Un giro di carillon...

Quando ero incinta della mia prima figlia, ho incontrato molti genitori seguaci del terrorismo psicologico. Spiego. Trattasi di quei genitori che appena scoprono che aspetti un bimbo, si sentono in dovere di metterti in guardia su come la tua vita cambierà in maniera drastica. La frase principe che ti senti dire è “dormi adesso perché poi…poi vedrai…”………………..e buttano una manciata di puntini di sospensione. O ancora “uh poi vedrai quando metterà i denti…allora si che saranno dolori…”………………e via n’altra manciata di puntini di sospensione, effetto panico. E vanno avanti “mamma mia, preparati quando andrà al nido…si ammalerà ogni due giorni…vedrai vedrai…”…………….. E tu nella tua mente immagini sto ragazzino che sta per nascere come un alieno che arriverà a devastare la tua esistenza. Poi ragioni un po’ e pensi “ma no, non è possibile, i bimbi non sono tutti uguali, mica l’esperienza di un genitore deve per forza essere la mia”. Partorisci, e scopri che il terrorismo psicologico che hai subìto (che è poi lo stesso che io faccio a voi…deh ih ih oh oh……………..) e che ti aveva prospettato l’apocalisse, non si avvera. O almeno questo è quello che credi. La mia prima figlia ha sempre dormito (ovviamente, come tutti i neonati, a scaglioni, ma dormiva), a 9 mesi aveva già quasi tutti i denti, messi senza alcuna sofferenza (un pò di febbre per i molari e stop), svezzata senza difficoltà accettando ogni alimento che le proponevo, a 10 mesi camminava, a 20 inserita al nido (un pò di pianti, strazianti più per me che per lei sicuramente, ma nulla di non risolvibile), malattie nella norma, ma solo il primo anno di asilo, e nulla più. Una bambina sicuramente vivace, che non stava mai ferma, una lingua taglia e cuci logorroica come pochi, signorina tu mi stufi, puntigliosa come tutte le donne. Adesso ha quasi sette anni e mi manda in bestia ogni 3,5 secondi, ma con l’amore materno, la comprensione e le minacce di farle sparire giochi tv tablet bici e roller, più o meno mi ascolta.

Quando sono rimasta incinta la seconda volta, ricordo che una sera mio marito mentre sonnecchiavamo sul divano, mi fa “pensa se Ele era quella tranquilla, e questo magari è quello tremendo”….e pure lui ridacchia e lascia sti puntini di sospensione. Fatto. Il mio cervello si attiva in ottocento collegamenti neuronali e cerca di ricordare com’è stato tirar su la prima…sicuramente non troppo doloroso…certo non stava mai mai mai ferma durante il giorno…si vabbè però dai era buona…oddio quel capriccio dentro al centro commerciale quando si è buttata per terra…però ha smesso subito…e in effetti ti rendi conto che con la prima, non t’ha detto proprio zella…e forse….forse….lui…oddio….no…non può essere….sarà buonissimo….dolce dolce….SBEM! Un calcio allo stomaco, come a dire “ma che cazzo stai a dì a ma’!”…e poi devo essermi addormentata perché non ricordo più nulla. 

Il 20 gennaio 2014 nasce…un nanetto troppo bello…una palletta, che si rannicchiava in braccio a me tipo Popples! Appena l’ho visto ho pensato subito che sarebbe stato il mio ometto stupendo e buono. E infatti, non ci avevo capito un cazzo. A un giorno di vita mi è quasi caduto dal letto mentre lo cambiavo, cioè questo cosino di 50 cm scarsi era una specie di anguilla. E così ho capito che le capriole che faceva in pancia 24 ore su 24, non avrebbe certo smesso di farle adesso che aveva tutto questo spazio a disposizione. Appena nato si è attaccato alla mia tetta come se non ci fosse un domani, mangiava con lo sguardo di uno che sa che a breve arriverà la fine del mondo. Faceva un male boia! I primi tre minuti di ogni poppata (moltiplicato per ogni tetta) sciorinavo parolacce in italiano, in sardo e in romano, una babele di scurrilità che se poco poco mio figlio le ha incamerate nei cassettini della memoria, appena saprà parlare dovrò tremare. E siccome soffriva di reflusso, spesso dopo averlo allattato per un’ora lo tiravo su e rivomitava tutto. Quindi gli davo l’altra tetta, via per un’altra ora e poi rivomitava di nuovo. Una meraviglia, sono quelle esperienze che scaldano il cuore e che ti fanno capire che quella tua amica che ha deciso che non avrà bambini e che adesso sta trombando chissà dove con chissà chi, non è poi così scema come credevi. 

Lo svezzamento di Samu? Un incubo! Il cucchiaio non era contemplato nel suo DNA. Sin dal primo boccone di frutta omogeneizzata, sputata ovviamente addosso a me, ha deciso che mi avrebbe reso il lavoro impossibile. Ha pianto per mesi ad ogni pappa, dolce o salata che fosse. E tutti intorno a me dispensavano consigli, non mancando mai di sottolineare “certo però è strano che non la vuole”….ma sei sicura che è buona?”. Oh si è buooooona!!! Una cacchetta verde di crema di tapioca stemperata in un brodo di patata carota spinaci e nulla, senza sale, con un liofilizzato di carne di ornitorinco, olio e parmigiano, non può che essere deeeeliziosa, sublime, degna di Master Chef! Ma che cazzo di domande fate? È ovvio che è ‘na merda, ma se la deve magnà perché se non ha denti nun lo posso portà da Giggi er buiaccaro a sfonnasse de trippa! Ma lui non mangiava, sputava, e io mi ingegnavo a preparare mille brodini diversi, trecento tipi di carboidrati, dalle creme alle minestre, con o senza carne o pesce…e tutto finiva dentro al secchio. Così per un tempo lunghissimo, fino quando ha iniziato a fargli schifo il latte e allora ha capito che forse la pappa era meno peggio. Ma Dio sa se ho dovuto tribolare e non cedere. 

Perché Samu è così, dolce come il miele con i suoi occhi da cerbiatto, ma quando era in fila da nostro Signore per ritirare la sua “mission in terra”, ha deciso che tra “inventare l’auto che va a scorregge” e “trasformare mia madre in una larva umana” la seconda era più facilmente attuabile. Minimo sforzo, massimo rendimento. E ci si è messo d’impegno.

Perché oltre ad avermi fatto tribolare per il cibo, per il reflusso, per le coliche, per la dentizione…Samuele non ha dormito una notte filata per i primi 19 mesi della sua vita. Esatto, 19 lunghissimi mesi in cui il sonno diurno e notturno di mio figlio durava esattamente un giro di carillon. Per un po’ ho anche frequentato i “non dormienti anonimi”…ciao sono cinzia e non dormo da 6 mesi… Lo mettevo a nanna, a volte dopo averlo allattato, o dopo averlo dondolato sulla carrozzina, oppure da più grandicello dopo una tequila. Accendevo il carillon e la musica di Bach riempiva la cameretta. 20 minuti circa di sinfonia, al termine della quale lui si svegliava. Fine. E io andavo a rassicurarlo, riaccendevo il carillon, si riassopiva, uscivo dalla stanza, altri 20 minuti e taaaac, di nuovo sveglio. Era capace di andare avanti così anche tutta la notte, e non pensiate che non abbiamo provato a eliminare sto maledetto carillon. Abbiamo pensato forse è meglio senza musica, canto io, o ballo se serve, o mugugno, imito le onde del mare, il verso dei gabbiani, l’acqua di una cascata che scroscia, qualunque cosa. Nulla. Non serviva a niente. Samu dormiva per 20 massimo 30 minuti e poi fine, a posto, rigenerato, rifocillato di sonno come se avesse dormito i mesi, tipo orso in letargo. E se da piccolo era facile fregarlo semplicemente tenendo la stanza al buio e convincendolo che era notte (sebbene fossero le 9 del mattino) per cercare di non dormire un altro pò…crescendo la tecnica ha smesso di funzionare. Lo scorso anno in questo periodo eravamo ancora in un delirio di stanchezza e di mancanza di sonno cronica, e lui dopo aver non dormito per tutta la notte, ore 7 del mattino era sveglio a reclamare cibo e cartoni animati. 

E io pensavo “non ce la posso fare, non sopravviverò, meglio fare testamento…”…incrociavo lo sguardo di mio marito e gli bisbigliavo “non ridere sai! È solo colpa tua! Potevamo andare al cinema per il nostro anniversario!!!”…

Ma poi ad un certo punto una mattina ti svegli, tutta rintontita, e ti rendi conto che hai sognato…hai fatto un sogno, strano per carità, dove una rana rossa ti inseguiva perché non avevi pagato la bolletta del telefono, ma HAI SOGNATO! Il che significa che sei entrata nella fase REM! Non è possibile! Non riesci a crederci! Guardi l’orologio, un quarto alle 8…ti stropicci la faccia, tendi l’orecchio alla cameretta…silenzio…e allora salti giù dal letto, e la prima cosa che fai è andare a vedere se respira…e si, respira. Ed è stupendo mentre dorme, col sederotto all’insù, un ciuccio in bocca e uno nella manina…e pensi “forse ce l’ho fatta…magari è un caso, ma magari continuerà a dormire…”…e tra alti e bassi, piano piano, il sonno si fa più regolare, a volte qualche risveglio, a volte nessuno. E niente, capisci che sta crescendo…che forse il peggio è passato…sei entrata nella lista delle mamme che escono vincitrici…e adesso è tutto in discesa…più o meno. Come dice mio marito, “se non famo cazzate tra n’annetto ne semo venuti fori!” ☺☺☺

Cinzia Derosas

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Sara

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Cecilia

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