Gli scatti di crescita esistono: ecco come riconoscerli

Irrequietezza, pianti, stravolgimenti nella routine della nanna... Ad un certo punto, sono molti i genitori che si accorgono di questo cambiamento improvviso nel proprio neonato. Le cause naturalmente possono essere diverse, ma quando si tratta di neonati e lattanti dai 3 mesi circa in su, le probabilità che si tratti di uno scatto di crescita sono elevate.

Sì: i bambini crescono molto velocemente e questo può provocare sensazioni nuove che li scombussolano.

Ecco dunque come riconoscere gli scatti di crescita per gestirli e per affrontarli al meglio, e la loro correlazione con l'allattamento.

Cosa sono gli scatti di crescita

Gli scatti di crescita sono esattamente ciò che suggerisce il nome, ovvero accelerazioni in termini di crescita che avvengono solitamente durante il primo anno di età dei bambini e delle bambine. Non hanno, purtroppo, una durata definita: a volte persistono per un paio di settimane, altre volte passano nel giro di due giorni. 

L'impressione che i genitori potrebbero avere, è di non sapere più come gestire il bebè, non sapendo come rispondere alla sua irrequietezza che apparentemente non ha un senso preciso e immediatamente riconoscibile. 

La correlazione con l'allattamento: il bebè chiede più latte

Durnate gli scatti di crescita, alcuni bebè potrebbero richiedere più latte del solito, sconvolgendo la routine delle mamme che allattano al seno e dei genitori che allattano artificialmente. Sono però soprattutto le madri che allattano a provare la tensione maggiore: spesso non riconoscono lo scatto di crescita, si scoraggiano, temono di non avere abbastanza latte, si innervosiscono e abbandonano l'allattamento (soprattutto quando lo scatto dura a lungo, più di qualche giorno). In questo caso, il supporto del pediatra o della pediatra o di una figura professionale è essenziale. 

Come spiegano i pediatri di Uppa, in generale durante lo scatto di crescita è bene assecondare la richiesta di latte del neonato, sia al seno sia in formula (aumentando per i giorni dello scatto la quantità solita e tornando poi alle solite abitudini quando il bebè si calma e rallenta la frequenza delle poppate). Per capire che si tratta di richiesta di latte dettata dallo scatto di crescita e non di mancanza di latte, basta fare attenzione al pannolino: se la pupù è regolare, liquida e giallastra, e se le urine continuano ad essere piuttosto trasparenti, c'è da stare tranquilli.

Quando avvengono gli scatti di crescita

Tendenzialmente, gli scatti di crescita avvengono con alta frequenza durante il primo anno di vita, a partire dalle prime settimane e arrivando ai 12 mesi, ma continuano anche durante l'infanzia e l'adolescenza. Le sensazioni sono quelle di irrequietezza, dolori sparsi, stanchezza, aumento inspiegabile della fame e sonnolenza.

pexels-photo-3845342.jpeg

Se, tuttavia, per i neonati e i lattanti gli scatti di crescita sono regolari (avvengono più o meno a 3 settimane, 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi di vita), via via che i bimbi e le bimbe crescono questi scatti si fanno meno frequenti nel tempo, fino a scomparire con lo sviluppo.

I sintomi degli scatti di crescita

  • Quando i bebè dormono maggiormente durante il giorno e si svegliano più spesso la notte.
  • Quando chiedono (come scritto sopra) più latte.
  • Quando mostrano segni di irrequietezza, in particolare durante l'allattamento, piangendo anche più spesso.

Come affrontarli

Non c'è una regola precisa, ma la presenza della mamma e del papà è essenziale: i bambini e le bambine durante gli scatti di crescita hanno bisogno di rassicurazione, di presenza, di contatto... Lasciare che dormano insieme nel lettone è quindi conigliatissimo, così come l'utilizzo di marsupi e fasce per portare i bebè.

Anche assecondare la fame e i ritmi del sonno e della fatica è essenziale, per ascoltare il corpo e aiutarlo durante il cambiamento che sta affrontando.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Ti potrebbe interessare anche

Cos'è e come riconoscere lo spasmo affettivo nei bambini
La Sindrome di Cockayne: cosa c'è da sapere
Grotte di sale e bambini: benefici reali o suggestione?
Pelle del neonato a chiazze o marmorizzata? Ecco cosa significa
Eritema solare nei bambini: prevenirlo e curarlo
Sudamina e bambini: tutto ciò che c'è da sapere
L'emangioma infantile: cosa sono quei punti rossi sulla pelle dei bambini
Scoliosi nei bambini: i sintomi e la prevenzione
Baby Massage: i rischi degli oli per la pelle dei neonati
Gattonare: ma quando cominciano?
Anche i bambini soffrono d'ansia: come riconoscerla
Bronchiolite nei bambini: le nuove linee guida della Società Italiana di Pediatria

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg