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Peperonata: la ricetta della nonna

La peperonata è una ricetta classica e amata, un contorno o antipasto tipico dell’estate italiana a base di peperoni, pomodori, cipolle e basilico, che insieme creano una sinfonia di sapori profumati e colorati.

Per preparare una buona peperonata è importante usare peperoni di diversi colori (verde, giallo e rosso) perché hanno sapori e consistenze diverse che arricchiscono il piatto. Si comincia lavando e pulendo i peperoni, eliminando semi e parti bianche interne, poi si tagliano a striscioline o pezzetti. Le cipolle, preferibilmente quelle di Tropea per il loro gusto dolce, vengono affettate e soffritte con olio e uno spicchio d’aglio (facoltativo per chi non vuole un sapore troppo intenso).

I peperoni si uniscono alla cipolla e si fanno cuocere per circa 15-20 minuti a fuoco medio-basso, coprendo la padella, così da ammorbidirli lentamente. A questo punto si aggiunge la passata di pomodoro o pomodori freschi tagliati a pezzi, e si continua la cottura per altri 10-15 minuti fino a quando il sugo si ridefinisce leggermente e la peperonata diventa cremosa e saporita. Il basilico fresco viene aggiunto solo alla fine per dare profumo e aroma al piatto. 

La peperonata si può servire calda, tiepida o anche fredda, come contorno o per accompagnare salumi, formaggi, carni, oppure come condimento per la pasta o le bruschette.

Per renderla più digeribile, ci si può affidare ad alcuni trucchi della tradizione, come togliere la pellicina esterna ai peperoni, usare cipolle dolci come quelle di Tropea e aggiungere un pizzico di zucchero per bilanciare l’acidità.

Peperonata: la ricetta della nonna

 

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Ecco i romanzi imperdibili da leggere quest’estate: i 7 casi editoriali del momento

Lunedì, 04 Agosto 2025 10:37

L’estate è la stagione ideale per regalarsi qualche ora di evasione con una buona lettura, immergendosi tra storie appassionanti e grandi emozioni. Ecco sette romanzi freschi di stampa, fenomeni editoriali del momento: non lasciateveli sfuggire sotto l’ombrellone.

Strani disegni di Uketsu (Einaudi)

Vero caso letterario dell’estate, firmato da uno youtuber giapponese dall’identità sconosciuta. Un giallo-horror immersivo in cui disegni, blog, scarabocchi infantili e schizzi legati a misteriosi delitti costringono lettrici e lettori a mettersi in gioco per svelare la verità. Un romanzo che reinventa il crime e gioca con il paranormale, perfetto per chi cerca brividi ma ama i puzzle narrativi.

Il mio nome è Emilia del Valle di Isabel Allende (Feltrinelli)

Il grande ritorno di Isabel Allende con una saga piena di emozioni e forza femminile. La vita travagliata di Emilia, tra Messico e Cile, intreccia giornalismo, ricerca d’identità, amore e grandi stravolgimenti storici.

Never flinch – La lotteria degli innocenti di Stephen King (Sperling & Kupfer)

L’ultimo romanzo del maestro dell’horror esamina il confine tra giustizia, paura e ideologia, in un thriller oscuro e psicologico che ha già conquistato lettori di tutto il mondo.

Gli omicidi dei tarocchi di Barbara Baraldi (Giunti)

Tra i grandi best seller italiani, questa nuova indagine della commissaria Emma Bellini ci porta nella Trieste più inquieta, alle prese con un serial killer che lascia carte dei tarocchi sulle scene del crimine. Un giallo perfetto per le appassionate del mistero all’italiana.

Un cadavere in cucina di Giancarlo De Cataldo (Einaudi, Stile Libero)

Il pubblico adora le indagini del pm Manrico Spinori: questa volta, il mistero irrompe tra gli chef stellati di un prestigioso ristorante romano. Tra segreti, intrighi e Servizi segreti, il giallo è assicurato.

In guerra e in amore di Ildefonso Falcones (Longanesi)

Dallo storico autore de La cattedrale del mare, un nuovo romanzo epico che ci porta nella Napoli aragonese del Quattrocento tra passioni travolgenti, lotte di potere e avventure indimenticabili. Una saga perfetta per chi ama i grandi romanzi storici.

Butterfly di Martta Kaukonen (Longanesi)

Un thriller scandinavo al femminile su ossessioni, doppi giochi e una psicologa detective, destinato a tenervi col fiato sospeso e già in corso di traduzione in numerosi paesi. Ideale per chi cerca tensione e originalità.

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La ricetta della genovese vegetariana

Dal nome non si direbbe, ma la genovese è uno dei sughi simbolo della cucina napoletana. Tradizionalmente realizzata con una lenta cottura di cipolle e carne, oggi sempre più spesso declinata in versioni vegetariane, perfette per chi desidera un piatto ricco di gusto ma senza carne.

La genovese vegetariana, detta anche “finta genovese”, si basa su una lunga cottura di cipolle ramate, carote e sedano, che sprigionano un sapore dolce e avvolgente, ideale per condire ziti o maccheroni. Rispetto alla ricetta originale, questa variante richiede meno tempo e un procedimento più semplice, risultando più leggera e altrettanto saporita.

La genovese vegetariana, con la sua dolcezza naturale e il profumo dell’alloro, è un’ottima alternativa per gustare un piatto tipico senza rinunciare alla tradizione. Morbida, ricca e confortante, si presta a essere apprezzata anche da chi normalmente predilige la versione con la carne, offrendo un’esperienza culinaria leggera ma autentica. Se vuoi cimentarti in una versione più originale, alcune varianti vegetariane prevedono l’aggiunta di bocconcini di soia o funghi per arricchire il gusto, ma la semplicità delle verdure cotte lentamente è ciò che rende speciale questo classico napoletano.

La ricetta della genovese vegetariana

 

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Per crescere sicuri è fondamentale educare i bambini al rischio

Mercoledì, 30 Luglio 2025 09:49

Oggi come oggi proteggere i bambini dai potenziali pericoli sembra essere la priorità assoluta dei genitori. Giustissimo.

Eppure secondo i neuropsichiatri infantili il vero compito degli adulti non dovrebbe essere quello di eliminare ogni rischio, ma di educare i più piccoli ad affrontare in modo consapevole le difficoltà e le sfide della vita. Dare gli strumenti, quindi, piuttosto che schermare.

Perché è importante imparare a gestire il rischio

La naturale curiosità che caratterizza i bambini li spinge a esplorare, sperimentare e talvolta anche a mettersi in situazioni potenzialmente rischiose. Negare ai bambini questa possibilità, secondo gli esperti, può impedire loro di sviluppare autonomia, responsabilità e autostima. Il confrontarsi con limiti e difficoltà, infatti, rappresenta infatti una tappa cruciale per la crescita personale, la sicurezza di sé e la capacità di riconoscere e gestire le emozioni.

Come detto, negli ultimi anni la tendenza a limitare l’esposizione dei bambini ai rischi ha prodotto spazi di gioco sempre più sicuri ma anche meno stimolanti. Secondo gli esperti, invece, un ambiente che permette di affrontare rischi calcolati e ragionevoli aiuta i bambini a sviluppare strategie di fronteggiamento utili non solo nell’infanzia, ma per tutta la vita.

Essere adulti “accompagnatori”, piuttosto che “protettivi a oltranza”, significa conoscere bene i materiali e gli ambienti frequentati dai bambini, osservarli senza invadere, offrire parole e sguardi di fiducia e favorire esperienze che mettano alla prova i piccoli, lasciando che siano loro stessi a trovare le soluzioni migliori. Con buonsenso e attenzione.

Gli 8 consigli degli esperti per educare al rischio

I neuropsichiatri dell’associazione Sinpia hanno individuato otto principi fondamentali per aiutare i genitori a svolgere questa preziosa funzione educativa:

  • Consentire ai bambini di esplorare ambienti e situazioni nuove proporzionate alla loro età, senza intervenire continuamente per evitare piccoli incidenti.
  • Favorire il gioco libero, con una supervisione discreta e a distanza, lasciando spazio all’iniziativa personale.
  • Promuovere la gestione delle emozioni, aiutando i bambini a comprendere ciò che provano quando si trovano in situazioni inusuali o potenzialmente rischiose.
  • Comunicare fiducia, trasmettendo ai figli la consapevolezza che possono riuscire a gestire da soli alcune difficoltà, intervenendo solo se strettamente necessario.
  • Offrire gradualità nelle esperienze, aumentando pian piano il livello di complessità delle attività, in base all’età e alle capacità del bambino.
  • Accettare piccoli fallimenti, insegnando che cadere o sbagliare fa parte dell’apprendimento e non rappresenta una sconfitta definitiva.
  • Creare occasioni di autonomia, per stimolare il senso di responsabilità.
  • Valorizzare il gioco all’aperto e il contatto con la natura, che offre innumerevoli occasioni di scoperta e di confronto con il rischio in modo controllato.

 

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Melanzane ripiene gratinate: la ricetta

Sono gustose, facili da preparare e tradizionali: le melanzane ripiene sono tipiche della cucina italiana e fanno sempre un figurone in tavola, sia a pranzo che a cena, ma anche durante le grigliate o le tavolate in compagnia.

Piatto unico estivo, leggero (ma non troppo) e ricco di sapore, si prepara abbastanza velocemente e si può personalizzare il ripieno secondo i gusti: ecco perché ogni volta questa pietanza è unica.

Melanzane ripiene e gratinate: la ricetta semplice e veloce

 

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Ora lo dice anche la scienza: lo smartphone prima dei 13 anni fa male alla salute mentale

Martedì, 22 Luglio 2025 10:17

Un nuovo studio scientifico globale rafforza l’allarme: possedere uno smartphone prima dei 13 anni può avere effetti negativi sulla salute mentale dei giovani. L’indagine, condotta da Sapien Labs attraverso il Global Mind Project – il database più grande al mondo dedicato al benessere mentale – ha coinvolto oltre 100.000 giovani e pubblicata sul Journal of Human Development and Capabilities.

Cosa rivela lo studio

I dati, raccolti tra giovani adulti di 18-24 anni, mostrano che chi ha ricevuto il primo smartphone a 12 anni o meno è significativamente più incline a soffrire di pensieri suicidi, aggressività, distacco dalla realtà, scarsa regolazione emotiva, bassa autostima.

Questi effetti sarebbero fortemente legati al primo accesso precoce ai social media, aumentando il rischio di cyberbullismo, disturbi del sonno e difficoltà nelle relazioni familiari in età adulta.

Lo studio sottolinea inoltre che chi usava uno smartphone già in tenera età manifesta da adulto sintomi che non rientrano nei tradizionali quadri di depressione o ansia. Questi disturbi, quindi, possono sfuggire agli screening standard più diffusi.

L’età del primo smartphone conta

Un elemento chiave emerso dall’indagine è la correlazione tra l’età del primo possesso e il benessere mentale in età adulta:

Età del primo smartphonePunteggio medio salute mentale
13 anni 30
5 anni 1

Più precoce è il possesso, più i punteggi di benessere mentale diminuiscono.

Inoltre, la percentuale di giovani adulti con almeno cinque sintomi gravi di disagio è aumentata del 9,5% tra le donne e del 7% tra gli uomini che hanno ricevuto lo smartphone prima dei 13 anni.

Il possesso precoce si traduce ovunque in una peggiore immagine di sé, minore autostima, minor fiducia e scarsa stabilità emotiva, oltre a una riduzione dell’empatia.

Le evidenze raccolte dal più ampio studio mai realizzato al mondo parlano dunque chiaro: dotare bambini e preadolescenti di uno smartphone può compromettere gravemente salute mentale, autostima e serenità sul lungo termine. Meglio saperlo, prima di prendere una decisione.

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10 libri sulla maternità da leggere quest'estate

Lunedì, 21 Luglio 2025 09:39

L’estate per moltissime persone è il momento perfetto per leggere e prendersi del tempo per sé, immergendosi in storie che rispecchiano la propria vita. Per esempio, le sfumature della maternità.

Ecco una selezione di romanzi, saggi e graphic novel — tra novità e titoli rilevanti — che parlano alle mamme di oggi, tra emozioni, riflessioni e avventure tutte da gustare sotto l’ombrellone  o con vista montagna e campagna, mentre i bambini giocano un po' più in là.

Romanzi

La mia casa è dove sono – Igiaba Scego

Un romanzo intenso che racconta cosa significa crescere con radici divise tra due mondi, e come la maternità e la memoria possano diventare casa. Perfetto per le mamme che cercano storie di identità e rinascita.

Cose che non si raccontano – Antonella Lattanzi

Un racconto potente e personale sul desiderio di maternità e le domande che ne derivano, affrontando paure, ossessioni e il ruolo della donna oggi. Un libro che tocca corde profonde.

L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi – Tatiana Ţîbuleac

Un viaggio intenso nel rapporto madre-figlio, tra dolori taciuti e la necessità di riconciliarsi con il proprio passato. Un romanzo straniero amato per lirismo ed emozione.

Quello che so di te – Nadia Terranova

Candidato al Premio Strega 2025, narra le paure e il coraggio di una madre che affronta la propria storia familiare e la necessità di capirsi attraverso le generazioni.

L’acqua del lago non è mai dolce – Giulia Caminito

In questo acclamato romanzo la figura della madre è fortissima, dura ma piena d’amore; una storia di riscatto femminile, tra rabbia, sacrificio e dolci complicazioni familiari.

L’invenzione della madre – Marco Peano

Una storia commovente sul legame unico tra madre e figlio, che esplora la perdita e la scoperta di cosa significhi davvero esserci l’uno per l’altro nei momenti più difficili.

Saggi

La rabbia delle mamme – Alba Marcoli

Un saggio che affronta senza tabù la fatica e i sentimenti contrastanti che la maternità può suscitare. Un supporto autentico per chi cerca comprensione e strumenti concreti.

Lo faccio per me: Essere madri senza il mito del sacrificio – Stefania Andreoli

Un invito importante a ripensare il ruolo di madre senza annullarsi, un saggio che incoraggia a non perdere sé stesse nel nome del mito del sacrificio materno.

Graphic Novel

La magnifica illusione – Alessandro Tota

Uno dei graphic novel più interessanti del 2025: una storia peculiare e ironica sui rapporti familiari e sulla capacità di reinventarsi, perfetta per chi cerca una lettura intensa e sorprendente.

Ritorno all’Eden – Paco Roca

Un toccante viaggio nella memoria materna e familiare attraverso le immagini: la vita di una madre, la sua forza e le piccole/grandi storie che restano in eredità ai figli, in un graphic novel che ha già conquistato critica e pubblico.

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Insalata fresca con lattuga, feta, arancia, barbabietola e noci

Un’insalata estiva fresca e colorata che unisce lattuga, feta, arancia, barbabietola e noci: è l’ideale per chi cerca un piatto leggero ma ricco di sapori e contrasti.

Gli ingredienti si sposano perfettamente: la dolcezza della barbabietola e dell’arancia si contrappone alla sapidità della feta e alla croccantezza delle noci, mentre la lattuga aggiunge una base fresca e delicata. Vi piacerà se amate le insalate come la pantesca o la siciliana! E la preparazione è davvero, davvero semplice.

Insalata fresca con lattuga, feta, arancia, barbabietola e noci: la ricetta

 

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Bambini e sabbia: le regole d’oro per un gioco sicuro

Giovedì, 17 Luglio 2025 07:20

Le recenti e drammatiche notizie di cronaca, come quella del ragazzo di 17 anni morto a Montalto di Castro Marina dopo essere stato sepolto dal crollo improvviso di una buca scavata nella sabbia, richiamano l’attenzione sulla necessità di una maggiore consapevolezza e di regole precise quando i bambini si divertono in spiaggia. La sabbia rimane un elemento magico per l'infanzia, ma possono esserci pericoli da non sottovalutare: fa paura, ma è bene pensarci.

Buche nella sabbia: attenzione al rischio

Scavare buche profonde è uno dei giochi preferiti dai bambini, ma può diventare estremamente pericoloso. Le pareti della buca possono cedere all’improvviso, provocando il seppellimento e soffocamento del bambino, come documentato da più episodi in Italia e all’estero. Il rischio aumenta con la profondità della buca (oltre un metro diventa già molto pericolosa). Meglio quindi:

  • Evitare di scavare buche profonde (mai oltre il ginocchio dei bambini).
  • Non lasciare mai soli i bambini durante queste attività.
  • Coprire subito ogni buca dopo il gioco, per evitare che altri ci finiscano dentro.
  • Giocare preferibilmente con formine e secchielli, costruire castelli ma senza creare cavità profonde o tunnel.

Sorveglianza costante

La supervisione è fondamentale mentre i bambini giocano nella sabbia:

  • Mantenere sempre uno sguardo attento, soprattutto quando ci sono più bambini o se sono piccoli.
  • Coinvolgere i più grandi come "aiutanti" per evitare azioni rischiose.
  • Prestare attenzione a comportamenti apparentemente innocui, come tuffarsi in buche o coprirsi completamente con la sabbia.

Igiene e sicurezza: sabbia pulita, mani lontane dalla bocca

Oltre al rischio fisico, la sabbia può essere veicolo di germi, batteri e corpi estranei. Piccole quantità di sabbia ingerita generalmente non provocano problemi gravi, ma il rischio cresce se nella sabbia sono presenti residui animali, rifiuti o oggetti taglienti.

  • Utilizzare preferibilmente sabbia certificata per il gioco (apposita per sabbiere).
  • Dopo ogni bagno in mare, sciacquare il bambino con acqua dolce e asciugarlo bene, cambiando costume per prevenire irritazioni e infezioni.
  • Insegnare ai bambini a non portare la sabbia alla bocca e a lavarsi sempre le mani prima di mangiare o fare merenda.
  • Quando si usano sabbiere in giardino o aree pubbliche, coprirle sempre dopo l’uso per evitare contaminazione da animali.

Proteggere la pelle e il benessere

La sabbia può essere abrasiva sulla pelle, soprattutto se questa è umida dopo il bagno:

  • Meglio far giocare il bambino con la pelle asciutta.
  • Applicare creme solari per proteggersi dai raggi UV.
  • Prediligere le ore meno calde e zone d’ombra.

Tabella pratica: cosa fare e cosa evitare

Da fareDa evitare
Sorvegliare i bambini in modo attivo Scavare buche profonde
Usare sabbia pulita e coprire la sabbiera Lasciare incustodite buche o sabbiere
Lavare le mani dopo il gioco Portare la sabbia alla bocca
Proteggere la pelle con crema solare Esporsi al sole nelle ore più calde

 

Il gioco nella sabbia resta dunque un'esperienza irripetibile e benefica per la fantasia, la motricità e la socialità dei bambini. Con qualche regola in più, una buona dose di vigilanza e adeguate misure igieniche, è possibile far sì che il divertimento resti tale senza mettere in pericolo la salute e la vita dei più piccoli. Prestare attenzione ai rischi permette di trasformare la spiaggia e le sabbiere in ambienti sicuri per tutta la famiglia.

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Focaccia pugliese con pomodorini e olive: la ricetta

La focaccia pugliese con pomodorini e olive è uno dei simboli della cucina della Puglia, protagonista di colazioni e merende, regina dello street food e delle tavolate conviviali. In particolare nella versione barese, la focaccia si riconosce per l’impasto morbido ma non spesso, ben idratato e condito generosamente in superficie con olio extravergine d’oliva, pomodorini maturi e olive.

I pomodorini ideali sono ciliegini, datterini o piccadilly, maturi e succosi.

Focaccia pugliese con pomodorini e olive: la ricetta

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