Dermatite seborroica e dermatite da pannolino nei neonati: come combatterle
Giovedì, 24 Maggio 2018 11:59La dermatite è una condizione che può colpire anche gli adulti, ma che tende a manifestarsi soprattutto nei bambini. Le forme di dermatite più diffuse, nei bimbi, sono quella seborroica e la dermatite da pannolino: due versioni che possono causare diversi problemi al neonato per via dei loro sintomi altamente fastidiosi. Di cosa si tratta? In sintesi, la dermatite è una forma di infiammazione generica della pelle, che può provocare effetti molto diversi in base alla tipologia. Vediamo dunque di scoprire quali sono i sintomi della dermatite seborroica e da pannolino nei neonati, e come combatterle entrambe.
Dermatite seborroica e dermatite da pannolino nei neonati: come combattere le principali infiammazioni della pelle dei bambini nei primi mesi
I sintomi della dermatite seborroica e da pannolino
Come si manifestano queste due patologie infiammatorie della pelle, quando colpiscono un bimbo? I sintomi della dermatite seborroica, sono i seguenti: intanto la comparsa di un eritema piuttosto diffuso e acceso, seguito dalla formazione di squame e croste giallastre. Nei neonati fino a sei mesi può verificarsi sotto forma di crosta lattea, mentre nel restante dei casi si manifesta soprattutto sul viso, sull’arcata delle sopracciglia e sul cuoio capelluto. Alle volte, la dermatite seborroica può comparire anche nella zona inguinale e sul collo. Quali sono, invece, i sintomi della dermatite da pannolino? Questa forma di infiammazione della pelle si manifesta tramite la comparsa di zone arrossate dagli eritemi, insieme ad un gonfiore della cute. In questo caso si parla comunque di una forma di dermatite transitoria, dovuta al contatto e allo sfregamento con i pannolini sporchi: di riflesso, colpisce zone come il sedere e le parti intime.
Come curare entrambe le forme di dermatite?
In entrambi i casi è possibile fare ricorso ad una buona crema per dermatite come questa, ovvero una delle soluzioni più immediate e sicure per trattare questa condizione cutanea. Per quanto riguarda gli altri trattamenti, si comincia dalla dermatite seborroica: qui la crema è l’unica soluzione realmente percorribile, in quanto ha lo scopo di ammorbidire le scaglie grazie alla sua azione emolliente. Nel caso della dermatite da pannolino, invece, basta detergere le zone affette dall’infiammazione: si consiglia di cambiare spesso i pannolini, e di evitare di stringerli in modo eccessivo.
Quali sono le cause di queste due dermatiti?
La dermatite da pannolino è causata dal contatto della pelle con le feci e le urine contenute nei pannolini sporchi: dunque l’infiammazione è dovuta al contatto continuo con gli agenti irritanti che si trovano in queste situazioni. Viceversa, è molto complicato risalire alle cause responsabili della dermatite seborroica: ancora oggi sono diversi gli esperti che si interrogano su questa non comune crescita cellulare della pelle. In certi casi, però, questa forma di dermatite potrebbe essere un’avvisaglia di altre patologie, come ad esempio la psoriasi o una forma atopica dell’infiammazione. Ecco perché si consiglia sempre di rivolgersi ad un bravo dermatologo.
I benefici della camminata veloce
Mercoledì, 23 Maggio 2018 13:42Come vi ho raccontato nell’articolo in cui spiegavo come dimagrire davvero in maniera permanente, uno degli aspetti della mia vita su cui mi sono concentrata nell’ultimo anno è stata l’attività fisica.
Devo ammettere che prima non ero una persona sportiva, e anche per una serie di problemi fisici ho scelto di ricorrere alla camminata veloce. Beh, ora non ne farei più a meno. Non solo per gli innegabili benefici fisici e le reali conseguenze positive sul mio corpo, ma anche per una questione mentale.
È quindi il momento di parlarvi della camminata veloce e dei suoi benefici, perché ritengo che un’attività fisica di questo genere, semplice, economica e adatta alla maggior parte della gente, dovrebbe essere presa in considerazione molto di più.
I benefici della camminata veloce: dalle conseguenze positive sul corpo ai benefici sulla mente, ecco le ragioni per le quali dovremmo scegliere la camminata veloce come sport quotidiano
C’è chi pensa che solo la corsa sia di beneficio al nostro corpo. Certo, correre è una delle attività fisiche più complete e performanti, ma è innegabile che sia anche una delle più dure, e che, soprattutto sulle persone pigre (come me), faccia paura, perché c’è bisogno di costanza, di forza e di resistenza. Sono in molti quindi ad abbandonare l’idea, senza considerare più la possibilità di svolgere uno sport all’aperto simile alla corsa.
La camminata veloce (detta anche fitwalking) è davvero una scelta ottima: possiamo uscire quando vogliamo e quando ci è più comodo (io, a seconda dei giorni, scelgo la mattina o la sera, in base agli impegni della giornata), possiamo portare con noi il nostro cane, non c’è nessuna dispendiosa iscrizione in palestra, si scoprono moltissimi posti nuovi (perché di volta in volta sale lo stimolo a cambiare strada!), si può ascoltare la musica creando una playlist perfetta per noi (avete mai provato con la musica classica?).
E poi possono svolgerla un po’ tutti, a tutte le età, in ogni parte del mondo (sia in città che in campagna, in montagna o al mare), con tutti i climi. Ed è super adatta anche per le donne in gravidanza (ovviamente sotto consiglio del proprio ginecologo)!
Io, poi, cerco sempre strade che abbiano qualche salita, in modo da ottimizzare sempre di più lo sforzo e avere risultati sempre migliori. E, se non ci sono molte salite, percorro la stessa tre o quattro volte, sudando in salita e godendomela in discesa.
Per svolgere una corretta camminata veloce, dobbiamo impegnarci a camminare in maniera dinamica e più veloce del nostro passo naturale. In questo modo raggiungeremo una velocità tra i 6 e gli 8 chilometri orari (più alta rispetto ai 5 della camminata normale), utile per dimagrire perché si bruciano molte calorie e ottima perché tonifica moltissimo i nostri muscoli.
Un consiglio è quello di tenere i gomiti in modo che le braccia si pieghino a 90 gradi, proprio come il gesto che compiamo quando corriamo. In questo modo ci daremo uno slancio naturale, tenendo la schiena dritta.
Le scarpe più adatte sono quelle da running, leggere rispetto a quelle da camminata e molto flessibili. L’abbigliamento invece varia a seconda della stagione, ma in ogni caso è utile scegliere tessuti traspiranti e indumenti comodi.
In termini di frequenza, l’ideale è dedicarsi al fitwalkinging per 30 minuti per 5 giorni a settimana. Il consiglio è comunque quello di camminare ogni volta che possiamo, incastrandolo nelle nostre giornate e vedendolo non come una fatica ma come un’opportunità e come un momento solo per noi.
E sul corpo, quali sono i benefici della camminata veloce?
Innanzitutto, il nostro sistema cardiocircolatorio ne beneficia immediatamente: il battito cardiaco aumenta, così come la frequenza respiratoria. Favorendo la circolazione sanguigna, diminuiscono le probabilità di soffrire di ipertensione e di malattie cardiovascolari. I benefici li sentiremo pian piano: se inizialmente il ritmo cardiaco sarà molto altro, pian piano si noterà durante lo sforzo un aumento meno rapido dei battiti, e anche a riposo la frequenza cardiaca diminuirà.
Gli arti inferiori, poi, ne traggono moltissimi benefici, in termini di conicità, elasticità e resistenza dei tendini.
Per quanto riguarda le calorie, tutto dipende dalla velocità del passo, dall’intensità e dalla pendenza del terreno sui cui camminiamo. Ad esempio, camminando a duna velocità di 6 km/h in piano consumeremo circa 250 calorie, mentre camminando a 4 km/h in salita circa 650.
Anche a livello mentale, come dicevo, la camminata veloce è davvero benefica. Innanzitutto, essendo meno pesante della corsa è perfetta per cominciare perché nel momento in cui usciamo non ci assale quel senso di “Oddio, non ce la farò mai”. E le endorfine che si sprigionano fanno sì che più camminiamo e più cammineremmo, in un circolo virtuoso davvero utile.
Camminando ci rilassiamo moltissimo nonostante lo sforzo. La mente è libera di ragionare e pensare ma anche di svuotarsi, come in tutti gli sport. La camminata veloce è quindi lo sport ideale per staccare dallo stress quotidiano.
Ma ciò che è importante sapere è che i benefici mentali non sono solo “percepiti” o astratti. È proprio grazie alle endorfine di cui parlavamo prima che il nostro cervello si sente sempre meglio dopo il fitwalking: queste sono dette anche “ormoni della felicità” proprio perché donano una sensazione ineguagliabile di benessere al corpo e alla mente. Lo sport, quindi, ci aiuta a produrle e a prevenire e contrastare la depressione, a concentrarci sui pensieri positivi e a combattere lo stress in maniera potentissima.
Benessere fisico, calma, serenità, tonicità, elasticità, leggerezza, dimagrimento, forza: le sensazioni che dona la camminata veloce sono davvero moltissime, e tutte positive!
Giulia Mandrino
6 ricette con l'avena per primavera
Mercoledì, 23 Maggio 2018 08:43L'avena è un cereale davvero versatile, noto soprattutto per le preparazioni dolci e per le colazioni ma che in realtà si declina in molti modi, anche per primi, secondi e contorni sfiziosi. Oggi vi proponiamo quindi 6 ricette di avena diverse dal solito, pensate apposta per questa primavera perché preparate con ingredienti di stagione e perfette per un clima tra il fresco e il caldo.
6 ricette con l'avena per primavera: come utilizzare l'avena nelle nostre ricette primaverili, per la colazione, i primi, i secondi e i dessert
Oatmeal
Partiamo dal classico utilizzo dell'avena, quello dell'oatmeal per colazione, che a noi piace moltissimo, soprattutto perché possiamo variare il gusto in base alla stagione e alle preferenze di ogni membro della famiglia.
Prendiamo due bei cucchiai di fiocchi di avena bio e mettiamoli in una tazza. Aggiungiamo mezz bicchiere di latte di soia o di mandorla e mettiamo in microonde per un minuto o due, in modo che i fiocchi si gonfino e formino la classica pappetta. Possiamo quindi completare con della frutta promaverile (a noi piace con pezzi di pesca, fragoline e mirtilli) oppure con gocce di cioccolato fondente.
Pasta di avena con zucchine
La pasta di avena la troviamo un po' in tutti i supermercati ultimamente, ma per andare sul sicuro noi la compriamo nel nostro negozio bio di fiducia. Scegliamola corta e cuociamola, e nel frattempo prepariamo il condimento mettendo a saltare due zucchine tagliate a fettina in una padella con dell'olio e due spicchi d'aglio. Facciamole cuocere bene e una volta scolata la pasta facciamola saltare in padella con le zucchine. Voilà!
Insalata di avena con mirtilli, feta e mandorle
Sì, insalata di avena, che è un po' inusuale. Ma basta utilizzare al posto dei soliti fiocchi, i chicchi di avena, che sono deliziosi e meno pesanti della classica pasta fredda. Qui trovate la ricetta, che potete variare poi in base alla stagionalità.
Ceci e avena
Mettiamo in ammollo 300 grammi di chicchi di avena, quindi lasciamoli ammorbidire per una notte. Prendiamoli e cuociamoli in acqua bollente come indicato sulla confezione e nel frattempo prepariamo il condimento: in una padella facciamo cuocere con un filo di olio evo una cipolla rossa tagliata fine e alcune foglie di salvia, ai quali aggiungeremo una confezione di ceci precotti. Facciamo saltare in padella per 15 minuti con un cucchiaino di curry, quindi scoliamo l'avena e uniamola al condimento.
Polpette di avena e asparagi
Dopo aver cotto degli asparagi, prepariamo delle polpettine: facciamo bollire un bicchiere di latte di soia e versiamolo su 200 grammi di avena, lasciando che si gonfi. Mettiamo poi il composto in un mixer con gli asparagi, un poo' di pecorino, del pan grattato e un pizzico di sale, quindi con le mani formiamo delle palline e passiamole in altro pan grattato. Disponiamole su una teglia coperta da carta forno, versiamo un filo d'olio e inforniamo a 200 gradi per circa 15 minuti.
Torta cacao e avena
In un mixer frulliamo 3 uova, 200 grammi di yogurt di soia e 70 grammi di olio di semi di girasole. Trasferiamo il composto in una ciotola e uniamo 80 grammi di miele, 180 grammi di farina e 60 grammi di farina di avena (che possiamo ottenere anche frullando dei fiocchi di avena molto bene). Aggiungiamo una bustina di lievito per dolci e una manciata di fiocchi di avena, quindi mescoliamo molto bene. Aggiungiamo anche due cucchiai di cacao amaro e continuiamo a mescolare. Versiamo il composto in una tortiera imburrata e decoriamo con qualche altro fiocco di avena sulla superficie. Inforniamo a 180 gradi per 40 minuti circa e la nostra torta è pronta!
Giulia Mandrino
YogaFestival al KidsPark, per due weekend all’insegna dello yoga
Martedì, 22 Maggio 2018 13:29Yoga e bimbi: un connubio per noi perfetto, perché coniuga le due nostre passioni! Fare yoga non è solo per adulti e noi lo sappiamo bene. Per questo spingiamo sempre i genitori a coinvolgere i bimbi nella loro attività di yoga e meditazione e per questo cogliamo sempre al volo le occasioni per bambini che riguardano questa disciplina!
Questa domenica noi certamente andremo al KidsPark di Milano, evento ospitato il 26 e 27 maggio presso il Parco Sempione e il 2 e 3 giugno presso i Giardini Pubblici Indro Montanelli: qui infatti è previsto lo YogaFestival, con laboratori e sessioni pensati per i bambini dai 5 ai 13 anni di età!
YogaFestival al KidsPark, per due weekend all’insegna dello yoga: a Milano gli eventi dedicati allo yoga per bambini
Il prossimo 26 e 27 maggio presso il Parco Sempione (vicino alla zona del basket) e nel weekend del 2/3 giugno 2018 (al lato Bastioni dei Giardini Pubblici Indro Montanelli) a Milano arriva il KidsPark, evento con laboratori e proposte dedicate ai bambini e ai ragazzi (con partecipazione gratuita ed aperta al pubblico. Basta registrarsi all’ingresso del village).
KidsPark si svolgerà durante questi weekend dalle 10.30 alle 19 ed è stato pensato per offrire ai bambini e ai ragazzi una serie di attività e di laboratori che li stimolino e li guidino verso la buona educazione, il rispetto di sé, degli altri e dell'ambiente, per instillare in loro il senso civico e per aumentare dentro di loro la sicurezza, l'equilibrio e l'autostima, fondamentali per la crescita armonica della persona.
Qui al KidsPark si troverà anche lo YogaFestival, con appuntamenti yoga pensati apposta per i bimbi dai 5 ai 13 anni.
Il Centro Spera Yoga di Milano (che anche durante l’anno propone attività pensate per i più piccoli) terrà quindi qui dei corsi specifici per i bambini, che potranno divertirsi e soprattutto provare questa pratica assolutamente fantastica e fatta per tutti, che permette loro di esprimersi attraverso il corpo, di ascoltarlo, di imparare la concentrazione e di rilassarsi.
Lo YogaFestival (che è conosciuto in tutta Italia per il suo impegno nel portare lo yoga al pubblico attraverso festival dedicati) si svolgerà quindi in questa maniera: il sabato e la domenica i corsi previsti sono alle 11.30 e alle 16.
Il corso delle 11.30 è “Anghingò”, dura 50 minuti ed è aperto ai bambini dai 5 agli 8 anni. Durante la sessione i bambini sperimenteranno uno yoga semplice, moderno e attuale, pensato apposta per loro (che sono super flessibili!), per stimolarli ad ascoltarsi e per coinvolgere la loro sfera psicofisica.
Questo corso non è solo perfetto per tutti, ma è indicato particolarmente per i bambini iperattivi, che, attraverso il corpo e i movimenti dello yoga, riescono pian piano a concentrarsi e a rilassarsi, applicando poi questi insegnamenti alla vita e alla scuola. Il tutto, naturalmente, con un approccio ludico e coinvolgente!
Alle 16 ecco invece “Waikiki”. Anche questo corso avrà una durata di 50 minuti ma stavolta sarà dedicato ai bambini dai 9 ai 13 anni (quindi più grandicelli). Durante “Waikiki” i ragazzi proveranno una disciplina dinamica con attività psicofisica motoria di flusso.
Per le iscrizioni e tutte le informazioni si rimanda al sito ufficiale di KidsPark: www.milanokidspark.it
Giulia Mandrino
Il plogging, che combina fitness ed ecologia
Martedì, 22 Maggio 2018 07:27Gli svedesi ne sanno sempre una più del diavolo. La cultura nordica è qualcosa di unico al mondo, con le sue stranezze e la sua efficienza, la sua bellezza e la sua confortevolezza. Pensi “nordico”, infatti, e pensi a qualcosa di bello, comodo, verde, rispettoso, integrato, legnoso, coccoloso…
Anche quando si tratta di fitness, a quanto pare gli svedesi sono avanti anni luce rispetto a noi. No, non perché hanno ideato qualche metodo per perdere peso e tonificarsi miracoloso e ineguagliabile, ma perché, con un semplice hashtag, sono riusciti a rendere moda una pratica tanto semplice e tanto bistrattata quanto la pulizia delle strade. Come? Con il PLOGGING. Perché il senso civico non è qualcosa di sfigato, ma è assolutamente attuale, figo e cool.
Il plogging, che combina fitness ed ecologia: raccogliere i rifiuti mentre si corre è l’ultima tendenza svedese in fatto di jogging (e Instragram)
“Plogging” significa letteralmente “raccogliere i rifiuti mentre si corre”. È una parola inventata, un hashtag nuovissimo che prende spunto dalle parole “running” (correre) e “plocka upp” (raccogliere, in lingua svedese). Potremmo quindi definirlo un metodo per restare in forma super ecologico e super civico.
Il tutto nasce da un gruppo di amici che circa un anno fa hanno deciso di documentare su instagram e Facebook la propria attività, coniando un hashtag che fortunatamente è diventato virale. Oggi, quindi, è normale imbattersi - nei parchi o sulle strade, in campagna o in città - in gruppi di persone o di singoli runner intenti nella loro corsa quotidiana, una corsa intervallata da piccole pause nel momento in cui il runner incontra sul suo cammino della spazzatura da raccogliere.
Che poi non sono delle reali pause, non preoccupatevi: l’abbassamento è comunque un’azione di fitness (un po’ come gli squat!) e a quanto pare il plogging sarebbe ancora più efficiente del running semplice.
L’abbigliamento necessario è lo stesso della tradizionale corsa che probabilmente molti di noi già eseguono quotidianamente o settimanalmente. Semplicemente, ci si attrezza con due oggetti in più: dei guanti (leggeri, sottili e comodi, per proteggersi dalla sporcizia) e un sacchetto (oppure uno zainetto rivestito con della plastica) per infilare al volo i rifiuti trovati a terra.
I rifiuti a terra, dispersi nell’ambiente, sono un problema davvero vergognoso: noi ci chiediamo come possa ancora esistere gente che non si fa scrupoli a gettare la spazzatura in terra. E non parliamo del sacchetto intero, ma anche di piccole carte, lattine, sigarette, pezzetti di plastica che ingombrano le tasche…
Attraverso il plogging ci si accorge davvero di quanta spazzatura ci sia attorno a noi. Provate a farci caso, e ve ne accorgerete. E, infatti, i sacchetti dei “ploggers” sono sempre zeppi, purtroppo. Ma è anche così che si smuovono le coscienze. Perché il plogging non è solo una questione di pulizia, ma anche di senso civico. Certo, i ragazzi tengono pulite le strade, ma questa non è la soluzione. La soluzione, che si raggiunge anche grazie a ciò che questo hashtag sta mostrando, è l’annullamento della dispersione dei rifiuti da parte di TUTTI i cittadini!
Noi certamente raccoglieremo la sfida del plogging e cominceremo a portare con noi i sacchetti della spazzatura. Chissà che un po’ dello spirito svedese non ci contagi, incuriosendo le persone che ci incontrano durante la nostra corsa (o durante la nostra camminata veloce), che a loro volta porteranno con sé il loro sacchetto, in un circolo virtuoso magnifico, nordico e molto, molto ecologico e civico.
Giulia Mandrino
Sosteniamo insieme l’Associazione CAF, per aiutare tutti i bambini
Lunedì, 21 Maggio 2018 11:51Venerdì scorso noi di mammapretaporter abbiamo partecipato ad una visita davvero speciale, che ci ha aperto gli occhi e ci ha riempito il cuore. Perché se già conoscevamo l’Associazione CAF, ora sappiamo ancora meglio di cosa di occupa, come si muove e qual è il suo immenso impegno per difendere e sostenere i minori in situazioni di difficoltà e i bambini vittime di abusi.
Dal 1979 CAF è in prima linea nell’aiuto ai minori e alle famiglie, ed è giusto non solo non dimenticare mai il loro impegno, ma sostenere l’Associazione in prima persona, donando, aiutando o partecipando alle loro iniziative, per far sì che i riflettori non si spengano mai e che la situazione possa finalmente trovare una soluzione.
Sosteniamo insieme l’Associazione CAF, per aiutare tutti i bambini: dal 1979 CAF sostiene e aiuta le famiglie e i minori in difficoltà, e vogliamo impegnarci insieme a loro
L’Associazione CAF è nata nel 1979 ed ha dunque alle spalle parecchi anni di esperienza. È stata il primo centro italiano dedicato interamente all’accoglienza, all’aiuto, allo studio e alla terapia in ambito di maltrattamento e abuso infantile, e la sua fondatrice, Ida Borletti, l’ha pensata come luogo innovativo nel quale potessero affluire i bambini e le famiglie in difficoltà, un luogo dove trovare aiuto, curare le ferite relazionali nate in seno alla sfera familiare e rompere così il circolo vizioso che troppo spesso porta i minori vittime di abusi, disagi o maltrattamenti in adulti violenti e disfunzionali.
Attraverso quindi l’aiuto concreto, il sostegno e vari progetti, CAF vuole accompagnare, sostenere, guidare e aiutare tutti quei bambini provenienti da nuclei familiari in situazioni di disagio profondo, e non lo fa solamente aiutando loro, ma offrendo un concreto sostegno anche alle famiglie di provenienza.
Già, perché i minori accolti provengono sempre da nuclei familiari con fragilità. Spesso sono vittime di traumi (psicologici, relazionali o fisici), e si trovano molte volte allontanati dalle famiglie per provvedimenti dei Tribunali dei Minori. CAF li accoglie e ne sostiene la crescita, quindi, ma allo stesso tempo offre un sostegno psico educativo alle famiglie di provenienza, in modo da tentare il recupero delle funzioni genitoriali. Come lo fa? Attraverso incontri di formazione e offrendo un servizio di affiancamento. Sia per le famiglie d’origine che per quelle affidatarie.
I servizi di Associazione CAF sono quindi divisi in base all’età dei bambini e alla situazione. Ci sono aiuti per le famiglie in divenire (e quindi servizi di prevenzione per mamme e genitori in attesa), delle comunità residenziali che accolgono i bambini vittime di abusi e maltrattamenti dai 3 ai 12 anni, altre pensate per gli adolescenti, centri diurni, percorsi per l’affido…
Ciò che fa concretamente CAF, quindi, è davvero molto, a livello di supporto, a livello psicologico, a livello di sostegno, di educazione, di aiuto concreto, di accoglienza, di accompagnamento, formazione e sensibilizzazione. E noi che possiamo fare?
Innanzitutto, un piccolo gesto che non ci costa assolutamente nulla ma che per CAF è importantissimo: possiamo donare il nostro 5x1000 all’Associazione, firmando la casella con il nome “SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO E DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀ SOCIALE” e segnando il codice fiscale dell’Associazione CAF, il seguente: 97010160154.
Ci sono poi le bomboniere solidali (confetti, regalini, pensieri), oppure le partecipazioni di nozze, le fedi, le pergamene solidali… Per ogni occasione c’è qualcosa che potrebbe fare al caso nostro. Ed è semplicemente perfetto, perché con quello che comunque spenderemmo per organizzare il nostro evento, in questo modo doniamo qualcosa all’Associazione!
Possiamo quindi affidarci anche alle donazioni (singole o ricorrenti - tutte le informazioni le troviamo qui), oppure scegliere una donazione in occasione di un evento speciale, scegliendo semplicemente di devolvere qualcosa per aiutare le Comunità Residenziali di Milano di cui si occupa CAF.
In quasi quarant’anni di attività, grazie alla generosità di tante persone che hanno creduto in questo concreto progetto di solidarietà, l’Associazione ha potuto aiutare oltre 1000 minori allontanati dal proprio nucleo famigliare e offrire un importante sostegno alle loro famiglie.
Giulia Mandrino
Ho detto basta allo zucchero bianco, e sto da Dio!
Lunedì, 21 Maggio 2018 07:34Ormai è qualche anno che lo zucchero bianco non entra più in casa nostra. Non solo quello nei sacchetti, ma anche quello contenuto insidiosamente nelle merendine e nei cibi confezionati: preferisco preparare una torta che profuma tutta casa o dei biscotti golosi fatti con le mie mani, che i miei bimbi apprezzano moltissimo e che non fanno assolutamente rimpiangere gli snack iper dolci, piuttosto che ripiegare sulle merendine. Non è un dramma farne a meno, credetemi: è solo questione di abitudine. E grazie a questa abitudine io, da qualche anno, sto davvero MEGLIO!
Ho detto basta allo zucchero bianco, e sto da Dio: limitare lo zucchero nella propria alimentazione non è così difficile come sembra, ed è per questo che lo consiglio a tutti
Innanzitutto, come ho accennato non è così difficile dire basta allo zucchero bianco (io per perdere peso ho eliminato anche lo zucchero di canna, lo sciroppo d’acero, lo sciroppo d’agave e il malto. I dolcificanti che utilizzo massimo due volte a settimana sono stevia o fruttosio). Basta fare un piccolo sforzo all’inizio, ma poi la strada è in discesa, perché in realtà il trucco principale consiste nel non comprarli, e le tentazioni piano piano diminuiscono fino a scomparire del tutto.
Il primo passo quindi è non comprare più lo zucchero bianco: i dolci fatti in casa possono essere dolcificati con la stevia, mentre per quanto riguarda tè e caffè pian piano dobbiamo abituarci a non zuccherarli. Non vi chiedo di fare questo passo da un giorno all’altro, ma abituatevi per gradi, inserendo come obiettivo di eliminarlo nell’arco di un mese. Vi assicuro che eliminando dalla dispensa alimenti che contengono zucchero anche le esigenze del vostro palato cambieranno.
La seconda regola è limitare i carboidrati come la pasta e i cereali contenenti glutine: anche qui non si tratta di scelte radicali, ma di un percorso. Il primo step è quello di scegliere cereali non raffinati, e quindi pasta e farina integrale, e poi proseguire nel vostro percorso con un incremento di cereali integrali senza glutine come riso integrale, riso nero, riso rosso, quinoa, avena, grano saraceno. Ad essi possiamo alternare pasta di legumi oltre che chiaramente farro, avena, orzo e saltuariamente pasta integrale.
Piano piano, mi sono accorta di non avere più bisogno dello zucchero come prima. Un po’ come con il sale: più saliamo e più saleremmo, ma una volta che ci abituiamo a diminuirlo ci accorgiamo del sapore naturale dei cibi e diminuirlo diventa normale!
Il primo beneficio di questa scelta di togliere lo zucchero? Come già accennato, non sento più il bisogno irrefrenabile di aprire la dispensa in cerca di qualcosa di dolce, soprattutto dopo i pasti. Il tè amaro ora mi piace molto di più, idem le tisane, che acquistano molto più sapore se non zuccherate!
La mia fame, poi, ne trae beneficio, perché le curve insuliniche sono stabilizzate quindi non sento più di dover spezzare la fame tra un pasto e l’altro con un piccolo dolcetto. Fateci caso: le colazioni zuccherate portano ad aver voglia irrefrenabile di voler mangiare qualcosa a metà mattina. Ma se limitiamo lo zucchero, con un caffè non zuccherato, un uovo (o una omelette con verdura), della ricotta di capra e cacao amaro, un estratto contenente poca frutta e molta verdura, arriveremo a mezzogiorno con molta più energia e senza la necessità di spezzare a metà mattina o di abbuffarci perché siamo famelici.
Certo, ci sono delle difficoltà. Prima di tutto, quando si esce a pranzo, a cena, a colazione o per il brunch è difficile trovare qualcosa che sia assolutamente sugar-free, e che soprattutto non sia preparato con zucchero bianco e cereali raffinati ma con altri tipi di dolcificanti naturali e cereali integrali. Tuttavia basta limitarsi, senza essere talebani.
Anche al supermercato c’è da fare attenzione: sono moltissimi i prodotti che contengono zucchero bianco senza che nemmeno lo sappiamo (perché non sono solo i dessert a contenerne), ma basta leggere un pochino di più le etichette per trovare alternative deliziose e perfette. Ad esempio, io prediligo lo yogurt bianco senza zucchero (quelli alla frutta che io sappia contengono tutti zucchero), oppure scelgo della pasta non bianca ma multicereale integrale, a base di legumi, eccetera. Per i dolcetti, mi piace scegliere le barrette dolcificate con il miele (che sono proprio come quelle che preparo io a casa ma più comode), oppure del cioccolato sugar free, o ancor meglio dolcificato con stevia (lo compro ai supermercati U2, Bennet o Esselunga)…
Per quanto riguarda il cucinare, invece, è molto semplice. Perché ormai esistono ricette per tutto, e soprattutto esistono ricette alternative per trasformare i nostri dolci e i nostri piatti preferiti in dolci e piatti molto più sani, senza zucchero bianco. Non ci vuole nulla, come dicevo. Basta non tenere lo zucchero bianco in dispensa!
Questo per dire che non mi pesa, poiché i benefici che sento sono di gran lunga superiori ai disagi. Ad esempio? Dormo molto, molto meglio. Sono meno gonfia, i brufoli sono davvero diminuiti e sento un’energia favolosa la maggior parte delle giornate. Soffro anche meno di sbalzi d’umore (spesso legati a cali di energia).
Ciò che posso consigliare, quindi, è la moderazione. Non dico di togliere completamente i dolcificanti dalla propria vita, anzi. Come dicevo ci sono alternative deliziose. Tuttavia eliminando lo zucchero bianco (e lo zucchero di canna anche se integrale) dalle nostre tavole vi renderete conto dell’abuso che la nostra società fa di questo alimento, e capirete che in realtà non è assolutamente necessario, imprescindibile o fondamentale. Anzi!
Giulia Mandrino
8 creme vegetali da spalmare sulle piadine
Venerdì, 18 Maggio 2018 13:26La piadina è tra le nostre ricette preferite e amiamo proporla a cena ogni tanto per variare il menù, soprattutto da quando utilizziamo la nostra ricetta della piadina integrale fatta in casa, davvero semplice, veloce e super gustosa.
Non cuciniamo però la solita piadina con il prosciutto e formaggio, un po’ per scelta (gli insaccati fanno male e non è una novità, idem il troppo formaggio), un po’ per non scadere nelle ricette troppo scontate, che quando troppo viste annoiano.
Scegliamo quindi di farcire le nostre piadine integrali con delle creme vegetali, da spalmare e gustare in tutta la loro bontà e da arricchire con pomodorini, ravanelli, carotine, gamberetti, mais…
8 creme vegetali da spalmare sulle piadine: le creme naturali da spalmare sulla nostra piadina integrale fatta in casa per variare i sapori
L’hummus di ceci
Così semplice e tradizionale (è stato recentemente dichiarato “ricetta della pace”!), l’hummus a base di ceci (trovate la ricetta qui - http://www.mammapretaporter.it/food/salse-e-condimenti/hummus-di-ceci-perfetto-2) dà molte proteine vegetali ed è la base perfetta da arricchire con verdure di stagione o altri ingredienti a nostra scelta.
Le varianti di hummus
Come sappiamo, non esiste solo l’hummus di ceci, ma possiamo prepararlo con moltissimi altri ingredienti senza cambiare la base, che è composta da salsa tahina, un pizzico di sale e succo di limone. C’è l’hummus alla barbabietola, quello ai piselli, quello alle lenticchie, quello dolce alla zucca… Trovate tutte le ricette qui (http://www.mammapretaporter.it/food/salse-e-condimenti/8-ricette-di-hummus-buone-e-coloratissime).
La guacamole
Salsa tipicamente messicana, la guacamole è deliziosa e ci permette di beneficiare delle proprietà dell’avocado. Qui trovate la nostra ricetta, a base di polpa di avocado, cipolla e lime.
La babaganoush
È molto simile all’hummus, ma le melanzane grigliate o al forno, che acquistano un sapore leggermente affumicato, rendono la baba ganoush (o crema di melanzane) decisamente sorprendente. Sta benissimo accompagnata con dei chicchi di melograno, quindi quando sono di stagione non dimentichiamoci di metterli nella piadina insieme agli altri ingredienti!
La ricotta con basilico o origano
Noi scegliamo quella di capra (più leggera), e la mescoliamo con del basilico sminuzzato o dell’origano. Et voilà! La nostra base per farcire le piadine è pronta.
La crema di carote marocchina
Dopo averla scoperta in un locale marocchino di Torino, non possiamo più farne a meno. È speziata il giusto, un po’ dolce e soprattutto molto saporita ma leggera. Deliziosa quindi in connubio con la pasta delle piadine! Ecco la ricetta.
Crema di ceci e basilico
Mettiamo i ceci freschi in ammollo per 12 ore con qualche foglia di basilico, quindi cuociamoli per 45 minuti in acqua salata e frulliamoli (insieme al basilico e a un goccio di acqua). Una sorta di hummus mediterraneo!
Yogurt greco
Possiamo anche sceglierlo di soia. In ogni caso, qualunque versione sceglieremo, sappiate che lo yogurt greco, con il suo sapore deciso e la consistenza densa e spalmabile, è perfetto come base “formaggiosa” (ma alternativa!) per gli ingredienti con cui farciremo la nostra piadina.
Giulia Mandrino
Un’infografica per crescere figli felici
Venerdì, 18 Maggio 2018 09:43Quando ci siamo imbattute in questa infografica sviluppata da happify.com ci siamo subito rese conto che era davvero utile. Perché attraverso disegni e semplici parole mette nero su bianco ciò di cui già siamo convinte da tempo: c’è un equilibrio per tutto, un equilibrio per ogni famiglia, ma ci sono certe cosucce fondamentali per la crescita serena dei figli.
Ecco perché ci piace: è un piccolo remainder che possiamo leggere e rileggere all’occorrenza, per rimettere lo sguardo in prospettiva, darci forza, darci conferme e continuare sulla nostra strada di crescita amorevole dei nostri figli!
Un’infografica per crescere figli felici: quando dei semplici schemi ci aiutano a ricordare cosa serve per crescere bambini sereni ed equilibrati
Si parte subito con un dato (scientifico!) che ci piace molto: i bambini con mamme amorevoli, che li coccolano e li curano, hanno un cervello più sviluppato rispetto agli altri. Il loro ippocampo è più grande del 10% rispetto a quello dei bimbi con mamme poco presenti, e questo significa una capacità migliore di gestire lo stress e la memoria. Cosa ci dice questo dato? Che stiamo andando nella direzione giusta se non ci sottraiamo mai alle coccole, al contatto e agli abbracci!
Nemmeno l’amore di papà viene lasciato da parte in questa infografica: Happify lo dice chiaramente, che sentirsi amati dal papà è quasi più importante del sentirsi amati da mamma. Questo perché spesso l’amore della mamma è “scontato”, mentre quello di papà, magari meno presente in casa, è più ricercato. È molto importante, quindi, per i papà fare sentire il proprio amore nei confronti dei bambini: quando un bambino sente il distacco o percepisce “rifiuto”, è normale che sviluppi insicurezza, aggressività o altri comportamenti negativi.
E come deve essere un papà presente? Secondo Happify (e anche secondo noi!) deve essere un papà che ascolta sempre, che è presente nella vita dei propri bambini, che dà le regole necessarie e che lascia libertà con buonsenso (quando ci vuole ci vuole!).
Si passa poi a qualcosa che sta a noi molto a cuore: per i bambini essere felici significa avere mamme felici. Per loro, vedere una mamma soddisfatta è molto più significativo rispetto al suo stipendio, al suo titolo di studio, al fatto che abbia o meno un lavoro. Ciò che è importante è che stia bene con se stessa e con la sua famiglia, che spenda tempo di qualità con loro. E per farlo, DEVE concedersi del tempo per sé, senza sensi di colpa!
L’ottimismo in famiglia, poi, è fondamentale: insegniamo ai bambini a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma soprattutto ad affrontare i problemi senza farci sopraffare, cercando insieme la soluzione e sviluppando così resilienza.
Da insegnare, poi, c’è l’importanza dello sforzo e non del risultato. Non diciamo quindi “Sei molto intelligente”, ma piuttosto “Ci hai messo davvero moltissimo impegno, sono orgoglioso di te!”.
Importante è anche sapere quale approccio tenere con ogni bambino. Si dice tanto di evitare di utilizzare i “no”, ma quando un bambino è capace a gestirsi e a capire le proprie emozioni possiamo utilizzare questo metodo, ma non quando il bambino ha bisogno di essere guidato maggiormente. Quindi la parola d’ordine è: misura e buon senso.
Evitiamo i conflitti violenti: i bambini osservano, guardano, fanno loro, imitano. Utilizzare dunque un atteggiamento aggressivo tra noi genitori significa mostrare loro che quello è il modo “giusto” di comportarsi. Il rischio è che crescano violenti, che vadano peggio a scuola e che da adulti non siano in grado di intrattenere relazioni funzionali e armoniche.
Rendiamo quindi le vite dei nostri figli significative: rispettiamo quello che sono, sproniamoli a fare ciò che vogliono fare, riempiamo le loro giornate, ripetiamo loro che siamo orgogliosi!
La generosità è un altro degli aspetti che dobbiamo trasmettere ai nostri bambini. Non solo a parole, ma soprattutto a gesti. Ci sono studi che mostrano che i bambini sono molto più contenti quando fanno un regalo rispetto a quando lo ricevono! E non è lo stesso che capita anche a noi? Ricordiamocelo e sfruttiamolo!
Fondamentale poi è il gioco libero: dobbiamo spronare i bambini a uscire, a giocare di ruolo, a inventare, a esplorare! Non è scontato, e non è futile: il gioco libero stimola la creatività, le abilità motorie, la cognizione, l’emotività e i rapporti sociali.
Infine, spegniamo la TV almeno mentre mangiamo tutti insieme (seduti a tavola!), giochiamo, facciamo sport, stiamo in famiglia (non è importante la quantità del tempo, ma la qualità!).
Giulia Mandrino
Una combo di ingredienti che solitamente i bambini amano e che dunque è sempre una buona idea da proporre in tavola! Possiamo anche variare il tipo di pasta, scegliendola a base di cereali differenti, senza glutine, ai legumi... Il succo non cambia: è semplicissima da preparare e deliziosa!
Pasta con pomodorini e piselli: la ricetta semplice della pasta che piace ai bambini