Il "5 Maggio" spiegata ai bambini

La poesia è una disciplina affascinante che porta con sé numerosi risvolti benefici, anche per i bambini, dato che - tra le altre cose - rende più intelligenti.

Introdurre i bambini alla poesia fin da quando sono piccoli è quindi assolutamete consigliato. Se inizialmente si possono proporre filastrocche e poemetti in rima (da imparare a memoria o da scrivere inventandoli), via via che i bambini crescono ci si può avventurare in poesie e poemi più complicati, a seconda del grado di interesse.

E quando si arriva a parlare di Giacomo Leopardi, inevitabile è parlare del "Cinque Maggio", una delle sue poesie più note e studiate. È vero: non è semplice. Ma spiegare il "5 maggio" ai bambini è possibile e qui vi lasciamo una spiegazione e una parafrasi che rendono tutto più semplice.

Chi era Giacomo Leopardi

Prima di addentrarsi nella poesia vera è propria, è utile parlare del poeta che l'ha composta.

Giacomo Leopardi era un famoso poeta italiano che ha vissuto nel diciannovesimo secolo. È conosciuto per le sue poesie che parlano di emozioni profonde e della natura.

Leopardi era anche uno studioso e un filosofo, e ha scritto saggi su vari argomenti. Ha avuto una vita difficile a causa della sua salute precaria e dei suoi sentimenti di tristezza e solitudine. Tuttavia, le sue opere sono ancora molto ammirate per la loro bellezza e profondità.

Leopardi è considerato uno dei più grandi poeti della letteratura italiana.

A chi è dedicata "Il Cinque Maggio"

Il "Cinque Maggio" o "5 maggio" che dir si voglia è una poesia che celebra la figura di Napoleone Bonaparte e riflette sul destino umano e sulla fugacità della grandezza.

Leopardi ha scritto questa poesia per commemorare la morte di Napoleone, avvenuta il 5 maggio 1821, ed è un omaggio alla memoria dell'imperatore, dato che ricorda tra le cose anche le gesta compiute durante la sua vita.

Chi era Napoleone

Napoleone Bonaparte è stato un famoso generale e leader politico francese che ha vissuto nel XVIII e XIX secolo. È diventato famoso per le sue abilità militari e per aver conquistato molte terre in Europa.

Napoleone è salito al potere in Francia dopo la Rivoluzione Francese ed è diventato imperatore nel 1804. Durante il suo regno, ha introdotto molte riforme politiche e legali, come il Codice Napoleonico, che hanno avuto un impatto duraturo sulla Francia e su molte altre nazioni. Tuttavia, le sue ambizioni di dominio hanno portato a molte guerre e conflitti in Europa. Alla fine, è stato sconfitto e esiliato sull'isola di Sant'Elena, dove è morto nel 1821.

Napoleone è considerato uno dei più grandi leader militari della storia.

La poesia

Prima di procedere con la spiegazione, ecco il componimento:

Ei fu. Siccome immobile,
       dato il mortal sospiro,
       stette la spoglia immemore
       orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
       la terra al nunzio sta,
       muta pensando all’ultima
       ora dell’uom fatale;
       né sa quando una simile
orma di piè mortale
       la sua cruenta polvere
       a calpestar verrà.
       Lui folgorante in solio
       vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
       cadde, risorse e giacque,
       di mille voci al sonito
       mista la sua non ha:
       vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
       sorge or commosso al subito
       sparir di tanto raggio;
       e scioglie all’urna un cantico
       che forse non morrà.
Dall’Alpi alle Piramidi,
       dal Manzanarre al Reno,
       di quel securo il fulmine
       tenea dietro al baleno;
       scoppiò da Scilla al Tanai,
dall’uno all’altro mar.
       Fu vera gloria? Ai posteri
       l’ardua sentenza: nui
       chiniam la fronte al Massimo
       Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
       più vasta orma stampar.
       La procellosa e trepida
       gioia d’un gran disegno,
       l’ansia d’un cor che indocile
serve pensando al regno;
       e il giunge, e tiene un premio
       ch’era follia sperar;
       tutto ei provò: la gloria
       maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
       la reggia e il tristo esiglio;
       due volte nella polvere,
       due volte sull’altar.
       Ei si nomò: due secoli,
l’un contro l’altro armato,
       sommessi a lui si volsero,
       come aspettando il fato;
       ei fe' silenzio, ed arbitro 
       s’assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell’ozio
       chiuse in sì breve sponda,
       segno d’immensa invidia
       e di pietà profonda,
       d’inestinguibil odio
e d’indomato amor.
       Come sul capo al naufrago
       l’onda s’avvolve e pesa,
       l’onda su cui del misero,
       alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
       prode remote invan;
       tal su quell’alma il cumulo
       delle memorie scese!
       Oh quante volte ai posteri
narrar sé stesso imprese,
       e sull’eterne pagine
       cadde la stanca man!
       Oh quante volte, al tacito
       morir d’un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
       le braccia al sen conserte,
       stette, e dei dì che furono
       l’assalse il sovvenir!
       E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
       e il lampo de’ manipoli,
       e l’onda dei cavalli,
       e il concitato imperio,
       e il celere ubbidir.
Ahi! Forse a tanto strazio
       cadde lo spirto anelo,
       e disperò; ma valida
       venne una man dal cielo
       e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
       e l’avviò, pei floridi
       sentier della speranza,
       ai campi eterni, al premio
       che i desideri avanza,
dov’è silenzio e tenebre
       la gloria che passò.
       Bella Immortal! benefica
       Fede ai trionfi avvezza!
       scrivi ancor questo, allegrati;
 ché più superba altezza
       al disonor del Golgota
       giammai non si chinò.
       Tu dalle stanche ceneri
       sperdi ogni ria parola:
 il Dio che atterra e suscita,
       che affanna e che consola,
       sulla deserta coltrice
       accanto a lui posò.

La parafrasi

Napoleone è morto. Come se fosse una statua, senza più respiro, giace la sua spoglia senza vita, abbandonata dallo spirito che lo animava. La terra sembra sorpresa e silenziosa, pensando alla fine di questo uomo importante.

Napoleone, una volta potente e rispettato, ora è immobile e silenzioso. Durante la sua vita, ha conquistato molte terre e ha comandato molti soldati. Ma ora, la sua presenza è svanita e nessuna voce lo loda o lo critica.

Durante la sua vita, Napoleone ha vissuto momenti di gloria e di sconfitta. Ha conosciuto la gioia di vincere e il dolore della sconfitta. Ha governato con potere e ha conosciuto l'esilio. Ma alla fine, è morto, e il suo destino è nelle mani dei posteri.

Leopardi riflette sulle emozioni contrastanti che la vita di Napoleone ha suscitato. La sua grandezza ha ispirato ammirazione e invidia, ma anche pietà e tristezza. Ora che è morto, le sue gesta sono ricordate solo dalle pagine della storia.

Il poeta invoca la Fede, sperando che le parole negative riguardanti Napoleone siano dimenticate. Riposa in pace, Napoleone, perché anche se hai avuto momenti di gloria e di sconfitta, il tuo spirito è ora accanto a Dio.

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Sara

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Cecilia

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