Consigli per supportare qualcuno che ha vissuto un aborto spontaneo

L'aborto spontaneo quando si cerca un bambino è più comune di quanto si creda. Ginecologi e ginecologhe parlano di circa una gravidanza su quattro. Eppure non se ne parla, ed eppure quando capita ci si sente sole, come se fosse qualcosa di profondamente sbagliato e raro, come se solitamente tutto andasse liscio.

Affrontare l'aborto spontaneo può essere quindi molto dura (anche se ognuno vive la situazione come crede e come sente: essere tranquille non vuol dire doversi sentire in colpa o sbagliate). Ma che fare quando ad aver vissuto questa perdita è qualcuno a noi vicino? Come offrire supporto senza cadere nei cliché e senza provocare ulteriore dolore con frasi poco opportune?

Ecco qualche consiglio per supportare una persona a cui teniamo nel momento di un aborto sponteaneo.

Ascoltarsi

Prima di ascoltare l'altra persona, è meglio ascoltare se stessi. Come viviamo questa situazione? L'abbiamo provata sulla nostra pelle? E come abbiamo reagito in quel momento? Cosa ci avrebbe fatto stare meglio? Se invece non l'abbiamo vissuta, è bene sintonizzarci con i nostri pensieri, per capire se ci siano angoli bui che non vogliamo affrontare o se ci sia qualcosa di troppo triggerante che non vogliamo mettere sulle spalle dell'altra persona.

Evitare le frasi fatte

Ci sono alcune frasi fatte che è meglio evitare, perché, per esperienza di chi ha vissuto un aborto spontaneo, fanno più danni che bene. Alcuni esempi?

  • Tranquilla, puoi metterti subito all'opera per un altro, vedrai che poi arriva.
  • Per fortuna è successo subito e non troppo in là con i mesi.

Altre frasi possono essere più accettate, ma dipende sempre da chi si ha di fronte, quindi è bene prima capire di cosa ha bisogno l'altra persona. Per esempio, dire che l'aborto spontaneo è più comune di quanto si creda può dare sollievo a qualcuno, mentre provocare nervosismo in altre persone.

Ascoltare

Prima di parlare, è sempre bene ascoltare. Lasciare che l'altra si apra e si esprima, se ne ha voglia. Dopodiché, sarà possibile offrire il proprio punto di vista.

Rassicurare

Non dire frasi fatte non significa per forza zittirsi e non dire niente. Dare consigli va benissimo, quando questi sono sinceri e ponderati, rispettosi ed empatici. Una cosa che è fondamentale specificare, perché spesso chi sta vivendo la situazione tende a concentrarsi su altro, è che l'aborto spontaneo non ha colpe. Non è colpa di chi ha portato in grembo quell'embrione. È la natura, va così, purtroppo. Quando una gravidanza termina con un aborto spontaneo nella maggior parte dei casi si tratta di anormalità cromosomiche che non avrebbero permesso al feto di sopravvivere.

Offrire supporto

I giorni, le settimane e i mesi dopo un aborto spontaneo possono essere provanti da due punti di vista: fisico e psicologico. Offrire quindi aiuto materiale è un gesto che sarà certamente apprezzato. La cura sta nelle piccole cose: un pasto caldo, portare i bimbi fuori, uscire per pranzo...

Ti potrebbe interessare anche

Come combattere l’ansia in gravidanza dopo un aborto spontaneo
L’aborto spontaneo, perché se ne parla ancora troppo poco

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg