DONNE CHE AMANO TROPPO: L'IMPORTANZA DI AVERE UNA RELAZIONE AFFETTIVA SANA CON I GENITORI.
Sto leggendo il libro "Donne che amano troppo" di Robin Norwood. In verità, a dispetto del titolo che pare inequivocabile, il libro scandaglia un mondo affettivo di donne che amano talmente tanto gli uomini, da dimenticare completamente se stesse... Alla fine, dunque, sebbene siano donne pronte ad annullare completamente se stesse per diventare oggetto di piacere dell'uomo, scopriamo che essendo incapaci di rispettare se stesse, sono anche incapaci di amare l'uomo per il quale si annullano. In sostanza, la psicologa e scrittrice Robin Norwood mette in evidenza come l'incapacità di amare per primi noi stessi, ponendo dei limiti tra noi e gli altri, generi un atteggiamento di abnegazione verso l'altro, tale da non permettere di accettare l'altro per ciò che è, ma da avere costantemente l'illusione ed il desiderio che questo possa, in virtù del nostro amore cieco, cambiare. Questo meccanismo genera un'illusione, che nel ricercare un cambiamento radicale nell'altro, in verità, si stia cercando un cambiamento sostanziale in una matrice affettiva genitoriale, che nel nostro processo di crescita è mancata e in qualche modo ci ha messe in una posizione di carenza. Mancanza che nel nostro mondo affettivo continua a farci sentire bisognose dell'altro senza il quale la nostra vita non ha senso.
E' un libro forte che mi ha aiutata a capire che il modo di affezionarsi a uomini che danno poco, sia in verità una disfunzione e non una normale realtà femminile. Nel libro vengono analizzati casi di donne che nell'infanzia hanno avuto rapporti disfunzionali, spesso in cui i genitori o, un genitore in particolare, non sono stati in grado di "FARE" il genitore. Si, perché al di là che un genitore figuri tale sulla carta, ci sono infiniti spettri di genitorialità nella relazione con i figli e spesso, almeno così è stato nel mio caso, abbiamo a che fare con genitori complici o che cercano di valorizzare nel rapporto con il figlio un aspetto amicale, piuttosto che occuparsene in modo accudente. Si tratta a volte di un genitore che si sente trascurato dal partner e che vede nel figlio la stampella salvifica a dispetto di un rapporto manchevole. Ecco perché mi rivolgo ad un gruppo di donne, perché penso che spesso si possa sottovalutare come il nostro modo di esprimere l'affettività influisca in maniera imprescindibile con le modalità che il figlio riproporrà nelle proprie relazioni future. Allora è importante tenere presente che quando si chiede complicità ad un figlio si sta generando una disfunzione che nel tempo quel bambino cercherà di riproporre dentro a rapporti manchevoli e di conseguenza potrà vivere l'amore con un senso di frustrazione.
Spesso, parlando con le amiche ci si trova a discutere di rapporti manchevoli con il partner e spesso, noi donne siamo molto propense a cercare in un partner manchevole, un aspetto di passionalità che poi si rivela trainante nella relazione, sebbene, generi malumori e scontentezza. Il mio invito in questo senso è a pensare e riflettere se in quella ricerca di un uomo che non ci corrisponde appieno, non è empatico con noi, non ci aiuta a sufficienza o si fa accudire come un bambino, non stiamo riproponendo un modello affettivo appreso nella nostra infanzia e quanto quel modello ci fa stare bene, veramente bene? Chiediamocelo e lottiamo perché il rispetto verso noi stesse non manchi mai!
By Sara Donati (saradonatifilmaker.com)