5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme

Donald Winnicott è uno dei maggiori pedagogisti della storia. Sua è la teoria dei genitori sufficientemente buoni, che è tra le più discusse e tra le più ricche di spunti per l’educazione dei bambini. C’è chi ama questa teoria e chi vi trova molti difetti, ma se c’è un merito da dare a Winnicott è quello di avere liberato le madri (soprattutto) e i padri dal peso della perfezione inflitta loro dalla società, una società in passato maschilista.

Detto questo, le teorie di Winnicott sono davvero valide e stimate e offrono molte riflessioni, spunti e consigli che possiamo sfruttare.

5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme: come applicare i principi della pedagogia di Donald Winnicott

Assecondare il naturale processo di holding e handling

Secondo Winnicott, mamma e bambino attraverseranno un periodo di holding e handling, ovvero gli atteggiamenti che avrà la madre nei suoi confronti per inserirlo nel mondo nella maniera più armonica possibile. Nei primi mesi la madre metterà in moto (in maniera naturale) l’holding, ovvero la protezione più profonda nei confronti del bambino, per prendersi cura dei suoi bisogni e proteggerlo da pericoli e traumi. Dopodiché, piano piano, passerà all’handling, e cioè la fase di accompagnamento del bambino verso l’indipendenza. Inizialmente il bimbo sarà totalmente dipendente dai genitori; in un secondo momento capirà che la sua dipendenza è relativa, e che le cure di mamma e papà rispondono a suoi personali bisogni; in un terzo momento, quindi, raggiungerà l’indipendenza (con la crescita), sapendo da solo come rispondere ai suoi bisogni.

La cura e l’ambiente sono fondamentali

Per crescere e svilupparsi armonicamente a livello fisico ed emotivo, il bambino necessita la presenza si una madre sufficientemente buona, come la definisce Winnicott, ovvero che sappia prendersi cura del figlio in maniera sana. E anche l’ambiente è importantissimo: deve essere buono e sereno. Altrimenti il rischio è che non riesca a diventare una persona intera e indipendente.

Non sottovalutare peluches e coperte

Dopo i primi mesi di vita, nei quali il bambino è un tutt’uno con il mondo dei genitori e si identifica con essi (soprattutto con la mamma), il bimbo comincia a capire di essere un individuo, e che esiste un mondo esterno di cui fa parte personalmente. In questo passaggio, per confort e sicurezza, per i bambini è fondamentale avere un oggetto transizionale, ovvero un qualcosa (un peluche, una coperta a cui è affezionato o un piccolo giocattolo, a seconda della storia del piccolo) che lo lega ancora alla madre e al padre, ma che lo accompagna nel distacco, facendogli sentire la presenza dei genitori ma lasciando che si allontani da loro gradualmente.

Intendere il gioco come parte fondante del bambino come essere umano

Per Donald Winnicott il gioco è un’attività che permette al bambino sia di esprimere la propria creatività, sia, soprattutto, la sua personalità, poiché durante questa attività viene eliminato il giudizio di verità sul mondo reale per fare spazio ad un atteggiamento ludico che permette al bambino di provare, tentare, recitare ed entrare in contatto con il suo io più profondo. E scoprendo se stessi e il mondo i bambini riusciranno poi a entrare pian piano nel mondo reale, dando il proprio contributo.

Dare importanza alla creatività

Ma la creatività per Winnicott non significa l’espressione artistica che intendiamo noi, quella fatta di disegni, lavoretti, costruzioni e quant’altro. È un concetto più ampio e complesso: stimolare la creatività significa dare la possibilità al bambino di incontrarsi con la realtà esterna, agendo quando vuole e come vuole, quando ne sente lo stimolo. Significa, in sostanza, vivere, provare, fare. E questa creatività resterà poi nell’individuo per tutta la vita, accompagnandolo nelle scelte e nella quotidianità, rendendolo l’individuo unico che è.

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