Disturbi all'orecchio nei bambini: ecco come riconoscerli e curarli

L’orecchio è una parte del corpo molto delicata e va trattata con cura e attenzione per preservarne lo stato di salute. I bambini sotto i due anni di età, inoltre, sono molto più soggetti degli adulti a sviluppare infiammazioni e disturbi dell’orecchio; allo stesso tempo, però, è difficile diagnosticare questi problemi, perché non ci sono segni evidenti del mal d’orecchio se non un generico dolore, che il bambino non è in grado di descrivere.
La prima cosa da fare, quindi, è tenere l’orecchio sempre pulito e in salute, lavando spesso il padiglione esterno e ricorrendo all’uso di gocce emollienti come quelle proposte da Cerulisina, perché prevenire è sempre meglio che curare! Ma ci sono altri trucchi e molti rimedi per riconoscere e debellare il mal d’orecchi: vediamo insieme quali.

Come si è detto, bisogna innanzitutto considerare che i bambini soffrono di disturbi alle orecchie molto più spesso di quanto non succeda agli adulti (alcuni esperti ritengono che il mal d’orecchie sia per i bambini sotto l’anno di età il disturbo più comune dopo il raffreddore). Questo accade per una serie di semplici ragioni: per prima cosa il sistema immunitario non è ancora pienamente sviluppato, quindi i più piccoli sono naturalmente predisposti a “soccombere” agli agenti patogeni; anche le trombe di Eustachio non sono pienamente sviluppate e quindi, essendo più corte e meno inclinati, sono più facilmente raggiungibili da agenti esterni, e quindi da germi e batteri.

Per questo è bene tenere le orecchie dei più piccoli al riparo dal freddo, una delle prime cause di infezione nei bambini: le correnti d’aria fredda, infatti, creano dei rigonfiamenti nell’orecchio medio che a loro volta sono causa di ristagno di fluidi e secrezioni nell’orecchio medio. Anche la sinusite può generare un rigonfiamento nelle trombe di Eustachio, con simili conseguenze. Allergie a uno o più determinati alimenti oppure a pollini presenti nell’aria, così come l’infezione delle adenoidi, che sono posizionate proprio sopra l’estremità posteriore della cavità nasale, possono essere la causa originaria di pressione sulle trombe di Eustachio e della conseguente infezione dell’orecchio medio.

Ma, come si è detto, i bambini non possono comunicarci i propri disturbi, non possono dirci cosa fa male, quanto e perché. Certo, un pianto ininterrotto può essere una spia di qualcosa che non va: la vera difficoltà è identificare il problema. Come riconoscere i sintomi dell’infezione all’orecchio?

Innanzitutto, il primo segno tangibile di un’infezione all’orecchio è dato dalla fuoriuscita di liquidi o secrezioni. Di solito i fluidi sono di colore giallo o rosso chiaro: in questo caso si tratta di pus misto a tracce di sangue ed è necessario prestare molta attenzione affinché l’infezione sia curata al più presto. Gli stessi componenti possono essere all’origine di un odore sgradevole: annusare con delicatezza il padiglione esterno può quindi costituire un ulteriore metodo di valutazione per capire se ci sono infezioni in corso.

È vero che i nostri bimbi non parlano, ma spesso sanno farsi capire anche senza parole: è il caso del bambino che si tira le orecchie mentre piange, segno inequivocabile che il disturbo è localizzato proprio in quel punto. Il caso opposto è rappresentato dalla mancanza di feedback agli stimoli uditivi che il bambino riceve: se notate che non reagisce a suoni e rumori, potrebbe essere il segno che qualcosa non va, forse qualcosa di molto grave. Se il bimbo è sufficientemente grande da stare dritto in piedi, anche la perdita di equilibrio è sintomo di un disagio alle orecchie perché quest’ultime sono l’organo predisposto proprio alla regolazione dell’equilibrio.

Infine, la febbre rappresenta sempre un campanello di allarme di un malessere generalizzato o specifico. Sebbene non sia direttamente collegata alle infezioni auricolari, la febbre può essere un sintomo di infezione quando supera la temperatura di 37,5°C; alla febbre si associa spesso la mancanza di appetito e la sonnolenza.

Arriviamo quindi alla questione più delicata: una volta che abbiamo riconosciuto la presenza di un’infezione all’orecchio, come curarla? Le valutazioni da fare cambiano di caso in caso e soprattutto, proprio perché si parla della salute di bambini, è necessario consultare il parere di un medico o di uno specialista, gli unici in grado di fare una diagnosi sicura.

Il medico, in primo luogo, potrà prescrivere un ciclo di antibiotici, che va effettuato in modo completo (anche quando i sintomi si affievoliscono o scompaiono) e secondo la posologia indicata. Gli antibiotici agiscono direttamente sull’infezione, debellandola generalmente in pochi giorni. Qualora la terapia antibiotica non fosse sufficiente, il medico potrà consigliare una timpanocentesi, che consiste nel drenaggio dei fluidi dell’orecchio medio attraverso un piccolo foro nel timpano. Il bambino avrà un immediato sollievo dal dolore; allo stesso tempo, sarà possibile far analizzare le componenti dei fluidi in laboratorio, in modo da ottenere una diagnosi sicura che faccia chiarezza sulle origini dell’infezione.

Sebbene non sia consigliato tentare di curare l’infezione delle orecchie autonomamente, senza il supporto di un medico, esistono alcuni semplici consigli che si possono seguire per alleviare temporaneamente il dolore e non aggravare l’infiammazione. Innanzitutto sconsigliamo l’uso di cotton-fioc o altri strumenti rigidi da inserire all’interno delle orecchie: il rischio è di compattare ancora di più secrezioni e cerume all’interno del condotto uditivo, con gravi ripercussioni sul processo infiammatorio. Piuttosto, si possono effettuare impacchi caldi da tenere sull’orecchio, per agevolare lo scioglimento del cerume e alleviare l’irritazione causata dall’infiammazione. Infine, esistono alcuni piccoli trucchi per cercare di far defluire i fluidi che causano irritazione: si possono ad esempio muovere delicatamente le orecchie del bambino, con una sorta di leggero massaggio attorno al padiglione auricolare; oppure si può cercare di far dormire il bambino con l’orecchio rivolto verso l’alto, in modo che la gravità spinga il fluido verso il basso, ovvero verso la cavità nasale da cui può uscir attraverso le narici. Per questo motivo, quindi, si consiglia di tenere il nasino del bimbo ben pulito e lubrificato.

 

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Sara

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Cecilia

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