Gli oli essenziali perfetti per la stagione autunnale
Venerdì, 14 Ottobre 2016 17:23Ogni stagione porta con sé profumi e sapori. Le temperature, poi, spingono a cercare aromi più consoni (la menta in estate e la cannella in inverno, ad esempio). Lo stesso vale per l’aromaterapia: certi oli essenziali sono decisamente più adatti a determinate stagioni, sia per l’atmosfera che creano, sia per i benefici.
In questi giorni siamo entrati prepotentemente in autunno: le temperature sono precipitate, i primi malanni di stagione fanno capolino e quel che ci vuole è una bella sessione aromaterapica per dare una svolta alla giornata!
Ecco l’aromaterapia per l’autunno: gli oli essenziali perfetti per la stagione autunnale.
Scegliete voi come disporne: potete diffondere i vostri mix di oli autunnali attraverso i diffusori, oppure prepararvi un bagno caldo. O, ancora, preparare uno spray: basta raddoppiare o triplicare le gocce dei mix che vi proponiamo, aggiungerle a due cucchiai di vodka e metterle in una bottiglietta spray di vetro da 225ml (riempiendo poi con acqua).
- Partiamo dai profumi tipici dei mesi più freddi, quelli che, entrando in casa, fanno pensare a coccole e benessere. Si tratta del pan di zenzero, della cannella e della noce moscata. Il loro profumo è riconoscibile e molto forte. Ecco perché dovrete metterne poche gocce, nel diffusore: 3 gocce di olio essenziale di zenzero (Zingiber officinalis), 1 di foglie di cannella (Cinnamomum verum) e 1 di olio essenziale di noce moscata (Myristica Fragrans Houtt).
- Anche gli agrumi rimandano subito ai mesi freddi e all’inizio dell’autunno: manca poco alla loro maturazione, quindi perché non iniziare ad assaporarli attraverso l’olfatto? Mischiate 3 gocce di olio essenziale di arancia dolce (Citrus sinensis), 2 di abete Douglas (Pseudotsuga menziesii) e 1, di nuovo, di cannella (Cinnamomum verum) per un aroma avvolgente.
- Anche non abbinandolo alla cannella, il profumo degli agrumi avrà un effetto antistress. Mischiate di nuovo le 3 gocce di arancia dolce con le 2 di abete Douglas, quindi aggiungetene una di olio essenziale di limone (Citrus x limon).
- Se invece volete sentire un profumo più montano, all’abete Douglas (6 gocce) e all’arancia dolce (3 gocce) abbinate l’olio essenziale di vetiver (Vetiveria zizanoides), utilizzandone una goccia.
- Se amate il Chai Tea, sappiate che potete ricrearne gli aromi anche attraverso il diffusore, per odorarlo tutto il giorno. Basta utilizzare gli oli corrispondenti agli ingredienti del vostro tè preferito. Mischiate quindi una goccia di cannella (Cinnamomum verum), una di zenzero (Zingiber officinalis), tre di cardamomo (Elettaria cardamomum) e una di vaniglia.
- Anche il ginepro è un profumo tipicamente autunnale che vi avvolgerà corpo e mente: utilizzatene quattro gocce (Juniperus communis) abbinandole a sei di olio essenziale di aghi di pino (Abies sibirica) e a due di Salvia Sclarea.
- Sapete? Esiste anche l’olio essenziale di caffè. Se amate il sapore e vi piace svegliarvi con il suo profumo, approfittatene, e chiedete al vostro erborista il Coffea arabica L. Utilizzatene 6 gocce e ammorbiditene l’aroma con due di vaniglia.
- Quando avrete invece voglia di un profumo un po’ orientale e un po’ autunnale, create il vostro mix di aromi partendo dall’olio essenziale di Patchouli (Pogostemon Cablin). Alle sue tre gocce aggiungetene due di incenso (Boswellia carteri), due di aghi di abete (Abies sibirica) e due di arancia dolce (Citrus sinensis).
La redazione di mammapretaporter.it
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Come veganizzare le ricette variando gli ingredienti
Venerdì, 14 Ottobre 2016 13:13La scelta vegana comporta l’eliminazione totale di tutti quegli ingredienti che derivano da animali (o dalla produzione animale). Le ricette che non li prevedono sono molte, ma a volte si fa fatica a trovare il perfetto sostituto del prodotto animale nelle ricette “normali” e onnivore. E anche chi non è vegano come me ha piacere, sopratutto per i bimbi, di rendere le torte, e in generale le ricette, più leggere e sane con la formula veg, quindi priva di derivati animali.
Basta però conoscere gli ingredienti, capire quali sono meglio per determinate ricette e abbandonare così in maniera sicura e tranquilla i derivati animali.
Ecco come veganizzare le ricette variando gli ingredienti: quali sono i prodotti vegetali perfetti per sostituire gli alimenti di origine animale
- Il latte: è forse il primo ingrediente che viene in mente, e per fortuna in questo caso di sostituti ce ne sono moltissimi, anche perché il latte è proprio uno dei prodotti più consumati e più utilizzati nella composizione di piatti più complessi. Dal latte di soia fino a quello di mandorla e a quello di riso avrete l’imbarazzo della scelta. Calcolate però sempre la densità del latte: nei dolci, ad esempio, è sempre meglio quello di mandorla o avena, un pochino più corposo. Se però preferite il sapore degli altri, basta ridurre un po’ la quantità.
- Il latte condensato: quando la ricetta prevede il latte condensato, basta utilizzare al suo posto il latte di cocco in lattina.
- La panna: di nuovo, utilizzate il latte di cocco in lattina, stavolta mettendolo però in frigorifero e utilizzandone la parte solidificata in superficie.
- Il burro: altro ingrediente che appare spesso nelle ricette e che sarebbe meglio non utilizzare nemmeno quando si segue una dieta non-vegan. Al suo posto scegliete la margarina, o, ancora meglio, l’olio di semi (di girasole o di soia, che hanno un sapore delicato, oppure di arachide).
- Il latticello: in questo caso utilizzate del latte di soia. A 250 millilitri unite un cucchiaio di aceto di mele o di succo di limone (e lasciate riposare per qualche minuto).
- Lo yogurt: in commercio ne esistono già di vegetali, ottenuti a partire dal latte di soia o di mandorla.
- Le uova: la questione si fa più complicata, perché dipende dal tipo di ricetta. Nella torte, ad esempio, le si può sostituire con le banane (un uovo corrisponde a una banana piccola schiacchiata) oppure con la polpa di mela (un uovo qui corrisponde a un cucchiaio). Quando servono solo gli albumi, utilizzate l’agar agar, mescolandola con l’acqua.
- La gelatina: come per la sostituzione dell’albume delle uova, per la gelatina vegan basta utilizzare la polvere di agar agar, seguendo le istruzioni sulla confezione.
- Il miele: basta utilizzare un altro dolcificante che abbia più o meno la stessa consistenza. Optate per gli sciroppi d’agave e d’acero, e utilizzatene le medesime quantità.
- Il formaggio: il sostituto migliore del formaggio è sicuramente il tofu, da consumare cucinato. Per quello grattugiato scegliete invece il lievito alimentare in scaglie.
- La carne: l’ingrediente vegan che si avvicina di più è sicuramente il seitan, con il suo sapore molto simile e la sua versatilità (http://www.mammapretaporter.it/alimentazione/family-food/8-ricette-con-il-seitan).
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I giochi di riciclo da proporre per il giardino condominiale
Venerdì, 14 Ottobre 2016 12:53Sì, i bambini possono giocare nel giardino e nel cortile condominiale. Anzi: devono! Ve l’abbiamo spiegato proprio poco fa e oggi è la volta di parlare di cosa dovrebbe esserci in questi giardini condominiali. O meglio: di cosa potrebbe esserci se tutti si mettessero d’impegno e, con poco sforzo e pochissimo denaro, cercassero di rendere questi spazi comuni ancora più belli per i nostri bambini.
Meglio pensarci subito: sappiamo che, quando si propone qualcosa all’amministrazione, i tempi sono lunghetti. Provate quindi a pensare cosa vorreste nel vostro cortile per i vostri bimbi, parlatene con gli altri condomini e puntate sul riciclo: in questo modo il giardino sarà sostenibile, economico e alla portata di tutti.
Ecco i giochi di riciclo da proporre per il giardino condominiale: nel prato o nel cortile, i giocattoli a poco prezzo e basso impatto per rendere divertenti gli spazi comuni in città
- Non buttate i vecchi pneumatici: le gomme riciclate si trasformano con pochissimo in percorsi a ostacoli adatti a tutti, dai più piccoli ai più grandi.
(foto 1 http://www.creatingreallyawesomefunthings.com/tire-recycling/)
- Le casette per giardino, così come gli scivoli e le altalene, piacciono davvero a tutti i bambini. Non serve comprarne di costose: la sicurezza prima di tutto, ma potrete trovarne di bellissimi anche nei negozi dell’usato per bambini.
- Per i più piccoli basta poco: con gli altri genitori potreste creare delle pareti sensoriali con materiali riciclati, da appendere alle pareti del cortile che danno sul giardino per renderle ancora più colorate.
- Ricordate le balance board? Sono semplicissime assi di legno sorrette da due blocchi che si trasformano in un gioco educativo e motorio per i più piccoli e per una sfida divertente per i più grandi.
(foto 2 http://parentteachplay.com/inlieuofpreschool.com/wp-content/uploads/2012/05/DSC_0007-0014.jpg)
- Per una balance board ancora più stimolante, basta cercare e tenere da parte dei tronchi irregolari, che dopo una semplice levigatura diventeranno percorsi perfetti da piazzare in giardino.
(foto 3 http://www.pequefelicidad.com/2015/12/las-ideas-mas-inspiradoras-para.html)
- Terza opzione per la balance board riciclata da vecchi pezzi di legno è lo zigzag: anche questo è molto stimolante, ludico e performante.
(foto 4 https://matkawariatka.pl/niedrogie-ekologiczne-i-mega-rozwijajace-ogrodowe-place-zabaw/)
- Gli essere umani dovrebbero imparare a stare molto più tempo a piedi nudi: con i materiali che trovate in natura - sassi, foglie, tronchi, sughero, paglia… - potete realizzare un piccolo percorso sensoriale sul quale i bambini cammineranno e si sentiranno a contatto con la natura anche in città.
- Chiedete agli altri genitori di non buttare i tappi delle bottiglie per qualche tempo: potrete creare insieme una tenda in giardino divertentissima, sensoriale e anche bella.
(foto 6 https://it.pinterest.com/pin/529243393689066973/)
- Anche le lattine di metallo torneranno utili: costruite un gioco per allenare la mira. Siamo certi che tutti i bambini ci vorranno giocare.
(foto 7 http://simpleasthatblog.com/2014/04/25-recycled-tin-can-crafts-and-projects.html)
- E infine il materiale di riciclo più in voga negli ultimi anni: il pallet. Potrete costruirci casette o vasche per la sabbia. In ogni caso, una soluzione cheap dalla grande resa.
(foto 8 http://www.letthechildrenplay.net/2013/10/20-playful-ideas-for-using-pallets-at.html)
La legge della madre di Murphy
Venerdì, 14 Ottobre 2016 05:02Le leggi che regolano l’universo sono varie ed esci dalla scuola dell’obbligo pensando di poter citare perlomeno le piú conosciute, illusione in cui vivi anche durante la tua vita adulta o almeno finché, un giorno, diventi madre.
In quel preciso momento l’universo si accorge di te (un po’ come tu magicamente ti accorgi dei parchi giochi dopo aver figliato) e comincia a fartelo sapere attraverso l’influenza di una legge che ignoravi totalmente e di cui pochi parlano: quella della madre di Murphy, per cui stai pur certa che, se sei madre e qualcosa si puó complicare, si complicherá. I principi di questa legge sono pochi e semplici:
• Sei genitore: benché si possa applicare anche ai padri, le madri ne sono decisamente le vittime preferite
• Ti trovi in una situazione nuova o stressante in compagnia dalla tua prole • Spesso le manifestazioni della legge avvengono davanti ad un pubblico piú o meno nutrito di madri/nonne/uomini d’affari
• In generale, frasi del tipo “speriamo vada tutto bene” o “perché mai dovrebbe succedere proprio ‘sta volta” funzionano da tromba da stadio per l’universo che decide di punire la tua leggerezza nel giro di pochi minuti Le prime avvisaglie che la madre di Murphy aveva allungato la sua longa mano su di me sono arrivate giá sul finire della gravidanza.
A febbraio, a due settimane dal parto, causa fuga, sigillarono i rubinetti del gas di tutto il palazzo dove viviamo, lasciandoci senza acqua calda né fornelli. Una tragedia che si sarebbe potuta trasformare in una apocalisse se non avessimo (per fortuna) il riscaldamento elettrico. Con la tipica agilitá ed energia di una donna incinta di nove mesi, fino al parto, per farmi una cacchio di doccia, ogni volta dovetti farmi la borsa per portarmi tutto dai miei suoceri camminando 15’ per andare e 15’ per tornare.
Peccato poi che in questa situazione rimanemmo altre 3 settimane, quando ormai la nena era giá a casa. Come é facile intuire, fu un gran divertimento gestire una neonata e un post parto senza acqua calda corrente; un dettaglio che ha reso il nostro puerpuerio ancora piú speciale.Cominciammo benissimo. In quel momento pensai che avevo solo avuto (un bel po’ di) sfiga. Non avevo ancora capito che ero giá succube della influenza della suddetta madre. Mi ci vollero ancora alcuni episodi per rendermi conto del fatto che qualcosa era cambiato sul serio.
Non furono tutti eclatanti come quello della canna del gas (mai nome fu piú azzeccato), bensí piú quotidiani. Infatti, siamo sincere, quale madre non ha gioito almeno una volta accorgendosi di una cacca sulla porta di casa proprio quella volta che é di corsa perché ha un appuntamento (leggi “pediatra”, perché altri appuntamenti, nei primi mesi, io li avevo solo con me stessa allo specchio e nemmeno troppo spesso)?
Esiste anche la variante: vivi al sesto piano e stai uscendo di corsa per andare dalla pediatra (come no), carica come uno sherpa, sola, con la bimba che finalmente dorme, dopo averci messo un’ora per preparare e portarti tutto ció che ti serve o potrebbe servire. E l’ascensore non funziona. Le madri poi sanno che i bebé hanno un settimo senso (il sesto non é sufficiente per descrivere questo loro super potere) e non sbagliano: appena prendi sonno, dopo averci messo 2 ore ad addormentare il frutto del tuo grembo ed aver “perso tempo” per salutare il tuo compagno dopo settimane passate a incrociarsi per casa, tuo figlio immancabilmente si sveglia.
Idem nei rarissimi giorni in cui programmate una cena, non dico romantica, ma almeno seduti allo stesso tavolo, nello stesso momento. Un lusso, vamos. In questo caso il frutto si sveglia ogni 10’ per tutta la durata della cena. Finché ognuno mangia per i cavoli suoi e vi salutate con un grugnito. A quel punto il bebé puó dormire tranquillo e, infatti, lo fa. Ovviamente, se devi prendere un mezzo pubblico, tuo figlio, che ha dormito sereno nel marsupio fino a 30 secondi prima di salirci, deciderá che é il momento migliore per stiracchiare le sue corde vocali e non si zittirá finché non gli metterai la tetta in bocca davanti agli sguardi severi di mamme, nonne e sconosciuti di ogni sorta. E sarai fortunata se ti sei potuta sedere per farlo.
Nei giorni poi in cui sei particolarmente distrutta e l’unica cosa che pensi é “adesso la metto a letto e finalmente ceno tranquilla con la mia birretta (se non allatti, perché se allatti non hai nemmeno questo piacere) e il facebook aperto” lei, invece di addormentarsi all 8.30 in 5’ come fa da qualche tempo, alle 10.30 sta ancora gorgheggiando al lampadario tirando i tuoi capelli col suo pugnetto chiuso mentre tu fai training autogeno per non scoppiare in lacrime e scappare di casa urlando.
Giuro che io ho provato a ignorare questa legge e ad avventurarmi in grandi spostamenti in bus, o a dirigermi sola con la bimba all’ufficio anagrafe per farle la carta di indentitá pensando “che sará mai” o “dai, questa non é l’Italia”. Ho provato ad abbozzare davanti alla tipa che mi sibila all’orecchio che per calmare mia figlia dovrei provare a darle il mio dito da succhiare, o a non scoppiare a piangere davanti al dipendente pubblico che mi rimbalza, mentre la nena strilla come un’aquila, perché la foto fatta da me sul fasciatoio non é professionale (ha due mesi, cosa diamine devo fare, trucco e parrucco per farle una fototessera? Non sta nemmeno seduta!). Ci ho provato e per parecchio tempo non sono riuscita a dimenticarmi veramente di questa sfiga latente da madre novella, cosa che mi ha condizionato non poco.
Finché un giorno ho deciso di abbracciare questa realtá invece di resisterle e, per sopravvivere, ho cominciato a buttarla sul ridere ogni volta che ho potuto, fregandomene di tutto e tutti. Perché anche una povera madre avrá pur diritto di uscire, socializzare, insomma vivere, no? E, sorpresa delle sorprese, la madre di Murphy sembra aver apprezzato questo approccio e col passare del tempo ha deciso di ricordarmi la sua legge molto piú raramente e solo quando mi ostino a pensare che ho ancora il controllo della mia vita.
Come l’altro giorno, ad esempio, quando l’universo ha deciso di richiamarmi all’ordine, perché nonostante i 19 mesi di esperienza, continuo a peccare di ingenuitá. É domenica e partecipo ad una gara di Crossfit rappresentando il nostro box (si, sono madre crossfitter, compagna di un allenatore di Crossift...ma questa é un’altra storia). Visto che dobbiamo essere a destinazione alle 8.30, la nena che si sveglia sempre alle 6.30 decide che é una buona giornata per ronfare piú del solito. Ci prepariamo in fretta e furia per stare fuori praticamente tutto il giorno. Prima di inforcare la porta, in uno sprazzo di luciditá controllo che nella onnipresente borsa da passeggino ci siano pannolini a sufficenza. Nella bustina, oltre ai pannolini trovo l’immancabile cambio: dei leggins e un body, perfino coordinati. Da non credere. A quel punto non so bene perché, penso “sono 19 mesi che mi porto dietro un cambio ogni santo giorno. Non mi é mai servito. Dove andiamo non ci sono pozzanghere, né mare”. E decido sostituire il cambio per due pannolini in piú, facendo finta di non sentire le trombe da stadio risuonare per tutto il cosmo.
Ció che é successo dopo é da manuale. L’universo ha fatto in modo che il buon padre cercasse di recuperare il ritardo guidando come un delinquente e che all’ultima frenata la nena vomitasse, per la prima volta nella sua vita, l’intero biberon su se stessa, il seggiolino e la famosa borsa, in cui purtroppo, come sappiamo, il cambio non c’era piú. Risultato: la macchina puzza peggio di una stalla (noi poi usiamo formula di latte di capra, non aggiungo altro); papá finisce a lavare il seggiolino negli spogliatoi della palestra che ci ospita; io vesto la nena con un cardigan che doveva servire in caso di freddo e un pantaloncino che uso per allenarmi ripreso con un paio di elastici per capelli per tenerlo sú. Inutile dire che la poverina sembrava figlia di nessuno e che io ho passato tutto il giorno con il terrore che prendesse freddo e che quindi si dormisse peggio del solito. Insomma, tutto nella norma. Cara madre di Murphy, visto che mi sembra di capire che non impareró mai, abbia clemenza e accanisciti al piú presto su di un’altra madre. Grazie.
Nicoletta Trombini
Il decalogo per dire NO al bullismo
Giovedì, 13 Ottobre 2016 06:05Fare x Bene (farexbene.it) è una onlus che da sempre promuove e realizza progetti per contrastare ogni forma di violenza. Tra queste forme di violenza, purtroppo, spicca il bullismo, ancora troppo presente nelle nostre scuole. Ecco perché OVS si è messa al fianco di Fare x Bene Onlus, creando un progetto dedicato alla prevenzione sul tema.
Il progetto si chiama “BullisNO! - Chi bulla perde” e, da settembre, si rivolge ai docenti e ai genitori delle scuole per dare loro gli strumenti necessari per affrontare questo delicatissimo e pesantissimo tema con i figli.
Tra le iniziative (dal contest alle video-lezioni) spicca il decalogo. Una lista semplice, eppure significativa, da tenere sempre, sempre, sempre a mente!
Ecco il decalogo per dire NO al bullismo: da OVS e Fare x Bene Onlus le regole per prevenire e contrastare il bullismo, tema violento presente in troppe scuole
La prima regola è il RISPETTO - VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI. Insegnare ai bambini il rispetto e l’educazione nei confronti tanto degli adulti quanto dei coetanei significa prevenire la violenza.
La seconda è il DIALOGO - PER NON LASCIARE I FIGLI SOLI CON PROBLEMI E PAURE. Sembra una regola scontata, ma a volte è difficile parlare, soprattutto quando sono i genitori per primi ad avere paura delle risposte. Non assecondiamo la fatica dei nostri figli a parlare, ma stimoliamoli creando un clima accogliente e di scambio reciproco, nel quale ognuno porta il suo timore.
L’ATTENZIONE (AI SILENZI - A VOLTE LE “NON PAROLE” VALGONO PIU DELLE PAROLE”) è il terzo punto de decalogo. I bambini vittime di bullismo e cyberbullismo si chiudono nel loro dolore ed evitano il dialogo. Prendetelo come un segno.
La quarta regola riguarda l’AUTOSTIMA, DA COLTIVARE AFFINCHÉ SIA IN GRADO DI NON SUBIRE VIOLENZE ALTRUI: supportate i vostri figli, fateli sentire capaci, nonostante gli errori (che possono capitare). Se avranno un buon livello di autostima saranno più difficilmente vittime dei bulli!
Si continua con il CONTROLLO DELLE EMOZIONI - INSEGNA AD ESPRIMERLE IN MODO COSTRUTTIVO E NON DISTRUTTIVO, che si inserisce nella regola del dialogo e che vuole essere un modo per insegnare ai ragazzi a non ripiegare sulla violenza quando provano emozioni negative.
Non è una ripetizione: la sesta regola è REGOLE. Sottotitolo: CHIARE E CONDIVISE SULL’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE E DEI SOCIAL NETWORK. Tempi, modalità, riconoscimento dei pericoli, confronto. Tutto ciò che, insomma, è di buon senso.
La RESPONSABILITA’ riguarda poi LE PROPRIE AZIONI E LE PROPRIE SCELTE. Insegnare la responsabilità vuol dire insegnare la fiducia nelle proprie azioni, ma anche le conseguenze. Esserne consapevoli rende i ragazzi più cauti prima di agire. Soprattutto quando si tratta dei social network.
CONOSCERE I PROPRI DIRITTI E I PROPRI DOVERI: anche questa regola fa parte del decalogo, ed è direttamente conseguente a quella precedente, che riguarda la responsabilità.
In questo mondo non si può fare finta che internet non esista, e in effetti la penultima regola risponde al nome di INTERNET: NON DEMONIZZARLO, MA USARLO INSIEME E CONSAPEVOLMENTE. I nostri figli sono nativi digitali, e conoscere il web p una loro necessità per vivere. Affianchiamoli quindi nella loro conoscenza e nell’approccio a internet, in modo che ne conoscano sì le potenzialità, ma anche i pericoli negativi che spesso faticano a riconoscere o sminuiscono.
Ultima, semplicissima regola: NO. IMPARA A DIRLO E INSEGNA A TUO FIGLIO A DIRLO. Sappiate dire di no, in modo che i bambini crescano con la consapevolezza che ci sono cose giuste e cose sbagliate, a prescindere dai propri bisogni e desideri.
10 camerette in stile Scandi e Nordico
Mercoledì, 12 Ottobre 2016 06:58Se l’amore nei confronti dello stile scandinavo e nordico sta sempre più crescendo negli ultimi anni un perché c’è: le linee pulite e rigorose, i colori tenui e i materiali naturali sono il mix perfetto per la vista. E anche dal punto di vista pedagogico in effetti lo stile nordico è molto alla portata dei bambini: i mobili sono a loro misura, il legno domina e in questo modo l’educazione montessoriana si fa da sé.
Provate ad ispirarvi da queste immagini per ricreare nella cameretta dei vostri bimbi lo stile danese, svedese, finlandese e norvegese che tanto ci piace. Fate attenzione al mood generale che si genera dai dettagli!
Ecco 10 camerette in stile Scandi e Nordico: i colori tenui, le linee geometriche e il legno sono la caratteristica delle bellissime stanze scandinave
- Il primo dettaglio da notare sono i colori: prediligete sempre il bianco, che dà profondità e senso di continuità, o al massimo optate per colori pastello tenui e delicati.
(foto 1 http://www.acasadiro.com/scandinavian-style/)
- Il bianco sceglietelo non solo per le pareti e le porte, ma anche per gli elementi presenti nella camera. Sia maschile sia femminile, è un colore che sta bene con tutto e, nonostante l’apparenza, è molto caldo.
(foto 2 http://blog.paulinaarcklin.net/2016/08/a-tire-swing-styling-for-little-girl.html)
- Per l’organizzazione dei giocattoli e dei materiali in camera, scegliete sempre il rigore e l’ordine geometrico: sfruttate i moduli dei mobili (come questi in fotografia, dell’Ikea - sempre meglio se in legno chiaro), per giocare visivamente e rendere tutto davvero ordinato e nordico.
(foto 3 http://petitandsmall.com/ikea-storage-ideas-kids/)
- Sempre dell’Ikea (che dovrà diventare il vostro pusher ufficiale di mobili, se amate davvero lo stile nordico) è la linea Flisat per bambini (http://www.ikea.com/it/it/catalog/categories/series/34517/): se combinate i mobili e gli elementi proposti, mantenendo lo sfondo bianco o tenue, otterrete senza sforzo una cameretta super scandi.
(foto 4 http://petitandsmall.com/ikea-new-collection-for-kids-flisat/)
- La “casetta” è una forma molto scandinava: ricreatela sui mobili (letti o mensole) per un effetto accogliente, giocoso e ordinato.
(foto 5 http://petitandsmall.com/shared-room-inspiration-ikea/)
- Oppure, ancora più semplice, dipingetela sulle pareti, in un gioco geometrico divertente e non eccessivamente stravagante.
(foto 6 http://www.mommodesign.com/little-houses.html-3)
- Al posto della casetta, però, potete provare a dipingere anche dei profili montuosi, super geometrici e accoglienti allo stesso tempo.
(foto 7 http://www.mommodesign.com/mountains-decor.html)
- Abbiamo detto che non solo il bianco fa “nordico”, anche se i colori devono essere sempre abbastanza tenui e pastello. Se li amate più del bianco, sfruttateli per dividere visivamente le “parti” della camera condivisa da più fratelli!
- Mixate mobili vintage e pezzi moderni: non pensate che sia una soluzione disordinata. Anzi: l’effetto è davvero bellissimo e personale.
(foto 9 https://www.babble.com/home/10-scandinavian-inspired-kids-rooms/)
- E alla fine non preoccupatevi della dimensione della cameretta: potrà essere anche piccola piccola, ma con uno stile così saranno tutte super accoglienti e coccolose.
(foto 10 http://www.digsdigs.com/31-dreamy-and-soft-scandinavian-kids-rooms-decor-ideas/)
Vorrei ma non posso...
Martedì, 11 Ottobre 2016 12:55Prima di diventare mamma, ero la donna delle to do list. Qualunque cosa dovessi organizzare, io la mettevo in una lista, e il momento in cui potevo finalmente depennarla era quasi idilliaco. Quella sensazione di aver adempiuto ad un compito, che fosse comprare la carne per la cena o dare l’esame di marketing entro la fine del semestre, mi metteva una gioia immensa. Sono sempre stata metodica, ordinata fino alla nausea, tutto doveva essere sistemato e al suo posto, incasellato nel grande schedario della mia vita. La mia casa era una piccola bomboniera splendente, minimal ma confortevole. I cassetti avevano divisori, gli armadi spolverati tutte le settimane, i vetri puliti anche nei giorni di pioggia e i panni sempre lavati e stirati. Facevo piccole liste e tutto funzionava alla grande. Avevo capacità organizzative veramente notevoli. Vabbè dai fatemi fare un po’ la sborona!
Poi ho partorito la prima figlia, e come vi ho già raccontato, mezz’ora dopo essere rientrata dalla clinica, la mia casa era un delirio. E tutto il gran casino che sentivo dentro di me, c’era anche intorno a me. Gli oggetti della mia casa erano come i miei ormoni: in un subbuglio totale, spostati da mani davvero indelicate che toccavano e sistemavano le MIE cose senza nemmeno chiedermi dove andassero messe. Ma ovviamente la priorità era la mia meravigliosa bimba, e quindi dovevo soprassedere e resistere alla tentazione di infilarmi i guanti, buttare tutti fuori e mettermi a pulire e sistemare secondo il MIO ordine, con il mio metodo. Il primo figlio ti sconvolge la vita, si sa. Perché ovviamente tu non sai cosa ti aspetta, puoi solo immaginarlo leggendo e ascoltando le esperienze di chi ci è passato prima di te. E non sto qui a elencare nuovamente in che modo cambia la nostra routine…tanto lo sappiamo per bene che non si dorme, non ci si lava, si pranza in piedi in 30 secondi…tutto già visto, già detto mille volte.
E tutto si supera, perché i figli crescono, i ritmi cambiano ma ci si abitua, perché l’essere umano se lo vuole ha una capacità di adattamento formidabile. Non per niente Darwin ce lo ha spiegato per benino che da plancton semo riusciti a arrivà sulla luna. Cioè porca miseria, ci siamo evoluti in un modo incredibile…certo ci sono voluti milioni di anni per arrivare dove siamo…ma perché dovrebbe essere così difficile passare dalla vita da donna a quella da mamma?
Eppure…lo è. Difficile intendo. Si supera eh, lo ribadisco, ma noi lo sappiamo quanto è complicato. Perché secondo me non dipende nemmeno tanto dal fatto che non si dorme, non si tromba, non si esce e se si esce lo si fa con un tir di roba da portarsi dietro, si ingrassa, fanno male le tette, gli ormoni ci pugnalano alle spalle, i capelli cascano e ricrescono bianchi. No. Non è questo. Secondo me tutto sta nel riuscire ad accettare che se un figlio entra nella tua vita, tantissime cose non le riesci a fare. Badate bene. Non è che noi madri non le vorremmo fare, ma non le possiamo proprio fare. Perché dentro di noi scatta quella cosa meravigliosa che si chiama istinto materno che accidenti a lui, reimposta il nostro sistema operativo da donna 2.0 a madre 5.0
Che dire, un salto notevole non vi pare? Tutti gli upgrade li saltiamo a piè pari, si disinstalla da solo, senza nemmeno chiederlo e parte un autorun che porca miseria tu stai lì e vedi le finestrelle che si colorano…e vorresti schiacciare annulla, posticipa, installa più tardi…ma niente da fare. Il sistema si riavvia e sei fottuta!
Whatsapp trilla “ciao! Vieni a prendere un caffè con noi, dai molla il nano per due ore”.
Tu prendi il telefono in mano, mentre attaccato alla tetta hai quel miracolo stupendo tutto profumato e grinzoso, e scrivi “ma certo…dove ci vediamo?”’…e poi lo cancelli…perché pensi che mentre stai via, quel fagottino che è stato dentro te per 9 mesi, potrebbe svegliarsi e tu non sarai lì a coccolarlo, e baciarlo, e cullarlo. E senti che devi stare lì, con lui. Ma una parte di te Dio solo sa se vorrebbe andare a bere quel caffè con le amiche…eppure resti a casa.
Ma poi, ad un certo punto, proprio perché siamo meravigliose macchine, trovi la forza per iniziare a staccarti…e inizi quel processo che darà a entrambi una nuova individualità. Quel bimbetto la cui mamma è l’intero universo, inizia a guardarsi attorno e si accorge che può iniziare ad andare da solo…i primi passi sono l’inizio di un cammino verso la scoperta del mondo, e da lì in un battito di ciglia li ritrovi già grandi. E sapete qual è la cosa meravigliosa? Che ho scoperto che ogni età è affascinante, e mi levo dal coro di quei genitori che dicono “figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi”. Che modo orribile di etichettare un bimbo. I figli non sono un problema, non dovrebbero mai esserlo. E se a 2 anni ci fanno disperare coi capricci e sciogliere con quella vocina di miele che farfuglia ragionamenti strambi, a 7 si sentono già grandi e sbuffano e sbattono i piedi, e poi la sera si sdraiano vicino a te e mentre prendono sonno ti raccontano dell’esperimento scientifico di cui hanno parlato a scuola. E tu chiudi gli occhi, e li immagini grandi…così belli…pieni di voglia di vivere.
Le mie giornate adesso sono lunghe, e ho ricominciato a stilare to do list. Per 8 ore sto lontana dai miei bimbi, quindi posso garantirvi che spunto davvero tante delle cose che metto in lista. Ma loro stanno nella mia testa in continuazione, ci penso ogni istante, e so che sarà sempre così. Avranno 40 anni e io penserò “speriamo che abbiano messo il giaccone stamattina…”. Ma ovviamente mi guarderò bene dal chiamarli per ricordarglielo…spero…
Quindi sono passata da “faccio ciò che voglio quando voglio” a “vorrei ma non posso”, per poi arrivare a “ricomincio a prendermi un po’ della mia vecchia vita”. Che dire. Non è poi così male.
Cinzia Derosas
8 ricette con il Seitan
Martedì, 11 Ottobre 2016 12:22Se anche voi amate il seitan e volete sfruttarne i benefici utilizzandolo al posto della carne, saprete che è davvero buono. Se però spesso rinunciate a cucinare perché non avete idee o perché vi sembra di proporre sempre gli stessi piatti sappiate che di ricette con il seitan ne esistono davvero moltissime, e in tutti i casi i risultati sono davvero gustosi.
Ma innanzitutto, cos'è il seitan? Il seitan altro non è che un alimento di origine vegetale ricco di proteine e con pochi grassi, un impasto ricavato dal glutine del grano di tipo tenero o farro o khorasan (e quindi non adatto a chi soffre di celiachia o a chi è intollerante al glutine). La sua consistenza lo rende parecchio versatile ed è ottimo in cucina per sostituire la carne e i derivati di origine animale in caso di dieta vegana o vegetariana.
Ecco 8 ricette con il Seitan: dal classico ragù alle “costolette” barbecue, i modi per cucinare questo alimento super proteico derivato dal glutine del grano tenero e dei cereali.
Il ragù di seitan
Questa ricetta è tratta dal nostro libro “The family food”, e come tutte le ricette è davvero semplice, gustosa e adatta alle famiglie moderne e sempre di corsa come la nostra. Preparate 400 grammi di passata di pomodoro, 250 grammi di seitan al naturale, 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 spicchio d’aglio, 1 rametto di timo, 1 foglia di alloro, 4 cucchiai di olio evo e un cucchiaino di sale. Fate soffriggere in padella il seitan tritato fine con due cucchiai di olio e lasciate dorare. Intanto frullate cipolla, carota e sedano e fateli soffriggere in un’altra padella con due cucchiai d’olio e il sale, aggiungendo poi un cucchiaio di acqua, lo spicchio d’aglio schiacciato e le erbe aromatiche. Lasciate cuocere per cinque minuti lasciando asciugare l’acqua, quindi unite il seitan e cuocete a fuoco medio. Unite il pomodoro, abbassate il fioco e lasciate cuocere almeno mezz’ora.
Spiedini di seitan
Veloci, buoni e graditissimi dai bambini, gli spiedini di seitan sanno davvero di carne e sono quindi degli ottimi sostituti nelle grigliate. Gli ingredienti sono l’istant seitan, il mix di spezie per arrosto, la salsa di soia, 1 cipolla, 1 carota, l’alga kombu, il rosmarino, olio e sale. E qui trovate la ricetta completa.
Seitan mandarino e zenzero
A volte il seitan basta cucinarlo come fosse un hamburger, ma se vi annoia potete provare a energizzarne il sapore. Come ad esempio aggiungendo al seitan un po’ di zenzero fresco, dei mandarini, del sesamo e del timo. Fate marinare il seitan nel succo di due mandarini insieme a un centimetro di zenzero a fette sottili, quindi, dopo un’oretta, versate in padella un filo d’olio e mettete a cuocere le fette di seitan: fatelo dorare bene aggiungendo in padella tre o quattro cucchiai del succo di mandarino e zenzero e servite con dei semi di sesamo.
“Costolette” di seitan
Altra ricetta da provare nelle vostre grigliate sono le costolette barbecue di seitan. Realizzate prima una salsa da spennellare sul seitan: mischiate della polvere di chipotle con un cucchiaino di pepe, 1 cucchiaino di cipolla in polvere, 2 cucchiai di tahina, 1 tazza di acqua e due cucchiai di salsa di soia. Spennellate il seitan tagliato a fette (come fossero costolette) e cuocete sulla griglia.
Spezzatino di seitan
Seitan, carote, sedano, cipolla, olio, vino bianco, sale, salsa di soia e prezzemolo sono gli ingredienti del nostro spezzatino. Proprio come fosse quello di carne, tritate le verdure e mettetele a soffriggere in padella con olio evo e lasciate stufare, quindi aggiungete del seitan a pezzetti, sfumate con il vino bianco, aggiungete la salsa di soia e il prezzemolo e lasciate cuocere per un quarto d’ora.
Cotolette di seitan e sesamo
Come fossero tradizionali milanesi, impanate con il pan grattato (con l’aggiunta di sesamo) le vostre fette di seitan, quindi fatele dorare in padella con abbondante olio di semi di arachide.
http://www.salepepe.it/ricette/secondi/verdure/cotolette-seitan-sesamo-rosmarino/
Burger di seitan
Tenendo presente la ricetta precedente, preparate delle cotolette di seitan (lasciandole un pochino più spesse) e servitele in panini da burger condendo con insalata, cipolle caramellate e maionese vegan! Un modo diverso e completo per proporre questo alimento.
http://www.theedgyveg.com/2014/03/17/vegan-mcdonalds-series-mcchicken-sandwich/
Seitan alla soia con riso basmati
Completissimo, questo piatto dal sapore orientale. Fate saltare in padella del seitan a cubetti impanato nel sesamo e passato nella farina, facendolo dorare su olio di oliva. Verso fine cottura sfumate con la salsa di soia, facendo formare una bella crosticina. Servite adagiando il seitan su del riso basmati in una ciotola, spolverando con del porro tagliato a fettine sottili e un altro filo di salsa di soia.
http://girlandthekitchen.com/pf-changs-vegan-mongolian-beef/
Senza paura, crescere in una società avversa al rischio: il libro di Tim Gill
Martedì, 11 Ottobre 2016 11:55Lo diciamo sempre e lo ribadiremo all’infinito: i bambini devono passare il maggior tempo possibile all’aria aperta e in libertà, sperimentando il gioco libero e di ruolo. Non solo per la vitamina D che li rende forti, ma anche e soprattutto per la loro natura e per il loro bisogno innato di esplorare, divertirsi e imparare senza limiti di spazio.
Oggigiorno i bambini sono però sempre più chiusi tra quattro mura: a casa, a scuola, durante le attività extrascolastiche che tolgono tempo alla libertà e al gioco. Tuttavia c’è un modo semplicissimo per invertire questa tendenza: basta ripensare alla nostra infanzia e ripercorrere i ricordi passati capendo nel profondo che i momenti migliori e memorabili sono quelli passati all’aria aperta.
Senza paura, crescere in una società avversa al rischio : il libro di Tim Gill apre gli occhi sul passato per invertire la rotta del futuro del gioco all’aria aperta
Il libro a cui facciamo riferimento nel titolo è “No fear - Growing up in a risk averse society”. Tim Gill l’ha scritto nel 2007: il nuovo millennio porta a fare queste considerazioni sulle tendenze del gioco dei bambini. Le cose sono infatti cambiate moltissimo rispetto al secolo scorso, e sembrano sempre più precipitare.
Basta pensare che noi genitori siamo cresciuti negli anni Settanta e Ottanta: un periodo non così lontano, eppure completamente differente dal punto di vista ludico ed educativo. Oggi i bambini sono sempre più impegnati, non hanno momenti abbastanza lunghi per essere liberi di fare ciò che gli pare e di giocare senza regole.
L’esercizio che Tim Gill chiede di fare è quello di ricordare i momenti migliori della propria infanzia. Provateci: il risultato differirà di poco, e la tendenza comune sarà quella di ricordare momenti molto simili tra loro. Quali? Le giornate passate all’aperto, i giochi avventurosi e soprattutto i momenti passati senza la supervisione degli adulti, e cioè quei giochi inventati con i propri amici e portati avanti senza gli occhi dei genitori sempre puntati addosso.
Viene quindi spontaneo pensare alle giornate dei nostri bambini: non è colpa nostra, è un po’ la società che detta regole non scritte, ma se ci fate caso vi accorgerete che i bambini tra casa, scuola, sport e corsi non hanno molto tempo per il gioco libero. E soprattutto non ce l’hanno per quello all’aperto.
Cosa ancora più pesante è poi la supervisione dei grandi: siamo ormai abituati a pensare che lasciare liberi i bambini sia pericoloso e mortale. Certo che è pericoloso, ma prima di tutto senza il pericolo i bambini non imparano il rischio e, non ultimo, quando supervisionati e controllati non esprimono loro stessi, non sperimentano l’indipendenza e rischiano di crescere con molti, moltissimi limiti.
Il pensiero di Tim Gill si rivolge poi agli aspetti più profondi: se la società ha effettivamente mutato il tempo che i bambini passano all’aria aperta ciò che non è cambiato e che non cambierà mai è il loro bisogno naturale di passare il tempo fuori. Questo desiderio innato è dato da sue semplici motivi: per i bambini stare all’aria aperta significa sperimentare la loro autonomia e al contempo nutrire la loro curiosità e il loro bisogno di sapere.
Noi genitori degli anni Duemila siamo troppo abituati ad adottare il metodo zero-rischi. Avvolgiamo i bimbi nel cotone per non fargli male, li riempiamo metaforicamente di pluriball per proteggerli. Ma proteggerli dal rischio ha i suoi rischi! A volte la troppa protezione li mette davvero in serio pericolo.
Più gli anni passano e più ai bambini viene negata la possibilità di avere libertà lontano dalla famiglia, e il risultato è l’abbassamento di indipendenza e di autonomia, di problem solving e di crescita armonica. La supervisione, insomma, li sta soffocando.
Ciò di cui ci sarebbe bisogno è un po’ di “sano trascurare”. Non significa lasciare i bimbi a loro stessi ignorando i loro bisogni, ma al contrario rispondere al loro bisogno naturale di indipendenza, di libertà, di gioco libero e di esperienza diretta dei pericoli.
In questo modo la libertà sarà a doppio senso: noi genitori ci libereremmo finalmente dell’oppressione data da una società che ci vuole totali supervisori, dittatori e agenti di polizia della vita dei figli; dall’oppressione di dover essere sempre perfetti, insomma. Dall’altro i bambini farebbero davvero esperienza della libertà, dell’autonomia e della vita vera.
Yoga Festival a Milano: tre giorni per bambini per scoprire e praticare questa disciplina
Martedì, 11 Ottobre 2016 11:49Proprio ieri vi abbiamo parlato delle qualità dello yoga per bambini, una pratica che porta con sé tantissimi benefici se esercitata dalla tenera età. Siamo quindi contentissime quando in giro per l’Italia spuntano iniziative per sensibilizzare e portare al pubblico lo yoga, soprattutto quello per l’infanzia.
Vi presentiamo l’imperdibile Yoga Festival a Milano: tre giorni per bambini per scoprire e praticare questa disciplina dalle molteplici sfumature benefiche
Lo Yoga Festival è un’iniziativa giunta ormai alla sua undicesima edizione che porta al pubblico delle grandi città (Milano, Firenze e Roma) lo yoga, proponendo workshop, conferenze e incontri per scoprirlo con i propri occhi, per avvicinare chi lo approccia per la prima volta e per stimolare ancora di più chi già ne è appassionato.
Si terrà al Superstudio Più di via Tortona 27 (nella zona più cool di Milano!) e per tre giorni (14, 15 e 16 ottobre) riempirà le giornate degli appassionati di yoga (qui il programma completo).
Il bello è che ci saranno davvero tantissimi appuntamenti dedicati proprio ai bambini e allo yoga declinato in maniera ludica e divertente, per appassionarli fin da piccoli. L’intento dello Yoga Festival è infatti anche quello di coinvolgere sempre di più i bimbi in questa pratica, in modo da renderli consapevoli del proprio corpo e del mondo per farli crescere adulti migliori. Tutto questo grazie al fatto che nello yoga il corpo + lo strumento principe per apprendere, stabilire relazioni ed esprimere se stessi e la propria creatività.
Il programma è stato pensati dall’Associazione Italiana Pedagogia Yoga (AIPY), Balyayoga, Il Castello Editore, Spera Hot Yoga e The Milk Bar e tutte le attività si terranno presso lo Spazio Bimbi dalle 9.30 alle 18.30 (con una pausa pranzo) durante i tre giorni. Yoga e favole, arte, meditazione, danze, asana, gioco e tantissimo divertimento per i bimbi dai 3 agli 11 anni (aperto anche ai genitori dei più piccini).
Si parte quindi venerdì 14 ottobre dopo la scuola, alle 17, con l’ora dedicata a “Si balla con mamma natura”, un esercizio di yoga e danza con le insegnanti di AIPY. Dalle 18, invece, sarà la volta di “Aspettando la pioggia”, con yoga e favole.
Sabato mattina dalle 10.30 alle 12 i bimbi dai 6 ai 10 anni parteciperanno a “Guardare lontano nel gran lontano”, per imparare il metodo Balyayoga apposta per loro: verrà stimolata la vista attraverso il gioco di coppia e di gruppo, osservando gli oggetti colorati nello spazio e visualizzando una favola.
Dalle 12 alle 13 un altro appuntamento di yoga e favole con “L’ape generosa e il popolo dei fiori”. Dalle 14 alle 15.30, invece, toccherà a un esercizio di yoga e arte, “Universi, così uniti così diversi”. Yoga e arte sarà di nuovo protagonista dalle 15.30 alle 17 (“Emozioni a colori”), mentre dalle 17 alle 18 verrà proposta una pratica di Balyayoga che ruota attorno alla stagione autunnale (per bimbi dai 4 ai 6 anni).
Domenica dalle 9.45 alle 10.30 è il turno di Yoga per la Famiglia, proposto da The Milk Bar, nel quale mamme e papà potranno condividere l’esperienza dello yoga con i bimbi. Si continuerà con yoga e favole e yoga e arte, con “La voce della foresta” (alle 10.30), “Buongiorno Yoga” (alle 12), “Cuore che danza” (alle 14) e “Anghingo’Yoga” (alle 16, per bambini dai 5 ai 9 anni, durante il quale i bimbi interpreteranno le asana ballando e creando meravigliosi mandala).