L’asma è una delle malattie croniche più diffuse tra bambini e bambine. Colpisce circa il 10% della popolazione pediatrica e rappresenta una delle principali cause di assenza da scuola e accesso ai pronto soccorso. Eppure, attorno a questa condizione persistono molti luoghi comuni che rischiano di compromettere la qualità della vita dei piccoli e delle piccole pazienti. La società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri) ha riassunto i 10 principali falsi miti sull’asma infantile in occasione della giornata mondiale dell’asma del 6 maggio.
Molti di questi miti derivano da vecchie credenze o da una conoscenza incompleta della patologia. Altri sono alimentati dalla paura e portano le famiglie a sottovalutare i sintomi o ad adottare comportamenti controproducenti. Riconoscere e correggere queste false convinzioni è un passo necessario per garantire un percorso di cura efficace e una vita attiva, libera e sicura a bambini e bambine.
L’attività fisica non è vietata: è parte della terapia
Uno dei miti più diffusi è che i bambini e le bambine con asma non possano fare sport. Questa idea è sbagliata e potenzialmente dannosa. L’attività fisica non solo è possibile, ma è fortemente raccomandata. Muoversi in modo regolare migliora la capacità respiratoria, rafforza il tono muscolare e aiuta il benessere psicologico. Naturalmente, è importante che il bambino o la bambina segua il piano terapeutico prescritto, che prevede spesso l’uso di farmaci prima dello sforzo, e che l’attività sportiva sia svolta sotto controllo medico.
Secondo la Simri, limitare l’attività fisica per paura di una crisi asmatica è un errore. Con una gestione adeguata, anche chi soffre di asma può praticare sport a livello agonistico. Alcuni atleti olimpici hanno l’asma e raggiungono risultati eccellenti, a dimostrazione che la malattia non deve diventare un ostacolo.
L’asma non sparisce con la crescita
Un altro luogo comune è che l’asma sia solo una fase transitoria dell’infanzia. In realtà, l’asma è una malattia cronica, cioè di lunga durata. In alcuni casi i sintomi possono attenuarsi durante l’adolescenza, ma questo non significa che la patologia sia scomparsa. Il controllo dei sintomi può migliorare, ma la predisposizione rimane. Per questo motivo è essenziale non interrompere le cure autonomamente, anche se il bambino o la bambina sembra stare bene.
Smettere la terapia troppo presto, o senza indicazione medica, può portare a un peggioramento del quadro clinico o a riacutizzazioni improvvise. L’asma non va sottovalutata nemmeno quando i sintomi non sono evidenti. La gestione corretta richiede continuità, monitoraggio e collaborazione tra le famiglie, le pediatre e i pediatri, e le specialiste e gli specialisti del respiro.
Non è solo un problema allergico
Molti pensano che l’asma sia sempre causata da allergie. È vero che esiste un forte legame tra allergie respiratorie e asma, ma non tutti i bambini e le bambine con asma sono allergici o allergiche. Alcuni sviluppano la patologia a causa di infezioni respiratorie ricorrenti, esposizione a inquinanti ambientali o altri fattori non allergici.
Capire l’origine specifica dell’asma è fondamentale per scegliere il trattamento giusto. I test allergologici aiutano a individuare eventuali allergeni scatenanti (come acari, pollini, muffe, peli di animali), ma non devono essere considerati l’unico strumento diagnostico. La valutazione deve essere personalizzata e approfondita, attraverso esami come la spirometria e il monitoraggio dei sintomi nel tempo.
L’asma non va in vacanza
Un errore frequente è interrompere le terapie durante le vacanze o nei periodi in cui i sintomi sembrano assenti. Alcuni genitori e alcune genitrici pensano che, lontani dallo smog cittadino o dalle fonti allergiche abituali, il bambino o la bambina non abbia bisogno dei farmaci. Ma l’asma non scompare con il cambio di ambiente. Anche in villeggiatura, il trattamento deve essere seguito con precisione.
Lo stesso vale per le interruzioni legate a periodi di benessere apparente. Anche quando il respiro sembra normale, l’infiammazione delle vie aeree può essere presente e silenziosa. Sospendere la terapia senza indicazione medica espone a un rischio reale di ricadute. È importante che il piano terapeutico venga condiviso tra le famiglie e le specialiste e gli specialisti, e che sia adattato, se necessario, alle diverse stagioni o ai viaggi.
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