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Mini strudel di mela vegani (semplificati!)

Una ricetta così semplice? Difficile da trovare. Perché in realtà non si tratta di vero strudel, ma di mini strudel semplificati alle mele. E potete scegliere di prepararli partendo da una base di pasta sfoglia vegana già pronta oppure prepararla in casa voi.

Ecco la ricetta.

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6 modi per rimanere in contatto con la famiglia quando è lontana

Martedì, 08 Giugno 2021 09:05

È scritto nel nostro DNA: abbiamo bisogno di mantenere legami duraturi con la nostra famiglia e i nostri amici, anche quando sono lontani e specialmente in un periodo difficile come la pandemia da Covid-19. Del resto, non dobbiamo dimenticare che la qualità della nostra salute mentale e fisica è direttamente correlata alla nostra capacità di mantenere queste relazioni. Ridere e chiacchierare con la famiglia e gli amici promuove il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori di benessere come l'ossitocina e la dopamina. 

Insomma, come essere umani siamo programmati per connetterci, quindi mantenere quei legami - specialmente con la famiglia e gli amici che vivono a migliaia di chilometri di distanza - è fondamentale. Colmare questa distanza non è sempre facile: per fortuna, la tecnologia viene in nostro aiuto! Scopriamo allora insieme quali sono i 6 modi più creativi per rimanere in contatto con la famiglia quando i parenti sono lontani.

Organizza una “serata gioco” online

Birra, patatine, pizza e il tuo computer sono gli elementi chiave di questa fantastica esperienza che puoi condividere con la tua famiglia. Sì, anche se vive lontano! Come? Con i giochi da fare in videochiamata su Zoom che ti permetteranno di trascorrere una serata all’insegna del divertimento e del calore familiare, anche se sei fisicamente da solo in casa. Accendi il pc, collegati a Zoom e il divertimento è assicurato!

Leggi la favola della buonanotte ad un nipotino lontano

Anche se vivono in fusi orari diversi, i nonni, le zie, gli zii e i cugini possono fortificare il legame con i nipotini lontani usando la tecnologia. Tuo nipote adora ascoltare la favola della buonanotte prima di andare a dormire? E allora leggigli una storia in collegamento su Zoom: in questo modo, sarai vicino a tuo nipote e condividerai con lui un momento importante della giornata. E se abitate in zone con fusi orari diversi? Puoi sempre registrare un video in cui leggi un libro per bambini facendo attenzione a mostrare le pagine e le illustrazioni della storia.

Organizza una “serata al cinema” online

Condividevi con i tuoi cugini la passione per il cinema ma hai cambiato lavoro e ora vivete a migliaia di chilometri di distanza? Niente paura: puoi organizzare una “serata cinema” da remoto e continuare a condividere la passione per i film. Lo sappiamo, non è come essere seduti l’uno accanto all’altro nella sala del cinema, ma per il momento puoi accontentarti!

Hai numerose opzioni tra cui scegliere per organizzare una serata cinema online. Se vuoi utilizzare Zoom, devi essere titolare anche di un abbonamento allo streaming per poter condividere lo schermo con il tuo “partner di cinema”. Ovviamente, la qualità delle immagini non sarà eccezionale. 

Una buona opzione è invece Netflix Party, in grado di funzionare con i profili condivisi su Netflix. In questo caso, la qualità del video sarà migliore e potrai anche scambiare messaggi con la tua “controparte” grazie ad una chat di testo.

Crea un club del libro

Avviare un club del libro “online” con la tua famiglia o i tuoi amici ti “costringerà” a mettere giù il telefono per tornare a leggere. Si tratta di un’idea davvero molto valida che ti permetterà non solo di leggere nuovi libri ma anche di conversare in videochat con la tua famiglia su temi sempre diversi. Avviare un club del libro online è molto semplice: chiedi a tutti di scegliere un libro e iniziate a leggerlo. 

Se sei un lettore veloce e possiedi numerosi libri, puoi anche avviare un “club del libro itinerante”. In questo caso, dopo aver letto il libro, potrai spedirlo alla persona successiva. Quindi, una volta che tutti avranno finito, potrete discuterne insieme su Zoom. 

Condivi le foto più belle con la tua famiglia

Cosa c’è di più bello che condividere quella fantastica foto che hai scattato al lago con la tua famiglia o gli amici che abitano lontano? Oppure: hai appena avuto un bimbo ma i tuoi genitori non vivono nella tua stessa città e non possono ammirarlo ogni giorno? Ebbene, la soluzione per sentirsi “meno lontani” esiste e si chiama Google Foto. Questo programma ti permette di condividere foto e ricordi con i membri della famiglia. Una volta impostata la condivisione con un membro della tua famiglia, Google Foto gli invierà tutte le foto che gli scatti (e viceversa). Google Foto è disponibile su iPhone e telefoni Android. 

Organizza una cena virtuale

Un’ottima idea per rimanere in contatto con la famiglia quando sono lontani è quella di organizzare una cena virtuale. Rendilo un appuntamento fisso: ad esempio, puoi decidere di organizzare la cena una volta al mese oppure una volta alla settimana. 

Prepara la cena, apparecchia la tavola, sistema il pc sulla tovaglia ed inizia la videochat con la tua famiglia. Questo appuntamento potrà essere il modo non solo per condividere il pasto ma anche per raccontarsi la giornata e le ultime novità delle vostre vite.

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Come dire al tuo capo che sei incinta?

Lunedì, 07 Giugno 2021 09:25

Il test di gravidanza è positivo. Felicità, confusione, spavento... Le emozioni provate sono innumerevoli, e non ce n'è una giusta o una sbagliata. Se ci mettiamo anche gli ormoni, tutto si scombussola ancora di più. E dopo i mesi iniziali, quelli delle paure e della sicurezza che tutto stia andando bene, arriva anche il momento in cui c'è da dare la notizia al lavoro.

Dire al datore o alla datrice di lavoro che si è in attesa di un bebè non dovrebbe essere un problema. Non dovrebbe fare paura. Ma purtroppo non viviamo ancora in un mondo ideale, in un mondo nel quale i diritti sono sempre rispettati, ed è ancora normale temere quel momento. Perché sono ancora troppi i colloqui che cominciano con un bel "Ma hai intenzione di fare figli?". Quando l'esordio è questo, è chiaro che comunicare la bella notizia sul luogo di lavoro non dev'essere semplice, perché da bella notizia rischia di diventare un motivo di pericolo.

Cosa puoi fare per dire al capo che sei incinta? Prima di tutto, concentrarti su te stessa, sui tuoi diritti e sulla tua vita che cambia. E poi, mettendoti nei panni di chi hai di fronte, parlarne con chiarezza e rispetto. Ecco qualche consiglio.

Tieni a mente: è un tuo diritto!

La prima cosa da fare è entrare nel giusto mood mentale, ovvero tenere bene a mente che la maternità è un tuo diritto. Sia che tu sia incinta, sia che ti sia stata comunicata la notizia di un abbinamento per l'adozione, dire al tuo datore di lavoro o alla tua datrice di lavoro che devi entrare in maternità è un tuo SACROSANTO DIRITTO. Punto. Certo, a volte è difficile! Ci sono ambienti in cui ci si sente protetti da questo punto di vista e altri che mettono paura. Il succo non cambia. È un tuo DIRITTO! 

La legge

La legge italiana tutela la donna (e il congedo parentale tutela i genitori, in generale, anche se i papà non hanno diritti estesi come quelli delle mamme, purtroppo). Il congedo di maternità obbligatoria prevede l'astensione dal lavoro da parte della madre per cinque mesi a cavallo del parto (da qualche anno è possibile prenderli tutti anche esclusivamente dopo il parto, lavorando per tutti i 9 mesi della gravidanza). Dopodiché, è possibile allungare il congedo con la maternità facoltativa, ma è una scelta, appunto, non obbligatoria.

Quindi, consapevole di questa tutela e dei tuoi diritti, quando te la senti prendi coraggio e parlane con il tuo o la tua responsabile. 

L'annuncio

L'annuncio? Che tu tema la reazione o che tu sia sicura che colleghi e capi prenderanno la cosa positivamente, dai la notizia con il sorriso. Avrai un bambino, diventerai mamma, e questo non dovrebbe essere d'impiccio per la tua carriera. Le due cose non si escludono! 

Detto questo, per un secondo solo mettiti nei panni di chi hai davanti. Perché le aziende temono le gravidanze? Quando una donna resta incinta, i mesi di maternità che può prendere (tra quelli obbligatori e quelli volontari) sono diversi e i capi e i responsabili pensano subito al periodo in cui perderanno la forza lavoro, sostituendola o comunque riassettando il personale. Non è semplice, è vero. Ma di nuovo, la legge è dalla parte della maternità, per fortuna.

Anche per questo motivo, durante l'annuncio è bene mettere le cose in chiaro: dì con fierezza al tuo capo che sei incinta, ma spiega anche che il tuo lavoro è importante e che, pur diventando genitore, non lo prenderai sottogamba. Non ne "approfitterai", insomma, e cercherai di bilanciare le due cose in maniera rispettosa. 

Un altro consiglio è quello di programmare fin da subito: mostrando al datore o alla datrice di lavoro che hai i programmi già bene chiari in testa (per quanto possibile! La maternità è fatta anche di imprevisti), farai capire che ci tieni, che la tua maternità non sarà un problema e che a livello pratico e responsabile siete affidabili come sempre.

In questo modo, il capo o la capa diventeranno degli alleati, e non dei nemici. Bilancia, quindi, diritto e responsabilità, sempre fiera della gravidanza e della maternità e allo stesso tempo consapevole di come il lavoro si modificherà.

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“Sono gay”: come supportare il coming out di un figlio o di una figlia?

Venerdì, 04 Giugno 2021 07:32

Siamo negli anni Venti del nuovo millennio ed essere gay non è più, per fortuna, un tabù. Ma fare coming out, ovvero dichiarare la propria omosessualità, è ancora necessario. E per quanto un genitore sia aperto e tranquillo, quando a fare coming out è il proprio figlio o la propria figlia (che sia omosessuale, transessuale o non binary) ci si chiede, giustamente, cosa fare per supportarlo o supportarla al meglio.

Meglio non fare finta di niente

Anche se la prima cosa che vien da pensare, spesso, è “Me lo aspettavo” o “Già lo sapevo”, ciò non toglie il fatto che a tuo figlio abbia richiesto molto coraggio uscire allo scoperto. Meglio, quindi, fargli capire che lo ammiri molto, ringraziare della fiducia e fare capire apertamente che avrà il tuo supporto.

E se invece non ce lo si aspettava per niente, beh, mettersi in ascolto è sempre una buona idea, ascoltando davvero ciò che nostro figlio o nostra figlia ci sta comunicando.

Come supportare davvero un figlio gay, trans o non binario

La prima cosa da fare è mostrare sempre l’affetto: sembra scontato, ma nella nostra società la paura di non essere accettati, di essere allontanati o di essere visti in maniera diversa è reale perché i casi di discriminazione e non accettazione violenta in famiglia sono all’ordine del giorno.

Ascolta poi tuo figlio o tua figlia chiedendogli i dettagli della sua identità sessuale: si tratta di amare persone dello stesso sesso? Di non riconoscersi nel proprio genere di nascita? Di essere non binari? Con quali pronomi preferiscono essere chiamati? Non sono dettagli da trascurare: è anche attraverso queste attenzioni che si mostra l’accettazione piena e il rispetto.

Comincia, poi, a non passare oltre quando senti parlare male dell’omosessualità, della transessualità o dell’identità di genere e sessuale in generale (senza attaccare nessuno ma spiegando con tranquillità perché è meglio rispettare!): anche così contribuirai a creare un mondo sereno per tuo figlio o tua figlia (e per tutti in generale).

Comportati poi come sempre, nella quotidianità. Fai attenzione a ciò che dici (ad esempio, passa dal “allora ti piace qualche ragazzino?” al “ti piace qualche ragazzina?”), ma in generale mostra a tuo figlio o tua figlia che ciò che è e chi ama non cambia assolutamente nulla!

E infine dimostriamo (a parole e con i fatti) di amare la loro diversità, il loro essere, perché ognuno è bello e meraviglioso per ciò che è. Anche così saremo degli alleati, non dicendo “siamo tutti uguali”, ma “siamo tutti diversi, e questo è stupendo”.

Se ti senti in difficoltà

Se stai leggendo questo articolo perché ancora non accetti la sessualità di tuo figlio, perché hai paura o perché non senti di poterlo ancora supportare del tutto, cerca di guardarti dentro, ragionare, ascoltare le persone attorno a te, leggere libri, guardare film… È normale avere paura quando non si conosce la situazione che si ha di fronte. Conoscere è importantissimo.

Anche perché fare coming out in un ambiente giudicante e discriminante, in generale non pronto, è davvero pericoloso per i ragazzini e le ragazzine, che sentiranno sulle spalle una fatica immane che potrebbe lasciare cicatrici profonde.

Quindi il nostro consiglio è quello di provare ad informarti sia personalmente (libri, film, siti, influencer…) sia tramite un aiuto professionale (i consultori e gli sportelli di supporto esistono e sono molto comodi!), quindi, soprattutto, di ascoltare tuo figlio o tua figlia chiedendogli con sincerità di parlarti di ciò che prova, di cosa sente, di cosa significa per lui o lei… Il confronto è TUTTO. Basta farlo apertamente.

Ci si può spaventare, quindi: è normale. Ma da questo spavento ci si può riscoprire come genitori e come persone.

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Ufficio in casa, rendilo più bello ed efficiente con oggetti personalizzati

Giovedì, 03 Giugno 2021 09:23

Lavorare da casa non è solo una moda (e un’esigenza) di questo biennio di pandemia. Sono sempre di più le mamme e i papà che, potendo, stanno scegliendo di lavorare più tempo dalle mura di casa andando in ufficio solo pochi giorni a settimana. Anche per questo motivo, avere un piccolo ufficio in casa è sempre più diffuso.

Il bello è che questi piccoli uffici non devono per forza essere grandi o sofisticati; possono essere anche un semplice angolo-scrivania in salotto, o un piccolo studio appartato: non serve molto per renderli accoglienti, comodi e attrezzati.

Perché lavorare in un ambiente bello e piacevole rende molto più produttivi e focalizzati. Ecco quindi qualche idea per decorare l’ufficio in casa con oggetti personalizzati e unici.

Ufficio in casa, rendilo più bello ed efficiente con oggetti personalizzati: come decorare l’home office per migliorare il workflow (e arredare casa)

Su Camaloon.it troverete davvero moltissime ispirazione, a partire dagli oggetti personalizzabili. Ma quali sono gli accessori imprescindibili per rendere l’ufficio da casa bello da vivere e perfetto per lavorare?

La cosa che non può mancare è una tazza personalizzata, decorata secondo il proprio gusto. Non solo arreda molto, ma ricorda anche visivamente che ogni tanto è bene fare una pausa. Idealmente, ci si dovrebbero prendere cinque minuti ogni ora: una tisana o un caffè, una bevanda fredda o un piccolo snack possono essere il motivo giusto per staccare.

Tenete, poi, dei quaderni personalizzati a fianco del pc o dello strumento di lavoro: è vero che si lavora sempre sullo schermo, ma scrivere a mano è sempre consigliato. Fa bene alla mente (la tiene allenata!), alla memoria e alla coordinazione, sapete?

Un oggetto che non può mai mancare né nell’home office né in ufficio, e che va quindi sempre tenuto nello zaino o nella borsa del lavoro, è la borraccia: diciamo addio alla plastica e preferiamo le bottiglie riutilizzabili (da riempire con l’acqua del rubinetto, che nella maggior parte dei Comuni italiani è perfettamente bevibile e spesso più buona di quella nelle bottiglie del supermercato!). In questo modo non solo risparmieremo, ma faremo del bene all’ambiente. E ci ricorderemo anche di bere di più!

Infine, un bellissimo oggetto personale e comodo è la penna: ne esistono di personalizzate e personalizzabili, davvero carine e uniche, che esprimono la personalità di chi le usa o sponsorizzano il logo della propria attività. Ora esistono anche in bio-paper, scrivono molto bene e sono anche eco-consapevoli. 

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Bambini che rubano: che fare?

Giovedì, 03 Giugno 2021 07:25

Non c'è una regola: può capitare a tutti. Sì, anche alle migliori famiglie! Una frase senza senso, se applicata ai bambini: non esiste educazione che tenga quando si tratta di comportamenti che insorgono dal nulla. A noi genitori sta prendere tutto seriamente e approfittare per insegnare ciò che è giusto.

Ma torniamo a noi: cosa fare con i bambini che rubano? Sono molti i genitori che si accorgono di questa tendenza dei loro figli, soprattutto durante gli anni della scuola materna e delle elementari. Che fare? Innanzitutto, cerchiamo di indagare e di intervenire al più presto, con la consapevolezza che, no, se nostro figlio a cinque anni è un ladruncolo, non significa che diventerà per forza un delinquente in età adulta! Anzi: è l'occasione buona per trasmettergli della sana educazione.

Perché i bambini rubano

Non c'è un motivo specifico, naturalmente: i bambini rubano (giocattoli, spiccioli, oggetti che catturano la loro attenzione...) per diverse ragioni. Innanzitutto, non si tratta di un vero e proprio "rubare": per un bambino prendere qualcosa che non gli appartiene è dato da una semplice mancanza di controllo e nella maggior parte dei casi, quindi, non c'è un vero e proprio motivo ma solo la voglia di avere qualcosa che gli piace e che vuole. 

Altre ragioni dietro a questo gesto possono essere una mancanza di capacità di risolvere i problemi (arrivando alla soluzione più semplice e veloce: "Lui o lei hanno quella cosa che io voglio, per ottenerla basta che la prendo"), oppure la volontà di testare i limiti. Spesso, infatti, i bambini vedono fin dove possono spingersi prima di venire rimproverati, ed è anche in questa maniera che comprendono concretamente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ecco perché è giusto non fare finta di niente ma parlarne immediatamente.

Infine, e questo capita soprattutto con i bambini più grandicelli, il motivo dietro al gesto (e in questo caso si tratta davvero di rubare, dal momento che i ragazzini comprendono appieno la gravità del loro comportamento) è la volontà di essere accettati da qualche ragazzino più grande o da amici che li mettono alla prova.

Cosa fare

Con i bambini più piccoli, invece di accusare immediatamente del furto, è bene cercare una narrazione più soft. Ad esempio: "Sai che all'asilo è andato perso quel giocattolo? Mi domando che fine abbia fatto...". Spesso i bambini colgono la palla al balzo e dicono la verità, permettendoci di spiegargli perché non si fa. Ma se non lo fanno, dobbiamo provare qualcosa di diverso. Ad esempio, enfatizzare il fatto che sia difficile ammettere di sbagliare, ma che è sempre giusto farlo.

E se la cosa continua a ripetersi?

Rivolgersi ad un professionista

Rivolgersi ad un professionista è sempre una buona idea, sia quando non riusciamo a trovare una soluzione, sia nelle fasi iniziali. Non deve, infatti, essere per forza una situazione "grave" a farci richiedere l'aiuto degli insegnanti o di uno psicologo/a infantile: chi ne sa più di noi, ha sempre dei consigli utili e semplici che spesso permettono di risolvere il problema molto più in fretta e più efficacemente.

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Regole e piccoli segreti per non sprecare più il cibo!

Lunedì, 31 Maggio 2021 09:35

Un problema del nostro tempo è certamente lo spreco alimentare: nel mondo, ogni anno viene gettato nella spazzatura circa un terzo del totale di tutto il cibo commestibile. Il 2020 ha portato, almeno in Italia, un miglioramento (sono stati buttati 27 kg di cibo a testa, l'11,78% in meno rispetto al 2019), ma i dati sono ancora pessimi. Non solo per il pianeta: anche per le tasche. Sprecare cibo significa infatti fare del male alla Terra, producendo rifiuti inutili e abusando di risorse preziose, ma anche al portafoglio, dal momento che il cibo sprecato è cibo acquistato e buttato letteralmente nella spazzatura.

La bella notizia è che esistono regole per non sprecare il cibo davvero semplici da seguire: si tratta di piccoli segreti e abitudini anti-spreco che permettono di salvare un sacco di alimenti perfettamente buoni.

Organizzare la dispensa

Saper organizzare la dispensa in maniera ordinata e comoda è fondamentale, ma non per semplici e meri motivi di ordine ed eleganza: avere tutto sott'occhio e organizzato al meglio aiuta a ridurre moltissimo gli sprechi.

Fare la lista della spesa

Quando si va al supermercato, è sempre bene avere con sé una lista della spesa per evitare di comprare cose doppie che già abbiamo in casa e per acquistare cibi che effettivamente serviranno e che non scadranno perché in eccesso. Il metodo giusto? Non fare la lista della spesa appena prima di recarsi al super, ma tenerla aggiornata di giorno in giorno in base ai cibi che finiscono o che servono.

Tenere lontane patate e cipolle

Le patate e le cipolle (che non vanno tenute in frigorifero ma in un luogo fresco e asciutto) non andrebbero mai tenute vicine: entrambe, infatti, rilasciano durante la maturazione dei gas che ne stimolano il deterioramento. Se vicine, questo effetto si raddoppierà. Meglio quindi tenerle lontane, magari in due armadietti diversi, per allungarne la conservazione.

Riscaldare gli avanzi

Quando a pranzo e a cena restano avanzi di pasta o di riso (ma anche di carne cotta), non buttiamoli: il giorno dopo sono ancora buonissimi. Basta conservarli in frigorifero e poi riscaldarli in padella con un goccio di olio. Il sapore, addirittura, sarà esaltato rispetto al giorno prima. Oppure, un'altra idea è quella di portarli in ufficio nella schiscetta (alleggerendo anche i costi per il pranzo).

Le scadenze

Teniamo le scadenze sott'occhio: in questo modo consumeremo prima i cibi che altrimenti butteremmo. Per farlo, quando torniamo dalla spesa è utile sistemare i cibi appena acquistati sul fondo, tenendo davanti quelli avanzati dalla spesa precedente.

Usare le foglie

Spesso quando prepariamo il pinzimonio tagliamo i gambi del sedano e buttiamo le foglie. Lo stesso accade con i broccoli, le carote... Non buttiamole! Le foglie sono ottime per insaporire i brodi. In questo modo, non sprecheremo nulla.

Conservare in freezer

Quando la frutta sta maturando troppo in fretta, puliamola e congeliamola; lo stesso possiamo farlo quando abbiamo troppo ragù, o troppa zuppa, o troppe pappe... Oppure quando la carne che abbiamo comprato è in scadenza. Sfruttiamo il freezer e allunghiamone la vita!

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Come tenere occupati i bambini piccoli (sotto i 3 anni)

Giovedì, 27 Maggio 2021 13:09

No, non sentirti in colpa: se stai leggendo questo articolo è perché vuoi cinque, dieci, trenta minuti per te! Senza urla, pianti, tirate di pantaloni o di gonna, urletti e risate. Che sono bellissimi! Ma non 24 ore su 24. 

Tenere occupati i bambini più piccoli è un'impresa! Ma è anche giusto farlo, per allenare la loro concentrazione (wink wink, occhiolino! Una comodità che possiamo spacciare per beneficio educativo!). Ecco quindi i modi migliori per tenere concentrati e occupati i bambini sotto ai tre anni (ma arriviamo anche a quattro tranquillamente) per concederci qualche minuto in tutta tranquillità (e in sicurezza).

I puzzle

Semplici e intramontabili, i puzzle esistono per tutte le età e per tutte le manine, anche le più piccole. Sfruttiamoli!

Disegnare

Non è un'attività solo per bambini grandi o che già scrivono. Anzi: certi bambini mostrano attrazione per biro e matite fin da piccolissimi. Stendi, quindi, un bel foglio gigante a terra (anche un vecchio scatolone da riciclare andrà bene!) e lascia che il bimbo o la bimba sfoghi la sua vena artistica.

I trenini

Quale giocattolo migliore, per un bambino piccolo, di un trenino che viaggia su binari perfetti? Sembra noioso, ma non lo è!

Le busy bag

Le busy bag sono un materiale montessoriano preziosissimo (per i bambini e per i genitori!). Contengono oggetti e materiali sicuri per i bambini, diversi ogni volta, per stimolare la loro curiosità e la loro creatività. Se vuoi sapere qualcosa di più, ecco un articolo dedicato proprio alle busy bag Montessori.

I libri

Non pensare che i libri siano un oggetto per bambini solo dal momento in cui leggono o quando siamo noi a leggergli le storie: dargli in mano fin da piccoli l'oggetto-libro è fondamentale. E poi li distrae un sacco! Scegli quelli tattili, fatti per le manine dei bambini, e lascia che si concentri e che ci giochi in libertà.

I travasi

Anche questa è un'attività montessoriana che tiene occupati i bambini egregiamente: i travasi consistono semplicemente nel travasare da un recipiente all'altro un determinato materiale. Vi stupirà vedere come si concentreranno i bambini! E nel frattempo alleneranno la loro manualità fine.

Le costruzioni

Sceglile perfette per le mani dei più piccoli e lascia che sfoghino l'istinto da architetto o architetta. Quelle in legno? Le migliori.

 

I materiali di riciclo

A volte basta poco. Pochissimo! Una bottiglietta di plastica vuota (magari riempita con del riso), una confezione di carta, delle vecchie etichette (che affascinano moltissimo i bambini!)...

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“Famiglie favolose”, le fiabe tradizionali sulle famiglie non convenzionali

Mercoledì, 26 Maggio 2021 12:27

Ma come può esistere la famiglia tradizionale se ogni famiglia è non convenzionale? Esistono forse famiglie perfette? Famiglie uguali alle altre? No. E questo libro mostra, in maniera graziosissima e coinvolgente, come esistano famiglie davvero di tutti i tipi. Perché se i media mainstream mostrano ancora solo la famiglia (che loro ritengono) “tradizionale”, le famiglie vere sono quelle in cui c’è amore. E non è una frase fatta. Almeno finché esisteranno le discriminazioni.

La particolarità di questo libro? Il fatto di narrare storie ispirate a fatti realmente accaduti e a famiglie vere. A raccoglierle ci hanno pensato Francesco Maddaloni e Guido Redaelli, che hanno voluto offrire ai bambini un libro di favole come quelli di una volta, grandi, illustrati e confortevoli, dando la possibilità di leggere storie vere, verosimili e normali, diffuse e coinvolgenti.

Leggere queste storie, quindi, allarga l’orizzonte dei bambini, non limitandolo ai classici Disney e alle fiabe standardizzate, ma mostrando loro la bellezza della diversità, aiutandoli a comprendere un pochino di più il mondo che c’è fuori.

“Famiglie favolose”, le fiabe tradizionali sulle famiglie non convenzionali

In “Famiglie favolose”, libro edito da Salani, ci sono storie bellissime, dolcissime e importantissime nella loro semplicità. Quella della pecorella australiana Mirtilla, che racconta ai bambini la bellezza dell’adozione e dell’accettazione della propria identità; quella dei fenicotteri rosa Carlos e Fernando e del sogno di diventare papà; quella delfina Pinky e della sua malattia rara che la rende tutta rosa e quella di Milo e della sua famiglia di cigni inglesi separati; quella delle mamme single Susie e Alberta che uniscono le forze. E poi ci sono le storie di Ciro, papà di una famiglia numerosissima, e di Amani, leonessa del Botswana che diventerà leone capobranco.

Le illustrazioni sono bellissime, favolose quanto le “Famiglie favolose” a cui donano vita: sembra proprio uno di quei vecchi libri di favole illustrati, come le fiabe di La Fontaine, di Esopo e di Fedro che leggevamo (e sfogliavamo) da piccoli e che ci facevano scoprire il mondo attraverso storie di animali nei quali rispecchiarsi. Ecco, anche questo è un aspetto da non sottovalutare: questo libro è bello da sfogliare, da guardare, e i bambini possono prenderci confidenza entrando fino in fondo nelle storie, imparandole a memoria e seguendole visivamente di pagina in pagina.

E non è un solo illustratore ad essere stato coinvolto: le matite che hanno tracciato i bellissimi disegni sono quelle di Charles Bailey, Herikita, Patricia Pedro Afonso, Alice Piaggio, Mateo Rivano, Daniela Tieni e Rosi Tooth. Ogni storia, quindi, ha un suo tratto, ed è bellissimo riconoscerle anche attraverso questo dettaglio!

Le fiabe susciteranno domande? Forse. Saranno motivo di approfondimento? Speriamo! Perché i libri servono anche a questo, e questa raccolta di fiabe e illustrazioni è davvero preziosissima per genitori che vogliano crescere bambini consapevoli, rispettosi, empatici e sereni.

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Libri per dislessici, i nuovi romanzi per ragazzi ad alta leggibilità di Mondadori

Martedì, 25 Maggio 2021 08:47

Leggere deve essere prima di tutto un piacere (e qui trovate qualche consiglio per fare appassionare alla lettura anche i bambini più restii!), ma a volte diventa una fatica: i bambini e i ragazzi con dislessia, infatti, si devono sforzare moltissimo per leggere con tranquillità e per questo motivo spesso si allontanano dalla lettura, disdegnano i libri e non vogliono leggere. La notizia della nuova collana di libri Mondadori dedicati ai lettori con DSA, disturbi specifici dell'apprendimento, è quindi ottima, perché questi libri possono diventare un modo per avvicinare i dislessici alla lettura rendendola piacevole e meno faticosa.

La linea ad alta leggibilità Mondadori

Mondadori Libri per Ragazzi ha appena presentato una nuova collana per ragazzi dai 6 anni, ideata interamente ad alta leggibilità, ovvero con un progetto grafico adatto davvero a tutti, sia a chi ha difficoltà a leggere, sia alle persone con disturbi specifici dell'apprendimento, sia a chi ama leggere. Grazie a certi stratagemmi, infatti, questi libri per bambini sono più semplici da leggere.

Innanzitutto, c'è il font per dislessici: si chiama "Leggimi" ed è stato creato nel 2006 da Sinnos, che è arrivato a realizzare un carattere di stampa studiato insieme a logopedisti, insegnanti e neuropsichiatri, per rendere meno difficile la lettura. "Leggimi" è infatti facilmente leggibile da tutti.

L'interlinea e le spaziature, poi, sono più ampie del normale, con il testo allineato a sinistra e zero rientri a capo (in modo che le parole non si spezzino).

Infine, i testi presentano degli spazi che segnalano la divisione dei paragrafi e delle sequenze narrative, facilitando così la comprensione.

I libri

Il diritto di sognare

In questo romanzo Sarah Pellizzari Rabolini parla di Bea, che, eterna seconda, scopre le storie di Claudette Colvin e di Rosa Parks, rivedendo le sue "classifiche". 

Un salto tra le stelle

Questo libro di Daria Bertoni parla di Stella, giovane sportiva appassionata di ginnastica artistica che sta per entrare nella squadra delle Gazzelle!

Scuola di mostri

Sabrina Guidoreni scrive la storia di Gio e del suo primo giorno di scuola, che lo preoccupa moltissimo anche se il suo papà gli dice che iniziare qualcosa di nuovo è sempre un'avventura bellissima!

 

Il bambino fiocco di neve

Questa di Viviana Mazza è la storia vera di Wang Fuman, il bambino che ha commosso il mondo per la sua tenacia: per frequentare la scuola, percorreva ogni giorno 4 km al gelo!

 
 
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