Ma quand'è che i bambini cominciano a dire le bugie per davvero?

Mentire non è semplicemente dire qualcosa di buffo per fare ridere, quando entrambi si sa non essere vero. Dire le bugie è più articolato: si tratta di esprimere intenzionalmente qualcosa di falso, qualcosa che tu stesso sai essere falso ma che ti impegni a far credere a chi hai di fronte.

Ma quindi quand'è che i bambini cominciano a farlo? Quando capiscono davvero cosa significa mentire? Perché questo cambia le carte in tavola: quando possiamo, insomma, rimproverarli e fare capire loro - soprattutto - che mentire è sbagliato e che dialogo e verità sono sempre da preferire? Perché impartire una lezione quando questa non è recepibile, perché i bimbi non sanno ancora che stanno mentendo, è controproducente. Capire come funziona meccanismo quindi è molto utile.

Ecco tutto ciò che c'è da sapere sui bambini e le bugie e su quando, tendenzialmente, iniziano a mentire con coscienza.

Quando si inizia a mentire?

Non c'è un'età specifica, ma i bambini e le bambine iniziano a dire le bugie tra i due anni e mezzo e i quattro. Inizialmente, però, non possiamo ragionare sulla moralità della cosa come ragioniamo quando parliamo di adulti: i bambini e bambine impiegano infatti anni a capire i significati nascosti e morali delle bugie e non possiamo quindi ipotizzare nulla riguardo al comportamento morale futuro.

Mentire, per i bambini, è come sperimentare. Proprio come quando, intorno ai due anni, testano i limiti dei genitori e provano a imporre la loro persona sugli altri, o come quando da piccoli lanciano gli oggetti per vedere se qualcuno li raccoglie e glieli riporta.

L'importanza della percezione

Inizialmente, tuttavia, per i bambini mentire non è semplice e soprattutto non ha lo stesso obiettivo che avrebbe la bugia di un adulto. I bambini piccoli, infatti, non capiscono il concetto dell'individualità del pensiero: credono, in altre parole, che tutti coloro che stanno intorno a loro abbiano la loro stessa percezione. Pensano che tutti la pensino come loro e che vedano come loro. Pensiamo a quando giocano a nascondino intorno ai due, tre anni: si nascondono sotto il lenzuolo e sono davvero convinti che non li vediamo, perché loro non vedono noi.

È solo quando capiscono che le convinzioni, le visioni e i pensieri degli altri non coincidono con i loro che cominciano a mentire coscientemente e sperando in un ritorno. Ed è lì che capiamo che stanno mentendo davvero: anche durante i giochi, capiscono quando possono bluffare per vincere.

Il lato positivo del mentire

In realtà, qualcosa di positvo in tutto questo c'è: mentire è una caratteristica degli esseri umani e quando un bambino o una bambina sono arrivati a farlo, è perché hanno messo in atto un processo mentale del tutto normale e soprattutto complicato, segno che il loro sviluppo cognitivo è sulla giusta strada. Come spiega uno studio, arrivare a mentire è l'ultimo stadio di un processo di ragionamento lungo e tortuoso che parte con l'osservazione della realtà e dei comportamenti degli adulti. Capire, insomma, come si mente e quando è conveniente sarà pure sbagliato, ma è sintomo di intelligenza.

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Sara

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Cecilia

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