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L'argilla verde ventilata contro l'ingorgo mammario

Giovedì, 15 Ottobre 2020 14:32

L'allattamento non è semplice e i problemi sono normali, e non straordinari. Dopotutto, allattare è un duro lavoro. Ma è bene conoscere il proprio corpo per capire quando qualcosa non va e provare a rimediare prima che sia troppo tardi.

Uno di questi problemi è certamente l'ingorgo mammario, che è parecchio doloroso ma che non è da confondere con la mastite. E che è risolvibile attraverso un rimedio naturale, semplice e indolore: gli impacchi con argilla.

L'argilla verde ventilata e la sua efficacia contro l'ingorgo mammario: l'aiuto in caso di infiammazione, ingorghi e stasi del latte

Innanzitutto, come capire se qualcosa non funziona? Il seno può apparire rosso, può esserci un po' di dolore, il latte fatica ad uscire, si avverte male durante la poppata, esce un po'di sangue dal capezzolo a causa delle ragadi... Oppure compare un po' di febbre. E sì, allora forse c'è qualche problema.

Il primo consiglio è come sempre affidarsi alle cure di un'ostetrica specializzata: saprà certamente indirizzarvi verso la cura più adatta a voi dopo aver individuato con certezza il problema.

Quando in corso c'è però un ingorgo mammario potreste trovare sollievo con un rimedio semplice come quello dell'argilla verde ventilata (diversa dalla bentonite).

Prima di tutto è bene che capiate però se si tratta effettivamente di un ingorgo oppure della mastite. In quest'ultimo caso si tratta di un'infezione, e non di un'infiammazione dovuta al semplice ristagno di latte (nel qual caso il seno diviene gonfio e dolente, è accompagnato da brividi e assume una forma a palla, tondeggiante; il bambino non riesce ad attaccarsi bene perché scivola). Il trattamento dovrà quindi essere differente e concordato con il proprio medico.

Spesso la causa degli ingorghi sono le poppate eseguite regolarmente a orari e con durata prestabiliti. Può sembrare strano ma non lo è: il motivo è che il bambino non viene lasciato libero di succhiare quando vuole, quando ne sente il bisogno, e il latte rischia di ristagnare. Il primo passo è recarsi da un'ostetrica che aiuterà, attraverso la spremitura manuale o con il tiralatte, a svuotare l'ingorgo. Tuttavia per decongestionare il seno molte mamme trovano sollievo attraverso l'utilizzo dell'argilla verde ventilata, dalle proprietà terapeutiche davvero molto efficaci (decongestionanti, disinfettanti, antinfiammatorie, antianemiche, antidolorifiche) e dall'azione depurativa molto forte (assorbe le tossine e rilascia minerali!).

L'argilla verde ventilata riesce a portare così in superficie l'infiammazione, decongestiona e disinfiamma la zona colpita dall'ingorgo e restituisce sollievo. Per sfruttarla preparate in una ciotola l'impacco, mischiando l'argilla verde ventilata con dell'acqua tiepida fino ad ottenere un composto denso e omogeneo. Spalmate quindi questa crema fangosa sulla parte del seno interessata (oppure su tutta la zona mammaria) e lasciate agire per venti minuti (tempo dopo il quale l'azione si capovolge e le tossine vengono restituite al corpo). Terminati i venti minuti lavatela con dell'acqua tiepida.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

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I benefici della canapa e del CBD

Giovedì, 15 Ottobre 2020 13:36

La canapa non è solo un tessuto (sostenibile!) e non è solo il cannabinoide conosciuto ai più per questa sua caratteristica. La canapa è la pianta da cui si ottiene il composto CBD, un cannabidiolo che influenza una vasta rete di recettori che influenzano il sonno, l’appetito, l’umore e tanto altro.

E no, non è tossico: il CBD è infatti uno dei tanti composti organici presenti nelle piante di canapa ed è molto tollerato dal nostro corpo. E non è un composto psicoattivo come si penserebbe; ovvero, non c’entra niente con il THC presente nella marijuana, responsabile dei famosi effetti collaterali psicotropi. In altre parole:il CBD è la sostanza non psicoattiva (ma terapeutica) della cannabis.

Diventa quindi molto benefico per il nostro organismo, il nostro sistema immunitario e la nostra mente, soprattutto sotto forma di olio di CBD, e ora vi spieghiamo come.

I benefici della canapa e del CBD: perché questo cannabidiolo è un toccasana per il nostro organismo

Il CBD deriva dalla pianta della canapa e agisce sul sistema endocannabinoide, o SEC, un sistema che hanno tutti i mammiferi e alcuni non mammiferi e che regola alcuni organi (come il cervello), il sistema immunitario e il sistema nervoso. Osservando questi sistemi e facendo sì che funzionino, il SEC assicura che questi organi e sistemi ricevano ciò di cui hanno bisogno nel momento di necessità.

Cosa c’entra il CBD? Il CBD della canapa può diventare un “direttore generale” del sistema endocannabinoide (che si attiva proprio con l’assunzione del CBD), assicurando che gli enzimi e i composti chimici del corpo siano dove devono stare.

Quali sono dunque i benefici dell’assunzione di CBD tramite integrazione? Grazie al CBD il nostro corpo aumenterà la sua capacità di mantenere tutto in equilibrio, in modo da funzionare alla perfezione. Allo stesso tempo, è rilassante, antinfiammatorio e antidolorifico, stimola la guarigione, quieta l’ansia e aiuta contro disturbi quali epilessia, vuoti di memoria e schizofrenia.

Questo CBD può essere assunto in vari modi. Il prodotto più conosciuto è l’olio di CBD, come quello di Cibdol, azienda seria e affidabile, da dosare a piacimento a seconda delle indicazioni del proprio medico o erborista. Ne bastano poche gocce al giorno.

Esistono anche le capsule: in questo caso sono predosate e sono mischiate ad un olio vettore, l’olio d’oliva. Sono utili a chi non apprezza il gusto dell’olio di CBD e a chi preferisce assumere questa sostanza già dosata. In generale, la dose da assumere varia da persona a persona, poiché gli organismi sono unici e poiché i recettori si comportano in maniera soggettiva.

Le creme con CBD servono invece a concentrare gli effetti del cannabinoide su una zona precisa del corpo, agendo sui recettori della pelle.

E in allattamento si può assumere il CBD? Purtroppo non esistono ancora studi che chiariscano la situazione. In generale, il CBD è ben tollerato dagli adulti e non tossico sul loro organismo, e potrebbe quindi avere molti benefici sulla madre, combattendo anche, ad esempio, la depressione post parto o la stanchezza estrema che caratterizza i primi mesi di vita del bambino. Ma non essendoci ancora studi che analizzino a fondo gli effetti sui neonati (che tuttavia ricevono già dei cannabinoidi attraverso il latte materno: sono quelli prodotti dal sistema endocannabinoide della mamma), è consigliato rivolgersi al proprio medico prima di assumere CBD in gravidanza o allattamento al seno.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

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Vellutata di broccolo viola ed erbe aromatiche

L'autunno è la stagione perfetta per sfruttare gli ingredienti di stagione più buoni (la zucca, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles...) e proporre così in tavola verdure deliziose in maniere diverse e apprezzate da tutti. Le vellutate, ad esempio, spesso piacciono anche ai bambini, perché non hanno i "pezzettoni" del minestrone e perché hanno colori accesi e invitanti. Proprio come questa zuppa vellutata al broccolo viola (che ormai troviamo in tutti i mercati e supermercati più forniti) aromatizzata con rosmarino e salvia.

Vellutata di broccolo viola ed erbe aromatiche: la ricetta della zuppa vellutata a base di broccoli viola, rosmarino e salvia

 

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Come fare rispettare le regole attraverso le fiabe

Martedì, 13 Ottobre 2020 12:15

Non sono solo prezioso veicolo di morale e di insegnamenti: le fiabe, le favole e i libri letti ai bambini possono venire in aiuto anche nella quotidianità poiché, a quanto pare, esistono fiabe perfette per far sì che i bambini comprendano meglio l’importanza del rispetto delle regole. Tradotto: alcune fiabe ci faranno fare molta meno fatica!

Come fare rispettare le regole attraverso le fiabe: un libro di Elisabetta Mauti raccoglie le favole migliori per insegnare il rispetto delle regole ai bambini

Ci sono regole e regole, ma in generale ogni bambino ha quelle che rispetta tranquillamente e quelle che invece fatica a seguire. Che sia mangiare le verdure, non urlare, non correre, dire sempre grazie e per favore… A volte le rispettano, a volte non ascoltano proprio. E quando una regola diventa difficile da inculcare, possiamo affidarci alle fiabe.

Elisabetta Mauti è una psicologa e ha scritto il libro “Le fiabe per… insegnare le regole”. Sottititolo: “Un aiuto per grandi e piccini” (lo potete acquistare qui o nella vostra libreria di fiducia).

Insegnare ai bambini l’importanza del lavarsi i denti, di entrare nel seggiolino, di mangiare frutta e verdura e di tutto ciò che cerchiamo di trasmettergli a volte non è semplice, perché i bambini semplicemente o non ascoltano o esplicitamente fanno il contrario. Il problema sta nella comunicazione e soprattutto nel diverso modo che gli adulti e i bambini hanno di vedere il mondo. In altre parole: a volte usiamo una comunicazione che va bene tra noi adulti, ma che non arriva ai bambini.

Quale migliore comunicazione, dunque, delle fiabe e dei libri? Questo strumento, come spiega nel libro Elisabetta Mauti, diventa un ponte perfetto per fare capire ai bambini l’importanza di certe cose, utilizzando il linguaggio delle favole, che è quello che comprendono meglio.

Queste favole possono quindi essere lette o raccontate durante la giornata al momento del bisogno (quando, quindi, i bambini parrebbero non ascoltare) oppure quando introduciamo una nuova regola da seguire.

La psicologa e attrice ha spiegato all’ANSA che le fiabe offrono “un piano immaginario in cui mamma, papà e bambino possono incontrarsi e comunicare, impresa ardua specie con bimbi piccoli che vivono in un 'mondo diverso' da quello dei grandi, intessuto di magia e non di vita pratica”.

Da lì alcuni esempi: quando il bambino non vuole lavarsi i denti, ad esempio, possiamo imporre la nostra autorità, provocando scontro e maggior rifiuto, oppure possiamo raccontare una storia includendo un bambino che non voleva proprio lavarsi i denti, eccetera eccetera.

“Le favole”, ha aggiunto Mauti ad Ansa, “servono a raccontare il mondo dei grandi ai bambini: lo spiegano e lo fanno comprendere. Sia aiutandoli a capire le ragioni delle cose, sia a dare un nome alle emozioni che li assalgono. Naturalmente”, precisa l'esperta, "esistono regole su cui non si discute (non si attraversa la strada da soli), e regole che pian piano costruiscono le abitudini del bambino: lavarsi, vestirsi, andare all'asilo, andare a letto, non mettersi le dita nel naso e così via. In ogni caso li si può aiutare raccontando una storia ogni volta che il piccolo si impunta, così l'abitudine pian piano si consolida”.

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La ricetta delle tagliatelle

Domenica scorsa ho partecipato con Il Club delle Mamme e Cavoli a Milano a una masterclass di cucina con Damiano Organic, un marchio di prodotti italiani biologici e selezionati che è davvero affidabile e gustoso. Abbiamo imparato, tra le altre cose, a preparare le tagliatelle. Era la prima volta che le facevo e il risultato è delizioso! E con la stessa ricetta si possono ottenere anche dei maltagliati, semplicemente stendendo la pasta e tagliandola a triangoli irregolari.

Ecco la ricetta delle tagliatelle, da condire poi con il sugo che preferiamo (io l'ho fatto ai pomodorini, scalogno e mandorle!).

La ricetta delle tagliatelle: le tagliatelle semplici, gustose e biologiche

 

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Come pulire il prepuzio dei bambini

Venerdì, 09 Ottobre 2020 14:44

Un argomento delicato e importante esattamente come l'organo di cui stiamo parlando: la pulizia quotidiana del pisellino dei maschietti è imprescindibile, importantissima per scongiurare infezioni, bruciori e disturbi legati ad una cattiva igiene.

Se ne sentono di tutti i colori, ognuno ha la propria idea, ma finalmente è stato chiarito: sì, c'è un metodo ideale per pulire il pene, ma, no, non prevede la "ginnastica prepuziale", e cioè l'apertura e lo "srotolamento" della punta del pene.

Ecco come pulire il prepuzio dei bambini: no alla ginnastica prepuziale, sì al normale svolgimento della natura

Il prepuzio altro non è che lo strato di pelle che ricopre il glande del pene dei bambini (e degli adulti, anche se in maniera differente). 

Lo sappiamo: tutti se lo sono sentito dire almeno una volta, tutti conoscono qualcuno che ne è convinto e tutti hanno quel pediatra che è ancora fermo sull'idea che per pulire a fondo il pene dei bambini sia necessario fare scivolare in basso il prepuzio scoprendo il glande, per evitare accumuli di sporco.

Ma facciamo un passo indietro per capire perché questa operazione è assolutamente sbagliata. Per farlo osserviamo l'anatomia: nei neonati il prepuzio è molto lungo e stretto, ricopre praticamente in maniera totale il glande, e presenta solo un buchino molto stretto in grado di far passare la pipì. Il glande insomma non resta scoperto: lo sarà solo in età adulta, quando diventerà più corto e ampio, struttura necessaria per avere sani rapporti sessuali.

Cambierà da solo con la normale crescita, dal momento in cui il pisellino non sarà più così piccino e infantile: già dai sei o sette anni (ma può accadere anche più tardi, in ogni caso prima della maturazione sessuale - se non succede, il pediatra potrà aiutare consigliando l'applicazione di una semplice pomata) il prepuzio si modificherà, permettendo lo "scoperchiamento"; il bambino imparerà da solo a pulirlo anche lì sotto, srotolando la pelle che ormai non farà resistenza.

Già, resistenza: un concetto utile a capire l'inutilità del gesto prima della pubertà. Il prepuzio non si srotola fino in fondo, è ancora molto attaccato alla pelle del glande, e questo dovrebbe essere un campanello per capire che forzare sarebbe sbagliato. Scollare queste zone significa rischiare di creare minuscoli taglietti e minuscole cicatrici che oltre ad essere dolorose potrebbero chiudere ancora di più il pene provocando fimosi che durante lo sviluppo dovrebbero richiedere un'operazione chirurgica per essere rimosse.

Per non parlare delle implicazioni imbarazzanti: non tutte le mamme sono a loro agio (giustamente) nell'eseguire l'operazione, soprattutto se si pensa che in maniera del tutto spontanea, umana e naturale la maggior parte delle volte che il pisellino viene toccato in quel modo può verificarsi un'erezione.

È uno spazio che insomma non esiste, che non dovrebbe essere preso in considerazione: il prepuzio ha questa conformazione chiusa per motivi specifici. Il pisellino non ha ancora funzioni sessuali, quindi non ha bisogno di esporre il glande, che proprio grazie al prepuzio viene così protetto dalle feci e dalle urine sempre a contatto nei pannolini.

In parole povere, non è vero che resta dello sporco in questa zona: non si accumula, ma al massimo crea delle palline giallastre che dannose non sono. Stanno lì, non danno fastidio e pian piano vengono espulse naturalmente.
Ed ecco allora che la pulizia diventa molto, molto semplice: basta limitarsi a pulire la parte esterna del pisellino sotto l'acqua. Niente di più. L'importante è farlo con costanza e delicatezza.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

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Rimedi naturali contro i tic nervosi dei bambini

Giovedì, 08 Ottobre 2020 14:00

Cos’è un tic? È il nome comune con il quale chiamiamo dei movimenti spasmodici e ripetuti che la persona, in questo caso il bambino, non riesce a controllare. Si tratta semplicemente di reazioni psicosomatiche a qualche problema, anche se spesso è molto difficile risalire alla causa scatenante, che può essere un timore, una preoccupazione, un disagio, una tensione emotiva o un’ansia costante che il corpo cerca di sfogare all’esterno attraverso dei moti fisici.

Ci sono essenzialmente due tipologie di tic, che possono essere fisici (come movimenti improvvisi nelle spalle, delle smorfie, uno sbattimento di piedi…) o vocali (raschiarsi la gola, tossicchiare, grugnire, tirare su col naso, per citarne alcuni). Nei bambini questi tic nervosi insorgono solitamente tra i cinque e i sei anni, e sono soprattutto i maschi ad esserne colpiti, così come gli individui che tendenzialmente sono sottoposti a forte stress (insomma, chi si sente oppresso da mamme e papà troppo esigenti che lo inducono a comportarsi “perfettamente” senza sfogo infantile).

Ma come comportarsi in questi casi? Cosa fare? Se non volete ricorrere a terapie farmacologiche che più che risolvere il problema ne mascherano i sintomi, ecco i nostri consigli più delicati e naturali.

Rimedi naturali contro i tic nervosi dei bambini: come comportarsi con i bambini affetti da tic nervosi e quali terapie alternative provare

La terapia comportamentale e l’ausilio di uno psicoterapeuta sono certamente i rimedi più consigliati. Le terapie farmacologiche, infatti, tendono a coprire solo i sintomi, senza arrivare alla comprensione della causa scatenante, che, se scandagliata, può essere risolta dalla radice.

Accanto alle terapie psicologiche, tuttavia, potete aiutare il bambino attraverso piccoli passi e comportamenti che, se non risolvono, di certo lo aiutano a rilassarsi, a calmarsi e a distendere quei nervi che possono causargli i tic. Cercare di gestire l’ansia e lo stress correttamente permette infatti di stimolare la produzione di endorfine, ormoni che rilasciando dopamina alleviano decisamente le sofferenze dei bimbi.

Innanzitutto, quindi, è bene lasciare molto libero il bambino, soprattutto a livello “spaziale”: tentate di uscire il più possibile all’aperto, passeggiare, giocare spensierati e movimentare le giornate, in modo da rilasciare ancora di più quelle endorfine (a livello fisico) e in maniera tale da dare uno sfogo alternativo a questi tic (a livello mentale).

Puntate poi, allo stesso tempo e in parallelo, sul rilassamento: prendete, con il bambino, dei momenti di relax apposta per lui, in modo da rilassare sia a livello fisico sia a livello mentale tutto l’organismo. In questo senso possiamo consigliarvi sicuramente l’aromaterapia con oli essenziali pensati apposta per il rilassamento (chiedete al vostro erborista; su tutti, funzionano molto bene la camomilla e la lavanda) e lo yoga per bambini, che coniuga il movimento dolce con la respirazione. Anche la pittura è un’attività capace di dare ottimi risultati: non solo rilassa, ma lascia sfogare la creatività e appaga al contempo i bimbi che magari si sentono poco apprezzati.

Non sottovalutate mai, poi, il sonno: fate sì che i bimbi dormano sempre almeno 8 ore, in modo da favorire il corretto processo fisiologico della loro età, e per lo stesso motivo puntate su un’alimentazione sana, importantissima quando si parla di stress psico-fisico. Eliminate quindi i cibi industriali, i dolci zuccheratissimi, le bibite e tutto ciò che potrebbe nuocere, favorendo un’alimentazione ricca di frutta e verdura (rendendo comunque tutto appetibile, come amiamo fare noi di mammapretaporter!) e non lesinando sulla colazione, in modo da dare un bel boost per la giornata. Per lo stesso motivo, integrate con del magnesio e del manganese, sempre utili in caso di stress.

Sempre parlando di integrazione, molto utile è la fitoterapia, e cioè l’assunzione di rimedi naturali derivati direttamente dalle piante. Nel caso dei tic nervosi puntate sul Ginseng, dando al bambino 20 gocce al giorno per un mese, oppure sulla Salvia Officinalis (in questo caso di gocce ne serviranno 50/dì).

Anche la floriterapia e i fiori di Bach hanno efficacia nel contrastare i tic: chiedete al vostro erborista di fiducia oppure ad un medico specializzato nella floriterapia per trovare quella più adatta e personalizzata sul bambino e sul suo disagio.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

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I quadri MINIzoo, opere tattili per bambini per giocare e imparare

Giovedì, 08 Ottobre 2020 07:52

Pamela Campagna è un’artista. Pamela Campagna è una mamma. E quando è nato il suo piccolo Altan, ha capito di poter mettere il punto di vista del suo bambino nelle sue opere d’arte, creando quadri per bambini che rendano più stimolante l’ambiente in cui vivono. Ecco da dove nascono i quadri tattili MINI, realizzati con amore, belli da vedere e armoniosamente educativi.

I quadri MINIzoo, opere tattili per bambini per giocare e imparare: l’artista Pamela Campagna e i suoi quadri per bambini ispirati alle favole di Esopo

Cosa sono i quadri MINI? Sono dei quadri realizzati artigianalmente e con amore dall’artista Pamela Campagna, che con del feltro colorato riesce a creare oggetti decorativi per bambini davvero unici. Ma non sono quadri che stanno fermi alla parete a prendere polvere: si tratta di quadri tattili.

Questi quadri tattili sono composti da quattro strati di feltro colorato antiallergico e antimuffa e sono fatti apposta per le piccole manine curiose dei bambini, che ci possono giocare in tranquillità coinvolgendo più sensi. Il consiglio, quindi, è quello di appendere il quadro MINIzoo in una zona bassa o raggiungibile delle parete, in modo che i bimbi possano toccarlo e maneggiarlo ogni volta che vogliono, in tutta sicurezza.

Disponibili nelle taglie Large e Small (ma ordinabili anche su misura!) sono pensati per tutti gli spazi e tutte le camerette.

La prima collezione è deliziosa: si chiama MINIzoo e i protagonisti sono dieci animali ispirati alle favole di Esopo,. Ci sono quindi il Tucano Tuca Toucan, Reddy la Volpe, la tigre Tigro, la balena Lena… Sono tutti bellissimi, dalla forma intrigante e dai colori affascinanti. Le loro caratteristiche e le filastrocche che i creatori hanno scritto su di loro ci conducono ad una ‘morale’, come nelle favole di Esopo, anche per avere sempre sott’occhio i temi dell’infanzia, come l’accettazione di sé, la paura come sentimento naturale, la generosità, l’aggressività e tutte le emozioni…

L’atelier dei MINI quadri tattili per bambini si trova a Bari, in via Marchese di Montrone 99, ma è possibile ordinare e acquistare l’opera tattile per la cameretta del proprio bambino sul sito Mini Art For Kids.

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Acetone nei bambini, come riconoscerlo e combatterlo in maniera naturale

Mercoledì, 07 Ottobre 2020 13:45

No, non stiamo parlando del solvente delle unghie che utilizziamo tutte noi mamme. Ma di un aspetto di questo acetone sì, e cioè il suo odore pungente, che dà il nome ad una malattia che si distingue e si riconosce proprio per l’odore dell’alito del bambino, che si tinge di note che richiamano proprio il solvente.

Quando il bimbo è quindi colpito da questo acetone, che fare? Come riconoscere che si tratta di questo disturbo? Come fare per eliminarlo senza ricorrere a medicinali pesanti e antibiotici?

Acetone nei bambini, come riconoscerlo e combatterlo in maniera naturale: il metodo alternativo ed efficace per combattere questo disturbo che colpisce i bambini tra i due e i quattro anni

Come accennato nel titolo, l’acetone colpisce di norma i bambini di età compresa tra i due e i quattro anni, e si manifesta con febbre, nausea, dissenteria e alito cattivo (proprio quello di cui accennavamo in introduzione). Per essere tuttavia certe che si tratti proprio di acetone e non di un altro disturbo, è bene fare un semplice test in casa: basta comprare le strisce reattive per misurare il livello di pH nelle urine (si trovano in farmacia ed erboristeria) e immergerle nella pipì del bambino. Se la malattia è proprio l’acetone, la striscia tenderà a seconda dell’intensità verso il viola scuro.

Una volta appurato che è proprio acetone (che si manifesta in varie fasi dell’infanzia, ma soprattutto dopo un periodo di dieta sregolata, di stress o di disturbi virali gastrointestinali, e che poi piano piano scompare) è possibile ricorrere ad alcuni rimedi assolutamente naturali e senza controindicazioni. Questo perché innanzitutto l’acetone è un disturbo legato essenzialmente all’eccessivo metabolismo dei grassi, e quindi è legato alla dieta: quando il bambino è a corto di zuccheri (quindi occhio ai bimbi sottopeso o che mangiano poco) il suo corpo va a ricercare l’energia nei grassi, scatenando un aumento dei corpi chetonici, proprio quelli che causano la nausea e l’alito cattivo.

Di conseguenza, il primo rimedio è l’assunzione di zuccheri. Via libera quindi a bevande zuccherate fredde (meglio non calde poiché aumentano la nausea), come ad esempio una bella bottiglia di acqua e limone con l’aggiunta di un cucchiaio di zucchero (da bere a sorsi nel corso della giornata). E ricordate quando le nostre nonne ci davano la cola? Non avevano tutti i torti, in questo caso: basta sgasarla bene e aggiungere un cucchiaio di zucchero, anche in questo caso bevendone poi piccoli sorsi durante la giornata (proprio come se fosse una medicina).

La limonata fatta in casa che vi abbiamo suggerito è poi utile non solo per lo zucchero, ma anche per l’azione antinausea dell’agrume. Un altro accorgimento è infatti quello di provare a somministrare al bambino alimenti e bevande con un’azione anti-nausea che allo stesso tempo regolarizzino le funzioni digestive.

Lo zenzero, ad esempio, è un potente anti-nausea, e lo si può sfruttare in polvere (per i bambini sopra ai 5 anni) mescolato ad un cucchiaino di miele. Per quanto riguarda invece la regolarizzazione del tratto digestivo, consigliamo il riso bollito (meglio ancora la mucillagine, e cioè il liquido di cottura ricco di amido, da assumere a cucchiaini).

 

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Come ridurre la plastica nella vita quotidiana

Martedì, 06 Ottobre 2020 09:44

Essere Zero Rifiuti è - se non impossibile - molto difficile. Ma prenderci cura del nostro pianeta (e quindi di noi stessi e dei nostri figli!) riducendo almeno la plastica è ormai un imperativo. E per farlo dobbiamo aggiustare le nostre abitudini quotidiane. Non pensiamo, però, che questo significhi stravolgere la propria vita o spendere di più. Anzi! Dopo un primo assestamento (ma possiamo anche compiere i cambiamenti un po’ alla volta!) non sarà difficile, perché tutti questi gesti diventeranno l’abitudine e, soprattutto, ci faranno anche risparmiare.

Come ridurre la plastica nella vita quotidiana: i gesti per diventare famiglia plastic-free risparmiando e facendo del bene al nostro pianeta

Passare alla brocca

Le bottiglie di plastica, fateci caso, sono il rifiuto che più invade la raccolta differenziata. Per eliminarle basta semplicemente bere l’acqua del rubinetto, oppure, se preferiamo, acquistare una brocca che purifichi l’acqua. È un gesto comodo, economico e super efficace nella lotta contro la plastica, che si ridurrà drasticamente. Provare per credere!

Ah, e quando acquistiamo le bibite scegliamole in vetro! Costano di più, è vero, ma con i soldi risparmiati non acquistando più l’acqua in bottiglia possiamo permettercele. Anche perché le bibite andrebbero comprate solo una volta ogni tanto!

Usare la borraccia

I nostri bambini a scuola, ma anche noi fuori casa o in ufficio: tutti dovremmo imparare a tenere una borraccia, e non le bottigliette di plastica o i contenitori dei succhi, nelle nostre borse o zaini.

Usare il sapone solido


Per ridurre drasticamente la plastica in casa basta compiere un gesto tanto semplice quando snobbato: tornare alla saponetta. Invece di acquistare il sapone liquido (anche nella doccia!), usiamo le saponette confezionate nella carta. Da lì a passare allo shampoo solido e al sapone solido per i piatti è un attimo. E durano molto di più rispetto ai saponi liquidi!

Tornare al detersivo in polvere

Sì, il detersivo in polvere per la lavatrice esiste ancora: è proprio accanto a quello liquido! Ha meno tensioattivi, è più ecologico e permette di non utilizzare plastica. Oppure, se vicino a noi ci sono negozi di prodotti sfusi, possiamo optare per le ricariche di detersivo liquido portando sempre il nostro recipiente.

Scegliere cosmetici in vetro

In questo caso basta acquistare solo prodotti che non abbiano plastica nella confezione, ovvero cosmetici in barattoli di vetro con tappi in alluminio confezionati in scatole di carta. Esistono anche dentifrici (come questo) e deodoranti (lo trovate qui) plastic-free. Costano di più, è vero, ma durano anche, di più.

Lo spazzolino in bamboo

Se un paio di anni fa non lo si trovava da nessuna parte se non online, ormai gli spazzolini in bambù si trovano anche al supermercato. Permettono, se realizzati completamente in bambù biodegradabile, di essere gettati nell’organico; e se anche non sono compostabili, è un’ottima scelta poiché il bambù è un materiale sostenibile alternativo alla plastica.

Ah, esistono anche i cottonfioc biodegradabili! O, addirittura, riutilizzabili: sono in silicone e si lavano sotto l’acqua.

Conservazione degli alimenti

Basta pellicola monouso, è il momento dei fogli cerati riutilizzabili. Si tratta di fogli di varie dimensioni in tessuto ricoperto di cera, da utilizzare proprio come la pellicola per alimenti coprendo i piatti e i recipienti (ma anche i panini e gli avanzi). Basta modellare i fogli con il calore delle mani.

I detergenti ricaricabili

Per pulire la casa, un’ottima soluzione è acquistare i detergenti solidi che si sciolgono in acqua. Invece di comprare tutte le volte il flacone, teniamo i vecchi spray, li riempiamo d’acqua e ci sciogliamo dentro il detergente idrosolubile (come questo) ottenendo un nuovo detergente senza aver acquistato o buttato plastica in più.

Passare alla coppetta o agli assorbenti lavabili

Perché gli assorbenti sono un rifiuto indifferenziato non indifferente e perché le confezioni sono sempre in plastica. E poi perché costano tantissimo (e in due o tre cicli mestruali il costo della coppetta o dei lavabili è recuperato) e perché la coppetta è iper comoda.

Le spugne compostabili

Esistono spugne naturali (come quelle in luffa o quelle biodegradabili) che, una volta deteriorate, possono essere buttate nell’organico.

Al supermercato

Evitiamo di acquistare la verdura e la frutta confezionate nella plastica e utilizziamo solo i sacchetti biodegradabili forniti dal supermercato. Al mercato, invece, portiamo i nostri sacchetti di tela.

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