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5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme

Giovedì, 18 Aprile 2019 14:17

Donald Winnicott è uno dei maggiori pedagogisti della storia. Sua è la teoria dei genitori sufficientemente buoni, che è tra le più discusse e tra le più ricche di spunti per l’educazione dei bambini. C’è chi ama questa teoria e chi vi trova molti difetti, ma se c’è un merito da dare a Winnicott è quello di avere liberato le madri (soprattutto) e i padri dal peso della perfezione inflitta loro dalla società, una società in passato maschilista.

Detto questo, le teorie di Winnicott sono davvero valide e stimate e offrono molte riflessioni, spunti e consigli che possiamo sfruttare.

5 principi della pedagogia di Winnicott per tutte le mamme: come applicare i principi della pedagogia di Donald Winnicott

Assecondare il naturale processo di holding e handling

Secondo Winnicott, mamma e bambino attraverseranno un periodo di holding e handling, ovvero gli atteggiamenti che avrà la madre nei suoi confronti per inserirlo nel mondo nella maniera più armonica possibile. Nei primi mesi la madre metterà in moto (in maniera naturale) l’holding, ovvero la protezione più profonda nei confronti del bambino, per prendersi cura dei suoi bisogni e proteggerlo da pericoli e traumi. Dopodiché, piano piano, passerà all’handling, e cioè la fase di accompagnamento del bambino verso l’indipendenza. Inizialmente il bimbo sarà totalmente dipendente dai genitori; in un secondo momento capirà che la sua dipendenza è relativa, e che le cure di mamma e papà rispondono a suoi personali bisogni; in un terzo momento, quindi, raggiungerà l’indipendenza (con la crescita), sapendo da solo come rispondere ai suoi bisogni.

La cura e l’ambiente sono fondamentali

Per crescere e svilupparsi armonicamente a livello fisico ed emotivo, il bambino necessita la presenza si una madre sufficientemente buona, come la definisce Winnicott, ovvero che sappia prendersi cura del figlio in maniera sana. E anche l’ambiente è importantissimo: deve essere buono e sereno. Altrimenti il rischio è che non riesca a diventare una persona intera e indipendente.

Non sottovalutare peluches e coperte

Dopo i primi mesi di vita, nei quali il bambino è un tutt’uno con il mondo dei genitori e si identifica con essi (soprattutto con la mamma), il bimbo comincia a capire di essere un individuo, e che esiste un mondo esterno di cui fa parte personalmente. In questo passaggio, per confort e sicurezza, per i bambini è fondamentale avere un oggetto transizionale, ovvero un qualcosa (un peluche, una coperta a cui è affezionato o un piccolo giocattolo, a seconda della storia del piccolo) che lo lega ancora alla madre e al padre, ma che lo accompagna nel distacco, facendogli sentire la presenza dei genitori ma lasciando che si allontani da loro gradualmente.

Intendere il gioco come parte fondante del bambino come essere umano

Per Donald Winnicott il gioco è un’attività che permette al bambino sia di esprimere la propria creatività, sia, soprattutto, la sua personalità, poiché durante questa attività viene eliminato il giudizio di verità sul mondo reale per fare spazio ad un atteggiamento ludico che permette al bambino di provare, tentare, recitare ed entrare in contatto con il suo io più profondo. E scoprendo se stessi e il mondo i bambini riusciranno poi a entrare pian piano nel mondo reale, dando il proprio contributo.

Dare importanza alla creatività

Ma la creatività per Winnicott non significa l’espressione artistica che intendiamo noi, quella fatta di disegni, lavoretti, costruzioni e quant’altro. È un concetto più ampio e complesso: stimolare la creatività significa dare la possibilità al bambino di incontrarsi con la realtà esterna, agendo quando vuole e come vuole, quando ne sente lo stimolo. Significa, in sostanza, vivere, provare, fare. E questa creatività resterà poi nell’individuo per tutta la vita, accompagnandolo nelle scelte e nella quotidianità, rendendolo l’individuo unico che è.

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Igiene intima del bebè, 5 cose da non fare

Giovedì, 18 Aprile 2019 07:43

Sviste, consigli sbagliati, convinzioni alla vecchia o abitudini che non ci accorgiamo nemmeno di avere: sono molti gli sbagli che possiamo fare con i nostri bambini quando parliamo di igiene intima. Perché l’igiene intima del neonato è qualcosa di molto delicato (e lo sanno le mamme e i papà che hanno a che fare con arrossamenti o problemi!) ed è per questo che dobbiamo fermarci un attimo e pensare ai nostri gesti, cambiando quelli errati per ottenere il meglio dal cambio pannolino e dal bagnetto.

Igiene intima del bebè, 5 cose da non fare: le abitudini sbagliate quando parliamo di igiene intima del neonato

Lavare dal dietro in avanti

Lavando le parti intime del bambino c’è una direzione che dobbiamo seguire, e non solo nel caso delle femminucce (i cui genitali esterni sono più a rischio di infezioni) ma anche nel caso dei bambini maschi. Procediamo quindi lavando sempre da davanti verso il dietro, in modo che lo sporco non si accumuli (involontariamente, perché parliamo anche di quello invisibile) sui genitali. Sulla zona anale, infatti, sono presenti moltissimi germi di origine intestinale che potrebbero restare in quella genitale. Detergiamo prima (sempre con un detergente intimo delicato e naturale) la zona dei genitali dei nostri bambini per passare poi a quella anale. E facciamo moltissima attenzione anche alle pieghe nella zona dell’inguine, altro punto critico nel quale i batteri potrebbero accumularsi, utilizzando sempre prodotti pensati apposta per la cura della pelle del bambino, biologici, naturali e delicati, come quelli di Lillydoo, che usiamo da tempo e possiamo consigliarvi vivamente.

Fare scivolare la pelle del pisellino verso il basso

Una volta erano in molti a consigliarlo, ma negli ultimi anni sono sempre più i pediatri che sconsigliano la pratica di cercare di abbassare il prepuzio per pulire meglio il pene dei bambini piccoli. È normale che nei primi anni di vita il prepuzio sia chiuso e che quindi il glande sia coperto dalla pelle. Sforzando, però, il rischio è quello di provocare piccoli taglietti anche invisibili che porterebbero a delle infezioni più gravi o addirittura ad una situazione di fimosi, nel caso in cui questi tagli si rimargino lasciando cicatrici. E una fimosi necessiterebbe un intervento chirurgico per essere risolta. Lasciamo quindi stare la pelle del pisellino dei nostri bimbi, lavando semplicemente molto bene il pene e la zona sotto lo scroto, così come tutte le pieghe (come nel caso dell’inguine) dove i batteri potrebbero accumularsi.

Applicare subito la crema anti arrossamenti

La crema anti arrossamento ed emolliente innanzitutto va applicata solo in caso di effettiva necessità, e non come prevenzione. Detto questo, dobbiamo sempre assicurarci che la pelle sia molto, molto ben asciutta e quindi è necessario lasciare passare qualche minuto prima di applicarla (lasciando asciugare la pelle all’aria in estate: è il meglio per evitare gli arrossamenti; oppure tamponando delicatamente con delle salviette in cotone morbido), con la sicurezza che anche tutte le pieghe della pelle siano asciutte e non ci sia alcuna umidità (terreno perfetto per la proliferazione dei batteri). Naturalmente facciamo anche attenzione alla crema utilizzata, che deve essere sempre pensata per i bambini e che è meglio sia naturale e delicata.

Utilizzare pannolini con profumi e lozioni

Spesso non ci facciamo caso, perché diamo per scontato che i pannolini che scegliamo per i nostri bambini siano il più possibile ipoallergenici, naturali e semplici, ma la maggior parte delle volte nei pannolini troviamo profumi e lozioni. I profumi e le lozioni, però, sono sempre un po’ aggressivi e, soprattutto, non naturali. Scegliamo quindi pannolini senza profumi e senza lozioni per evitare arrossamenti e problemi (come i pannolini Lillydoo, privi di ogni sostanza e davvero comodi perché arrivano a casa con un convenientissimo abbonamento).

Non pensare alla nostra igiene

Esatto, la nostra. Perché ciò che facciamo si riflette sui nostri bambini che vengono a contatto con il nostro corpo. Evitiamo quindi sempre di cambiare e lavare i bambini frettolosamente, ma soprattutto ricordiamoci di lavarci sempre le mani prima di farlo, con un sapone neutro. I germi che si annidano sulle nostre mani, infatti, si trasferirebbero ai genitali dei bambini. Laviamole quindi molto bene e asciughiamole con un asciugamano pulito. E laviamole anche dopo il cambio, per evitare, di nuovo, che tutti i germi genitali e i batteri intestinali rimangano tra le nostre dita e che vengano così ripassati ai bambini quando li tocchiamo. Un’eccessiva attenzione la sconsigliamo sempre, poiché sappiamo che sono anche i batteri e i germi a costruire il sistema immunitario dei nostri bambini, ma il momento del cambio è davvero delicato e quindi è quello a cui dobbiamo fare più attenzione durante le nostre giornate.

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“Il giardino segreto” disegnato da MinaLima è semplicemente favoloso

Mercoledì, 17 Aprile 2019 14:04

Lo amerete se amate Harry Potter, perché a disegnarlo sono stati Miraphora Mina ed Eduardo Lima (e ci torneremo tra un attimo). Lo amerete se amate i libri belli, di quelli che solo sfogliandoli vi trasmettono emozioni, sensazioni di pace e sentimenti di benessere. Lo amerete se amate i classici e se il vostro passatempo preferito è leggere i libri insieme ai bambini nel letto. Insomma: lo amerete se amate i libri, di quell’amore che solo un lettore conosce.

“Il giardino segreto” edito da L’Ippocampo è semplicemente favoloso: un piccolo gioiello di letteratura che si fa piccolo gioiello d’editoria, un libro che affascina i bambini e cattura gli adulti e che immerge, visivamente e letteralmente, in un mondo antico di amicizia, bellezza ed empatia.

“Il giardino segreto” disegnato da MinaLima è semplicemente favoloso: per L’Ippocampo Edizioni ecco il classico libro per bambini rivisitato dai graphic designer del mondo di Harry Potter

A guardarlo sembra un volume antico, di quelli come non ne fanno più, ben rilegato, illustrato minuziosamente, materico, da toccare e sfogliare con cura e amore. E in effetti è così: “Il giardino segreto” è un classico della letteratura d’infanzia, e come ogni classico che si rispetti si mostra al suo meglio indossando dei panni tradizionali.

Il classico di Frances Hodgson Burnett è delizioso, e lo è sempre stato: è uno dei primi libri che i bambini leggono, prima con mamma e papà, poi da soli non appena sentono il bisogno e il piacere di leggere qualcosa di lungo scritto apposta per loro, che li appassioni, li faccia immedesimare nei personaggi e li conduca in un nuovo mondo. Sì, è stato scritto nel 1911, ma non perde mai il suo valore e il suo fascino: la storia ddi Mary, Colin, del giardino segreto, del vecchio giardiniere Ben, di Martha, Dickon, dei personaggi cattivi e di quelli che ti fanno tirare un respiro di sollievo.

Il libro parla di amicizia, avventura, empatia, compassione, accettazione dell’altro, giustizia… Parla di un sacco di cose positive e per questo è uno dei libri perfetti per instillare nei bambini il senso della vita. E tutto questo attraverso un linguaggio semplice ma mai paternalistico, alla loro portata ma non semplificato.

Bene, ma torniamo a questa edizione. Perché se in generale “Il giardino segreto” non può non esserci nella libreria dei bambini, questo volume dell’Ippocampo è ancora più imperdibile: a curarlo sono stati MinaLima, ovvero Miraphora Mina ed Eduardo Lima, i graphic designer che hanno dato vita al mondo visivo di Harry Potter, quello dei film della saga e di Fantastic Beasts. Le locandine con Sirius che urla dalle sbarre, il Daily Prophet, i libri di Rita Skeeter, i biglietti per l’Espresso per Howgarts… Tutto è nato dalle loro penne. E ora questo libro arricchirà il nostro immaginario.

Color ocra, zeppo di disegni meravigliosi già dalla copertina, questo Giardino è bellissimo. Interattivo, al suo interno presenta tantissimi elementi pop-up che rendono ancor più segreto il giardino segreto, che è tutto da scoprire, attraverso mappe, lettere, ruote per capire i cicli di vita delle rose…

Il testo è scorrevole, non risulta appesantito dalle illustrazioni come certi libri un po’ esagerati. Qui i bellissimi disegni intervallano la narrazione con delicatezza ed equilibrio, arricchendo e impreziosendo la lettura in maniera perfetta.

Un libro da avere, nient’altro da aggiungere.


Ps. Sul sito di MinaLima (che ha un negozio fisico meraviglioso e magico a Londra, The House of MinaLima!) è possibile acquistare le stampe tratte da questo libro, per rendere la cameretta dei bambini un luogo fantastico e unico!

Sara Polotti

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Anko, la marmellata di fagioli rossi Azuki giapponese

Un sapore diverso dai nostri, ma che risulta strano solo ad un primo assaggio: l'Anko, o marmellata di fagioli rossi Azuki, è un preparato giapponese che, come tutti i piatti etnici, titilla le nostre papille gustative facendo loro provare sapori e consistenze diverse. Ed è davvero delizioso: si tratta di una marmellata, o crema se vogliamo, a base di fagioli e zucchero. Non una marmellata tipica, quindi, ma altrettanto deliziosa, non estremamente dolce e molto morbida sul palato (un po' come una crema di nocciole, se vogliamo).

I miei figli la adorano semplicemente sui cracker, anche prima di cena come aperitivo, ma a me piace abbinarla anche ai formaggi e alle verdure crude (come le carote e il sedano!). In Giappone, invece, la usano per farcire i loro dolcetti a base di farina di riso, o addirittura per accompagnare il gelato.

Anko, la marmellata di fagioli rossi Azuki giapponese: come preparare la crema dolce giapponese a base di fagioli

 

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Camminare a piedi nudi, per i bambini moltissimi benefici fisici e mentali

Martedì, 16 Aprile 2019 08:40

A volte non riusciamo proprio a superare questa fissazione (io per prima, anche se sto cercando di cambiare!): quando in casa vediamo i nostri bambini camminare a piedi nudi, senza ciabatte e senza nemmeno delle calze antiscivolo, li rimproveriamo subito, oppure gli corriamo dietro con calze, scarpe e pantofole per infilargliele al volo. Perché? Perché siamo convinti che camminare a piedi nudi non faccia bene. Che sia malsano a livello igienico e a livello climatico, perché piedini freddi significa corpo freddo e di conseguenza malanni di stagione.

In realtà camminare a piedi nudi fa benissimo, e non solo al corpo, ma anche alla mente. A dirlo sono i podologi pediatrici (che studiano i benefici di questa abitudine sulla crescita ossea e posturale dei bambini) e gli studiosi, consapevoli che la mente guadagna serenità e benessere soprattutto dal benessere fisico, che si raggiunge anche così.

Camminare a piedi nudi, per i bambini moltissimi benefici fisici e mentali: perché dovremmo lasciare che i bambini camminino scalzi

Come spiega la podologa (specializzata in podologia pediatrica) Tracy Byrne al The Guardian, fare indossare scarpe ai bambini in età troppo precoce potrebbe essere controproducente, poiché intaccherebbe il naturale sviluppo fisico e neurologico dei bambini. E per capire il perché, basta osservare i bambini piccoli: quando cominciano a camminare, se lo fanno a piedi nudi tengono la testa molto più alzata verso il mondo rispetto a quando indossano scarpe, poiché il contatto diretto con il pavimento o la terra li fa sentire più radicati, più sicuri, più bilanciati, e non hanno dunque bisogno di continuare a guardare in terra per mantenere l’equilibrio.

Di conseguenza, camminare scalzi è certamente più consigliato, perché permette ai bambini di imparare a camminare in maniera più armonica e naturale, guardando avanti, guardando il mondo, guardando in alto. E questo ha conseguenze positive soprattutto sullo sviluppo neurologico, anche perché aumenta nel bambino la propriocezione, ovvero la consapevolezza del proprio corpo in relazione allo spazio, che gli servirà per crescere forte, con equilibrio e armonico.

Dall’altra parte, poi, ci sono i benefici fisici: camminare scalzi, spiega Byrne, aiuta lo sviluppo dei muscoli e dei legamenti del piede, e rafforza allo stesso tempo la forza dell’arco plantare (prevenendo anche il piede piatto) e la stabilità della postura corretta.

Aiuta poi la circolazione, perché quando i piedi e i muscoli sono più liberi il sangue scorre in maniera più corretta, e migliora la respirazione. Anche il sistema immunitario ne esce rafforzato, al contrario di quanto crediamo: camminare su superfici fredde (ma non ghiacciate, naturalmente!) stimola la produzione del calore corporeo e protegge così dai malanni stagionali, alzando le difese immunitarie.

Ricapitolando, quindi, camminare a piedi nudi è fondamentale per i bambini, che ne beneficeranno a livello fisico e mentale. Per questo, anche la scelta delle scarpine deve essere ponderata e sicura: oggigiorno è impossibile camminare sempre scalzi, e per questo la scelta della scarpa per bambini è importante e deve in qualche modo assecondare la crescita in maniera poco invasiva.

Anche perché, molti non lo sanno, il piede del bambino non è uguale al piede dell’adulto, anzi: alla nascita non vi sono ossa, ma solo cartilagine che con il tempo si calcifica divenendo ossa. Il processo tuttavia è lungo: dura fino all’adolescenza.

Evitiamo, quindi, scarpe troppo rigide, senza flessibilità, con troppo tacco.

Certo, il mondo in cui viviamo non permette molto di stare scalzi, ma il suggerimento è quello di approfittarne ogni volta che possiamo, togliendo le scarpe e le calze ai nostri bambini per farli camminare a piedi nudi nel mondo. Su un prato, in casa (un’abitudine preziosa!), in spiaggia, in montagna… Ogni luogo, quando non troppo cementato o pericoloso, è buono per il barefooting.

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I 3 migliori prodotti per il cambio pannolino

Martedì, 16 Aprile 2019 07:54

Coccole, delicatezza, contatto, cura: il momento del cambio pannolino è speciale. Grazie al contatto pelle a pelle che stimola la sensorialità si rafforza, infatti, la relazione tra genitori e bimbi. Prendersi del tempo per farlo, rendendolo un rituale quotidiano piacevole è fondamentale e consigliato.

L’importanza del cambio pannolino non è solo in questi dettagli di contatto e di rapporto. È anche una cura nei confronti di una pelle delicata e indifesa, quella dei neonati, particolarmente sensibile e soggetta agli agenti esterni.

Per il cambio pannolino è importante utilizzare dei prodotti quotidiani delicati e rispettosi della pelle del bambino e scegliere preparati specifici da utilizzare nel momento del bisogno, quando la cute richiede un’attenzione speciale (quando, ad esempio, si presenta arrossata ed irritata).

Quali prodotti, quindi, tenere sul fasciatoio sempre a portata di mano?

I 3 migliori prodotti per il momento del cambio pannolino:

1. Detergente intimo Mioderm

La prima regola da seguire per un cambio pannolino perfetto è la delicatezza. Questo significa che dobbiamo tenere conto delle funzioni naturali che la pelle del bambino già ha in sé.
Il detergente intimo per i più piccoli deve essere delicato e rispettare le mucose delle parti intime. Intimo Mioderm di Fiocchi di Riso è specifico per neonati: a base di olio di babassu, Mioderm è un preparato pensato proprio per la pelle più sensibile, che viene detersa attraverso agenti schiumogeni naturali, venendo allo stesso tempo nutrita e protetta.

2. La Pasta Cambio Fiocchi di Riso

Come vi abbiamo spiegato in questo articolo nel quale vi parliamo della nostra esperienza con la Pasta Cambio Fiocchi di Riso, questo preparato è davvero speciale perché sicuro e delicato, pensato proprio per l’utilizzo quotidiano.
Per il cambio di tutti i giorni, infatti, è meglio scegliere una pasta che sia delicata, efficace e rispettosa del pH naturale della pelle del neonato. Possiamo usare questo preparato ogni giorno, più volte al giorno, dopo aver lavato bene la zona urogenitale ed averla asciugata.

La Pasta Cambio Fiocchi di Riso non contiene ossido di zinco e favorisce la traspirazione prevenendo gli arrossamenti.

3. La Pasta Emu

Se la Pasta Cambio è adatta all’utilizzo quotidiano, nel momento in cui i nostri bimbi hanno il sederino arrossato (soprattutto tra le pieghe, sulla zona genitale e alla base delle cosce), la Pasta Emu è quello che fa per noi. A base di olio di emu (che nutre a pelle in profondità), il preparato originale di Fiocchi di Riso è l’ideale per lenire quando necessario, dando sollievo al bimbo e rigenerandone allo stesso tempo la cute.

Pasta Emu serve, quindi, proprio nel momento del bisogno, per lenire e disinfiammare la cute irritata.

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Il nuovo Chicco di Felicità by Camicissima, a sostegno di CAF

Lunedì, 15 Aprile 2019 14:11

Conoscete l'Associazione CAF? Dal 1979 è in prima linea nell’aiuto ai minori e alle famiglie, ed è il primo centro italiano dedicato interamente all’accoglienza, all’aiuto, allo studio e alla terapia in ambito di maltrattamento e abuso infantile.

La sua fondatrice, Ida Borletti, l’ha pensata come luogo innovativo nel quale potessero affluire i bambini e le famiglie in difficoltà, dove trovare aiuto, curare le ferite relazionali nate in seno alla sfera familiare e rompere così il circolo vizioso che troppo spesso porta i minori vittime di abusi, disagi o maltrattamenti in adulti violenti e disfunzionali.

Ma come aiutare CAF? Donando e informandosi, e, se vogliamo, comprando il nuovo Chicco di Felicità in limited edition, una borsa per le mamme (ma non solo!) davvero bella, pratica, comoda e di stile. Perché con pochi euro possiamo davvero fare la differenza!

Il nuovo Chicco di Felicità, la borsa Chicco e Camicissima a sostegno di CAF: un sostegno per l’associazione che si occupa di famiglie e bambini in difficoltà

Qualche giorno fa, se ci seguite, avrete visto che abbiamo partecipato all’evento di presentazione del Chicco di Felicità by Camicissima. Nelle nostre stories e su Facebook avrete quindi visto la madrina d’eccezione (bellissima e dolcissima!) Rocío Muñoz Morales, che come noi ha visto subito le potenzialità e il bene di questa iniziativa!

Come ogni anno, Chicco ha pensato ad un Chicco di Felicità, ovvero un piccolo oggetto d’uso comune in edizione limitata, attraverso il cui acquisto è possibile aiutare un’associazione davvero benefica e impegnata come CAF, che vuole restituire serenità ai bambini e alle famiglie in difficoltà.

Quest’anno il Chicco di Felicità è nato quindi dalla collaborazione con Camicissima: una borsa capiente, bella, leggera e comoda in 100% cotone, versatile e con una pratica base rigida e una tasca interna (che, da mamme, si apprezza sempre moltissimo per non perdere i piccoli oggetti che portiamo ogni giorno con noi!).

Le borse Chicco di Felicità Camicissima sono bellissime, ve lo posso assicurare dopo averle toccate con mano, e sono disponibili in più colori (pink, blue navy e beige), per adattarsi allo stile di ognuna di noi. E il bello è che possiamo anche personalizzarle, portandole in un punto vendita Camicissima e facendoci ricamare le nostre iniziali (o quelle dei nostri figli, se decidiamo di usare la borsa come borsa per il cambio!).

Quindi, ricapitolando: il nuovo Chicco di Felicità è bello, fashion, versatile e comodo. Ed è pure accessibile a tutti: lo troviamo nei Negozi Chicco in Italia, nei negozi Camicissima e sull’e-commerce Chiccoshop.it al prezzo di 15 euro. Con pochi euro potremo quindi avere un oggetto davvero carino e utile, ma allo stesso tempo daremo speranza a moltissimi bambini che vivono in situazioni di disagio. E possiamo anche decidere di regalare il Chicco di Felicità, facendo del bene due volte, con un pensiero per chi amiamo e uno rivolto ai bambini che beneficeranno della nostra generosità.

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Alcuni benefici del portare in fascia i bambini

Lunedì, 15 Aprile 2019 13:47

Portare è una modalità di risposta a un bisogno innato e fisiologico del neonato: il contatto.

Come aiutare quindi i bambini a sentirsi più tranquilli e al sicuro? Facilitando e aumentando il contatto con la mamma.

Alcuni benefici del portare in fascia i bambini: perché il babywearing è benefico, sano ed educativo

Portare in fascia i bambini può aiutare a ricreare un ambiente il più possibile vicino a quello uterino, offrendo al neonato un luogo dove sentirsi accolto, protetto e dove potersi lasciare andare.  Attaverso il contatto fisico viene secreta l'ossitocina,l'ormone dell'amore. Un ormone potentissimo in grado di diminuire stati emotivi e sentimenti come aggressività, paura, stress, ansia; inoltre, rallenta la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, provocando nel bambino un senso di benessere che favorisce l'aumento della curiosità e delle capacità mnemoniche. Allo stesso tempo la madre, attraverso il proprio corpo, può trasmettere al bambino sensazioni di fiducia e apertura verso il mondo esterno.

Le modalità di portare il neonato pancia a pancia e sul fianco corrispondono alle particolarità anatomiche di quest'ultimo:

Le anche: in posizione pancia in su, le anche del neonato non stanno dritte e non possono andare indietro rispetto all'asse corporale, ma assumono la posizione leggermente divaricata.
La colonna vertebrale: alla nascita presenta una curvatura a C, che diventerà ad S nel corso del primo anno di vita. Questa curvatura deve essere rispettata e non forzata.

L'uso di supporti adeguati garantisce che venga rispettata la naturale divaricazione delle gambe e che non si crei una pressione sulla colonna vertebrale, in quanto le fasce o i supporti strutturati ergonomici vanno a sostenere e ad avvolgere il neonato.

Portare ha anche dei risvolti positivi legati al movimento. Molti studi evidenziano come l'oscillazione verticale abbia un maggiore effetto calmante rispetto all'oscillazione orizzontale. Probabilmente la ragione di ciò risiede in un retaggio biologico.

Alcuni zoologi e biologi inseriscono il neonato nella categoria dei portati attivi. Portato in quanto necessita di essere spostato e trasportato dopo la nascita dalla madre o da chi si prende cura di lui, finchè non sarà in grado di muoversi in autonomia. Inoltre assomiglia molto ai propri genitori, è maturo dal punto di vista sensoriale e viene allattato frequentemente. Attivo perchè dispone del riflesso di Grasping nelle mani e nei piedi e grazie a questo è in grado di aggrapparsia chi lo sta portando. Questa capacità consente al bambino di ricercare equilibrio,provare ad adattare la sua postura e in poco tempo a controllare il capo raffozando da un lato il tono muscolare e dall'altro abbassando la propria tensione muscolare, il che favorisce il rilassamento e quindi l'addormentamento. 

Inoltre il bambino viene sottoposto a una stimolazione pluri sensoriale costante che favorirà la sua crescita e il suo benessere psichico e cognitivo.

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8 ricette con il tofu per la primavera

Venerdì, 12 Aprile 2019 13:26

Sapete come cucinare il tofu? Questo derivato della soia ricchissimo di proteine è un’alternativa molto valida e saporita della carne, sia per chi non la mangia per scelta, sia per chi decide di ridurla, sia per chi vuole provare un sapore nuovo e delizioso!

Ecco quindi 8 idee per mangiare il tofu in primavera, con ricette pratiche, veloci, variegate e sane.

8 ricette con il tofu per la primavera: come cucinare il tofu nella stagione primaverile

Sandwich con tofu, avocado e peperoni

Possiamo utilizzare il tofu o come crema (frullandolo con un filo d’olio, poca acqua e del pepe) oppure al naturale tagliandolo a fettine. Lo utilizzeremo per farcire due fette di pane integrale tostato insieme a delle fette di avocado fresco e a dei peperoni grigliati.

Insalata con tofu grigliato

Il tofu è delizioso anche grigliato: basta oliare leggermente una padella antiaderente o una griglia e cuocere a fiamma alta delle fette di tofu cosparse delle nostre spezie preferite. Questo andrà poi in una ciotola insieme a dell’insalatina, a degli edamame, pomodorini, porro, uova sode e avocado (o con gli ingredienti che più amiamo, in base alla stagionalità), da condire poi con salsa di soia (o, in alternativa, con il classico olio, sale e pepe).

Zuppa di miso

La classica zuppa di miso, rivisitata e semplificata, è perfetta nei mesi primaverili, quando il caldo non ha ancora invaso le nostre giornate. Facciamo scaldare dell’acqua e quando bolle aggiungiamo due cucchiaini di miso e qualche rondella di cipollotto, lasciando insaporire qualche minuto. Prima di servire, aggiungiamo del tofu a cubetti e gustiamo calda in piccole ciotole.

Crema spalmabile di tofu e olive

Questa crema è davvero una delizia e io la preparo davvero molto spesso, perché diventa sia un accompagnamento su dei crostini, sia un pinzimonio alternativo, sia un condimento per i panini del pranzo. La ricetta è qui.

Ramen rivisitato

Con il brodo di miso di cui parlavamo sopra possiamo preparare anche un veloce piatto di ramen: basta aggiungere dei noodles cotti, un uovo sodo, qualche cubetto di tofu e dell’erba cipollina tagliata fine, mangiando tutto ben caldo con un cucchiaio e delle bacchette.

La carbonara vegana

In questa ricetta troverete come preparare una deliziosa carbonara utilizzando al posto delle classiche uova il tofu! Non l’avete ancora provata? Beh, fatelo presto!

Tofu strapazzato

Ricetta semplicissima i cui ingredienti sono dei cubetti di tofu e delle spezie, oltre ad un po’ d’olio d’oliva. Scaldiamo in padella antiaderente tre cucchiaini di olio di oliva, quindi aggiungiamo il tofu a cubetti e mescoliamolo con un cucchiaio di legno, sfaldandolo bene. Aggiungiamo anche del curry e della curcuma (e se vogliamo un po’ di paprika), quindi continuiamo a mescolare sfaldando il tofu. Cuociamo per 5-10 minuti e serviamo quando ben dorato.

Tofu alla menta all’indiana

Infine, una ricetta super, dal risultato visivamente bellissimo e pazzesca a livello di gusto: gli ingredienti sono tofu, menta, youry, cumino, pepe e coriandolo, e la ricetta la trovate qui.

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Le sette regole di Giovanni Bollea per educare i bambini

Giovedì, 11 Aprile 2019 14:09

Giovanni Bollea è stato il padre della moderna neuropsichiatria infantile. Dagli anni Cinquanta fino alla sua morte nel 2011, il professore ha rivoluzionato questo campo, introducendo per primo attività come la psicanalisi e la psicoterapia di gruppo anche per l’infanzia. Fu lui il fondatore dell’Istituto di Neuropsichiatria Infantile di Roma ed è tra i più rinomati professori a livello internazionale.

Per cominciare a conoscere la sua opera, vi consigliamo i bestseller editi da Feltrinelli “Le madri non sbagliano mai” e “Genitori grandi maestri di felicità”.


 

Ma nel frattempo, ecco per voi le sette regole di Giovanni Bollea per educare tutti i bambini!

Le sette regole di Giovanni Bollea per educare i bambini: dal padre della moderna neuropsichiatria infantile, ecco le regole per crescere i nostri figli

1. Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.

2. Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.

3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.

4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.

5. Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.

6. Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.

7.  Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.

Cosa impariamo da Giovanni Bollea? Che non serve riempire di beni materiali i nostri bambini, che la qualità del tempo passato insieme è la cosa più importante, che dobbiamo essere genitori coinvolti ed entusiasti, che i giochi semplici sono i giochi migliori, che la crescita passa anche dalle responsabilità in casa, che la cultura va insegnata e trasmessa, che le mamme possono essere lavoratrici senza sensi di colpa, ma con un aiuto in più, che lo sport è un grande educatore.

Tutte cose magari scontate, semplici, ma importantissime, che è bene non dimenticare. E a volte avere un reminder fa molto bene!

 

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