Per sviluppare l’intelligenza è meglio scegliere i giocattoli “di una volta” 

Erano più semplici, senza tanti fronzoli. Eppure stimolavano molto di più la fantasia, la creatività e le competenze di base. Un paradosso? No. I giocattoli educativi e quelli di una volta a quanto pare sono la scelta migliore che possiamo fare per i nostri bambini e le nostre bambine, perché per quanto i nuovi giocattoli tecnologici promettano di stimolare al meglio lo sviluppo cognitivo, certi gesti restano il modo migliore per crescere e sviluppare la propria intelligenza.

Quali sono i giocattoli di una volta

Quando parliamo di giocattoli tradizionali parliamo soprattutto dei giocattoli in legno, delle bambole di pezza, delle palline di gomma, delle costruzioni, dell’argilla da modellare, dei pastelli… Insomma, di tutti quegli oggetti semplici e immediati, a misura di bambino, che grazie alle loro caratteristiche ludiche stimolano i bambini al gioco lasciando tuttavia spazio per metterci del proprio.

Sono i giocattoli che costano meno, peraltro, e che non prevedono né troppe parti in plastica, né apparati tecnologici sofisticati e complicati, colorati e luccicanti. 

Perché i giocattoli semplici sono il meglio

Rispetto ai giocattoli tecnologici, luminosi e iperstimolanti, i giocattoli più semplici, quelli di una volta, sostanzialmente non guidano il bambino, ma si lasciano guidare. In altre parole, con i giocattoli in legno, in stoffa o in materiali naturali i bambini e le bambine comandano il gioco, lo inventano e lo sviluppano, senza regole ferree imposte dalla specifica funzione di un giocattolo pensato solo per una particolare attività.

A dirlo è la psicologa dello sviluppo Kathy Hirsh-Pasek della Temple University, secondo cui i bambini e le bambine di base sono dei problem-solver creativi, degli esploratori atterrivi: lasciare che sguinzaglino la propria fantasia per giocare con giocattoli semplici è dunque una buona scelta. Le conseguenze? I bambini e le bambine non lasceranno semplicemente che il giocattolo “riempia” loro la testa, ma impareranno direttamente sul campo, agendo e mettendosi in gioco.

Dove trovare giocattoli di questo tipo? Ad esempio, su due siti web del network Sherwood Store, Giochinlegno.it e Mylearningtower.com. Network che ci piace anche perché porta avanti un progetto molto importante: il 5% del fatturato viene devoluto a progetti educativi per bambini, mentre un altro 5% alla piantagione di nuovi alberi.

Sicurezza e parità di genere: ciò che mancava ai giocattoli di una volta è oggi realtà

Certo, anche i giocattoli di una volta avevano qualche difetto, ma possiamo migliorarli. Prima di tutto, la sicurezza: oggi i giocattoli in legno che prendono spunto dai giochi tradizionali sono molto più sicuri di quelli di una volta e non dobbiamo quindi preoccuparci di nulla.

E poi possiamo finalmente eliminare la distinzione “giochi da maschio” e “giochi da femmina”. Se le bambole in tela erano esclusivamente per le bambine e le ruspe in legno solo per i bambini, oggi è risaputo che non esistono gusti in base al genere e che, soprattutto, lasciare liberi i bambini e le bambine di giocare con ciò che vogliono è educativo e importante.

E non solo per l’empowerment femminile: ormai, per fortuna, si è capito che lasciare giocare le bimbe con le costruzioni, le ruspe e le palle da calcio sia normale e fondamentale per fare loro capire, crescendo, che non ci sono lavori da uomini e da donne, e che le competenze personali sono quello che contano. Ciò su cui bisogna spingere è lasciare che i bambini maschi giochino con ciò che vogliono. C’è infatti ancora moltissima resistenza, a causa della mascolinità tossica in cui la nostra società è immersa. Eppure giocare con le bambole è fondamentale per crescere adulti in grado di prendersi cura degli altri e per instillare il senso paterno e materno, e allo stesso tempo giocare con le costruzioni e le macchinine è necessario per sviluppare al meglio senso spaziale e scientifico (come spiega la professoressa Judith Elaine Blakemore). Sia per i maschi, sia per le femmine. E questo è solo un esempio.

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Sara

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Cecilia

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