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Adolescenti, meglio che dormano: poco sonno danneggia il cervello

Adolescenti, meglio che dormano: poco sonno danneggia il cervello

I genitori lo intuiscono da tempo, anche se non sempre riescono a farlo rispettare. Andare a dormire presto non è solo una questione di regole o abitudini familiari. Per gli adolescenti, chiudere gli occhi prima e dormire più a lungo è una vera e propria strategia di protezione del cervello. Uno studio appena pubblicato dall’università di Cambridge insieme alla Fudan University di Shanghai lo conferma con chiarezza: dormire poco e andare a letto tardi compromette la salute cerebrale degli adolescenti.

La ricerca

A dirlo non sono intuizioni o consigli generici, ma i dati raccolti da una ricerca che ha monitorato più di 3.200 ragazze e ragazzi tra i 9 e i 14 anni. Età di mezzo, spesso sottovalutata, eppure cruciale per lo sviluppo cognitivo. Grazie a dispositivi indossabili – braccialetti che monitorano il sonno – i ricercatori hanno potuto osservare per settimane i ritmi reali dei giovani coinvolti. E i risultati sono stati chiari: chi dormiva di più e andava a letto prima, mostrava migliori prestazioni cognitive e connessioni cerebrali più forti.

Chi invece trascorreva ore serali davanti allo schermo, magari scrollando TikTok sotto le coperte, non se la cavava altrettanto bene. Connessioni più deboli tra le aree cerebrali, volume cerebrale ridotto, soprattutto in zone cruciali come l’ippocampo, che regola memoria e apprendimento. A raccontarlo è Sara Carucci, direttrice della clinica di neuropsichiatria dell'infanzia e dell’adolescenza della Asl di Cagliari, intervistata dall'Ansa: «Le scansioni cerebrali hanno mostrato che gli adolescenti che rimanevano svegli fino a tardi presentavano connessioni più deboli tra le aree cerebrali chiave. Avevano anche volumi cerebrali più piccoli, soprattutto in aree importanti per la memoria, come l'ippocampo. Tutti elementi che possono spiegare un basso punteggio nei test cognitivi».

Effetti a lungo termine

Non si tratta di effetti passeggeri. Come precisa Carucci, questi cambiamenti strutturali «possono plasmare le traiettorie cognitive». Significa che le abitudini di sonno nell’adolescenza non influenzano solo il rendimento a scuola, ma possono condizionare in modo permanente lo sviluppo mentale e la capacità di affrontare sfide cognitive e relazionali da adulti.

La mancanza di sonno non è solo un dettaglio trascurabile, ma un fattore di rischio su cui si può agire. In un momento della vita in cui ragazze e ragazzi vivono profondi cambiamenti, anche neurologici, proteggere il riposo notturno diventa un atto di cura concreto. Eppure non è facile. I dati dicono che molti adolescenti sono troppo spesso iperconnessi, e trascorrono molto tempo sui social anche durante la notte, influenzando sia la durata che la qualità del sonno.

Il problema non riguarda solo le ore dormite, ma anche l’orario in cui si va a letto. Restare svegli fino a tardi sembra alterare il funzionamento cerebrale più di quanto si pensasse. Nella vita reale, molte madri e molti padri si scontrano ogni sera con l’idea che il “coprifuoco digitale” sia una battaglia persa. Ma sapere che quelle ore sottratte al sonno influiscono direttamente sul cervello – modellandone connessioni e dimensioni – cambia il modo in cui si percepisce questa abitudine.

Tornare a un sonno dignitoso

Non servono sveglie alle sei del mattino né imposizioni rigide. Basta restituire dignità al sonno, come bisogno biologico fondamentale. Gli adolescenti, ancora in costruzione dentro e fuori, hanno bisogno di più ore di riposo, e soprattutto hanno bisogno di dormire bene e al momento giusto.

Il sonno, da sempre sottovalutato nel discorso educativo, dovrebbe essere considerato al pari di una sana alimentazione o dell’attività fisica. Serve a formare non solo corpi forti, ma anche menti stabili. E se oggi le neuroscienze ci mostrano quanto il sonno notturno agisca sulla memoria, sull’apprendimento e sulla stabilità emotiva, allora vale la pena mettere il riposo al centro della cura quotidiana dei nostri figli e delle nostre figlie. Magari sostituendo i device con un libro, che senza la luce blu favorisce il riposo. Ma che sia un libro che piaccia, non obbigato!

Perché una mente adolescente ha bisogno di sognare. Ma prima ancora, ha bisogno di dormire.

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