche durante gli anni dell’anzianità. Per invecchiare bene, una persona ha bisogno di rimanere attiva fisicamente, mentalmente e socialmente, rilasciando lo stress accumulato, e un nipotino ti permette tutte queste cose, richiedendo un sacco di (piacevole) sforzo.

Dall’altro lato, però, c’è un’insidia. Le persone che nel corso della loro vita si sono dedicate alla cura delle altre persone hanno in realtà un’aspettativa di vita minore, a causa dello stress accumulato e della fatica provata, soprattutto nel caso di individui già affetti da depressione e ansia cronica. E questo potrebbe ricadere anche sui nonni, nel momento in cui gli si lascino i bambini per troppo tempo e con troppe responsabilità. Questo accade nel momento in cui i bambini vengono lasciati per la maggior parte del tempo ai nonni, lasciando loro l’intera educazione dei nipoti.

Questo significa che bisogna, come in tutto, trovare un equilibrio. Perché, non bisogna nemmeno dirlo, la casa dei nonni non è un albergo. Perché non possiamo pretendere che sostituiscano un genitore (se non nei casi eccezionali nei quali questo sia inevitabile).

Per concludere: lasciare che i bambini passino del tempo con i nonni è fondamentale: dà loro un’emotività più stabile e il supporto è innegabile. E allo stesso tempo è benefico per i nonni, che riducono il proprio stress (collegato al rischio di morte). Lasciamo che questo accada, bilanciando bene il tempo e tenendo sempre a mente la preziosità del loro aiuto!

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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