10 idee per aiutare i bambini a bere più acqua
Mercoledì, 27 Gennaio 2016 14:57Bere è importante. MOLTO importante. E non le bibite gassate, chiaro. L'acqua è un elemento fondamentale per la nostra salute, per la digestione, per l'eliminazione delle tossine, per il nostro organismo tout court.
Certo, i bambini e i ragazzi spesso non bevono. Se non stanno morendo di sete con la lingua asciutta la maggior parte di loro dimentica di bere, quasi prendesse tempo ad azioni più importanti (tipo: giocare, sporcarsi, fare a palle di neve). E' normale, ma non salutare.
10 idee per aiutare i bambini più acqua: cosa fare quando il proprio bimbo non vuole bere
1: Fin dallo svezzamento a bere acqua, non le bevande gassate: sembra banale, ma è importante, soprattutto in una società come la nostra. Abituarli ad avere a disposizione in casa solo acqua minerale è anche pretesto per far capire loro l'importanza di essa. E abituarli a una casa bibite-free è il modo migliore per evitare fin da subito i capricci da mancanza di zucchero, abitudine che con coca e aranciata in casa prendono inevitabilmente.
2. Perché non rendere divertente il controllo di quanto bevono? Parlate loro di quanto è importante bere magari misurando e segnando con con dei ballini colorati la quantità di pipì che fanno. Oppure si possono associare degli animali: 30 ml la pipì della formica, 50 ml del riccio, 130 ml la super pipì del dinosauro!
3. E di quanto sia indicativo il colore della loro pipì. Scura? Bisogna bere molto di più! Chiara? Ottimo, siamo sulla strada giusta! Sembra una stupidaggine, ma ai bambini fa ridere, e non guasta.
4. Magica cannuccia: per i più piccoli, un altro trucco divertente è la cannuccia. Sì, li invoglia di più. Ma evitiamo come sempre lo spreco e i materiali non ecosostenibili! In commercio ne esistono di biodegradabili, di commestibili o di riutilizzabili. Queste ultime hanno il vantaggio di fare "affezionare" i bambini allo strumento che usano per bere, rendendoli anche più responsabili: ogni volta che la si usa, è bene lavarla e riporla!
5: Ma man mano che crescono è importante passare al bicchiere, e averne uno tutto loro, magari grande, colorato, che si sono scelti personalmente è un metodo per spronarli a bere. Fate in modo che sia raggiungibile sempre, anche quando non ci sono adulti che possono raggiungere la mensola delle stoviglie. Mettetelo alla sua altezza, così ogni volta che avrà sete berrà, senza trattenere fino a disidratarsi!
7. Fortunate sono le mamme che hanno il dispenser di acqua e ghiaccio sul frigorifero modello americano: piace davvero moltissimo ai bambini. Ma anche con le bottigliette va sempre bene, oppure direttamente dal rubinetto: non appena possibile, insegnategli l'uso, rendendoli autonomi e indipendenti a compiere un gesto salutare e basilare. Se continuano a non bere abbastanza acqua, aumentate le dimensioni! Se il loro bicchiere è bello grande, riempiendolo fino all'orlo berranno molta più acqua rispetto ad un bicchiere di dimensione "normale" o medio-piccola.
8: Acque aromatizzate: e se ancora fanno i capricci perché l'acqua è noiosa rispetto alle bibite che si trovano ormai ovunque, provate a rendere l'acqua più gustosa, creando insieme a loro (se si cimenteranno loro con la ricetta gli verrà più voglia di assaggiare!) l'acqua aromatizzata. Menta (estratto o foglie) e the sono i gusti più tradizionali, ma provate a immergere della frutta (fette di limone, di arancia, fragole e more pressate e ogni frutto che più vi aggrada) e lasciarla macerare per qualche ora. Il risultato sarà un magico e delizioso liquido che sicuramente faranno fatica a non apprezzare!
9. Acque colorate: e potete creare anche deliziose acque colorate unendo qualche cucchiaino di estratto di barbabietola per ottenere il rosa, mora per il viola, carota per l'arancio, verde con gli spinacini. Nei prossimi giorni troverete su mammapretaporter.it un articolo interamente dedicato alle acque colorate per bambini!
10. Ultimo ma non ultimo per importanza giocare con l'acqua: eh si, ormai sappiamo che "non giocare con l'acqua" è un tabù da superare assolutamente. Così, ovviamente non mentre mangiamo a tavola ma in momenti ben prestabiliti della giornata e differenti dal pasto possiamo sputare (eh si!!!), fare i gargarismi, fare le bolle con la cannuccia!
Giulia Mandrino
Strumenti e idee per decorare la cameretta
Mercoledì, 27 Gennaio 2016 14:15A volte basta una tinteggiata di un bel giallo senape, o verde salvia, o blu notte, e la cameretta dei bimbi cambia volto, diventando super originale e creativa. Ma monocolore o multicolor basta aggiungere i dettagli che più ci piacciono per renderla in ogni caso davvero accogliente e stimolante!
Ecco allora strumenti e idee per decorare la cameretta: una gallery da cui prendere spunto per una stanzetta davvero creativa, artistica, accogliente e stimolante!
1. Volete rimanere in un'atmosfera delicata? Accostate un colore pastello come questo celeste ad un grigio chiaro: l'effetto è davvero rilassante, eppure coloratissimo!
(foto 1 http://projectnursery.com/projects/aqua-and-gray-chevron-nursery/)
2. Anche dipingendo le pareti di un semplice bianco è possibile ottenere l'effetto "trionfo del colore" puntando su oggetti di colori diversi, sparsi dappertutto, dal tappeto al lettino. Il bianco delle pareti permette di non focalizzarsi su un colore, ma di sbizzarrirsi senza ottenere un effetto kitch o pesante.
(foto 2 http://frame.bloglovin.com/?post=4365998158&blog=1635223)
3. Per la vostra bambina state pensando al classico rosa? Il nostro consiglio è di optare per una tonalità chiara, pastello, antica. Il rosa acceso stufa, e l'effetto può risultare pesante! Ma puntando sul chiaro il risultato è davvero zuccheroso eppure non eccessivamente smielato.
(foto 3 http://laybabylay.com/pink-shared-girls-room)
4. E guardate il salvia: non è bellissimo?
(foto 4 http://frame.bloglovin.com/?post=4723809820&blog=1635223)
5. Ma anche il senape non scherza. Ed è un'ottima alternativa al giallo, evergreen della stanza neutra!
(foto 5 http://www.ensuus.nl/2015/11/okergoud-in-de-kinderkamer-diy-hangkast.html)
6. Sapete, anche il nero non è male. Basta scegliere una parete sola da dipingere di nero (altrimenti l'effetto sarà lugubre) e magari aggiungerci qualche elemento, come i piccoli triangolini verdi o un effetto lavagna da scarabocchiare, per rendere tutto più divertente ma elegante.
(foto 6 http://frame.bloglovin.com/?post=4365998158&blog=1635223)
7. Le mappe si rivelano un ottimo strumento di decoro, oltre che di apprendimento! Ce ne sono di diverse tipologie, ma nessuno dice che non possiate addirittura dipingerla voi!
(foto 7 http://www.muralswallpaper.co.uk/explorer-kids-world-map-mural#.VqdAsDbSnIU)
8. E sapete qual è un altro strumento ideale per creare bellissime opere d'arte sulle pareti? Il nastro adesivo. Guardate qua. Insieme ai giocattoli il risultato è coloratissimo.
9. Per i bambini amanti dei Lego, poi, perché non optare per i blocchi di colore dei tipici mattoncini? Colori primari, dunque, e linee ben definite.
10. E se invece amano la montagna, con pennello e tinta è semplicissimo e bellissimo ricreare le cime, con colori come il verde e il grigio che trasportano subito nel mood alpino!
(foto 10 http://www.brit.co/kid-room-diys/)
I cibi che rafforzano il sistema immunitario dei bambini
Mercoledì, 27 Gennaio 2016 08:58Non solo in autunno e inverno, quando le difese calano: cercare di rafforzare il sistema immunitario dei nostri bambini è sempre consigliabile, ed è possibile farlo attraverso il cibo, perchè davvero siamo cosa mangiamo.
Inserendo alcuni cibi nella dieta dei nostri figli, con ricette deliziose e golose (mica i soliti minestroni o cibi da adulti che suscitano la noia delle papille gustative più piccole!) potremo migliorare il loro stato di benessere rafforzando il loro sistema immunitario.
Ecco i cibi che rafforzano il sistema immunitario dei bambini: quali alimenti inserire nella dieta dei nostri bimbi per aiutarli a combattere le malattie di stagione e alcune ricette per renderli golosi
- La frutta secca è ottima per rafforzare le difese dei bambini. In particolare, le mandorle, con il loro contenuto di vitamina E e di manganese, aiutano le cellule ad eliminare ciò che è dannoso per l'organismo. Il latte di mandorla (come il nostro fatto in casa - http://www.mammapretaporter.it/food/bevande-e-centrifugati/come-fare-in-casa-il-latte-di-mandorla) è versatile, dolce e piace i bambini: inseritelo sempre più spesso nella dieta!
- Semi e oli: anche i semi di girasole o di zucca, con vitamina E, zinco e grassi acidi Omega 3, sono gustosissimi e ottimi! Qui trovate tutte le informazioni di cui avete bisogno in merito all'utilizzo di semi e oli. In questo articolo invece parliamo dell'olio di semi di canapa e delle sue preziosissime proprietà.
- Le verdure arancioni o rosse, come le carote, la zucca o le barbabietole, sono ricche di betacarotene: tenetelo in considerazione, perché questo elemento (oltre ad essere l'alleato dell'abbronzatura estiva) aiuta a combattere i radicali liberi, ma soprattutto aumenta il numero di cellule che combattono le infezioni nell'organismo. Perché non utilizzare questi alimenti in buonissime vellutate (come quella arancione allo zenzero) o in tortine gustose da mangiare per merenda - è buonissima ed è possibile farla anche in forma di muffin, sostituendo i pirottini alla tortiera)?
- I probiotici sono la prima cosa che viene in mente quando si parla di sistema immunitario. Lo yogurt in questo senso è ottimo: mangiando o usando nelle nostre ricette lo yogurt a ridotto contenuto di zucchero (che altrimenti annullerebbe l'effetto!) si fa sì che i probiotici contenuti naturalmente agiscano sul sistema, rafforzandolo. Ottimo quello di capra e di soya!
Utilizzatelo come condimento nelle insalate o sulle vellutate (insieme a qualche seme - di zucca, di girasole - al posto dei crostini): buonissimo!
- Sostituite poi lo zucchero nel latte vegetale e nel tè della mattina con il miele: è un antibiotico naturale, con il suo alto potere battericida! Non solo: è ottimo come disinfettante per le vie respiratorie (non solo quando mal di gola e piccole bronchiti sono in corso, ma anche preventivamente!).
- Gli antiossidanti sono importantissimi: aiutano il corpo a combattere lo stress causato dai radicali liberi e in questo modo mantengono attivo il sistema immunitario. Ne sono ricchi i frutti di bosco, ed è una notizia bellissima, se pensiamo che solitamente i bambini ne vanno ghiotti!
Le puree di frutta in sostituzione ai fruttini in commercio per la merenda piaceranno tantissimo ai bimbi. Con un estrattore o un frullatore, mixate una banana, 1/2 vaschetta di mirtilli, 10 fragole e 1/2 vaschetta di lamponi: una delizia!
- Anche gli spinaci sono perfetti per l'obiettivo rinforza-sistema immunitario. Contengono vitamine A, E, C, K. manganese, selenio e (sì, aveva ragione Popeye) ferro. Anche in questo caso si può provare con il frullatore, ma stavolta per creare uno smoothie: nel frullatore inserisci un quarto di bicchiere di latte di mandorla, poi aggiungi 1 tazza di spinaci, 1 tazza di uva senza semi e 1/2 tazza di ghiaccio, e trita fino ad ottenere una consistenza morbida. Poi dì al tuo bambino che è frullato di dinosauro!
- Infine, anche se hanno un sapore pungente che spesso ai bimbi non piace del tutto, aglio e cipolla sono fondamentali per combattere i raffreddori e le influenze: lo zolfo contenuto nell'aglio è antibatterico e pulisce l'intestino, l'allicina invece è antibiotica e stimola la crescita delle cellule che combattono le infezioni.
Ricordatevi di non iserire proteine animali in più di un pasto al giorno e di eliminarle quando il bimbo è ammalato: e sopratutto togliete latte e derivati in presenza di muco!
Trovate tantissime ricette sane e gustose nel nostro libro The Family Food, ricette naturali per famiglie incasinate, edito da Mental Fitness Publishing
La redazione di mammapretaporter.it
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il pericolo di vivere lo svezzamento con ansia
Martedì, 26 Gennaio 2016 08:06Durante la prima infanzia una delle fasi che preoccupa maggiormente i genitori è quella dello svezzamento, le teorie su quando e come introdurlo sono moltissime e spesso in contrapposizione tra loro, da una parte troviamo il retaggio della teoria pediatrica degli anni ’70 dove vengono proposti regole e tempi rigidi per l’inserimento degli alimenti e dall’altro la teoria dell’autosvezzamento dove vengono seguiti i ritmi del bambino e le regole di inserimento dei cibi non sono rigide. L’esistenza di un’enorme letteratura sul tema dell’alimentazione e di varie teorie evidenzia una centratura genitoriale (e non solo) sul tema della nutrizione.
Siccome il tema dell’alimentazione si lega in primo luogo alla sopravvivenza ed alla salute, il rapporto dei bambini con il cibo diviene il centro di un’attenzione enorme da parte dei genitori, se da un lato questo è comprensibile dall’altro spesso porta a pensare che la base dell’essere un buon genitore sia quella di saper nutrire correttamente, da un punto di vista fisico e materiale, il proprio figlio dimenticandosi che l’alimentazione è uno dei differenti modi per scambiarsi messaggi affettivi e comunicare all’interno di una relazione di accadimento ed è anche uno strumento per darsi delle informazioni importanti riguardo alla relazione stessa. La nutrizione è infatti luogo principe di scambi emotivi, teatro di bisogni, possibilità di espressione di sensazioni e disagi.
Il lattante inizia a relazionarsi con il mondo proprio attraverso il cibo, infatti nutrizione ed accudimento durante i primi mesi di vita sono imprescindibili. La sintonizzazione che si crea tra mamma e bambino è relazione, la mamma riesce a capire le richieste ed i bisogni del bambino, nutrendolo ed allo stesso tempo tranquillizzandolo e contenendolo non lasciandolo solo in stati sconosciuti che generano in lui frustrazione, il piccolo, d’altra parte, è dotato fin dalla nascita di capacità comunicative, come il pianto, la capacità di sorridere ed anche di una possibilità di regolazione autonoma: è il lattante che piange quando ha fame e smette di succhiare quando è sazio, non è il genitore a deciderlo per lui. Quindi la mamma ed il bimbo nei primi mesi di vita comune imparano a sintonizzarsi a vicenda, dato che la mamma imparerà a capire e seguire ogni segnale del bambino, e il bambino imparerà molto dalle risposte che riceverà.
La nutrizione, proprio in quanto bisogno primario, si collega a meccanismi molto arcaici della psiche, poco pensati, privi di riflessione, dove lo schema di base è quello del mettere dentro versus buttare fuori, espellere, vomitare e questi meccanismi vengono messi in atto nella creazione della relazione e nella modulazione di essa. Il lattante infatti sa comunicare a chiare lettere se il rapporto tra lui e la mamma funziona bene e questo lo può esprimere in vari modi ad esempio l’accettare il latte materno è l’equivalente di accettare le cure e il calore che la mamma gli offre, in un processo di “introiezione”, ovvero prendere dentro di sé ciò che di buono gli dà la mamma. Se la mamma gli offre qualcosa di cattivo, come un rifiuto, o un’eccessiva invadenza e controllo, o ansia e depressione, il bimbo spesso lo rifiuta, in un processo di “espulsione” fisico e simbolico, attraverso il vomito o il rifiuto del cibo. Questo non vuole dire che ogni volta che un lattante vomita sta rifiutando la mamma ma che, in assenza di disturbi di ordine medico, e in presenza di un costante rifiuto o rigetto del latte materno, qualcosa nel processo di sintonizzazione, a carico, lo ricordiamo, di mamma e bambino e coadiuvato dall’aiuto esterno del padre, non funziona in modo ottimale ed il bambino esprime attraverso questo meccanismo primordiale la sua frustrazione.
Il meccanismo di espulsione, se non è continuo e duraturo, è naturale e necessario nella crescita, è il primo modo di dire di no, ed il bambino deve essere legittimato a farlo . Se fin dai primi giorni di vita, il cibo assume uno status psicologico, in cui l’appetito non è una mera funzione fisica di sopravvivenza dell’organismo, ma coinvolge aspetti affettivi, comunicativi e relazionali perché questo non dovrebbe valere anche nello svezzamento? Spesso i genitori e i pediatri se lo dimenticano, il periodo dello svezzamento che va tendenzialmente dai sei mesi all’anno del bambino (senza rigidità) è un momento nel quale inizia a nascere nell’infante il bisogno di separazione dalla mamma o dalla figura di riferimento, è il primo momento dove il bambino esprime la sua autonomia e questo è un processo che richiede (come nell’allattamento) una sintonizzazione tra i membri della relazione.
A prescindere da come “si svezza”praticamente il proprio figlio è importante non dimenticarsi della relazione che attraverso il cibo viene veicolata. Nel bambino intorno ai sei-nove mesi fino all’anno nasce l’esigenza di essere riconosciuto come individuo separato, nasce in lui la percezione di sé. La sperimentazione non solo gustativa e sensoriale ma anche di grande autonomia che il bambino fa attraverso il mangiare le pappe alimenta la percezione di sé come qualcosa di separato dall’altro e sempre più competente. Proprio in quest’ottica di crescita il genitore potrebbe osservare i disgusti o le preferenze del proprio figlio ricordando che la sperimentazione è importante e il rifiutare la pappa o il vomito fa parte di questo meccanismo esplorativo.
La relazione cambia e si apre al mondo ed è proprio in questa fase che nascono anche i primi conflitti tra mamma e bambino che sono parte integrante del processo di separazione. E’ importante che i genitori e soprattutto la mamma sappia come reagisce e che sia consapevole di cosa significa per lei questa separazione, se è disposta ad allontanare un pochino il bambino o se vuole tenerlo ancora al seno; se viceversa non vede l’ora che il bimbo diventi più autonomo e renda lo svezzamento qualcosa di molto netto. In entrambi questi casi, o nelle oscillazioni tra questi due punti, il bimbo sarà in difficoltà, perché dovrà affrontare un cambiamento che è supportato da due bisogni spesso in contrasto da una parte l’essere contenuto ed al sicuro e dall’altra la sempre più presente spinta ad essere autonomo, le oscillazioni tra questi due stati saranno spesso evidenti, anche in questo caso bisognerebbe assecondare il suo ritmo, in parte assecondando le sue esigenze ed allo stesso tempo esortandolo dolcemente e sempre contenendolo e coccolandolo, a sperimentare qualcosa di nuovo, come ad esempio i primi cibi.
Spesso basta solo che la madre segua il proprio istinto, senza lasciarsi deviare eccessivamente dalle pressioni medico-sociali o dalle insicurezze personali e famigliari vivendo questa fase della crescita come una co-costruzione di uno spazio comune tra il bambino, lei ed il mondo esterno. Il cibo diventa in questa fase un importante un oggetto transizionale, ovvero un qualcosa di concreto, materiale ed esterno sia alla madre che al bambino, che pure incarna simbolicamente il loro gioco relazionale, cioè per il bambino rappresenta ancora una volta la mamma e le sue cure.
Credo sia quindi importante riflettere ed investire sulla relazione più che sulla materiale nutrizione ed è quindi a mio avviso impossibile trovare un modo di svezzare che vada bene per tutti, essendo esattamente come l’allattamento un fattore relazionale le modalità pratiche con cui lo si affronta sono quelle che una persona sceglie perché affondano nei valori profondi di riferimento sui quali anche nel caso del cibo è necessario interrogarsi, poichè sono quelli che si trasmettono ai figli ed attraverso i quali viene creata la propria cultura dell’alimentazione famigliare.
Associazione Eupsichia
Centro psicologico
Via Osoppo, 7
20148 Milano
Tel: 02-48702143
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Leggi queste frasi quando ti senti a terra
Martedì, 26 Gennaio 2016 07:33Anche le mamme più felici e più organizzate hanno giorni no. Durante alcuni sembra proprio che niente possa svoltare la giornata, e che le richieste del bambino, la biancheria diventata tutta rosa, quella ricetta che è uscita uno schifo, il lavoro che toglie troppo tempo, siano tutti problemi insormontabili, così le forze fisiche e mentali vengono meno.
Fai un respiro, mamma, e leggi queste frasi quando ti senti a terra: ogni volta che ne hai bisogno, nei giorni un po' più bui, un po' di tifo per te è quello che ci vuole!
Potresti stamparle e tenerle sul frigorifero, o nella tua agendina (quella che nessuno guarda, che è solo per te); a portata di mano sarà più facile sfoderare questi pensieri e metterli in pratica per tentare di svoltare le giornate!
1. Fai bei pensieri e un piccolo sorriso, perché come dice Roald Dahl se una persona ha pensieri brutti dopo un po' glieli leggi in faccia, ma "se ha pensieri gentili, questi le illumineranno il viso come raggi del sole e apparirà sempre bella".
(foto 1 http://quoteswords.com/top-30-quotes-to-live-by/)
2. Colpisci questa giornata con un pugno , forte, senza pensieri, e non lasciare che ti batta lei!
(foto 2 https://society6.com/product/punch-today-in-the-face_print#1=45)
3. Bellezza, sei in grado di fare tutto, anche le "hard things", le cose più difficili. E lo sai.
(foto 3 http://www.goliveoriginal.com/beautiful-girl-you-can-do-hard-things)
4. "fai un respiro profondo, ricomponiti, togliti di dosso la polvere e ricomincia da capo". Con calma riuscirai a fare tutto.
(foto 4 http://quoteswords.com/top-30-quotes-to-live-by/)
5. Citazione illustre, ma sempre valida nella sua semplicità. Come disse Theodore Roosevelt, "Se credi di poterlo fare, sei già a metà strada".
(foto 5 http://www.onsuttonplace.com/inspirational-printables/)
6. Sembra sempre impossibile, finché non è fatto. Proprio vero.
(foto 6 http://stylecaster.com/inspirational-quotes-pinterest/)
7. Dalla penna della blogger Emily Ley, "mi terrò ad un livello di grazia, non perfezione". Meno stress, più comfort, ma sempre con eleganza ed educazione.
(foto 7 http://emilyley.com/blog/2011/06/grace-not-perfection/)
8. Ad un certo punto bisogna prenderla con leggerezza. Quindi, alla Walt Disney: "è quasi divertente, fare l'impossibile"!
(foto 8 http://www.inspirewetrust.com/2014/07/24/typographic-quotes-49/)
9. Alla fine però hai solo bisogno di sentirti dire una cosa. Una cosa verissima. Una cosa che ti meriti:
(foto 9 http://www.meetthebestyou.com/20-great-positive-quotes-and-pictures/)
La frutta secca è un alimento eccellente non solo per gli adulti ma anche per i più piccini: pratica e super energetica è un'idea eccellente da mettere in cartella come merenda di metà mattina e come spuntino pre sport per la grande quantità di minerali ed energia che essa apporta. Noberasco, azienda leader in Italia nel settore della frutta secca e disidratata grazie all'expertise maturata in oltre un secolo di attività, è la nostra scelta quotidiana.
Grazie ai datteri, mandorle e noci Noberasco ho creato dei deliziosi biscotti ideali come snack per i miei bambini: sono davvero eccezionali come merenda perchè non contengono farine raffinate, proteine animali, glutine e zuccheri raffinati, per cui non appesentiranno l'organismo dei piccoli in alcun modo. Come sappiamo è importante non esagerare con merende ricche di zuccheri e farine di raffinate per evitare picchi insulinici e conseguenti cali glicemici nel bambino, causa di spossatezza e difficoltà di concentrazione. Sono ideali anche durante lo svezzamento, essendo privi di proteine animali.
Ecco allora la ricetta dei biscotti con la frutta secca per super merende: deliziosi e morbidi non potrete farne più a meno
Come sapete amo alla follia i burri corpo e sono sempre alla ricerca di nuovi modi per utilizzarli. Ieri con la mia bimba ho creato dei "burrini" alla lavanda davvero strepitosi.
Ecco la ricetta del burro corpo compatto alla lavanda: come realizzare un olio corpo solido da massaggio
Fiori di Bach per favorire la gravidanza
Lunedì, 25 Gennaio 2016 12:43A volte la ricerca di una gravidanza è accompagnata da un senso di malessere, in particolare di ansia se il nostro bimbo tende a non arrivare: la prima cosa che consiglio di fare è quella di scrivere su un foglio i pro e i contro di aggiungere un membro alla nostra famiglia e di ragionare e scandagliare bene quali possano essere le cause psicologiche che diminuiscano la nostra disponibilità al concepimento. Successivamente in un secondo foglio scriviamo come potremmo sentirci se non riuscissimo a rimanere incinta: ci sentiremmo forse persone meno valide? Avremmo paura dei commenti degli altri? Potremmo provare una sensazione di incompletezza? Anche in questo caso fermiamoci a ragionare e ricordiamoci che a volte la vita ci mette di fronte a situazioni per farci crescere, per darci la possibilità di migliorarci e diventare più consapevoli. Allora senza fretta, prendiamoci il tempo necessario per comprendere quelli che possono essere i probabili ostacoli (magari non ce ne sono!!!).
Una volta fatta questa analisi la floriterapia le miscele di fiori di Bach e fiori australiani possono aiutarci nel concepimento: ecco i Fiori di Bach per favorire la gravidanza
Se abbiamo paura di non essere in grado di affrontare psicologicamente e fisicamente la gravidanza e il parto la sinergia (basta recarsi in una erboristeria attrezzata) può essere:
- Mimulus
- Crab Apple
- White Chestnut
- Aspen
- Mimulus
Se inconsciamente abbiamo paura di non riuscire a essere delle buone mamme o di non avere la forza di gestire un bambino possiamo valutare questa sinergia:
- Mimulus
- Aspen
- Mariposa Lily
- Evening Primerose
Se abbiamo paura di perdere la nostra indipendenza, il nostro equilibrio di coppia o il lavoro:
- Aspen
- Mimulus
- White Chestnut
- Pomegrante
- Quince
Se ci sentiamo arrabbiate perchè vorremmo subito una gravidanza:
- Impatiens
- Aspen
- Elm
- Walnut
- Willow
- Holly
Giulia MAndrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
9 idee per tenere i giocattoli in ordine
Lunedì, 25 Gennaio 2016 10:23Spesso i giocattoli invadono letteralmente le nostre case e le camerette dei bambini, seminando un caos tremendo. Ingegnatevi un po' e vedrete che con piccole soluzioni la vita caotica può cambiare!
Ecco 9 idee per tenere i giocattoli in ordine: l'organizzazione per far sì che peluches e mattoncini non conquistino ogni angolo della casa!
1. I peluches oltre che teneri sono molto belli: con un semplice appendiabiti a cerchi fissato sulla porta potrete riporli una volta coccolati in maniera che facciano bella vista di sé, in modo ordinato e accogliente.
(foto 1 http://www.buzzfeed.com/peggy/ways-to-organize-your-entire-life-with-ikea?utm_term=.hooXXykNle#.fuEbbNQnjq)
2. E tutte quelle macchinine che ci troviamo sotto i piedi ogni volta che camminiamo scalzi per casa? Fate come in cucina con i coltelli, o come in bagno con le forcine: usate le strisce magnetiche! Ottime per mantenere l'ordine e super comode.
(foto 2 http://www.keepingupwiththesouths.com/2012/10/pinterest-project-just-hangin-around.html)
3. Anche gli abitini delle bambole sono spesso in mezzo ai piedi, sparsi sul pavimento o infilati malamente in bidoncini. Il risultato è sempre che una stiratina bisogna darla... Trasformate un vecchio porta attrezzi in legno in un mini armadio!
(foto 3 http://www.craftinessisnotoptional.com/2010/05/dress-up-storage.html)
4. Per non parlare di pastelli, gessetti e tutti quei piccolissimi giocattolini che sembrano avere una vita propria. Riciclate i barattoli da cucina, quelli per pasta, riso o cereali. Non importa se sono di dimensioni differenti, saranno lo stesso super carini, e, essendo trasparenti, sarà facile trovare tutto istantaneamente.
(foto 4 http://www.marthastewart.com/1116907/fun-stylish-ways-organize-toys?socsrc=soc_pin_2015_6_3_Homekeeping_Scale_Nocost_B_Posts&crlt.pid=camp.L7NRW4Va3Zc3)
5. Semplici e classici, i cubotti di legno sono perfetti per dividere, ordinare e rendere anche belli esteticamente i giocattoli: potete comprarli, oppure farli in casa con un po' di fantasia e manualità, di tutti i colori oppure monocromi, di varie dimensioni o tutti uguali. Fate voi!
(foto 5 http://chezerbey.com/tour/nursery-after/)
6. E se vostro figlio fosse appassionato di Lego? Anche a questo c'è una soluzione fighissima. Con i componibili Ikea creati apposta per i bambini e per i loro giocattoli, create una sorta di tavolino appiccicando sul piano lavoro la base per le costruzioni (Lego o Duplo, fate voi a seconda dell'età). Nelle scatole sottostanti i mattoncini potranno essere divisi in base alle categorie, e sarà molto più facile tenerli d'occhio!
(foto 6 http://thatcraftyjuls.blogspot.it/2012/01/our-new-lego-table.html)
7. Vi piace lo stile un po' vintage? Perché allora non costruire un mobiletto bellissimo e dal sapore antico? Colorandolo con colori polverosi otterrete un effetto favoloso, e mettendolo nella cameretta diventerà il migliore alleato dei bambini ordinati. E al link della foto trovate le istruzioni!
(foto 7 http://www.ana-white.com/2015/10/free_plans/toy-storage-bin-box-cubby-shelves)
8. E sapete quelle vecchie valige che avete in soffitta e che, con i trolley di ultima generazione, sapete che non userete mai, mai più ma non avete il coraggio di buttare? Se non avete un lettino con cassetti incorporati si rivelano utilissime: non lasciano entrare la polvere grazie alla chiusura e, solitamente, si infilano perfettamente sotto al letto!
(foto 8 http://www.buzzfeed.com/morganshanahan/clever-storage-solutions-for-living-with-kids?bfpi#.ecEoolm3QA)
9. Il giusto spazio e il giusto ordine devono trovarlo anche i libri, che speriamo siamo numerosi quanto i giocattoli: le mensoline e dei cestini appesi alle pareti fanno al caso nostro, mettendo in evidenza i volumi, che colorano la cameretta, e tenendoli perfettamente in ordine.
(foto 9 http://www.apartmenttherapy.com/srens-sunny-with-a-chance-of-smiles-room-my-room-169396)
L'innovativa scuola San Giuseppe di Meda
Lunedì, 25 Gennaio 2016 09:28Ho temporeggiato un po' a scrivere questo articolo: come tutte le cose a cui tieni tantissimo sei diviso tra l'entusiasmo e la paura di non essere in grado di renderne giustizia. Farò quindi del mio meglio per raccontarvi una realtà che io reputo davvero meravigliosa, e alla quale non posso che esprimere la mia gratitudine.
La scuola San Giuseppe è una scuola paritaria che si trova a Meda, in provincia di Monza e Brianza. E' una scuola parocchiale, e prevede un contributo fisso mensile da parte dei genitori e un aiuto pubblico a seconda della fascia Isee di appartenenza. La scuola inoltre viene assolutamente incontro ai genitori che hanno desiderio di sceglierla come scuola primaria per i propri figli ma non hanno la possibilità di provvedere al contributo fisso. Inizio con questo punto perchè credo possa essere l'unico deterrente all'iscrizione del proprio figlio e tengo a precisare la possibilità di dialogare con la direzione in merito.
Iniziamo a raccontare la proposta stupenda di questa scuola! Le grandi competenze umane e professionali della direttrice, la dott.sa Claudia Polloni, hanno portato la San Giuseppe ad effettuare una vera e propria rivoluzione negli ultimi dieci anni, rendendola una realtà assolutamente innovativa e all'avanguardia sia a livello didattico che pedagogico: sono state visitate scuole Montessoriane, Steineriane e le scuole Senza Zaino per osservare e portare alla San Giuseppe ciò che si riteneva maggiormente utile al fine di creare un'offerta formativa eccellente a 360°. Si, perchè la scuola non è solo il luogo dove si impara a leggere e scrivere, ma la "società" in miniatura, dove il piccolo impara molto della vita: per questo all'interno dello staff sono presenti non solo maestre (quasi tutte laureate e alcune che stanno prendendo la seconda laurea con progetti di didattica sperimentale proprio in San Giuseppe), ma anche educatrici. Ritengo questa sinergia davvero efficace e valida per il bambino.
Ecco alcuni punti che mi hanno portato a scegliere per mio figlio la scuola San Giuseppe di Meda:
1. Didattica basata sull'esperienza non sulla passività: imparare non significa appiccicare le nozioni, significa fare esperienza a 360° dell'oggetto di studio così da far si che il bambino impari davvero. Non è uno studio finalizzato a prendere un voto alto e superare la verifica, ma a interiorizzare il concetto. Si parte dal presupposto che gli esseri umani abbiano 13 intelligenze, per cui qualcuno imparerà scrivendo, altri ripetendo, altri ascoltando e molti, moltissimi facendo. Così la lettera A prima di essere scritta 10 volte su un foglio viene creata con materiali, cantata, modellata con i propri corpi coricati a terra e solo alla fine viene scritta su un foglio. Per sviluppare la così detta "manualità fine", non è necessario passare le ore a copiare frasi alla lavagna come purtroppo spesso si verifica nelle scuole: lo stesso risultato si ottiene allenando il piccolo con ago e filo (le lettere vengono cucite sul cartoncino!) per esempio ma il bambino sarà felice e si impegnerà il doppio perchè maggiormente motivato. Così la materia "entra" davvero, questo è apprendimento. Così si costruiscono solide nozioni a mio parere.
2. L'aspetto motorio: i bambini di 6-7 anni imparano principalmente con il corpo, sono gli studi pedagogici degli ultimi 100 anni a dimostrarlo. Inutile inchiodare i bambini ai banchi per ore, metterli in difficoltà e renderli poco interessati all'argomento, lamentandosi del basso rendimento. Meglio far si che il bambino impari attraverso il corpo: così trovi tuo figlio a far lezione in cortile per creare "insieme gruppi omogenei per colore di scarpe" e loro corrono da una parte all'altra per fare gruppi secondo le indicazioni della maestra. In questo modo mettono in gioco non solo la materia ma anche la capacità di collaborare, il tutto divertendosi e applicando le nozioni. Così l'inglese si impara spesso facendo le scenette, quindi mimando il "fare la spesa" o cantanto, perchè tutti sappiamo che il modo migliore per imparare la lingua è trovarsi nella situazione! Allora perchè limitarsi a un "fill in the gap" per poi non capire nulla quando si scende dall'aereo a Londra?
3. I banchi e la classe: i banchi non sono organizzati in maniera tradizionale ma in gruppi e la cattedra è solo una scrivania per la maestra. In questo modo i bambini possono lavorare in WORKSTATION: "lavorare in workstation ha lo scopo di personalizzare la didattica nel rispetto dei tempi di lavoro di ogni alunno. Questa modalità dà la possibilità ai bambini di interagire e collaborare all’interno del gruppo. Rende maggiormente autonomi i bambini rispetto al loro operato all’interno di una dinamica di gruppo. Le workstation sono funzionali all’inclusione di tutti i bambini della classe, con le loro specificità.
Il lavoro è suddiviso ad isole e può essere usato in più modi:
• gruppo omogeneo per livello: è caratterizzato da lavori di esercizio in gruppo con attività differenti nell’ambito della stessa materia e argomento (es. addizioni facili, medie, diffcili); ogni postazione affronta l’argomento con gradi di diffcoltà differenti per permettere il recupero o il potenziamento.
• gruppi non omogenei per livello: lavori di esercizio con attività o materie differenti per ogni stazione, quindi con obiettivi diversi (es.corsivo, ortografa, tecnologia). È richiesta la collaborazione e il lavoro in gruppo per portare a termine il compito che l’insegnante
può supervisionare in modo da personalizzare il suo intervento.
• lavoro individuale di esercizio.
L'insegnante in questo modo può per esempio organizzare l'aula con 3 gruppi che lavorano in autonomia su esercizi che sono in grado di svolgere senza il suo supporto diretto e concentrarsi (sedendosi accanto) su un quatro gruppo che invece tratta un argomento nuovo o che necessita di uno specifico intervento. Chiaramente la qualità del lavoro è significativa.
4. PROGETTO AULA VERDE: "il progetto dell’aula verde alla scuola San Giuseppe nasce della convinzione che l’organizzazione di uno spazio all’aperto inserito in un contesto scolastico offre opportunità di arricchimento per tutti i bambini. Un giardino didattico non è un luogo solo da osservare o dove giocare, ma uno spazio che prende vita attraverso l’interazione e la partecipazione giocata e che stimola al
coinvolgimento con il mondo naturale attraverso diversi approcci e con il continuo utilizzo della percezione. Il rapporto con la natura è un elemento importante perché può rimettere in moto reazioni sensoriali, aiutare a percepire gli stimoli che provengono dall’esterno e ad avvertire le sensazioni interne". In generale il rapporto con la natura è tenuto in grande considerazione: il bambino ha infatti bisogno di vivere all'aria aperta, di correre, di percepire le stagioni, di sporcarsi. Così gli intervalli sono sempre effettuati in cortile a meno che non piova o che il genitore chieda espressamente di non far uscire il figlio per problemi di salute: com'è possibile chiedere a un bambino di 6 anni di stare chiuso in un'aula 4 ore consecutive? Quanti di voi dopo due ore seduti davanti alla scrivania non hanno piacere di sgranchirsi un attimo le gambe e andare a prendere un caffè? Ecco, pensate per un bambino di 6 anni quanto può essere forte questa esigenza.
5. AGORA': ogni mattina appena i bambini entrano in classe si siedono su un tappetone presente in classe (si ogni classe ha un "angolo morbido!) con i loro cuscini portati da casa e parlano confrontandosi con l'insegnante sulla programmazione della giornata, eventi che si sono verificati, litigi, paure e ansie, regole e di tutto ciò che hanno piacere di condividere con la classe. Credo che questo sia uno strumento davvero meraviglioso per il bambino, perchè insegna a riflettere, confrontarsi e a sviluppare competenze psicologiche spiccate. Così le regole sono sempre presentate, spiegate ed eventualmente messe in discussione per essere migliorate: spesso sono proprio i bambini a fornire spunti interessanti per migliorarle. "Il momento dell’agorà ha come obiettivi principali la possibilità di condividere la routine scolastica in modo sereno, permettendo il controllo dell’ansia relativa alle novità, e di educare i bambini al rispetto dei tempi. Viene utilizzata anche per il lancio delle attività, per la presentazione della giornata, per la preghiera, come spazio di confronto sul progetto educativo annuale ed eventuali situazioni di classe. Con i bambini saranno sperimentate e condivise le regole per il corretto funzionamento di questo momento."
6. AULA RE MIDA: ispirata al museo Muba di Milano dove le insegnanti hanno svolto corsi di formazione e all'innovativo Reggio Approach delle scuola di Reggio Emilia che tutto il mondo ci invidia, l'aula Re Mida "promuove un modo nuovo di vivere la didattica e di “costruire competenze”. In questo luogo i materiali scartati dalla produzione industriale e domestica si trasformano diventando altro, permettendo ai bambini di scoprire e potenziare conoscenze. Le conoscenze non vengono trasmesse ma costruite insieme attraverso l’esperienza e la manipolazione". Così i bambini costruiscono le lettere, contano, chiaramente con grande piacere, entuasiasmo e anche tanta volontà di fare bene.
7. MATERIALE IN CONDIVISIONE: a scuola non si porta il portapenne ma il materiale è appunto in condivisione, organizzato a secoda della tipologia in appositi contenitori. A seconda dell'attività che si deve svolgere un membro per gruppo si occupa di reperire il necessario per tutti. In questo modo viene insegnato il rispetto per il bene comune oltre che alleggerire gli zaini.
8. Individualizzazione della didattica ma NON "IN UNA CAMPANA DI VETRO": l'obiettivo è dare il meglio di sè e per fare questo è necessaria grande attenzione al percorso didattico ed educativo del bambino. Ciò però non significa pretendere poco o far si che il bambino viva sotto una campana di vetro iper-tutelato. I bambini hanno bisogno di affrontare piccole grandi sfide quotidiane, di provare la frustrazione e la rabbia e con l'aiuto dei genitori e delle maestre saranno in grado di imparare a gestirle: così gli intervalli sono un luogo fondamentale per i piccoli per relazionarsi con i compagni, litigare, confrontarsi e imparare davvero cos'è la vita.
9. LIM: anche alla San Giuseppe sono presenti le lavagne elettroniche. E la bella notizia è che qui non sono usate come l'ennesimo strumento di apprendimento passivo per il bambino privo di ragionamento, ma in maniera intelligente, quindi dinamica e basata sul "fare esperienza".
Per maggiori informazioni scarica il piano dell'offerta formativa qui.
Giulia Mandrino