La montata lattea

Come abbiamo visto nell'articolo dedicato al colostro, la prima sostanza che la mamma produce per nutrire il proprio bambino subito dopo la nascita si chiama appunto colostro. L'ostetrica Angela Dinoia nel suo Libro Il neonato e i suoi segreti edito da Mental Fitness Publishing ci da qualche informazione in più su questo prezioso liquido e sulla montata lattea:
"È un liquido giallo, denso, molto zuccherino. È ricco di anticorpi che serviranno al bambino per proteggersi e ha un effetto stimolante sull'intestino del piccolo, che deve prepararsi per iniziare ad assorbire e digerire il latte maturo. Il colostro è sufficiente per soddisfare il fabbisogno nutritivo del bambino nei primi giorni di vita. La mamma offre piccole quantità di questo liquido prezioso per ogni poppata: circa 8-10 grammi. Sembrerebbe poco! Invece la quantità è assolutamente adeguata, poiché il bambino non sarebbe in grado di assimilare quantità di latte maggiori nelle prime 48-72 ore di vita.

Il colostro consente al bambino di eliminare completamente il meconio, termine specifico per indicare le prime feci, di colore verde scuro, che emette. Dopo aver eliminato tutto il meconio, il neonato inizia a ingerire quantità maggiori di latte. Le donne devono sapere che è importante che il bambino assuma il colostro e non farsi scoraggiare da frasi poco opportune, come per esempio: "Signora è logico che il suo bambino abbia fame, ha solo colostro e non è sufficiente per sfamarlo".

Purtroppo capita ancora di sentire queste frasi anche all'interno dei reparti di maternità. Sono scorrette e possono insinuare dubbi che non hanno senso di esistere nella testa della mamma che sta avviando il suo primo allattamento.
Le poppate frequenti dei primi giorni consentono infatti al bambino di succhiare molto colostro e imparare a poppare correttamente. Inoltre, consentono alla mamma e al bambino di stare vicini per iniziare a conoscersi e costruire le basi del loro legame.

Tra i 2 e i 5 giorni dopo la nascita, il colostro si trasforma lentamente in “latte maturo”, dando inizio alla fase della montata lattea. La celerità dell’arrivo della montata lattea dipende anche da quante volte il bambino si è attaccato al seno. Più volte si è attaccato, più precocemente in genere arriva. Alla comparsa della montata lattea, la produzione di latte aumenta velocemente. Dopo alcuni giorni la mamma inizia a produrre circa 500 grammi di latte quotidiani per poi stabilizzarsi, al compimento del primo mese e fino allo svezzamento, intorno ai 700-800 grammi di latte al giorno. Ecco qualche curiosità dal mondo animale, per renderci conto della proporzionalità rispetto ad altre creature: una mucca può produrre oltre 30 litri di latte al giorno, mentre il cucciolo della balenottera azzurra, in un solo giorno, può arrivare a bere circa
400 litri di latte. La quantità prodotta in un giorno da quasi 14 mucche: incredibile, no?
 
Durante la montata lattea, i seni solitamente diventano turgidi, congestionati, caldi e spesso dolenti. È possibile che la mamma avverta dei brividi e un leggero rialzo della temperatura. Non bisogna preoccuparsi. Il latte inizialmente viene prodotto in dosi abbondanti, spesso superiori
al fabbisogno del bambino: per questo motivo i seni possono essere troppo pieni. Per rendere meno fastidiosa la montata lattea, la mamma deve attaccare il bambino al seno frequentemente, anche cercando di svegliarlo se tende a dormire.
 
È molto utile e consigliabile, in questa fase, consultare la propria ostetrica, che mostrerà alla donna come praticare impacchi caldi, massaggi e soprattutto la spremitura manuale del seno. Sono rimedi indispensabili per superare questo momento delicato, in particolar modo per tutte quelle mamme che durante la montata lattea abbiano seni molto voluminosi, duri e piuttosto doloranti.
Vi sono situazioni, invece, in cui la montata lattea può ritardare ed arrivare anche al 5°, 6° o 7° giorno. Diverse possono essere le cause di questo ritardo:
 
– un parto lungo e faticoso;
 
– lo stress;
 
– un taglio cesareo d’emergenza;
 
– una pesante emorragia post partum;
 
– il vizio del fumo nei primi giorni dopo il parto;
 
– lo stress emotivo per la mamma e il suo bambino.
 
Come comportarsi in questi casi? Bisogna assicurarsi che la mamma e il bambino stiano insieme il più possibile, favoriscano reciprocamente il contatto pelle a pelle e che le poppate siano frequenti. Se il bambino ancora non riesce ad attaccarsi, la mamma deve praticare la spremitura del latte (magari con il tiralatte) con la stessa frequenza con cui attaccherebbe il bambino al seno perlomeno sei volte nelle 24 ore e offrire al
bambino il latte raccolto. Nell’arco di qualche giorno il latte arriverà. State tranquille. L’importante è che la mamma non si scoraggi e che chieda un valido supporto, qualora si senta in difficoltà."
 
Angela Dinoia, atricolo tratto da Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing
 
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