La didattica esperienziale
Si chiama didattica esperienzale o apprendimento esperienziale. Cos’è? È uno strumento didattico che si basa sulla esperienza, un processo attivo per imparare che parte dall’azione, dalla sperimentazione concreta di situazioni e dall’esperienza diretta dei concetti.
In Italia è poco conosciuto, anche se molti insegnanti, anche senza rendersene conto, utilizzano strumenti che gli si avvicinano. Implementarli significa però dare ai ragazzi strumenti in più non solo per imparare, ma anche per crescere.
Vediamo quindi cos’è l’apprendimento esperienziale e come metterlo concretamente in pratica in classe, per dare un nuovo modo di imparare e di crescere ai nostri ragazzi.
La didattica esperienziale: cos’è l’apprendimento esperienziale, perché è efficace e come poterlo mettere in pratica in classe
Utilizzare la didattica esperienziale significa offrire ai ragazzi degli strumenti che permettono di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva o sensoriale. Ricevendo direttamente e in maniera concreta le nozioni, gli studenti le rielaborano in maniera differente rispetto alla consueta didattica frontale (e cioè quella che fornisce le informazioni in maniera unilaterale, dall’insegnante al ragazzo), affrontando le situazioni, adattando i suoi comportamenti, riorganizzando le teorie (anche sull’esperienza quotidiana) e migliorando così tanto ciò che sa quanto il suo comportamento.
Questo perché ricevendo gli strumenti in maniera esperienziale i ragazzi vivono sulla propria pelle le nozioni, rielaborandole subito e ragionandoci sopra, sfruttando non solo la loro intelligenza, ma anche l’emotività e le capacità considerate meno “scolastiche”.
Il metodo della didattica esperienziale ha quattro padri fondatori, che non hanno elaborato un metodo univoco e preciso ma che con le loro teorie pedagogiche hanno messo le basi per poter parlare di questo metodo di apprendimento.
Si tratta di John Dewey, che (un po’ alla maniera di Maria Montessori) proponeva l’esperienza pratica come metodo educativo (metodo più efficace perché, sperimentando direttamente le situazioni, i bambini ragionano più concretamente); Kurt Lewin, il quale ha sottolineato l’importanza del rapporto tra teoria e pratica; Jean Piaget, che con i suoi studi riguardanti il gioco come azione fondamentale nell’apprendimento del bambino ci ha aperto gli occhi sul ruolo fondamentale dell’esperienza diretta; e infine David A. Kolb, che a partire dagli studi dei suoi tre predecessori ha definito in maniera più concreta la didattica esperienziale.
A suo parere, l’apprendimento del bambino deriva proprio dall’osservazione e dalla rielaborazione dell’esperienza, che entra così nel suo quotidiano, nel suo pensiero, nel suo ragionamento. Il tutto in quattro fasi: la fase delle esperienze concrete; la fase dell’osservazione riflessiva; la fase della concettualizzazione astratta; e la fase della sperimentazione attiva.
Tutto questo si traduce in una didattica che si fonda appunto sull’esperienza diretta. E questo significa varie modalità: le uscite nei musei sono l’esempio più lampante, così come i laboratori manuali (ceramica, falegnameria…), i gruppi di lavoro o le uscite. Queste sono infatti esperienze che i ragazzi fanno direttamente, che li coinvolgono, e che stimolano domande, risposte e nozioni nel momento in cui le si sta vivendo.
Tuttavia non esistono solo le esperienze di questo tipo. Gli insegnanti, infatti, possono ideare moltissimi strumenti per rendere l’apprendimento esperienziale.
Molto utili sono i cartelloni, i disegni, le scritte, le tabelle e gli schemi sparsi qua e là a scuola. Non solo appesi ai muri, ma sistemati in modo che abbiano una valenza didattica e formativa. Ad esempio, per imparare il sistema solare possiamo rendere i bambini pianeti; oppure l’apertura della porta ricorderà sempre i gradi del goniometro; o, ancora, un bel tappetone da usare quando vogliamo ci renderà la matematica un gioco.
Non dimentichiamo, poi, la dimensione emotiva, che è molto importante nella didattica esperienziale. Anche fare esperienza della propria interiorità è in questo metodo di vitale importanza. Ecco perché gli insegnanti dovrebbero sempre fare attenzione alle dinamiche dei gruppi di lavoro, ai sentimenti, alle emozioni e alle reazioni della classe. I ragazzi attraverso la didattica esperienziale fanno esperienza diretta di qualcosa e lo rielaborano con tutto il loro essere. Questo provoca in loro qualcosa, ed è proprio questo processo a rendere la didattica esperienziale più efficace: i bambini acquisiranno infatti strumenti utili per tutta la vita e diventeranno capaci di risolvere problemi ragionando, di ascoltare gli altri, di farsi domande, di ammettere quando non capiscono…
Per integrare ancor di più l’emozione e l’apprendimento delle proprie emozioni applicandolo alla didattica esperienziale, ci sono quindi metodi e strumenti molto efficaci: i laboratori di teatro e di improvvisazione, i giochi di ruolo, i cerchi di confronto, le uscite in parchi avventura che stimolano i bambini ad affrontare situazioni per loro difficili…
In questo senso, per rendere più diretti e concreti gli insegnamenti, per far sì che i bambini li facciano propri e li vivano, per seguire lo stesso metodo di cui parlavamo prima è possibile integrare nella scuola, nei luoghi più disparati, cartelloni, scritte e disegni che ricordino ciò che stiamo imparando.
(Foto tratte da: https://www.facebook.com/WonderfulEngineering/posts/1695821510509855)
Giulia Mandrino