Il futon per bambini, quando cultura montessoriana e giapponese s’incontrano

È un dato di fatto: in moltissime culture orientali o diverse dalla nostra, i bambini sono soliti dormire con i genitori. Si chiama co-sleeping, e in Giappone è diffusissimo. Anzi, potremmo dire che sia la normalità. Mamme e papà sono soliti dormire con i loro bambini fino a che non nasce un secondo o un terzo figlio. I più grandi, quindi, per fare spazio al più piccolo si spostano, ma continuano a dormire con qualcuno della famiglia, che sia il papà, il nonno o la nonna. Non lo fanno per mancanza di spazio o povertà, perché anche quando le stanze sono grandi e le possibilità ci sono (e cioè nella maggior parte dei casi) mantengono questo uso. Semplicemente, è così.

Noi occidentali, insomma, promuoviamo l’indipendenza (anche fisica e affettiva), mentre in Giappone il senso di famiglia e affetto è radicato e promosso. Ecco perché se noi chiamiamo “bamboccioni” i figli che stanno in casa dopo i 25 anni, per loro invece è normale, sano e auspicabile: è amore, è attaccamento alla famiglia.

Dall’altra parte, i giapponesi sono abituati comunque a spronare i propri figli all’indipendenza. Non è un’ossimoro: in casa e in camera da letto praticano la vicinanza, il contatto e l’affetto fisico ed emozionale profondo (ma mai abbracciandosi!), ma fuori insegnano subito ai bambini come vivere la vita. Ecco perché in metropolitana o sugli autobus si vedono bimbi di cinque anni da soli andare verso la scuola con i loro zainetti colorati.

Detto questo, in Giappone hanno anche un’altra tradizione bellissima, che è quella di dormire sui futon. Sì, i bambini stanno nel centro mentre mamma e papà stanno ai lati. In ogni caso, co-sleeping o non co-sleeping, il futon è un elemento d’arredo molto intelligente, comodo e affascinante. Perché quindi non sceglierlo per noi, ma soprattutto per i nostri figli?

Il futon per bambini, quando cultura montessoriana e giapponese s’incontrano: scegliere un futon per favorire il co-sleeping, per aiutare i bambini a raggiungere la sana indipendenza e per portare un po’ di cultura orientale nella nostra casa

Ciò che conta, va detto, è una sola cosa: non c’è un modo sbagliato di dormire, non c’è un modo errato di crescere i figli. C’è chi si sente a proprio agio con il co-sleeping, chi non riesce proprio, fisicamente e psicologicamente. La cosa migliore e più giusta da fare, quindi, è seguire il proprio istinto e la propria natura, scegliendo di dormire come più ci viene naturale, per noi, per la nostra famiglia, per la coppia e per i bambini.

Il futon, in entrambi i casi è una scelta davvero comoda e naturale. Se, come i giapponesi, siamo una famiglia che pratica il co-sleeping, non c’è una struttura letto più adatta, essendo bassa e larga e quindi comodissima per dormire in più persone. Proprio come i genitori giapponesi, anche noi potremmo dormire sui futon con i nostri bambini al centro, ricordando l’ideogramma che recita “fiume”, con due stanghette più lunghe ai lati e una più corta nel mezzo (川).

Dall’altra parte, se il nostro bambino dorme già da solo e se stiamo pensando di adottare in cameretta la pedagogia di Maria Montessori, sappiamo che il futon ricalca esattamente i precetti e le regole stilate dalla pedagogista italiana: il lettino dei bambini dovrebbe infatti essere basso e lineare, comodo, per poter permettere al bambino di muoversi su e giù in libertà, per stimolare in lui il senso di indipendenza e permettergli di sperimentare ciò che può quando vuole. Scendere e salire dal letto da soli è infatti uno dei primi passi verso quell’autonomia che gli servirà moltissimo per imparare nuove cose e per muoversi nel mondo.

Se ci pensiamo, il lettino o il futon montessoriano non sono però nemici del co-sleeping: anche se infatti la nostra cultura occidentale si strugge ancora per accettare il dormire insieme in famiglia, e anche se facciamo fatica a farlo (nonostante la volontà di provare questa pratica!), nessuno vieta e nessuno punta il dito contro il fatto che i bambini, com’è naturale che sia, spesso la notte si sveglino e capitino nel lettone dei genitori. Con un lettino basso come un futon questo gli risulterà più semplice sin dai primi passi, evitando cadute dal letto.

Insomma, il futon è praticamente sempre una buona idea. Anche per il fatto che è costruito in maniera naturale e che i materassi seguono sempre rigide regole qualitative che conciliano il sonno e lo rendono comodo e sicuro. “Futon” in giapponese significa infatti proprio “materasso arrotolato”, quindi anche se pensiamo subito al letto completo, in realtà ci stiamo riferendo al materasso, che è la parte più importante del letto, quella che condiziona il nostro dormire e il nostro fisico.

Optando quindi per aziende che si concentrano sulla qualità dei futon, possiamo scegliere di mettere nella cameretta dei bambini questo tipo di letto, al posto delle solite strutture pesanti e ingombranti. Già, perché un altro punto a favore del futon è il fatto che sia flessibile, comodo da spostare e leggero. Per fare un letto-futon basta infatti questo materasso arrotolabile (che è possibile piegare a metà in modo da realizzare un divanetto), corredandolo o meno con un tatami, la tipica stuoia bassa giapponese che riveste i pavimenti delle case che è utilizzata anche come base del letto.

Noi abbiamo scoperto, in linea con la nostra filosofia di vita bio e rispettosa, i futon di Vivere Zen: ci piacciono moltissimo perché sono realizzati in materiali naturali (con tre strati di puro cotone cardato abbinato a lattine o fibra di cocco) e perché assorbono l’umidità, fanno traspirare il corpo e mantengono il caldo in inverno e il fresco in estate. Non ci sono parti metalliche, e quindi sono sicurissimi per tutte le stanze della casa, ma soprattutto sono elastici ed ergonomici come nella migliore tradizione giapponese. In generale, l’azienda propone lettini montessoriani abbinandoli sempre ai prodotti di tradizione giapponese: un’accoppiata certamente vincente che non potrebbe piacerci di più. E che noi completeremo sicuramente con i piumini in mais e cotone per bambini, per inverni caldi ma traspiranti.

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Per realizzare un ambiente dal calore orientale, quindi, possiamo scegliere i loro futon (presenti in tantissime dimensioni, in modo da scegliere quella più adatta a noi e ai nostri figli) abbinandoli ai tatami dai diversi spessori, mettendoli in cameretta e utilizzandoli sia come lettini per i bambini sia come divanetti all’occorrenza. Sono comodissimi, oltre che bellissimi da vedere, igienici, elastici e sicurissimi.

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Di giorno, poi, avere il futon è fichissimo, poiché oltre a farlo diventare un divanetto possiamo sempre arrotolarlo in maniera super veloce e lasciare il tatami sul pavimento, utilizzandolo come tappetone per il gioco.

Non solo: sono un’ottima soluzione per le stanze per gli ospiti e per i pijama-party dei bambini; e poi li si rinfresca in un attimo, stendendoli sul davanzale delle finestre.

Molti benefici e apparentemente zero svantaggi (sarebbe solo meglio avere il legno a terra, e non la ceramica; ma basta coprirsi un po’ di più per non sentire il freddo!). Il futon per bambini è una scelta consapevole, sicura, stilosa e naturale, e il co-sleeping, come il dormire all’occidentale (con un pizzico di giapponesità!), non ne possono che uscire con numerosi vantaggi.

 Giulia Mandrino 

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