"Credevo che...": le considerazioni dopo un anno di pandemia

Credevo che le scuole chiudessero per poco tempo. Che stare chiusi in casa fosse solo una seccatura. Che l'emergenza rientrasse dopo qualche settimana. E invece... Ogni genitore, tra il 2020 e il 2021, ha dovuto ricredersi, risettarsi, riallinearsi, rimettersi in gioco.

Ecco tutto ciò che credevamo durante i primi giorni della pandemia, quando il Covid era una parola nuova e si diceva ancora "epidemia". È stato un anno difficile, che ci ha sconvolto, che ci ha insegnato e che ci ha fatto riscoprire la famiglia.

Credevamo che la scuola chiudesse per poco tempo

A fine febbraio 2020 sembrava quasi una precauzione, e non una misura necessaria. Si pensava che le scuole chiudessero per riaprire dopo pochi giorni, al massimo poche settimane. Sì, hanno riaperto, ma la Didattica a Distanza è ormai consolidata, i periodi a casa non sono ancora finiti e i bambini hanno dovuto abituarsi a un nuovo modo di andare a scuola. Sarà ancora lunga, a quanto pare. E noi che credevamo durasse pochi giorni...

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Credevamo che l'isolamento fosse solo negativo

Sì, è difficilissimo e ci segnerà a vita, ma abbiamo scoperto che stare a casa in famiglia non è così catastrofico. Abbiamo scoperto che cucinare insieme è divertente, che le routine sono fatte per essere stravolte e ricostruite, che le giornate in famiglia sono piacevoli, se le prendiamo per il giusto verso. Sì, i momenti no e le difficoltà sono all'ordine del giorno, ma abbiamo anche scoperto che guardare il lato positivo è necessario, altrimenti è la fine.

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Credevamo di dover stravolgere la nostra vita

E così è stato. Ma abbiamo anche capito che la nostra vita è nostra, che la stravolgiamo o che la manteniamo sempre uguale a se stessa. Perché chiusi o aperti, dobbiamo vivere con noi, con la nostra famiglia, e quello non cambia. Cambiamo noi e cambia il modo in cui affrontiamo le giornate.

Credevamo che tutto passasse in poche settimane

Ma quanto ancora manca, in realtà? Probabilmente più di quanto crediamo, sicuramente più di quanto speriamo. Perché finché il virus non sarà debellato, la nostra vita continuerà ad essere sconvolta e sottosopra. Ma ora sappiamo che c'è da mettersi il cuore in pace, impegnarsi per il bene comune e seguire le regole.

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Credevamo che tutto andasse bene...

Così non è stato. Per niente. Il virus ha ucciso tantissime persone, tantissimi cari. Ha spezzato famiglie. Ha lasciato a casa dal lavoro troppe persone. Ha tenuto chiusi in casa bambini e adolescenti privandoli della natura e della socialità. Ci ha relegato dietro agli schermi. No, non è andata bene. E dobbiamo sempre ricordarci di questo periodo. Ricordando, però, anche le opportunità che ci ha dato: l'opportunità di ripensare alla nostra vita, al nostro lavoro, alla nostra famiglia; l'opportunità di scegliere con chi passare il nostro tempo, capendo l'importanza degli affetti; l'opportunità di vivere con noi stessi, di leggere, di formarci, di scoprire cose piccole ma nuove.

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Credevamo, quindi, ma abbiamo dovuto ricrederci. Nel bene e nel male. Ma, ora, lasciateci sperare per un po' solo nel bene...

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Sara

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Cecilia

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