Anna Paghera, essenze naturali estasianti
Mercoledì, 27 Settembre 2017 09:28Anna Pagheraè di sangue verde. Non blu, verde. Perché da generazioni la sua famiglia si occupa di giardini ed architetture paesaggistiche, e perché ha fatto sua questa innata abilità. Si occupa di realizzare giardini, di composizioni floreali e di allestimenti. Ma, soprattutto, ha fatto della ricerca olfattiva il suo tratto distintivo.
“Mio padre, il mio primo maestro, mi ha insegnato che se assaggi una pianta, il suo sapore ti apparterrà per sempre”: le sue parole racchiudono tutta la sua filosofia, che si traduce nella realizzazione di fragranze d’ambiente ispirate ai profumi inebrianti dei giardini, dei fiori e delle piante, in maniera autentica e genuina.
Anna Paghera, essenze naturali estasianti: le linee Elisir e Pozioni dell’Anima, per arricchire la casa di profumi naturali e atmosfere boschive
Anna Paghera, come accennato, nasce come arredatrice di giardini di design, ma è anche arredatrice di interni. Queste due sue passioni è riuscita a metterle in relazione profonda grazie all’altra sua attività, la creazione di fragranze ambientali ispirate al verde che respira ogni giorno.
La sua idea, alla base di tutto, è quella di ricreare a livello olfattivo un giardino in casa, con profumi presi direttamente dal verde che la circonda, dai fiori, dai muschi, dalle piante, dalle loro essenze e dalle loro resine. Diffondendo i suoi aromi, quindi, possiamo godere davvero e fino in fondo della bellezza profumata della natura, lasciandoci avvolgere dalle sensazioni verdi che spesso in casa mancano.
La linea Elisir racchiude una serie di fragranze di ispirazione medievale: Anna Paghera ha racchiuso negli Elisir della Salute (che purifica gli ambienti poco arieggiati), Felix (dedicato alla felicità, con note di bosco e muschio), Successus (pensato per le stanze di lavoro, con toni del cuoio e dei legni pregiati), Gaudium (l’elisir della gioia, dal profumo orientale), Quid in (del fascino, perfetto per gli ambienti di relax e lettura) e Amuletum (che, di buon auspicio, rende euforici e arditi), i profumi tradizionalmente legati all’equilibrio tra la salute mentale e quella del corpo. In maniera terapeutica, questi profumi avvolgono l’ambiente e il corpo, e sono considerati veri e propri elisir di lunga vita.
Li possiamo trovare sia nella versione profumatore d’ambiente spray sia in quella come olio essenziale, da diffondere attraverso i classici diffusori oppure attraverso quelli pensati appositamente da Anna Paghera, ad ultrasuoni. Il diffusore, che possiamo trovare anche nel suo shop online, è davvero innovativo, poiché è pensato per diffondere micro-goccioline di dimensione di 4/6 micron, la grandezza ideale per diffonderle nella maniera più ampia possibile nell’ambiente.
Altra linea è Pozioni dell’anima, ispirata direttamente dalle antiche botteghe degli speziali che mescolando aromi e oli creavano le loro ricette di profumi in grado di migliorare l’umore e curare mente e corpo. Grazie alle composizioni studiate in maniera minuziosa, la linea Pozioni dell’Anima riesce ad essere un vero toccasana olfattivo che donando sensazioni positive riesce a rendere più leggero lo stress quotidiano.
Di nuovo in spray ambientali o in oli essenziali da diffondere in casa, le Pozioni dell’Anima sono svariate: troviamo il Rosso di Cipro, seducente e avvolgente con note di sandalo e papavero; il Blu d’Arabia, per rimettere in equilibrio testa e cuore grazie alle note di Ylang Ylang; l’Arancio di Tangeri, agrumato e speziato che allevia gli affanni quotidiani; l’Azzurro d’Ibla, siciliano, per rigenerare e sollevare dalla tristezza; il Giallo di Tebe, ambrato, che risveglia spirito e immaginazione; il Turchese di Nila, con una libbra di conchiglie, per defaticare menti troppo oberate di lavoro; il Bianco di Ninive, per camminare su un tappeto di petali di fiori di Tiaré; e infine il Verde di Kent, con i profumi unici dell’erba appena tagliata che ci riconnettono con il piacere delle cose semplici.
Dal packaging elegante ed estremamente sofisticato, le essenze di Anna Paghera si possono comprare online; ma le troviamo anche in negozi di fragranze selezionati, nelle spa di lusso e nei concept store più innovativi.
Giulia Mandrino
Il grounding, essere radicati per vivere felici
Martedì, 26 Settembre 2017 14:51Grounding letteralmente significa “stare al suolo”, “atterrare”. In psicologia, quella del grounding è una tecnica delicata ma efficace che permette di agire consapevolmente su postura e respirazione per riprendere in mano le proprie sensazioni e la propria vita.
Lo scopo? L’armonia, che quando non è presente ci spinge a stare in piedi in maniera poco radicata. Ed essere sradicati significa proprio non avere il contatto con il proprio corpo e con le sue radici, in un circolo vizioso da spezzare grazie a degli esercizi di autoconsapevolezza.
Il grounding, essere radicati per vivere felici: come ritrovare l’armonia mentale e fisica attraverso esercizi di postura e respirazione delicati ed efficaci
Ad inventare il grounding fu Alexander Lowen, psicologo e psicoterapeuta che ideò l’approccio psicocorporeo e la biogenetica, una terapia che associa il lavoro sul corpo con quello con la mente per aiutare le persone a superare blocchi emotivi, con l’obiettivo di vivere appieno e in armonia la propria vita.
Tra gli esercizi base della biogenetica ecco quindi il grounding, l’approccio al quale il dottor Lowen giunse dopo aver osservato vari pazienti e la loro postura: analizzando come questi stavano eretti e quali sensazioni provavano nella zona dei piedi, Lowel vide che pochi erano saldamente appoggiati ai piedi sul terreno, con consapevolezza e non con meccanicità.
Giunse quindi alla conclusione che le difficoltà di appoggiarsi con sicurezza al terreno sono strettamente legate alle difficoltà della vita, alle insicurezze e alla sfiducia provata dai pazienti. In altre parole, problemi derivanti dalla mancanza di un vero appoggio nella vita si traducono nella mancanza di un appoggio sicuro al terreno.
L’energia del corpo, in situazioni di disagio, passa dalla parte bassa a quella alta del corpo, e questo provoca il distaccamento. Questo distaccamento è dovuto alle nostre paure (stiamo sempre all’erta, eretti in maniera rigida, rivolti verso l’alto per non “cadere”, con una sensazione di controllo e di sicurezza che in realtà di distacca dal terreno), al fatto di essere appesi, bloccati e fissati a situazioni scomode; non sentiamo di avere un vero appoggio, e quindi ci concentriamo più sui valori esterni che su quelli interni più importanti, come l’autoconsapevolezza, l’accettazione di sé, la connessione con gli altri o il piacere personale).
Quando siamo in armonia con noi stessi e quando non ci facciamo influenzare negativamente dai problemi e dalle situazioni che ci sono capitate nella vita, questo appoggio riesce invece finalmente ad essere saldo e ad essere soprattutto consapevole e costruttivo: riusciamo quindi ad entrare in relazione con la terra, con la sua energia, e ad abbracciare tutte le sensazioni corporee offerte da questa postura.
Il dottor Lowel pensò quindi di mettere in relazione le due cose anche in senso terapeutico, e cioè cercando di risolvere i problemi della mente attraverso la postura, in uno scambio armonioso e ricco. Attraverso alcuni esercizi possiamo quindi ritrovare le nostre radici, entrare in contatto con il suolo, rilassarci, entrare in sintonia con il nostro terreno e sentirci finalmente ancorati saldamente alla terra, una sensazione che ha effetti super positivi sulla mente. Sono esercizi utili a tutti, ma soprattutto a chi sta vivendo momenti di difficoltà e a chi si trova in momenti nei quali sente di non potercela fare, sente di non avere il controllo di sé e delle situazioni esterne e fa fatica a lasciarsi andare.
Le tre posizioni che possiamo provare sono:
La posizione base che prevede la flessione leggera delle ginocchia in posizione eretta: sistemiamoci in posizione e respiriamo con naturalezza, ascoltando le sensazioni e le vibrazioni, i cambiamenti che vengono provocati nel nostro corpo e la sensazione dei piedi sul terreno, che pian piano si avvicinano sempre più ad esso.
La posizione del bend-over: ricorda un po’ la posizione yoga del cane, ma in realtà è un po’ diversa. Dobbiamo piegarci in avanti, appoggiandoci con le mani a terra, tenendo le ginocchia flesse (ma non appoggiate al terreno). I piedi devono invece essere ben saldi per terra. È una posizione che rilassa moltissimo le tensioni accumulate, soprattutto nella schiena, per il fatto che tendiamo sempre a tenere le ginocchia chiuse. Le nostre ginocchia sono importantissime, perché sono un po’ gli ammortizzatori del nostro organismo, e quando troppo rigide non fanno fluire lo stress e la tensione a terra, riportando l’energia verso la schiena. Ecco perché molti soffrono di dolori nella zona lombare e sacrale.
La posizione dell’arco: con i piedi a terra, in posizione eretta, e con le ginocchia leggermente flesse flettiamo la schiena all’indietro, tenendo le mani sulla zona lombo-sacrale. È una posizione, questa, che aiuta a sentire e ascoltare meglio le tensioni accumulate nella parte inferiore del corpo e nel ventre. Ascoltiamole, facciamole nostre, e attraverso una respirazione regolare cerchiamo di allentarle ed eliminarle.
Durante questi esercizi, ricordiamoci sempre di ascoltare le gambe e i piedi e il modo in cui la pianta aderisce al terreno. Utile è anche immaginare delle radici che partano dalla pianta dei nostri piedi e che scendano in profondità nella terra. Queste radici ci rendono più forti perché più saldi, e associando a questa sensazione l’attenzione alla respirazione riusciremo a ritrovare un po’ dell’armonia perduta e un po’ della solidità che ci manca.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
7 torte di verdura
Lunedì, 25 Settembre 2017 14:11Non stiamo parlando di torte salate, ma di vere e proprie torte dolci preparate a partire dalle verdure, ingredienti che solitamente non penseremmo possano rivelarsi base perfetta per preparazioni dolci. Ma pensiamoci un attimo: le tortine di carota non sono buonissime? E certe verdure, come le zucche o le patate, non sono dolci al punto giusto?
Ecco quindi le nostre 7 idee per proporre la verdura anche al momento del dessert.
7 torte di verdura: le ricette per torte dolci di zucchine, patate, carote e verdure salate da proporre a colazione, merenda o dessert
La torta di carote e mandorle
Questa torta ricorda molto le famose camille, perché è a base di carote e frutta secca. Noi utilizziamo le mandorle, ma si possono utilizzare anche noci, nocciole e tutta la frutta secca che vogliamo!
A questo link ecco la nostra ricetta.
Torta di zucchine
Deliziosa tanto quando quanto la torta di carote, quella alle zucchine è bellissima e golosa perché noi aggiungiamo anche il cacao, che piace a tutta la famiglia. Le zucchine, con la loro consistenza e il contenuto di acqua, rendono il dolce super morbido.
Qui trovate la nostra ricetta.
Torta di zucchine e carote
Una combinazione delle prime due torte: per realizzarla, riscaldiamo 150 grammi di latte di mandorla e una volta caldo (ma non bollente) sciogliamo dentro 50 grammi di cacao amaro. Frulliamo quindi in un mixer 2 zucchine e 1 carota, apriamo il boccale e aggiungiamo il latte scaldato. In una ciotola versiamo 150 grammi di farina integrale, due cucchiaini di amido di mais, 50 grammi di zucchero di canna integrale e 6 grammi di lievito per dolci. Aggiungiamo il latte con le verdure e mescoliamo bene, quindi versiamo il composto in una tortiera con della carta forno e inforniamo a 180 gradi per 40 minuti circa. Possiamo poi farcirla con della panna montata vegetale preparata con poco zucchero di canna integrale.
Torta di patate
Lessiamo 400 grammi di patate, sbucciamole e tagliamole a tocchetti, lasciandole raffreddare un po’. In una ciotola, incorporiamo quindi alle patate 150 grammi di margarina tagliata a pezzetti, 150 grammi di zucchero di canna integrale e 5 tuorli. Mescoliamo bene, quindi in un’altra ciotola montiamo gli albumi e aggiungiamoli al composto. Imburriamo una tortiera, spolveriamola con del pan grattato e versiamo l’impasto. Cuociamola quindi per 45 minuti a 160 gradi.
Torta di patate dolci
Dopo aver preparato della pasta frolla natural (http://www.mammapretaporter.it/food/dolci-co-fo/pasta-frolla-natural), stendiamola in una tortiera coperta da carta forno infarinata (oppure imburriamo e infariniamo direttamente la teglia). Prepariamo quindi il ripieno: peliamo e tagliamo a tocchetti due patate americane e cuociamole in acqua calda per 15-20 minuti. Schiacciamole quindi con una forchetta in una ciotola. Aggiungiamo 10 grammi di cacao amaro, 50 grammi di zucchero di canna integrale e due uova, mescolando bene. Aggiungiamo anche il succo di un’arancia e 200 grammi di panna fresca liquida vegetale (come quella di avena). Versiamo il composto sulla pasta frolla e inforniamo a 150 gradi per circa 50 minuti.
Torta di zucca
Prepariamo 350 grammi di purea di zucca, quindi in un mixer frulliamo 150 grammi di mandorle pelate con un cucchiaio di zucchero di canna integrale. Montiamo poi 6 tuorli con 160 grammi di zucchero integrale di canna e aggiungiamo la polvere di mandorle, 2 amaretti sbriciolati, 60 grammi di olio di semi di arachide, 80 grammi di farina, 40 grammi di fecola, la purea di zucca e una bustina di lievito per dolci. Montiamo poi a neve 2 tuorli e uniamo anch’essi al composto. Imburriamo una tortiera, versiamo il composto e cuociamo a 190 gradi per 50 minuti.
Torta di spinaci
Utilizzando di nuovo la pasta frolla natural, procediamo ora con la torta di spinaci. Ne serve circa 1 chilo. Facciamoli bollire in acqua per circa 6/7 minuti, quindi scoliamoli e strizziamoli bene. Tagliamoli poi fini fini. In una terrina, versiamo 200 ml di latte di soia e uniamo 100 grammi di mollica rafferma a pezzi. Lasciamolo ammollare per un quarto d’ora, quindi strizziamolo e aggiungiamolo agli spinaci, insieme anche a 50 grammi di pinoli, 100 grammi di zucchero di canna integrale, 1 uovo e due tuorli. Se vogliamo, possiamo insaporire con la buccia grattugiata di un arancio. Versiamo il composto ben amalgamato nella tortiera con la pasta frolla e cuociamo in forno a 180 gradi per 40 minuti.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il gioco dell’empatia
Lunedì, 25 Settembre 2017 09:12(Photo credit: Mockeri)
Quando parliamo di intelligenza emotiva, sappiamo che l’empatia vi ha un forte ruolo. L’empatia è la capacità di riconoscere lo stato mentale ed emotivo di chi ci sta di fronte, mettendosi nei suoi panni e agendo di conseguenza, con meno egoismo e con più voglia di trovare un punto in comune.
Anche se l’empatia è una capacità spesso innata, ciò non significa che non possiamo stimolarla. Attraverso il dialogo prima di tutto, e poi attraverso esercizi (anche divertenti) che rendono più comprensibile il concetto e che, soprattutto, diventano pretesti per provare a mettersi nei panni degli altri e per provare a capire le emozioni.
Il gioco dell’empatia: un semplice esercizio per stimolare l’empatia e raggiungere meglio l’intelligenza emotiva
Il gioco è molto semplice, e per iniziare abbiamo bisogno di qualche card rappresentante visi diversi e altre card che riportano le scritte “emotive”, ovvero gli stati d’animo o le situazioni. Ma vediamo meglio, in concreto.
Iniziamo ritagliando da giornali e riviste i visi che ci sembrano più espressivi. Dopo averli ritagliati, incolliamoli su cartoncini rigidi e colorati, in modo che sembrino esattamente delle carte.
Dopodiché stampiamo o scriviamo su altrettanti cartoncini altrettante frasi. Queste frasi dovranno essere relative alle emozioni, e quindi possiamo scrivere:
- Ha mal di testa
- È arrabbiato/a
- È felice
- È malinconico/a
- Sta giocando e quindi è un ottimo momento
- È preoccupato/a per i compiti o per il lavoro
- Vuole un nuovo giocattolo
- È eccitato/a perché domani è festa
- Gli/le manca la sua nonna
- È impegnato/a in un compito difficile
- I suoi amici gli/le hanno portato un regalo
- Sta imparando a scrivere
- Vuole cucinare una torta
- Ha fame e pretende la cena
E così via di seguito. Possiamo inventare qualunque situazione, anche specifica. In questo modo oltre a collegare le emozioni (e ricordiamoci che non ce ne sono giuste o sbagliate: i bambini leggono alla loro maniera; impareranno col tempo a riconoscerle in maniera corretta) i bimbi provano con la loro fantasia a inventare storie, stimolando la creatività oltre che l’empatia.
Possiamo procedere al gioco come vogliamo: pescando le facce da un sacchetto, oppure sistemandole tutte sul tavolo, o spargendole per casa come una caccia al tesoro (leggendo le emozioni e cercando il viso che si avvicina di più).
Per variare, possiamo anche stampare dei disegni più divertenti e strani (soprattutto all’inizio: i volti sono semplificati e stilizzati e spesso i bambini faticano meno nel riconoscimento).
Oppure proviamo con le emoticons, che ora conoscono tutti e che si rivelano un ottimo strumento per insegnare emozioni, sentimenti e riconoscimento delle situazioni!
(Mockeri)
Giulia Mandrino
ActionAid fa luce sull’analfabetismo mondiale
Venerdì, 22 Settembre 2017 08:30In un mondo come il nostro, come quello in cui viviamo, ci risulta difficile pensare all’analfabetismo. Eppure è un problema reale, presente, e non possiamo chiudere gli occhi.
ActionAid, da sempre in prima linea nella difesa dei bambini e nell’aiuto concreto alle popolazioni meno fortunate di noi, ha deciso, l’8 settembre (Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione, a ridosso dell’apertura delle scuole - un diritto che purtroppo a molti bambini è ancora tristemente negato), di pubblicare un’infografica davvero utile che ci mette di fronte alla reale situazione nel mondo.
ActionAid fa luce sull’analfabetismo mondiale: come un’infografica può aiutarci ad aprire gli occhi sulla situazione dell’alfabetizzazione nel mondo
Siamo nel 2017, eppure nel mondo ci sono ancora 758 milioni di persone (e più della metà sono donne) che non sanno leggere o scrivere. Questo dato riguarda soprattutto l’Asia meridionale e l’Africa Subsahariana, ma naturalmente tutto il mondo ne è colpito. 114 milioni di questi analfabeti sono giovani tra i 15 e i 25 anni.
L’analfabetismo è davvero pericoloso: non permette alle persone di trovare un lavoro dignitoso, e di conseguenza sostenere economicamente la propria famiglia diventa impossibile; aumenta il pericolo di diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, non avendo la possibilità di informarsi e, di conseguenza, cercare di prevenire i problemi; i bambini, non essendo a scuola, vengono sfruttati nel lavoro minorile; il sessismo e la discriminazione di genere dilagano, essendoci disinformazione; il futuro non può essere quindi assicurato, poiché le singole persone, e di conseguenza intere comunità, non accedendo all’istruzione non hanno la possibilità di crescere, informarsi e costruire la propria vita in maniera dignitosa.
Il diritto all’istruzione dovrebbe quindi essere un diritto imprescindibile per ogni bambino; una regola, un obbligo, un dovere nei confronti del mondo. Lo è già, in realtà: lo dice proprio la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (“il diritto del fanciullo all’educazione”). Eppure c’è ancora moltissimo da fare, perché questo diritto non è scontato in troppi paesi. Nel nostro piccolo, grazie ad ActionAid, possiamo quindi iniziare a fare la differenza, considerandoci sì una goccia in un mare, ma pensando anche che senza le gocce il mare non esisterebbe.
L’adozione a distanza diventa così il primo passo verso l’alfabetizzazione mondiale: con il nostro piccolo contributo possiamo dare una vita diversa ad un bambino. Una nostra moneta per lui è un tesoro, poiché gli permette finalmente di accedere all’istruzione.
Non solo: ActionAid si impegna da sempre, con i nostri contributi, a costruire scuole, a supportare le organizzazioni territoriali, a formare gli insegnanti e a fornire il materiale necessario per far sì che ogni comunità abbia la possibilità di istruire i propri bambini.
Quando portiamo i nostri bambini a scuola, ogni mattina, fermiamoci un attimo a riflettere: stiamo assicurandogli un futuro garantendo loro il rispetto di un diritto. Un diritto che dovrebbero avere i bambini in tutto il mondo, ma che purtroppo non hanno. Facciamo un piccolo gesto e permettiamo ad un altro bimbo di alzarsi la mattina e di prendere in mano i libri, di recarsi a scuola e di imparare tutto ciò che gli servirà per la sua vita!
Giulia Mandrino
Little Pier, il concerto per bambini a Roma il 24 settembre
Giovedì, 21 Settembre 2017 12:20Pier Cortese è un cantautore italiano. Quattro anni fa uscì il suo primo album dedicato ai più piccoli, “Little Pier e le storie ritrovate”: un’operazione innovativa, attraverso la quale Pier decise di parlare ai bambini dei temi più importanti della vita attraverso la musica. “L'ospedale dei pesci”, “Il coccodrillo”, “Il gattino freak”, “Il pesce spada e il pesce martello”, “Pitagora” e “La mamma”: i titoli delle tracce fanno già intuire la genialità della sua musica.
Quest’anno è uscito “Lasciateci la fantasia” (stavolta i titoli sono: “La natura ride”, “Lasciateci la fantasia”, “Qui non ci piace”, “Dov’è Totò”, “La Nina, la Pinta e la Santa Maria”, “Non mangio più”, “Calamity Jane”, “Tutti dentro un ritornello” e “Il lupo non esiste”), un disco bellissimo a cui hanno collaborato, tra gli altri, Niccolò Fabi, Simone Cristicchi e Gnut e Bianco.
Il 24 settembre sarà a Roma: quale occasione migliore per portare i bambini ad un vero concerto, dedicato interamente a loro, divertente, appassionante e coinvolgente?
Little Pier, il concerto per bambini a Roma il 24 settembre: Pier Cortese porterà il suo concerto illustrato “Lasciateci la fantasia” nella capitale e tutti i bambini sono invitati!
Domenica 24 settembre ecco quindi, alle ore 17:00 al Teatro Biblioteca Quarticciolo (Via Ostuni, 8 Roma), il concerto dedicato ai bambini dai 3 ai 99 anni (con biglietto a 6 euro per i bambini e 9 per gli adulti - info e prenotazioni a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure 0698951725). La particolarità? Non solo il fatto che le canzoni siano dedicate proprio ai bambini e ai ragazzi e l’essere pensate con un linguaggio che parli direttamente a loro; no, questo concerto, che fa parte di un tour nelle scuole, nelle piazze e nei teatri e che aprirà la stagione del Teatro Ragazzi del Quarticciolo, sarà ancora più emozionante grazie alle illustrazioni live di Tonia Nappo.
Un “concerto illustrato”: questo sarà “Lasciateci la fantasia”. Al centro di tutto Little Pier, il personaggio inventato da Pier Cortese che coniuga il cantautorato di qualità con dei testi poetici e semplici che parlano ai bambini portando alla loro attenzione, in una maniera finalmente leggera e fatta apposta per loro, l’importanza di temi quali gli animali, la natura, l’avventura e l’ambiente, ma anche le relazioni umane, il rispetto dell’altro, l’empatia e le riflessioni più etiche.
Pier Cortese ha prodotto e arrangiato questo suo secondo album insieme al musicista e violinista Andrea di Cesare. Il disco è ricco ed emozionante e le storie, che prenderanno vita proprio grazie alle illustrazioni di Tonia Nappo, saranno in questa occasione accompagnate dal coro dei bambini dell’Accademia Carillon di Salerno, oltre che dal violino di Di Cesare e dalla fisarmonica di Michele Ranieri.
Grazie a questo concerto i bambini potranno finalmente assistere ad un evento musicale sì dedicato a loro, ma prodotto in maniera seria e alta, portando alle loro orecchie non le solite filastrocche ma canzoni d’autore di altissimo valore. Perché la consapevolezza, l’informazione e la conoscenza dell’altro e della vita passando anche attraverso l’arte, e la musica, su tutte, ha un potere poetico e riflessivo davvero profondo. Parlare con la musica ai bambini significa parlare agli adulti di domani. E Pier Cortese lo fa davvero bene.
Giulia Mandrino
8 ricette con la purea di zucca
Mercoledì, 20 Settembre 2017 14:29La purea di zucca è una ricetta semplicissima che si rivela una base perfetta per mille altre preparazioni. In inverno è sempre bello avere in casa le zucche, arancioni, dolci e buonissime, per preparare piatti caldi, freddi, salati e dolci che riempiono pancia e cuore.
8 ricette con la purea di zucca: come utilizzare la purea di zucca nelle nostre preparazioni quotidiane e per dare un tocco arancione in più a vecchi piatti
Yogurt bowl alla zucca e zenzero: per una colazione sana ed energica, abbiniamo il sapore acido dello yogurt alla dolcezza della zucca, completando con cereali soffiati e frutta fresca!
Smoothie bowl con zucca e datteri: sempre in tema di bevande, questo smoothie (un frullato cremosissimo) è delizioso a colazione ma anche per uno spuntino durante la giornata oppure davanti alla tivù la sera! Speziato e dolce, abbina perfettamente i sapori, mischiandoli nella cremosità del frullato.
Spaghetti alla zucca cremosa, miso e noci: con la purea di zucca a portata di mano è semplice condire la pasta, che diventa così buonissima. Possiamo poi sbizzarrirci con gli ingredienti collaterali; qui abbiamo usato miso e noci, ma sta benissimo anche con zenzero e mandorle.
Zuppa alla zucca e arachidi: questa zuppa autunnale scalda il cuore, sia alla vista che al gusto. Abbinando la zucca alle arachidi otteniamo un sapore delicato ma inusuale che stuzzica il palato. E poi otteniamo i benefici della frutta secca!
Vellutata arancione allo zenzero: questa vellutata prevedeva l’utilizzo della zucca a tocchetti. In realtà possiamo benissimo utilizzare la purea di zucca, per fare ancora prima! Veloce, sana, delicata e gustosa, una vellutata davvero perfetta per le sere autunnali che iniziano a scurire.
Tortillas alla zucca e pollo senza formaggio: per una serata un po’ etnica noi puntiamo spesso sul messicano (mitigandolo, però: basta evitare peperoni e peperoncini per rendere i piatti più digeribili e gradevoli anche al palato dei bambini, se non sono abituati al piccante). In questo caso abbiamo aggiunto alle classiche tortillas un po’ della nostra purea di zucca, abbinandola alla carne bianca e alle verdure preferite!
Il pumpkin spice latte: una ricetta sana, che non utilizza derivati del latte vaccino ma latti vegetali. Alla zucca abbiniamo le spezie che più ci piacciono: otterremo una bevanda super cremosa e amata da tutta la famiglia, bambini compresi.
Hummus di zucca: solitamente lo si prepara con i ceci, ma in questo caso la zucca diventa perfetta per prepararlo, perché basta aggiungere la salsa tahina a base di semi di sesamo per ottenere la cremina orientale che accompagna benissimo crostini, bruschette e verdure crude e croccanti.
Giulia Mandrino
Con la nostra purea di zucca possiamo inventare moltissime ricette, variando quelle che siamo solite cucinare. Per esempio, abbiamo provato a metterla nelle tortillas messicane, abbinandola a pollo e verdure, e il risultato è stato fenomenale.
Tortillas zucca e pollo senza formaggio: la ricetta delle tortillas messicane con aggiunta di zucca
Le vene varicose durante la gravidanza
Martedì, 19 Settembre 2017 13:37Tra i problemi che possono insorgere durante la gravidanza, eccone uno che spesso associamo a dei semplici inestetismi, ma che in realtà è da considerare come una vera e propria patologia, e non è dunque da sottovalutare.
Parliamo delle vene varicose, ossia vene che per qualche problema si ingrossano più del dovuto.
Le vene varicose durante la gravidanza: quello che dobbiamo sapere su questo problema inestetico ma soprattutto patologico di cui soffrono molte donne durante la gestazione
Le vene varicose, che si ingrossano sporgendo dalla cute, colpiscono soprattutto le gambe (ma non è escluso che possano comparire in altre zone del corpo), e prendono una forma tortuosa. Tra gli altri sintomi abbiamo però anche il gonfiore delle caviglie, i crampi muscolari, le gambe gonfie, la percezione di freddo e i formicolii agli arti inferiori. Le cause sono svariate, dai trombi fino alla sedentarietà, dall’obesità fino all’insufficienza venosa. La gravidanza, tuttavia, è un periodo particolare, e il rischio aumenta.
Questo perché, soprattutto intorno al quinto mese, il bambino comprime le strutture venose del bacino, in particolare dal lato sinistro del corpo, e venendo compressa anche la vena iliaca questa pressione provoca un ritardato ritorno venoso, causa della dilatazione.
Al momento della comparsa delle vene varicose, è sempre meglio rivolgersi ad un flebologo, che saprà consigliare il meglio per ovviare al problema risolvendo la patologia. Solitamente, è possibile ricorrere a creme apposite (anche se in gravidanza è sempre meglio non utilizzare pomate flebotoniche, anche se naturali), ma soprattutto si può utilizzare un tutore elastico per mitigare la situazione.
Come consiglia il dottor Gianluigi Rosi, l’uso assoluto di un tutore elastico autoreggente per la coscia o quello di collant “maman” con compressione da 18 a 21 mmHg è l’unica maniera per tenere a bada e risolvere il problema.
Detto questo, essendo una patologia che colpisce il sistema cardiocircolatorio, è bene dire che il movimento è sempre una buona idea, anche in gravidanza: fare moto (soprattutto camminare e nuotare, attività che non richiedono sforzi eccessivi che potrebbero creare problemi di annidamento del feto) è indispensabile, poiché aiuta la circolazione sanguigna.
Anche con l’alimentazione possiamo tuttavia prevenire o arginare il problema delle vene varicose. La cosa più importante, in questo caso, è seguire molto bene le direttive del ginecologo riguardo alla dieta in gravidanza: essendo le vene varicose dovute anche al peso, l’ideale è non prendere più di un chilogrammo ogni mese, tenendoci sempre sotto controllo per non superare il limite, rischiando di aggiungere il problema delle vene dilatate a tutti gli altri dovuti all’eccessivo aumento di peso in gravidanza.
In ogni caso, è bene sapere che dopo il parto (se il problema è sorto durante la gravidanza) queste vene varicose con le loro dilatazioni e tumefazioni tendono a sparire. Consultate quindi un flebologo, che saprà capire di cosa ci sia bisogno caso per caso, risolvendo o mitigando questo inestetico, fastidioso e importante problema.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
La sera comincia a calare più in fretta, il freddo si intrufola nelle nostre case. Che c'è di meglio di una zuppa per cena? Soprattutto: che c'è di meglio di una zuppa di zucca? Questa ricetta parla di colori caldi, sapori avvolgenti e cremosità, e a noi piace da matti.
Zuppa alla zucca e arachidi: la ricetta della nostra zuppa di zucca e frutta secca per le sere d'autunno