Il lockdown ha portato anche ad un abbandono delle buone pratiche ecologiche
Il lockdown ha portato con sé tante cose. Ansia, stress, riscoperta dei piccoli piaceri, riscoperta dell’ambiente domestico, riscoperta dei rapporti, abitudini stravolte… Positive o negative, le conseguenze sono moltissime.
Ma tra gli aspetti negativi, ce n’è uno in particolare che ci ha molto colpito e su cui dobbiamo porre la nostra attenzione: il consumo di plastica durante questi mesi di pandemia è tornato a livelli altissimi. Ma dobbiamo di nuovo cambiare rotta velocemente, se non vogliamo incorrere in tremende conseguenze.
Il lockdown ha portato anche ad un abbandono delle buone pratiche ecologiche: meglio tornare a modulare il consumo di plastica, se vogliamo bene al nostro pianeta
La notizia l’ha riportata ieri Ansa: nella Giornata Mondiale degli Oceani, purtroppo dobbiamo tornare a parlare di plastica, con l’intenzione di porre nuovamente l’attenzione sugli aspetti negativi del suo consumo. Già, perché gli oceani ospitano l’80% delle specie viventi, ma sono minacciati proprio dalla plastica, a causa delle nostre cattive abitudini.
Le cattive abitudini di cui parliamo sono quelle relative all’utilizzo di oggetti usa e getta in plastica. Se fino ai primi mesi del 2020, infatti, l’usa e getta si stava riducendo (sostituito, nei casi inevitabili, dall’usa e getta biodegradabile), con il lockdown moltissime persone sono tornate sui vecchi passi.
Causa di questo aumento di consumo di plastica è stato il maggiore tempo rinchiusi tra le mura di casa. Stando in casa senza possibilità di uscire, si tende infatti a consumare molta più acqua in bottiglia (di plastica), a sfavore delle borracce riempite con acqua potabile del rubinetto.
“Nei tre mesi passati dall’inizio dell’emergenza coronavirus”, fanno sapere su Ansa, “una famiglia media di 4 persone, con un consumo medio giornaliero 2 litri di acqua (quantità consigliata) ha utilizzato ben 474,5 bottiglie da 1,5 l, pari a 18 kg di plastica. Questa scelta ha comportato l’impiego di 34,2 kg di petrolio utilizzato per la realizzazione del PET e 60,5 kg di CO2 frutto della produzione e del trasporto di questo quantitativo di bottiglie. Una famiglia di 3 persone, invece, ha consumato ben 356 bottiglie in PET da 1,5 litri in tre mesi, pari a 13,5 kg di plastica, 25,7 kg di petrolio e 45,4 kg di CO2”.
In azienda e fuori casa, tendenzialmente, usiamo quindi meno plastica. E stando a casa abbiamo visto come invece la plastica sia effettivamente moltissima (anche a causa della - normalissima! - pigrizia che ci ha preso durante questi mesi di lockdown): i contenitori della differenziata si riempivano velocemente e fino all’orlo, non è vero?
Ciò che questa notizia ci deve insegnare è semplice: dobbiamo tornare a pensare al nostro pianeta. Dobbiamo tornare a mettere in pratica le nostre abitudini green ed ecologiche. Dobbiamo fare più attenzione.
Le regole sono semplici, ma è bene rispettarle: facciamo sempre la raccolta differenziata; chiudiamo l’acqua del rubinetto mentre ci insaponiamo e ci laviamo i denti; cerchiamo di comprare frutta e verdura sfuse, non nella plastica, sfruttando borse in tela riutilizzabili; evitiamo gli imballaggi in plastica; al posto dell’acqua in bottiglia, scegliamo quella in vetro, oppure sfruttiamo le fontane potabili nei paesi e nelle città; scegliamo prodotti sfusi, come lo shampoo solido; evitiamo il sapone liquido nei contenitori in plastica a favore delle saponette incartate nella carta; usciamo sempre con una borraccia, evitando di acquistare bottigliette in plastica; sfruttiamo i programmi ecologici della lavastoviglie e della lavatrice; spegniamo sempre le luci non necessarie e i device tecnologici, non lasciandoli in stand-by…
Non sarà solo il nostro pianeta a ringraziarci; lo farà anche il portafoglio.
Photo by Daria Shevtsova from Pexels