Aerosol e bambini, un uso indiscriminato può essere dannoso

Avevamo già parlato di come in Italia i genitori si affidino troppo spesso all’aerosol per risolvere qualunque problema respiratorio dei propri bambini.

Un recente articolo apparso su Uppa approfondisce la questione, specificando quali siano i casi in cui effettivamente l’aerosol per bambini sia efficace e quando invece dovremmo fare un passo indietro e ricorrere ad altri metodi, per non rischiare effetti contrari a quelli desiderati e per non creare danni.

Aerosol e bambini, un uso indiscriminato può essere dannoso: quando l’aerosol è davvero efficace e quando invece dovremmo farne a meno

L’aerosol è semplicemente un dispositivo che permette di inalare un mix di aria e liquido in forma di microscopiche particelle, attraverso un macchinario che comprime questi elementi creando una nebbiolina da inalare attraverso una mascherina collegata ad un piccolo tubo. Lo conosciamo tutti, e spesso ci affidiamo ad esso quando i nostri bambini sono affetti temporaneamente da malattie infiammatorie dell’apparato respiratorio (tosse, raffreddore, muco, mal di orecchie…).

Ciò che spesso si ignora è che queste infiammazioni la maggior parte delle volte sono risolvibili semplicemente con pazienza, senza affidarsi ad alcuna terapia (sempre sotto consiglio del medico pediatra che ha in cura il bambino), oppure semplicemente fluidificando il muco attraverso del vapore acqueo (quindi dei suffumigi) o bevendo molta acqua. Ignorando questo fatto, i genitori tendono ad affidarsi all’aerosol praticamente sempre, ad ogni insorgenza di queste infiammazioni.

I casi in cui l’aerosol è efficace ed effettivamente necessario sono però soltanto due, ovvero l’asma bronchiale (per il fatto di fare arrivare in fretta il farmaco nei bronchi del bambino, che guadagna un sollievo immediato) e la laringite acuta, detta anche croup.

Utilizzare l’aerosol a sproposito, però, non è consigliabile. Primo perché non è efficace se non nei casi citati, e secondo perché potrebbe addirittura risultare dannoso. Ma facciamo un passo indietro, perché capendo come funziona questa inalazione possiamo capire perché sia dannosa quando indiscriminata.

Attraverso l’aerosol i farmaci che facciamo assumere ai nostri bambini insieme alla soluzione salina arrivano ai polmoni solo per il 10-12%. Il resto del prodotto si deposita nel tragitto, ovvero nella gola, oppure viene inghiottito e assorbito dall’apparato digerente, che nel passaggio attraverso il fegato lo rende inattivo. Questo nel caso degli adulti. Nel caso dei bambini, è addirittura solo il 5% il prodotto che raggiunge i polmoni (sotto i cinque anni), e i bimbi più piccoli, quelli di 1 e 2 anni, ricevono nei polmoni solo il 3% del farmaco.

Nel nebulizzatore utilizziamo solitamente dei cortisonici e dei broncodilatatori. L’uso indiscriminato di questi farmaci nei casi in cui non serve ha effetti collaterali: innanzitutto è spesso causa di candidosi (e lo possiamo notare per la presenza di una patina biancastra in bocca e sulla lingua) e in altri casi causa voce rauca, tachicardia, tremori e addirittura ostruzione dei bronchi. Che è il risultato opposto a quello che volevamo ottenere, a ben vedere.

Ciò che dovremmo fare, quindi, è utilizzare l’aerosol solo nei casi citati e solo sotto consiglio del pediatra. Nel caso di tutte le altre infiammazioni respiratorie, possiamo fare come in tutto il resto del mondo (che non è così affezionato all’aerosol come noi italiani!), ovvero affidarci a degli sciroppi specifici e idratarci più del solito, in modo da fluidificare tutto e alleviare le infiammazioni.

Giulia Mandrino

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