Il Cooperative Learning, l'apprendimento cooperativo

Non basta la lettura dei principi della Costituzione, dei diritti, dei doveri. I bambini a scuola prima o poi li affrontano, certo, ma come li recepiscono? Come sentono la democrazia? Come la faranno loro, se sentiranno di poterla fare loro?

Riccarda Viglino, insegnante di scuola primaria con alle spalle un percorso lungo e ricco, impegnata anche nella formazione degli adulti, s'è fatta queste lecite domande. Ma soprattutto si è chiesta: "La nostra scuola è davvero democratica come dovrebbe essere?".

Il senso civico è importante, e lo si può portare nelle classi in maniera più efficace: ecco come costruire la democrazia a scuola, un valore fondamentale.
In una società, e di conseguenza in una scuola, che va verso l'essere sempre più multietnica e multiculturale, il bisogno di garantire una convivenza civile è all'ordine del giorno. In questo senso, la scuola si deve fare garante dell'insegnamento della diversità come valore. 

Spesso questa sensibilità, all'interno delle scuole manca; ci si lamenta che manchino vere competenze sociali, che ci sia troppo egocentrismo, che il decentramento e l'assunzione di punti di vista diversi siano carenti. Ma bisogna sempre tenere presente che la scuola (in generale) ha il compito di formare cittadini attivi e consapevoli, e ogni complesso scolastico ha il diritto di trovare il modo più adatto in relazione alla propria realtà.
L'obiettivo deve essere quindi quello di trasformare la scuola in una palestra di democrazia: rispetto, clima positivo, attenzione alle emozioni, valorizzazione delle differenze culturali e personali intese come occasione di crescita devono divenire la base su cui costruire tutto.

In questo senso, metodo fondamentale diviene l'insegnamento (e l'apprendimento) attivo e collaborativo che favorisca i diversi stili e tempi di comprensione e le diverse esigenze: il piano di studio si fa personalizzato di classe in classe, e il lavoro di gruppo è consigliato vivamente per far sì che gli alunni interiorizzino il concetto del vivere insieme, imparando il rispetto. Il tutto attraverso un processo naturale che non impone nulla né obbliga ad uniformarsi.

È il Cooperative Learning, l'apprendimento Cooperativo, e le conseguenze in positivo sono davvero molte: si stimolano le abilità interpersonali, si apprendono competenze sociali e ognuno condivide ciò che impara.

 

Nel Cooperative Learning gli studenti imparano in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi d'apprendimento comuni. Facendo ciò, imparano il valore dell'aiuto reciproco e capiscono che ognuno ha un ruolo fondamentale nel percorso collettivo. Il ruolo dell'insegnante diviene quello di coordinatore, ma a lavorare concretamente sono gli alunni, che così facendo imparano attraverso un percorso di problem solving continuo, confrontandosi attivamente e integrando con ogni apporto personale. Tutto questo funziona perché, grazie a questo metodo, i bambini sviluppano le competenze e le abilità sociali, necessarie tanto a suola quanto nella vita. Insomma, una causa-effetto continua e reciproca.

Nello specifico, se il Cooperative Learning è efficace lo si deve ad alcuni punti chiave:

- l'iterdipendenza positiva (quando i ragazzi si impegnano per migliorare l'apprendimento di ogni membro del proprio gruppo),

- la responsabilità individuale e di gruppo, l'interazione costruttiva (e cioè l'effettiva partecipazione di tutti, il dialogo e il supporto, le lodi reciproche e le relazioni),

- l'attuazione di abilità sociali specifiche (per creare un clima di fiducia reciproca e collaborazione attraverso competenze specifiche)

- la valutazione di gruppo, fondamentale perché il gruppo, dopo essersi dato degli obiettivi, valuti come procedere al meglio per ottenere risultati migliori o ottimali.

Ma i benefici sono anche altri, anche più concreti: gli allievi raggiungono migliori risultati (sviluppando il pensiero critico e soffermandosi di più sugli argomenti), si instaurano relazioni più positive tra tutti e il benessere psicologico, in un ambiente così confortante ed esente da stress, migliora notevolmente.

Altro punto focale per una scuola democratica: i dibattiti e i confronti devono essere incoraggiati. Non deve esistere un solo punto di vista nella classe, così come non esiste un solo punto di vista nel mondo. Non in maniera sterile, certo: è bene che i bambini, fin dalla prima infanzia, imparino ad argomentare le proprie idee e ad approfondirle (metodo che, oltre al pensiero democratico, stimola la capacità di ragionare e di sviluppare un pensiero critico e implementa l'utilizzo del linguaggio), e ad ascoltare la prospettiva di chi, con un'altra idea, gli sta di fronte. I bambini impareranno naturalmente il confronto, che non significa abbarbicarsi sulle proprie idee, ma giungere ad una conclusione che tiene conto di tutte le considerazioni emerse tra i partecipanti al dibattito.

Da parte degli insegnanti, la democrazia può passare anche dalla valutazione. Ciò che deve emergere, è un "dare voti" che non sia solo quantitativo e qualitativo, ma anche e soprattutto formativo. Attraverso una scala che tenga conto non solo dei saperi appresi, ma del percorso fatto, il bambino (che partecipa attivamente alla sua costruzione) avrà dei benefici enormi (dall'autostima all'autonomia), e lo stesso avrà l'insegnante: la valutazione sarà sì del ragazzo, ma anche sua, e capirà se e dove aggiustare il tiro.

Quando coinvolti attivamente e socialmente, attraverso questi semplici metodi, i ragazzi sapranno far sì che le diversità emergano senza clamore. A questo punto rispetto e valorizzazione arriveranno da soli. Ed ecco il primo passo verso una scuola democratica che crescerà adulti consapevoli!

Sara Polotti

Foto Credits: "CORI Middle School Reading" by John Guthrie - http://www.corilearning.com/. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikipedia - https://en.wikipedia.org/wiki/File:CORI_Middle_School_Reading.jpg#/media/File:CORI_Middle_School_Reading.jpg

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