Come rendere l’estate dei preadolescenti meno noiosa

Non sono ancora adolescenti, non sono più bambini. Sono in un limbo. E questo significa che anche noi lo siamo! Perché i preadolescenti non hanno ancora la propensione all’indipendenza dei loro colleghi più grandicelli, ma non hanno nemmeno più l’esigenza di stare con noi ad ogni minuto. Questo si traduce in uno stato di eterna insoddisfazione, di incertezza sul da farsi e di voglia di fare che anche loro non sanno identificare al meglio.

In altre parole? L’estate dei preadolescenti solitamente sta in bilico tra la noia assoluta e la voglia di fare. Soprattutto quest’anno, il 2020, mentre fuori impazza una pandemia e non c’è moltissimo da fare.

Ecco quindi qualche idea per combattere la noia, alleandoci con i nostri figli preadolescenti per trasformare quest’estate in un momento da ricordare.

Come rendere l’estate dei preadolescenti meno noiosa: la noia può diventare stimolo per la creatività e per inventare attività di famiglia

Innanzitutto, mettiamoci nei panni dei nostri figli. Essere preadolescenti, ovvero avere tra i 10 e i 12 anni suppergiù, è un momento strano. È un’età bizzarra, fatta di incertezza e cambiamenti. E provare noia è normale. Perché la noia non è semplicemente un “non sapere cosa fare”, ma è una combinazione di emozioni e di voglie che si sovrappongono e si accumulano, facendo sentire i nostri figli bloccati in un limbo nel quale non possono esprimere le loro passioni e i loro interessi.

La prima cosa da fare, quindi, è parlare, chiedendo esplicitamente ai nostri figli, con un po’ di entusiasmo, cosa andrebbe loro di fare. Esatto: a volte basta chiedere: “Cosa avresti voglia di fare in questo momento?”. La prima reazione? Certo, è la faccia sofferente alla quale segue un classico “Non lo sooooo”. Aiutiamo quindi i nostri ragazzi: “Qual è la prima cosa che ti viene in mente senza pensare?”.

Potrebbe essere giocare ai videogiochi o guardare la tv. Che non è esattamente educativo, ma è un primo passo. E per renderlo educativo possiamo giocare insieme a loro o guardare il film insieme.

La seconda volta scegliamo qualcosa noi e coinvolgiamo i nostri figli. La terza, dovranno scegliere qualcosa loro, evitando ciò che si è fatto la prima volta (ed evitando, in generale, il guardare la tv o YouTube passivamente: andava bene la prima volta per creare il mood di complicità, ma è meglio puntare su altro!).

Volete qualche idea? Si potrebbe guardare e sistemare le fotografie di famiglia negli album; si potrebbe uscire a fare una passeggiata in un posto interessante nel quale non si è mai andati; si potrebbe scegliere un prato per prendere il sole e leggere; si potrebbe invitare gli amici per un pigiama party; si potrebbe giocare ad un gioco in scatola, fare una caccia al tesoro, provare a costruire un robot, sistemare il giardino, fare l’orto, tenere un diario…

Altra regola, tuttavia, è abbracciare la noia, perché è proprio attraverso la noia che i nostri figli sviluppano creatività e capacità importanti come il problem-solving. Lasciamo quindi che i nostri figli, almeno una volta al giorno, si annoino. È proprio durante le attività di noia, quelle meccaniche in cui la mente vaga, che le idee nascono, che i pensieri si rincorrono e che le menti riflettono. Quando camminiamo da soli, ad esempio, oppure quando stiriamo, quando laviamo i piatti, quando leggiamo svogliatamente una rivista…

E cosa fare quando (INEVITABILMENTE!) si lamentano della noia? In quel caso, evitiamo di obbligarli a fare qualcosa. Condividiamo invece la nostra esperienza, svelando ciò che fa stare bene noi quando ci annoiamo. Un libro? Fare le faccende? E loro cosa farebbero? In questo modo gli occhi di certo si alzeranno al cielo nella loro tipica espressione infastidita, ma non si arrabbieranno e non alzeranno la voce sfidandoci come al solito, perché stavolta non avremo imposto qualche regola né li avremo obbligati a fare qualcosa! Insomma: non possono arrabbiarsi con noi, no?

E per rendere il tutto più interessante e allo stesso tempo educativo e healthy, facciamo sì che anche l’ambiente attorno suggerisca loro attività sane e stimolanti. Togliamo per un paio di mesi Netflix, spegniamo i tablet, togliamo il junk food dalla dispensa. Mettiamo bene in vista, invece, della frutta, rispolveriamo il vecchio giradischi, disseminiamo la casa con giochi in scatola e scacchi, gonfiamo le ruote delle bici in garage in modo che siano sempre pronte, lasciamo i libri più appassionanti in giro per casa pronti per essere acciuffati dai ragazzi in un momento di noia… Insomma: teniamoci pronti a tutto, stimoliamo i nostri ragazzi anche indirettamente e godiamoci un’estate fatta sì di noia, ma anche di bellezza.

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Sara

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Cecilia

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