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Igiene intima della donna, 4 errori da non fare

Mercoledì, 09 Gennaio 2019 10:26

Siamo adulte e di conseguenza la nostra routine di igiene intima è probabilmente ormai consolidata. Tuttavia ci sono degli errori abbastanza comuni che molte di noi ancora fanno e che purtroppo portano con sé spiacevoli conseguenze.

Non disperate: non è mai troppo tardi per cambiare e per cominciare a occuparci delle nostre zone intime come si deve, con tanta cura e con le giuste attenzioni.

Igiene intima della donna, 4 errori da non fare: quali sono le pratiche più comuni che compromettono la nostra igiene intima femminile

Lavarsi troppo

Lavarsi spesso non significa necessariamente essere più puliti, e soprattutto non significa essere più igienici. Soprattutto quando parliamo delle nostre zone intime: lavarsi troppo è controproducente poiché lavandoci troppo spesso alteriamo il pH della nostra vagina e soprattutto compromettiamo il suo ecosistema naturale. Questo accade soprattutto perché utilizziamo detergenti troppo aggressivi e non naturali. Meglio sempre scegliere qualcosa che rispetti il pH specifico della donna (e per le nostre bambine, invece, qualcosa di specifico per loro). Lavandoci troppo frequentemente e troppo aggressivamente, quindi, i rischi sono alti: dalla candidosi alla secchezza vaginale, fino alle infezioni croniche. E lo stesso vale per le lavande vaginali.

Detergersi e pulirsi nel verso sbagliato

Lo sappiamo, sembrerebbe più semplice e ergonomico, ma la cattiva notizia è che è assolutamente scorretto lavarsi e pulirsi dal basso verso l’alto. Dobbiamo sempre procedere dall’alto verso il basso, sia con la carta igienica che sul bidet, per evitare che i batteri e i germi della zona anale contaminino la vagina.

Non fare pipì dopo un rapporto

Fare pipì dopo un rapporto sessuale è assolutamente consigliato. Questo perché grazie all’urina riusciamo ad eliminare anche molti dei batteri che potrebbero essersi annidati nell’uretra, quelli che spesso causano le cistiti. Bene anche lavarsi, ma semplicemente con acqua calda (per evitare, appunto, di essere troppo aggressive ripetendo il lavaggio per più di una volta al giorno) e di nuovo dall’alto verso dietro.

Utilizzare intimo colorato e sintetico e non cambiare l’assorbente

Sembra scontato, ma l’intimo migliore che possiamo scegliere è quello in cotone organico, senza fronzoli o pizzi. Questo perché la maggior parte delle mutandine un po’ più frivole sono prodotte con filati sintetici che non lasciano traspirare le nostre zone intime e favorendo così la creazione di un ambiente batterico e micotico pericoloso, causa di infezioni e fastidi. E ricordiamoci di lavare sempre il nostro intimo ad alte temperature, in modo da disinfettare a fondo ed eliminare la maggior parte dei batteri.

Per lo stesso motivo (la creazione di un ambiente malsano) dobbiamo ricordarci di cambiare spesso l’assorbente (che sia interno o esterno) o la coppetta mestruale.

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8 routine della buonanotte

Mercoledì, 09 Gennaio 2019 09:37

La routine è fondamentale per i bambini. Le abitudini quotidiane li fanno sentire più sicuri, gli mostrano l’utilità delle regole e rendono tutto più tranquillo. Soprattutto, la routine della buonanotte è qualcosa su cui puntare, perché i bambini, più di noi, hanno bisogno di orari regolari e di un sonno abbastanza lungo, motivo per il quale l’avere delle sane abitudini prima di andare a letto rende tutto questo più semplice.

Ma com’è, una routine della buonanotte? Non c’è una regola univoca, come non esiste una famiglia uguale ad un’altra. In base agli orari dei genitori, alla natura dei bambini e ad altri fattori interni alla famiglia, questa cambia. Ma vediamo insieme quali sono le routine reali della buonanotte nelle quali i genitori si ritrovano di più!

8 routine della buonanotte: quali sono le reali abitudini delle famiglie per mettere a letto i bambini

Un po’ di momenti di famiglia prima di andare a letto

Sono molti i genitori e i bambini che amano passare un po’ di tempo insieme prima di andare a letto, soprattutto quando mamma e papà lavorano fuori e il tempo per stare insieme lo si trova solo alla sera. Coccole, bagnetto insieme, la lettura di un libro… Non importa quale sia l’azione intrapresa, basta stare insieme. E poi tutti a nanna.

Addormentarsi insieme

Ne abbiamo parlato poco fa in questo articolo: addormentare i bambini abbracciandoli non è un vizio, ma, soprattutto quando sono i bambini a chiederlo, una buona abitudine. E non significa per forza dormire insieme nel lettone, ma proprio addormentarsi facendo le coccole: sono molti i bambini che si sentono più al sicuro quando mamma o papà stanno con loro nel momento in cui chiudono gli occhi. E anche questa diventa un’abitudine della buonanotte.

Una canzoncina

La ninna nanna è un momento amatissimo dai bambini, che possono richiederla ogni sera trasformandola in una routine: le melodie li calmano, li rilassano, a volte li divertono anche, e il sonno diviene più confortevole.

Ripensare insieme alla giornata

Nel letto, molti bambini hanno voglia di chiacchierare. In questo caso, è bello parlare insieme della giornata trascorsa o di quella che arriverà!


Routine? Quale routine?

Eh già, c’è anche chi ad avere una routine proprio non ci riesce, un po’ per gli impegni, un po’ perché anche i bambini non sembrano fissare delle abitudini. Be’, come sempre diciamo che le routine sono benefiche, ma siamo anche esseri umani e la perfezione non esiste!

E con i bambini che non stanno fermi?

“Mamma, ho sete”. “Mamma, devo fare di nuovo la pipì!”. “Papà, devo cambiare libro”. Oh, là, ora siamo nel letto tranquilli. E invece no! “Mamma, papà, ho di nuovo sete!”. Eh già, ci sono bambini la cui routine è proprio questa! E a volte non possiamo farci proprio nulla…

Lavarsi i denti insieme

Anche se poi mamma e papà andranno a dormire più tardi, i bimbi amano le abitudini insieme, come lavarsi i denti con i genitori, una routine che in questo modo da “fatica” per un bambino diviene piacere. Si possono cantare canzoncine per calcolare la durata dello spazzolamento, fare i gargarismi ridendo… E poi tutti a letto!

“Ti do due minuti!”

Già, infine c’è chi molla la presa, perde le staffe e dà i due minuti di avviso: se entro quel lasso di tempo il bimbo non è a letto, guai! Sembra estremo, ma non è così, vero? E lo saprete benissimo, se siete passati per i terribili due anni di vostro figlio! È normale, passerà. E nel frattempo si troverà una routine nuova che rilassi e faccia sentire confortevoli tutti!

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L’educazione positiva per contrastare i comportamenti negativi

Martedì, 08 Gennaio 2019 09:10

Ci sono bambini che, indipendentemente dall’educazione che cerchiamo di impostare, fanno fatica a seguire le regole. Si sentono stretti, ci sfidano, spingono ogni confine al suo limite. È normale, soprattutto in certi periodi dell’infanzia durante i quali i bambini stanno crescendo e cercano di comprendere la loro indipendenza e il nostro potere.

Tuttavia a volte questi periodi non sembrano passare. Pare che l’atteggiamento di sfida rimanga e i genitori, per questo, fanno davvero molta fatica. Ci si sente stanchi, inutili, sbagliati (anche se di sbagliato non c’è nulla). E a volte si getta la spugna, perché sembra che nulla riesca a modificare e incanalare il comportamento del proprio figlio verso qualcosa di più positivo.

A volte, però, quando pensiamo che un’educazione ancora più autoritaria e rigida possa essere una soluzione, in realtà possiamo provare a cambiare rotta, puntando sulla positività. Cosa significa? Significa puntare sull’empatia piuttosto che sui castighi, sull’ascolto piuttosto che sulle urla. Sì, è difficile, necessita un po’ di pazienza. Ma ne vale davvero la pena.

L’educazione positiva per contrastare i comportamenti negativi: come un atteggiamento genitoriale empatico e positivo può aiutare con i bambini testardi e capricciosi

Ogni genitore con un bambino energico, testardo e irrefrenabile a casa sa di cosa parliamo: a volte non dipende da noi, i nostri figli possono davvero farci perdere la testa, non seguendo le regole, urlando, sfidandoci e tenendo comportamenti che in generale sono proprio all’opposto di ciò che insegniamo loro.

Quando i bambini infrangono le regole, è normale arrabbiarsi. È normale cercare, ad un certo punto, di inquadrarli e di indirizzarli verso il “giusto” anche attraverso punizioni o rimproveri autoritari. Ma quando questi comportamenti si susseguono senza fine, allora forse è arrivato il momento di capire che per questo bambino l’educazione rigida e autoritaria non ci porta verso i risultati sperati.

È a questo punto che possiamo provare ad utilizzare la positività invece dell’autorevolezza fine a se stessa. Anche perché spesso anche le punizioni o i castighi nell’angolino non portano alcun risultato, e non sembrano scalfire per nulla l’atteggiamento di sfida dei bimbi, non è vero?

Puntare alla positività significa cercare soluzioni alternative. Significa sedersi con i propri figli invece di farli sedere da soli nell’angolo del castigo, significa parlare e giocare con loro, abbracciandoli anche quando non ce la sentiamo e discutendo insieme a loro su ciò che sta accadendo.

Possiamo anche provare, nel caso di disastri concreti (quando i bambini fanno qualcosa che sporca casa, che crea disordine, che rompe qualche oggetto), a sistemare insieme le cose, mostrando ai bimbi che tutto può essere risolto e aggiustato.

Qualche esempio: se il bambino ha creato una bellissima opera d’arte sulle pareti di casa con un bel pennarello indelebile, possiamo spiegare tranquillamente che è sbagliato, perché ci sono altri spazi nei quali può esprimere la sua creatività, e ri-tinteggiare insieme la parete. O ancora: quando urlano perché non riescono proprio a stare fermi, chiediamo loro quale attività “tranquilla” preferirebbero fare in quel momento, dando quindi qualche possibilità e coinvolgendoli.

Dare più opportunità non significa scendere a compromessi, ma mostrare ai bambini che ci sono moltissimi modi per vivere e per esprimersi, per non annoiarsi e per stare bene. I bambini sentono di avere voce in capitolo, e già questo li pone in un atteggiamento più positivo.

Non ci stancheremo mai di ripetere, poi, che il dialogo è tutto, soprattutto nella genitorialità positiva. Anche quando siamo esasperati, fare un bel respiro e sedersi con il bambino a parlare, cercando di fargli esprimere a parole o a gesti ciò che sente, è un toccasana (per noi e per lui), e ha benefici sia a breve che a lungo termine.

Ciò che dobbiamo sempre tenere presente e pensare è che i bambini sono esseri umani come noi, e che sono capaci, in fondo, di riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ma che hanno anche sentimenti che faticano ad esprimere e che noi fatichiamo a visualizzare. La connessione è quindi la chiave di tutto. Perché attraverso essa i bambini non solo saranno più tranquilli perché daranno un nome alle loro emozioni, ma anche perché capiranno, grazie alle nostre parole, che noi ci siamo sempre, che siamo dalla loro parte e che ciò che facciamo, diciamo o imponiamo è per il loro bene.

E poi lavorare insieme a loro sugli atteggiamenti e i comportamenti ha davvero risvolti positivi e concreti: i bambini seguono sempre il nostro esempio e portare calma e tranquillità, rispetto ed empatia mostra loro come anche da parte nostra ci sia un impegno concreto di stare bene.

Per ottenere questa positività, quindi, concentriamoci su questi punti: cerchiamo l’empatia, ovvero caliamoci nei panni dei bambini come esseri umani capaci e indipendenti; teniamo sempre presente che anche noi siamo imperfetti, e che lo sono anche loro; ascoltiamo i nostri figli (davvero); cerchiamo soluzioni e non punizioni, insieme a loro; cerchiamo il contatto, anche attraverso gli abbracci; parliamo gentilmente, piano e con tranquillità; cerchiamo il contatto visivo con loro.

Perché la disciplina passa anche dalla gentilezza e dal rispetto.

Sara Polotti

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“Natura”, la nuova mostra al Museo dei Bambini

Lunedì, 07 Gennaio 2019 14:22

Avremo un anno per vederla (perché resterà aperta fino a gennaio 2020!). E si prospetta già come imperdibile: il 24 gennaio prossimo al Muba di Milano apre “Natura”, la nuova mostra interattiva per bambini per scoprire la meraviglia della natura attraverso la sensorialità e l’esperienza!

“Natura”, la nuova mostra al Museo dei Bambini: dal 24 gennaio 2019 ecco la nuova mostra del Muba dedicata all’esplorazione della natura

Si intitolerà Natura e inaugurerà il 24 gennaio 2019: parliamo della nuova mostra del Muba, il Museo dei Bambini di Milano, che come sempre offre alle famiglie esposizioni interattive e ludiche davvero incredibili e imperdibili. La mostra “Natura” si delineerà come un’esposizione nella quale i bambini potranno esplorare la natura, stimolando la loro curiosità e mostrando loro tutti gli strumenti per godere appieno delle situazioni naturalistiche che il mondo offre.

Il Museo dei Bambini di Milano si trova presso la Rotonda della Besana, in via Enrico Besana 12. Qui i bambini dai 2 ai 6 anni troveranno questa meravigliosa esposizione che si snoderà attraverso quattro aree tematiche, quattro categorie di percezione sensoriale: spazio, materia, forma e colore.

Gli educatori accompagneranno quindi i bambini (senza scarpe, solo con calze antiscivolo!) lungo un percorso disseminato di installazioni interattive di gioco.

La prima sezione, “Forma”, è curata da Barbara Zoccatelli. I visitatori potranno qui ammirare le forme presenti nella natura e la ricorsività, ovvero la frequenza con la quale si ripetono la linea, il cerchio, la raggiera, la spirale e tutte le forme che troviamo in migliaia di elementi naturali. I bambini esploreranno con le mani, gli occhi e il corpo intero, interagendo anche con grandi strutture di carta modulabili (insomma, grandi origami, realizzati dallo scultore Daniele Papuli) da modificare per esplorare la ricorrenza delle varie forme.

In “Materia” (sezione curata da Monica Guerra) i bimbi si troveranno in una sorta di wunderkammer della natura, una stanza delle meraviglie naturali da esplorare attraverso i sensi.

“Spazio” sarà curata da Elisa Testori e sarà un grande prato in scala nel quale i bambini diventeranno grandi quanto insetti, in un paesaggio-installazione ideato dalla scenografa Isadora Bucciarelli che varierà forma in base alla scelta dei bambini. Lo spazio sarà in continuo mutamento.

L’ultima sezione, “Colore”, è a cura di Francesca Valan e si configura come un percorso nel quale i bambini scopriranno tutte le sfumature dei colori naturali. Perché anche se nei disegni i colori sono piatti, il verde dei prati e l’azzurro dei cieli non è mai uguale, ma presenta infinite gradazioni.

La mostra “Natura” è aperta il martedì alle 17 e nei weekend e durante le vacanze scolastiche a partire dalle ore 10, con ingressi scaglionati ad orari fissi alle 10, alle 11.30, alle 14, alle 15.30 e alle 17. La visita dura circa 75 minuti e il biglietto d’ingresso costa dal martedì al venerdì 8 euro (adulti 6 euro) e nei weekend e nelle vacanze 9 euro (adulto 7 euro).

I biglietti sono acquistabili alla cassa del museo oppure online, visitando questa pagina.

Sara Polotti

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6 tecniche infallibili da usare per risolvere i problemi matematici

Lunedì, 07 Gennaio 2019 08:45

La matematica, questo grande mostro! Ci sono bambini che se la mangiano come il pane e altri che invece, be’, la abolirebbero. Un po’ li capiamo, perché effettivamente la matematica, soprattutto quando distante dalle proprie capacità, richiede sforzi e impegni davvero importanti.

Ma come possiamo aiutare i bambini che fanno fatica in matematica? Soprattutto con i problemi, ci sono alcune tecniche che possiamo adottare e che sono davvero infallibili ed efficaci! E ora ve le presentiamo.

6 tecniche infallibili da usare per risolvere i problemi matematici: i modi per rendere i problemi matematici meno ostici per tutti i bambini

Oltre ai libri per bambini per fargli apprezzare di più la matematica (ricordate il nostro articolo?), ci sono alcune tecniche davvero ottime per risolvere i problemi matematici. Alcune le insegnano a scuola, altre no, ma in ogni caso non solo aiutano, ma permettono di ragionare in maniera differente (e magari più vicina alla mente del bambino), in modo da superare la paura della matematica. Perché quando ci diciamo “avrei proprio bisogno di un aiuto per risolvere i miei problemi matematici!", possiamo cominciare con il cercare un metodo diverso che ci venga incontro e ci renda la vita più semplice.

La prima è la regola del raddoppiare e dimezzare. Quando dobbiamo moltiplicare due numeri e uno di questi due numeri è un numero pari, allora ciò che dobbiamo fare è semplicemente continuare a raddoppiare il numero dispari e dimezzare quello pari fino a che non riusciamo più a farlo. Alla fine, basterà moltiplicare gli ultimi due numeri rimasti. Un esempio?
27 x 88
54 x 44
108 x 22
216 x 11
2,376

Secondo metodo è quello della moltiplicazione per il potere del 2. Se uno dei due numeri dell’equazione è un due alla potenza, allora per risolvere l’operazione basterà raddoppiare l’altro numero diminuendo di volta in volta la potenza. Ad esempio:
9 x 24
18 x 23
36 x 22
72 x 2
144

Possiamo poi cercare sempre le parole chiave di un problema, in modo da capire all’istante quali siano le operazioni che dobbiamo compiere. Nei problemi con l’addizione, quindi, queste parole chiave saranno “complessivamente”, “in tutto”, “somma”, “totale”… In quelli con la sottrazione troveremo (sottolineandole) “resto-resta-restano”, “rimangono”, “differenza”, “in meno”… La moltiplicazione riporterà “ognuno”, “ciascuno”, “ogni”, abbinati a “in tutto”, “complessivo” e “totale”. Infine, le parole chiave nei problemi con la divisione saranno “dividere”, “la metà”, “suddividere”, “sistemare”, “distribuire”…

Anche cercare le relazioni e i pattern tra i dati è molto utile. Risolvendo un problema possiamo infatti sempre stabilire delle relazioni tra i componenti del problema, dei percorsi, dei pattern, che visivamente e mentalmente ci permettono di focalizzare meglio la risposta che stiamo cercando.

Dopo aver trovato queste relazioni, è tempo di pensare seriamente alla risoluzione del problema. Per prima cosa, possiamo stilare una lista di formule matematiche e geometriche che potrebbero servire, restringendo così il campo. Dopo avere stabilito quindi un piano d’azione, possiamo procedere con la risoluzione del problema.

Infine, quindi, risolviamo il problema, ma cercando di essere sempre sicuri della nostra risposta. Importantissimo, quindi, sarà rivedere tutto e controllare. Possiamo procedere al contrario, dalla risposta all’inizio del problema, in modo da avere un double-check. Oppure semplicemente possiamo sostituire la “x” che avevamo inizialmente nell’equazione con il numero che abbiamo trovato, per assicurarci che le operazioni facciano risultare il numero esatto.

Avere una tecnica come queste è importante anche per non perdere troppo tempo, ma soprattutto per essere sicuri di dare la risposta corretta. Ogni bambino potrà concentrarsi su uno o più punti, ovvero quelli che sentirà più vicini a lui e quelli che lo faranno sentire più sicuro, ma sempre concentrandosi e cercando di rendere l’enunciato il più semplice possibile per i propri ragionamenti.

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Alimenti biologici per bambini: ecco perché sceglierli

Lunedì, 07 Gennaio 2019 08:42

Il mercato del cibo biologico ha iniziato a conquistare una fetta di pubblico sempre più ampia, per via delle sempre maggiori attenzioni che ognuno di noi pone alla propria salute. Si tratta di un discorso che si può estendere anche al mercato degli alimenti biologici per bambini, attualmente in costante espansione e che, già nel 2017, era riuscito a collezionare oltre 5 miliardi di dollari di fatturato.

Ad una mamma, però, i numeri interessano poco: ciò che conta sono soprattutto i vantaggi che comporta il cibo biologico in quanto alla salute del bambino e a tutela del nostro eco-sistema. Per fortuna, con un mercato così in espansione, si tratta ormai di prodotti molto diffusi e alla portata di tutti, dato che si trovano ovunque e a prezzi adatti a ogni tasca come i prodotti biologici a marchio Natura Felice proposti da Aldi. Ma quali sono davvero i benefici che questi prodotti comportano ai nostri figli e quali sono, tra i tanti, i prodotti maggiormente consigliati per i bambini?

Perché scegliere prodotti biologici

Gli alimenti biologici sono innanzi tutto per definizione più ricchi di sostanze nutritive, il che rappresenta già di per sé un grande vantaggio per il bambino. L’apparato digerente dei bimbi, infatti, è più performante rispetto a quello di un adulto ed è quindi in grado di assorbire questi nutrienti in modo più veloce, dimostrando quindi come sia sempre più importante puntare sulla qualità di ciò che mangiano.

In secondo luogo, i prodotti bio non contengono alcuna percentuale di additivi o di qualsiasi altra sostanza dannosa per il corpo. Oltre a fare male all’ambiente infatti, questi elementi fanno male anche all’organismo: nei bambini, poi, organi ancora in continua evoluzione come i reni non riuscirebbero a smaltire queste sostanze abbastanza velocemente, che diventerebbero dunque potenzialmente ancora più dannose.

È giusto concludere con uno dei vantaggi più chiari dei cibi biologici, ovvero il fatto che vanno incontro alle necessità dell’ambiente. Il tutto perché la loro coltivazione segue il ritmo voluto dalla natura e non approfitta di “scorciatoie” come pesticidi e antibiotici: prodotti comunemente usati per rafforzare le colture e gli animali da allevamento.

Che cibi biologici scegliere per i bimbi

Alcuni cibi prodotti in chiave biologica sono da preferire ad altri, per via del particolare vantaggio che comportano in termini di crescita e di salute di un bambino. Fra questi ad esempio ci sono le mele, soprattutto contando quanto sia importante mangiarne anche la buccia che spesso troviamo ricca di pesticidi. Le mele biologiche, quindi, non contengono nessun tipo di sostanza potenzialmente pericolosa diventando solamente un ottimo alimento ricco importanti nutrimenti. In quanto fonti di proteine, importantissime per la crescita del bambino, anche le uova sarebbero meglio se consumate biologiche, in quanto provenienti da animali sani e nutriti in maniera naturale, senza antibiotici o ormoni.

Si chiude con la carne biologica: è meno grassa, possiede solo una percentuale minima di antibiotici ed è migliore in quanto a profilo nutrizionale.

Puntare ai cibi biologici è un modo per investire due volte: nella salute del bimbo ovviamente, ma anche nella difesa della natura.

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"Stone soup", per imparare l'inglese con la zuppa di sasso

Giovedì, 03 Gennaio 2019 14:24

Ricordate il libro "Una zuppa di sasso" di Anais Vaugelade? Ve ne avevamo parlato consigliandovi dei libri per bambini per imparare l'empatia. Al di là del messaggio molto bello, questo libro per bambini è ormai un classico perché fa divertire in maniera leggera ed è molto, molto carino.

Anche Usborne Books ha pensato di proporlo ai bambini, ma stavolta in lingua inglese! "Stone Soup" è un libro perfetto per i bimbi che approcciano l'inglese e che vogliono provare a leggere da soli.

"Stone soup", per imparare l'inglese con la zuppa di sasso: un bellissimo libro per imparare l'inglese

Di cosa parla "Stone soup"? Di una zuppa! Ma non di una zuppa qualsiasi. "Stone soup" (scritto da Lesley Sims e illustrato da Georgien Overwater) è la storia di un povero uomo che, incontrando un cottage sulla sua strada, decide di chiedere ospitalità offrendo in cambio una zuppa di sasso.La donna che lo accoglie, affascinata da questa zuppa di sasso, decide di ospitarlo e di assaggiare questa leccornia.

Pagina dopo pagina, i bambini scoprono che l'ingrediente principale di questa zuppa è davvero un semplice sasso, al quale però il povero uomo aggiunge assaggio dopo assaggio delle verdure (prese furbescamente dalla dispensa della signora!). 

La zuppa è deliziosa, e la signora è estasiata! Questo sasso era dunque magico? 

I bambini capiscono solo alla fine che in realtà questo ingrediente era solo un pretesto. Un pretesto per scroccare una cena, forse, ma anche e soprattutto per fare amicizia e per trovare un po' di sana compagnia.

Le lettere sono grandi e chiare, le parole semplici e comprensibili, spesso in rima, e i bambini sono attratti anche dalle assonanze. Alla fine del libro, poi, trovano anche dei piccoli giochi di comprensione, che li aiutano ancora di più con la lingua, ma sempre divertendosi.

"Stone soup" è quindi perfetto come prima lettura in inglese, sia per i bambini che ancora non leggono (lo leggiamo insieme ad alta voce e lo impariamo a memoria!) sia per quelli che vogliono leggere in autonomia.

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Addormentare i bambini abbracciandoli non è un vizio

Giovedì, 03 Gennaio 2019 08:35

“No, non farlo: gli lasci il vizio”. “Lo state proprio viziando. Come puoi pretendere che impari?”. Sì, ok, i vizi esistono, ed esistono anche i bambini viziati. Ma come possiamo parlare di vizio quando si tratta di bisogni primari? La nanna è uno di questi bisogni primari. Soprattutto, la nanna con qualcuno. Insieme ai genitori. Per addormentarsi senza paura.

I bambini sono esseri umani, e questo significa che sono cuccioli di mammifero. Non dimentichiamolo. È la nostra natura, e la nostra natura ci impone di seguire i nostri istinti. Che per un bambino significano sicurezza e confortevolezza. Se, quindi, i nostri figli hanno bisogno di noi nel momento in cui si addormentano, chi ci dice che sbagliamo?

Addormentare i bambini abbracciandoli non è un vizio: la presenza dei genitori prima della nanna non è un capriccio, ma un bisogno che va assecondato

Addormentare i bambini abbracciandoli o stando accanto a loro, sul letto o in cameretta, finché non si addormentano è tipico di molti genitori. Che, tuttavia, si sentono ripetere da chiunque (zie Ignazie del mondo, amici e parenti) che “stanno sbagliando”. Ma perché sarebbe sbagliato? Secondo la credenza popolare più diffusa, lasciare che i bambini si addormentino con noi accanto sarebbe un vizio. Sarebbe un capriccio.

Ma come può essere un capriccio la voglia di una coccola o il bisogno di sentirsi protetti?

Qui non stiamo parlando di co-sleeping o di bambini che dormono fin da subito da soli. Perché non c’entra nulla. Può anche trattarsi (e spesso è così) di bimbi che dormono tranquillamente da soli nel loro lettino e che semplicemente amano addormentarsi coccolati o con accanto papà o mamma. Che è una voglia perfettamente naturale.

Spesso questo addormentarsi tra le braccia del genitore diventa un rituale, un momento rilassato e magico solo per genitore e figlio, importantissimo per il legame e per il rapporto presente e futuro.

Non si tratta di essere mamme o papà apprensivi o di avere figli “appiccicosi” e mammoni. Assolutamente. Si tratta di una coccola che entrambi ci si concede. Si tratta di un momento di conforto (soprattutto per il bambino, che potrebbe avere paura del buio, essere stressato, o semplicemente avere bisogno di un abbraccio).

Ci sono bambini che ne hanno bisogno fisicamente, psicologicamente, mentalmente, perché impauriti o effettivamente agitati. Ci sono bambini che semplicemente si godono questo contatto. E ci sono bambini che ne approfittano consapevolmente in quanto la coccola della sera è l’unico momento che hanno con i genitori. In ogni caso, perché dovrebbe essere un’abitudine terribile, deprecabile e viziosa? Non lo è.

State tranquilli: vostro figlio non arriverà all’università chiedendo ancora di noi per addormentarsi, così come non è arrivato alle scuole medie con il biberon o al liceo con il ciuccio. Pian piano anche lui vorrà staccarsi da noi, questa routine (anzi, questo rituale) gradualmente scomparirà, senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Ma se in questo momento lui e voi avete bisogno di questa abitudine, ben venga.

Perché addormentarsi insieme porta solo benefici a lungo andare. Sappiamo benissimo che un rapporto conflittuale con i genitori genera spesso adulti stressati, con difficoltà nei rapporti umani e sempre inseguiti da problemi. Mentre un rapporto equilibrato, pieno d’affetto e di vicinanza con la mamma e con il papà aiuta a crescere adulti sereni, solidi e che stabiliscono rapporti meno conflittuali.

E poi questo addormentarsi insieme ha benefici sul cervello e sull’organismo dei bambini: lo stress (soprattutto nel caso di bambini che provano stress o paura al momento della nanna) si riduce, e questo ha effetti positivi su tutta la persona, a livello fisico e a livello mentale.

Non preoccupatevi, quindi: abbracciateli finché vogliono, finché volete, finché il bisogno non cessa d’esistere. Gli state solo facendo del bene.

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Lavarsi i denti: 4 consigli per convincere anche i più capricciosi

Giovedì, 03 Gennaio 2019 07:58

Ogni genitore, una volta che il proprio bambino è arrivato ad avere una certa età, si trova di fronte alla necessità di insegnare al proprio figlio a lavarsi i denti nel modo giusto. Si tratta di un’abitudine che inizialmente i bambini potrebbero rifiutare e che per questo dovrebbe essere spinta in modo maggiore, per evitare di assecondarli in qualcosa che col tempo potrebbe diventare pericoloso. Un bimbo che non impara sin dall’infanzia l’importanza di questa pratica infatti, diventerà un adulto distratto e quasi mai attento alla cura della propria igiene dentale. Ecco dunque qualche consiglio su come aiutarli in questa fase così decisiva.

Renderlo un momento di gioco

Uno dei metodi migliori per convincere un bambino a spazzolarsi i denti è quello di renderlo un momento di gioco. In tal senso sono numerosi i trucchetti che un genitore può usare per far divertire il piccolo durante la pulizia dei denti: è ad esempio possibile mettere in sottofondo la sua canzone preferita, così da legare questo momento a un ricordo positivo, oppure usare una clessidra, per insegnargli come un gioco le tempistiche di spazzolatura. Anche la scelta di un accessorio come lo spazzolino che si illumina può essere un’ottima idea per divertirlo.

Fare insieme la spesa

Si consiglia di portare il bambino a fare la spesa con voi per permettergli di scegliere i propri prodotti, rendendolo partecipe e coinvolgendolo. È comunque il caso di orientarlo sempre verso quei prodotti per l’igiene orale delicati e sicuri, come quelli che si trovano in farmacia. Naturalmente è bene seguire i consigli del dentista, quando si tratta di accessori come gli spazzolini e di prodotti come il dentifricio dato che devono essere scelti, in un certo senso, “su misura” per il proprio bambino.

Storie e libri che insegnano come lavarsi i denti

Esistono anche delle storie e dei libri che possono aiutare a convincere i bambini a lavarsi i denti: basta recarsi nelle librerie, visitare le sezioni dedicate ai bimbi e chiedere ai commessi se hanno qualcosa su questo argomento. Il vantaggio di queste storielle è innegabile: si sensibilizza il bambino sui rischi e sui metodi corretti, ma senza impaurirlo e dunque intrattenendolo legando nuovamente questa abitudine a momenti gioiosi e di serenità.

Le app per l’igiene dentale

Oramai le app rappresentano delle risorse molto preziose, anche in termini di insegnamento ai bambini e i denti non fanno eccezione. Applicazioni come Brush DJ, ad esempio, spiegano come lavarsi i denti e lo fanno a ritmo di musica, rivelandosi parecchio formative ma anche divertenti. Una seconda app utile in tal senso è With Teeth, una “bocca digitale” che si sporca mangiando e che va pulita diventando un vero e proprio gioco. Una terza opzione molto consigliata è Disney Magic Timer: probabilmente la migliore, perché sfrutta tutto il fascino di personaggi tanto amati come quelli della Disney e della Marvel.

In conclusione, è fondamentale insegnare ai bambini l’importanza della cura dell’igiene dei denti e grazie a poche ma semplici mosse ogni genitore potrà farlo trasformando questo momento in una scusa per divertirsi tutti insieme.

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Come lavare il sederino del bambino in maniera naturale

Mercoledì, 02 Gennaio 2019 15:51

Lavare il sederino dei nostri bambini è un gesto quotidiano molto importante, che compieremo sin dal loro primo giorno di vita e che dovrà essere eseguito in maniera impeccabile. Perché l’igiene intima è fondamentale e non va sottovalutata!

Ma perché dobbiamo puntare sull’igiene intima naturale? Perché le insidie sono sempre in agguato e utilizzare prodotti troppo aggressivi non è benefico come penseremmo (insomma: l’efficacia non si misura dalla chimica), ma, al contrario, può portare ad irritazioni e situazioni davvero spiacevoli. E poi siamo sicuri di voler applicare su una pelle così delicata come quella dei nostri bambini qualcosa di non propriamente naturale?

Ecco quindi tutte le regole per lavare il sederino dei nostri figli in maniera impeccabile affidandoci a prodotti naturali e a gesti delicati.

Come lavare il sederino del bambino in maniera naturale: quali prodotti utilizzare e come assicurare una corretta igiene intima che sia anche delicata per proteggere il sedere dei nostri piccoli

Che voi utilizziate pannolini usa e getta o lavabili, la detenzione quotidiana del culetto dei bambini non cambia. Durante il cambio pannolino, infatti, è indispensabile pulire molto bene ed igienizzare il loro sedere, ma sempre puntando sulla naturalezza, per evitare irritazioni e donare ai nostri bebè una corretta igiene intima.

Molti però ancora pensano che ci sia bisogna di forza, di energia e di sfregamenti profondi per essere sicuri che il sederino sia pulito a fondo. In realtà non è così: dobbiamo sempre tenere presente che la pelle del bambino è già programmata per difendersi dagli attacchi esterni e il nostro compito è quindi semplicemente quello di aiutarla, non di sostituirci a lei. E poi lavare troppo, come sappiamo, significa togliere al bambino uno strato di batteri buoni che costituiscono una buona fetta del loro sistema immunitario in divenire, e quindi eliminarli del tutto ha un effetto contrario e negativo a quello che ci aspetteremmo.

La parola d’ordine deve essere quindi “meno”: meno forza, meno sfregamenti, meno salviette, meno creme. Perché spesso eccediamo, non sapendo che basta pochissimo per lavare il sederino dei bambini.

Puntiamo quindi sull’acqua, che deve essere tiepida e non scottare: lei sarà il nostro alleato principale, al quale potremo abbinare un detergente, ma che sia il più possibile delicato e naturale per far sì che non risulti troppo aggressivo sulla pelle ma faccia il suo dovere in maniera soft. Utilizziamolo, questo, anche quando facciamo il bagnetto: spesso per comodità utilizziamo per la zona intima lo stesso detergente che stiamo utilizzando per il resto del corpo, ma è sempre meglio scegliere Intimo Me, perché fatto apposta per il pH del sedere e dei genitali, che è diverso da quello del resto della cute.

Il detergente andrebbe però usato solo in casi specifici, come la pupù: se dovessimo utilizzarlo ad ogni cambio di pannolino, le conseguenze sarebbero negative, poiché uccideremmo davvero la maggior parte della flora batterica e quindi le difese immunitarie del bambino.

Evitiamo poi le salviette, soprattutto quelle un po’ più ruvide del normale. Queste potrebbero infatti provocare micro taglietti (anche invisibili al nostro occhio) e screpolature. Scegliamo quindi asciugamani delicati o di cotone, oppure, ancora meglio, lasciamo che il sedere asciughi all’aria. L’importante è fare attenzione che il culetto asciughi molto bene prima di mettere il nuovo pannolino: l’umidità (compressa dentro al pannolino magari impermeabile) diventa un terreno perfetto per la proliferazione dei batteri e di conseguenza per le irritazioni più comuni.

Infine, è bene scegliere di applicare una crema protettiva per contrastare le irritazioni solo nel caso in cui queste irritazioni ci siano davvero: in assenza di rossore o di problemi reali, applicarla sarebbe controproducente. È invece necessaria, questa crema protettiva per il sedere, nel caso di effettiva irritazione. Anche qui scegliamone una naturale e delicata pensata apposta per il sedere dei bambini.

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