Conservare le cellule staminali? Ma serve?

Si sentono molte voci riguardo la conservazione delle cellule staminali. C'è chi dice che è meglio effettuare la donazione, ossia prelevare le cellule del cordone ombelicale del proprio bambino e donarle alla banca pubblica, con una possibilità intorno al 90% di ritrovarla nei 10 anni successivi. E' un opzione gratis, caldamente raccomandata dalla maggior parte degli ospedali.

Poi c'è l'opzione della conservazione privata, che in Italia è prevista dalla legge ma non è possibile per una Banca Conservare nel nostro paese, per cui è necessario trasferire le cellule in una sede estera. Il costo si aggira intorno ai 2000 euro. 

Il parto è un'occasione unica e irripetibile in cui è possibile prelevare in modo semplice e veloce le cellule staminali del cordone ombelicale del bambino, che potranno poi essere utilizzate per un'eventuale terapia in futuro.


Abbiamo affrontato l'argomento con Renata Zbiec, Responsabile della Filiale Italiana del Gruppo FamiCord, cercando di capire perché è importante decidere cosa fare con il cordone ombelicale alla nascita del bambino.

Perché le cellule staminali vengono prelevate al parto?
"Le cellule staminali vengono prelevate immediatamente al parto sia per una ragione pratica sia per lo stato di salute delle cellule prelevate. Con il parto è possibile prelevare le cellule cordonali in modo rapido, semplice e indolore, mentre un prelievo di cellule direttamente dal midollo osseo richiederebbe una pratica anestesiologica sul donatore, con conseguente disagio, dolore e una convalescenza di circa due settimane. Inoltre, dato che dal momento in cui nasciamo le nostre cellule iniziano gradualmente ad invecchiare, al momento del parto le cellule hanno la massima potenza e non ci sono contaminazioni.
Il sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale contiene tutti gli elementi presenti normalmente nel sangue: sia gli elementi corpuscolati (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine), sia il plasma. È inoltre ricco di cellule staminali multipotenti (MLPC) e di cellule staminali ematopoietiche (HSC) CD34+, che costituiscono la matrice fondamentale delle cellule del sangue, del midollo osseo e degli organi linfoidi e che risultano essere molto simili a quelle rintracciabili all'interno del midollo osseo stesso. Le cellule staminali del cordone ombelicale includono anche le cellule staminali mesenchimali (MSC) presenti nella gelatina di Wharton del tessuto cordonale."

Quando è stato scoperto che nel sangue del cordone ombelicale sono presenti le cellule staminali?
"Si è scoperto alla fine degli anni '70 del secolo scorso che nel cordone ombelicale c'è la "vita". I ricercatori hanno confermato che il sangue del cordone ombelicale e della placenta è una ricca fonte di cellule staminali ematopoietiche come quelle presenti nel midollo. Nel 1983 si è deciso di utilizzare il sangue del cordone ombelicale come fonte alternativa di cellule staminali del midollo osseo per il trapianto ed è stata creata la prima "banca del sangue cordonale" negli Stati Uniti. Il primo trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale nel mondo è stato eseguito su un bambino affetto da anemia di Fanconi nel 1989. Da quel momento il sangue cordonale viene utilizzato come alternativa al midollo osseo nei trapianti.

Che malattie si possono curare attualmente con le cellule staminali del cordone ombelicale?
Attualmente le cellule staminali ematopoietiche permettono di curare circa 85 malattie, come leucemie o linfomi, o malattie genetiche gravi come la talassemia oppure malattie ereditarie del sistema immunitario, malattie metaboliche ereditarie, tumori solidi come neuroblastoma e retinoblastoma. In fase di sperimentazione ci sono terapie per la cura del diabete giovanile e applicazioni nelle lesioni cerebrali pediatriche. Le attuali ricerche confermano un potenziale utilizzo delle cellule staminali anche nella medicina rigenerativa."

Che caratteristiche possiedono le cellule staminali cordonali che le rendono cosi speciali?
"Principalmente le cellule staminali cordonali sono di facile utilizzo e presentano un minor rischio di rigetto (GvHD) inoltre sono dotate di ottima vitalità e grande capacità proliferativa tale da generare un numero di cellule circa sette volte maggiore rispetto alle staminali del midollo osseo;
Sono "incontaminate", in quanto durante la vita fetale sono protette dall'utero materno dai diversi virus, da infezioni batteriche e dall'inquinamento atmosferico.
Il trapianto con le cellule staminali cordonali riduce il rischio di rigetto (GvHD). Non richiedono una compatibilità perfetta tra donatore e ricevente infatti sono sufficienti 4/6 loci, mentre nel trapianto con le cellule staminali del midollo osseo la compatibilità deve essere 9/10 o 10/10 loci.
Conservate ad uso familiare, in caso di necessità per un trapianto sono disponibili immediatamente e in qualsiasi momento, mentre il processo di ricerca di un potenziale donatore di midollo osseo o di un campione di sangue cordonale ed i successivi test di verifica di compatibilità possono richiedere mesi.
Le cellule staminali cordonali possono essere conservate per molto tempo e probabilmente per tutta la vita del donatore, in quanto dal punto di vista biologico e fisico, i campioni biologici conservati al di sotto della temperatura cosiddetta Temperatury Glass Transition (cioè – 135°C) – non sono sottoposti a nessun processo biologico, né fisico.
Nel mondo i trapianti effettuati utilizzando sangue cordonale sono ormai più di 20.000 e ogni anno il loro numero aumenta di circa 40%. Più frequente e di maggior successo è il trapianto tra i familiari. Infatti 1/3 di tutti i trapianti a livello mondiale viene effettuato tra consanguinei. Esiste la probabilità pari al 25% che i fratelli siano perfettamente compatibili."

 

Si possono leggere molto spesso informazioni contrastanti su direttive, standard di qualità, accreditamenti e certificazioni che riguardano le banche del sangue cordonale. A quali informazioni i futuri genitori devono dare maggior peso nella scelta della banca?
"Si consiglia ai genitori di verificare che la banca sia accreditata da un ente governativo ufficiale (generalmente il Ministero della Salute del paese di appartenenza della banca).
Infatti le banche del sangue e dei tessuti, PUBBLICHE e PRIVATE, operanti nell'Unione Europea, per svolgere l'attività di raccolta, di processamento e di conservazione del sangue cordonale o dei tessuti, devono essere autorizzate dalle autorità competenti, dal Ministero della Salute e/o dal Centro Nazionale del Sangue.
L'esportazione e l'importazione di cellule staminali ematopoietiche "CSE" è consentita, all'interno dell'Unione Europea, solo da banche autorizzate dall'Autorità competente ai sensi della Direttiva 2004/23/EC e questo vale anche per l'Italia.
Le banche autorizzate, secondo sopraindicata normativa, operano secondo gli standard GMP (Good Manufacturer Practice), una delle certificazioni di base nel settore della crioconservazione di cellule e di tessuti e nel farmaceutico.
Inoltre i genitori dovrebbero valutare altri aspetti della qualità della banca come l'esperienza nel servizio di crioconservazione, il numero dei campioni conservati, i trapianti effettuati, la presenza del Comitato Scientifico di riferimento.
Questi dati possono dare ai genitori la certezza di qualità delle procedure adottate per l'estrazione e la conservazione dei campioni che può essere ulteriormente confermata anche dai certificati che possiede, come per esempio il certificato AABB.
L'AABB è un'organizzazione impegnata nello sviluppo dei più alti standard nell'ambito della conservazione del sangue cordonale e non, della medicina trasfusionale e della terapia cellulare. L'accreditamento AABB stabilisce che il livello di prestazioni tecniche ed amministrative all'interno della struttura soddisfa o supera gli standard stabiliti dall'AABB. Viene, di conseguenza, certificata l'idoneità del campione trattato e conservato presso il laboratorio a poter essere utilizzato in un eventuale trapianto futuro."

I primi giorni di vita del bambino possono essere fondamentali anche per le altre ragioni?
"Entro i primi tre giorni di vita del bambino, le note 72 ore, è possibile effettuare uno screening neonatale ed esami genetici per individuare preventivamente eventuali malattie genetiche, nonché diagnosticare precocemente alcune malattie ereditarie metaboliche, causa di lesioni organiche e/o handicap fisici o psichici gravi. Il Sistema Sanitario Nazionale prevede attualmente il test relativo a solo 3 malattie (ipotiroidismo congenito, fenilchetonuria e fibrosi cistica).
Uno screening neonatale più completo, disponibile a richiesta dei genitori, può individuare se il bambino sia a rischio di altre patologie metaboliche congenite.
Sia la conservazione del cordone ombelicale sia lo screening neonatale entrano nel concetto della prevenzione neonatale."

Quali sono le domande più frequenti che vi sottopongono i vostri utenti?
"Le coppie che ci contattano desiderano conoscere quali siano, nel dettaglio, le tecniche utilizzate per prelevare il campione di sangue cordonale e per l'estrazione di cellule staminali e come verrà utilizzato il campione di cellule in caso di necessità. Non tutti sanno che le cellule staminali oggi sono già impiegate per la cura di anemie, immunodeficienze, leucemie, linfomi e malattie metaboliche ereditarie. Conoscere questo mondo e assimilare tutte le informazioni necessarie fa sì che i genitori possano scegliere di conservare il cordone ombelicale per uso familiare oppure di donarlo con spirito di solidarietà. Purtroppo in Italia, a causa di problemi di elevati costi gestionali, vengono conservati ogni anno solo circa 3mila campioni sui 20mila donati in circa 580mila parti; si tratta di una percentuale veramente molto bassa. Invece i genitori che decidono di conservare privatamente le cellule sono circa 8mila all'anno; anche qui la percentuale è di solo circa il 2% del totale dei parti in Italia. Parliamo quindi di solo circa il 5% dei genitori che decidono di non gettare questa preziosa risorsa come scarti biologici. C'è ancora tantissimo da fare e penso che, come esiste già in altri paesi, sarebbe opportuna la collaborazione in Italia tra il settore pubblico e quello privato."

Le banche del gruppo FamiCord hanno già utilizzato le cellule staminali conservate all'uso privato?
"Il gruppo FamiCord in Europa ha conservato circa 60mila campioni dal 2002 ad oggi. Fino a luglio 2014 sono stati scongelati 13 campioni di cellule staminali per uso terapeutico e nel 90% dei casi il campione è stato utilizzato tra fratelli. Sono state curate malattie come: neuroblastoma, 4 casi di leucemia linfoblastica acuta, leucemia mielodisplastica, anemia di Fanconi, istiocitosi, malattia granulomatosa cronica, encefalopatia. Nel 100% dei casi la cura ha portato benefici al malato e nel 75% si è arrivati alla guarigione completa. Riteniamo che i risultati ottenuti siano davvero molto positivi."

 

Per informazioni: www.famicord.it

 

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Sara

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