Cannabis: cosa sta succedendo nelle Università italiane?

Arriva in Italia la Cannabinologia! Alcune Università italiane hanno fatto partire i primi corsi che insegneranno tutto quel che c’è da sapere sulla canapa sativa e i suoi prodotti.

Chi era già al corrente della notizia, ma anche chi la sta leggendo per la prima volta qui, avrà dei dubbi che si tratti di uno scherzo o che questi corsi siano solo una trovata provocatoria che scemerà in breve tempo.

In realtà il settore industriale della Cannabis è in crescita e la richiesta di persone formate in maniera scientifica è alta. Per questo il mondo accademico si sta iniziando ad adeguare per stare al passo coi tempi.

In quest’articolo spiegheremo come sia nata la Cannabinologia, dove viene insegnata e in cosa consistono i nuovi corsi delle Università italiane.

Ecco dove sono nate le Scienze della Cannabis

L’idea di organizzare un corso di studi sulla Cannabis non poteva che nascere all’interno del maggior produttore mondiale di questa pianta, vale a dire gli USA.

In America il mercato della Cannabis vale miliardi di dollari e si prevede che in futuro la richiesta di esperti del settore da parte di aziende pubbliche e private debba aumentare esponenzialmente.

Per formare i professionisti del futuro sono dunque nati corsi universitari nei quali si studia il settore della canapa dal punto di vista chimico, medico ma anche finanziario.

Per dare la misura di quanto il panorama stia cambiando rispetto al proibizionismo del passato si pensi che l’Università del Colorado propone un corso di laurea in “Biologia e Chimica della Marijuana”.

Sembra incredibile che la parola Marijuana sia utilizzata per indicare corsi accademici dopo essere stata per lungo tempo sinonimo di crimine e droga, ma è proprio così.

Al di fuori degli States sono ancora pochi i Paesi che hanno seguito quest’esempio e tra questi si annoverano il Canada e Israele.

Come studiare Cannabinologia in Italia

Quando si tratta di progresso l’Italia spesso arranca dietro i più avanzati Paesi occidentali e possiamo verificarlo anche in questo caso.

Infatti nel Bel Paese non c’è ancora alcun segno di lauree vere e proprie orientate al mondo della Cannabis.

Tuttavia qualcosa si sta muovendo. In alcune Università italiane stanno iniziando a nascere infatti dei corsi singoli di formazione in “Cannabinologia”.

Ad aprire le danze è stata a fine 2019 l’Università La Sapienza che, all’interno del corso di laurea in Scienze Sociali Applicate, ha inaugurato il laboratorio di “Analisi socio-economica del mercato della Cannabis”.

Il passo più audace è stato compiuto invece dall’Università di Padova che offre la possibilità di un Master in Cannabinologia.

Si muove un po’ in ritardo quindi quella che fino agli anni ’40 era la seconda produttrice mondiale di canapa dietro solo all’Unione Sovietica. Ma le prospettive sembrano promettenti.

Se la timida liberalizzazione di questi anni dovesse andare avanti, si stima un vero e proprio boom economico nel mercato italiano della Cannabis.

Esistono già tante aziende serie e solide in questo campo come l’italianissimo Justbob.it, tra i più affermati nel comparto della canapa. Tuttavia la tendenza legislativa proibizionista ostacola la crescita di un settore con enormi potenzialità come quello della Cannabis.

Basti pensare che, per quanto riguarda il mercato della canapa light e tutto l’indotto, la società londinese Prohibition Partners prevede nei prossimi 10 anni un giro di affari tra i 7 e i 30 miliardi di euro!

Tutto dipenderà dallo sviluppo della situazione legislativa sulla Cannabis. Se si uscirà dal continuo avanti-indietro tra norme progressiste e norme proibizioniste, potremo sperare di assistere a una nuova crescita economica e alla creazione di numerosi posti di lavoro.

La nuova legge permetterà di coltivare Cannabis

Attualmente la legislazione sulla Cannabis in Italia è particolarmente ingarbugliata e confusa e ciò non aiuta ad attirare investimenti nel settore della canapa legale.

Troppa burocrazia, troppe regole e l’incertezza per il futuro sono un grande ostacolo per le giovani aziende di questo comparto.

Tuttavia ha creato scalpore e rinnovato le speranze una nuova proposta di legge che ha superato l’esame della Commissione di Giustizia della Camera l’8 settembre scorso.

La proposta non si occupa di produzione di canapa a livello industriale ma ne disciplina la coltivazione domestica. Tuttavia può essere un segnale di apertura della politica ad altri passi verso la liberalizzazione e la conseguente crescita economica del settore della Cannabis.

Questi sono i principali punti del nuovo disegno di legge:

  • possibilità di coltivare in casa fino a un massimo di 4 piante femmine di Cannabis – le femmine sviluppano le infiorescenze da cui si ricava la marijuana;
  • inasprimento delle pene nei casi di spaccio verso minori e associazione a delinquere;
  • riduzione di pena per i  cosiddetti “fatti di lieve entità” e distinzione tra detenzione di droghe leggere e di droghe pesanti.

In conclusione

Ecco spiegato, per filo e per segno, cosa stia succedendo nelle Università italiane.

Il panorama accademico si è popolato di una nuova scienza in linea con le prospettive future di liberalizzazione della Cannabis.

Ancora non sono stati istituiti dei veri e propri corsi di laurea. Ma stupisce sapere che esistono Master in Cannabinologia se si pensa a che punto di incertezza e arretratezza si trovi ancora la legge italiana su questo tema.

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Sara

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Cecilia

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