Regali diversi e più carini da fare trovare nella calza della Befana
Mercoledì, 27 Dicembre 2017 14:55Di dolci ne hanno ricevuti anche troppi. Di giocattoli non ne parliamo. Anche maglioni, sciarpe e guanti (che servono sempre, è vero) ne sono pieni, dato che le zie e le prozie gliene hanno regalati a bizzeffe. Ma manca ancora la Befana, e a quanto pare dovremo riempire altre calze...
E se questa volta regalassimo ai nostri bambini qualcosa di speciale, che in fondo in fondo vogliono davvero, e che non sia così materiale e futile? Noi abbiamo qualche consiglio per voi, per rendere l'Epifania molto più bella, magica e sentita.
Regali diversi e più carini da fare trovare nella calza della Befana: 10 regali alternativi da mettere nella calza della Befana, per fare felici i bambini non con i soliti giocattoli, dolcetti o indumenti
Un corso
Ai bimbi piace cucinare? Regalategli un corso di cucina per bambini. Pensate che gli farebbe piacere imparare a cucire? Infilate nella calza un buono per un corso di cucito, o in una scuola o dalla nonna! Di corsi per bambini ce ne sono una miriade, e non parliamo di quelli che li terranno impegnati per tutto l'anno. Parliamo di qualcosa di più leggero e semplice, ma che li entusiasmerà. Un corso che potrebbero amare, che magari duri qualche pomeriggio o un weekend. Ce ne sono moltissimi: cucina, cucito, arte, falegnameria, yoga, rilassamento, un danza particolare...
Dei coupon affettuosi
Ma non dei coupon per gli sconti al supermercato. Dei coupon che potranno sfruttare durante l'anno in famiglia! Un coupon per un abbraccio di dieci minuti, un coupon per una serata in famiglia sotto le coperte, un coupon per un bacio in fronte, un coupon per una fiaba della buonanotte...
Dei coupon furbissimi
Sempre coupon, ma che piaceranno ancora di più ai bambini (che sono più furbetti di noi): dei coupon, ad esempio, per scegliere quale film guardare durante la serata in famiglia, per saltare il turno in cui c'è da lavare i piatti, per smettere di fare tutto ciò che si sta facendo e organizzare una festa improvvisata, un coupon per invitare chi vogliono a cena... Dei coupon strappo alla regola, insomma!
Un diario
Sembra che come tradizione stia scomparendo, ma ricordate quanto era affascinante tenere un diario segreto? Facciamolo trovare nella calza e spieghiamo la meraviglia di questo oggetto che custodirà tutti i loro segreti (e che diventerà un preziosissimo alleato per allenarsi con la scrittura in maniera divertente e coinvolgente!).
Una notte in campeggio
Esatto, organizziamo una notte in un campeggio (anche vicino a casa, non serve andare lontani), anche estemporanea! Se i bimbi non ci sono mai stati sarà un'esperienza favolosa; se già conoscono la meraviglia del campeggio, piacerà loro questo sapore "estemporaneo", a sorpresa! In campeggio ci si può infatti andare sempre, non solo durante le vacanze.
Uno spettacolo o un concerto
Se c'è un cantante che piace loro oppure qualche spettacolo che potrebbe affascinarli, bellissimo è fare trovare nella calza i biglietti. Può essere un concerto, appunto, ma anche uno spettacolo di danza, di circo contemporaneo, di musica da camera in un teatro (per assaporare la magia!)... Qualunque cosa! L'esperienza, se non l'hanno mai provata, sarà comunque fantastica.
Una caccia al tesoro
Nella calza troveranno il primo indizio, e il resto dei biglietti sarà sparso per casa: alla fine il premio potrà comunque essere uno degli altri regali che vi stiamo suggerendo, ma il bello è che se lo suderanno in maniera super divertente!
Un biglietto per un museo
Di musei per bambini ce ne sono parecchi, ma soprattutto ci sono moltissime mostre che organizzano visite su misura per i ragazzi, oppure addirittura musei "da grandi" che ospitano temporaneamente esposizioni dedicate all'arte per bambini (e rendere le visite interessanti è semplicissimo). I nostri preferiti? Il MuBa e il Mudec di Milano.
Un abbonamento ad una rivista
Focus Junior, ma anche riviste di fumetti, riviste specializzate "da grandi" che però sembrano catturare sempre la loro attenzione... Ricevere nella calza della Befana un abbonamento intestato a loro li farà sentire importantissimi!
Un rossetto o uno smalto, una palla da baseball o una canna da pesca
Qualcosa, insomma, che ricorda un'attività che possiamo vivere insieme: fare la manicure, andare a pesca, imparare il baseball, truccarci... Con un semplice biglietto: "Ecco un regalo che puoi utilizzare con mamma o papà, per una giornata solo per voi!".
Giulia Mandrino
Hervé Tullet e i suoi libri creativi che ci piacciono tanto
Mercoledì, 27 Dicembre 2017 14:46Chi sono i nostri scrittori e illustratori per bambini preferiti? Sicuramente Leo Lionni. E poi Mario Ramos, Xavier Deneux con i suoi libri tattili, Roald Dahl... Ma non vi abbiamo ancora parlato di Hervé Tullet, che si ispira a Leo Lionni ma il cui tratto e i cui libri sono ormai altrettanto iconici.
Hervé Tullet e i suoi libri creativi che ci piacciono tanto: i bellissimi libri per bambini che permettono di sviluppare la creatività e la fantasia
I libri di Hervé Tullet sono tantissimi, quindi è inutile elencarli tutti. A questo link potete trovarli tutti, quindi sbizzarritevi! Ciò di cui vogliamo parlarvi è la genialità di questo autore, i cui libri sono coloratissimi ma semplicissimi, caotici ma rilassanti. Ci sono battaglie di colori, cataloghi di buchi, libri sui colori, sulle combinazioni, sui giochi di magia, sulle ombre, sul buio… E tutti sono interattivi, nel senso che stimolano i bambini ad inseguire la propria creatività.
Hervé Tullet ha iniziato a ideare i suoi libri per bambini (ce ne sono più di sessanta nati dalla sua penna) negli anni Novanta, periodo nel quale l’editoria per bambini era fiacca. Non voleva proporre i soliti libri per ragazzi, quindi sviluppò un suo personale percorso: non ha regole, in sostanza, ma cerca di inserire nei libri elementi sui quali i bambini possano sviluppare le proprie storie, inventandole e arricchendo ciò che c’è già sulle pagine. Perché sulle pagine c’è poco, ma in questo poco sta moltissimo.
Hervé si mette sempre al livello dei bambini, al loro servizio. E non lo fa solo con i suoi libri, ma anche attraverso le esibizioni che porta in tutto il mondo. Le sue esibizioni sono spettacoli durante i quali pone ai bambini una sola domanda: “Allora, che facciamo?”. Dopodiché si mette a creare con loro, come in un grande laboratorio creativo.
I suoi laboratori sono quindi diventati cult, e sono stati raccolti in un libro speciale, adatto ia ai genitori sia agli insegnanti: ne “La fabbrica dei colori - I laboratori di Hervé Tullet” (edizioni Ippocampo) si possono così trovare tantissimi consigli per realizzare workshop e laboratori con i bambini, a casa, a scuola o dove si vuole.
Non c’è una regola precisa, né una tecnica prediletta: si parla di collage, colori che sgocciolano, ritagli, macchie, schizzi… Tutto è finalizzato alla realizzazione di un capolavoro, che diventa capolavoro perché realizzato insieme, oppure perché semplicemente ideato da qualcuno che ha saputo mettere in circolo la propria creatività.
Il libro mette a disposizione quindi per ogni laboratorio la lista del materiale necessario e i conigli pratici; le regole per lo svolgimento, scritte in maniera chiara e semplice; delle utili e belle fotografie che spiegano i passaggi e gli eventuali risultati; e dei consigli preziosissimi per infondere fiducia nei partecipanti, che come sempre potrebbe capitare che siano un po’ restii a mettersi in gioco.
Sara Polotti
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Due nuove favole Narratè, per un risveglio dolcissimo
Mercoledì, 27 Dicembre 2017 09:16Ricordate Narratè? Noi adoriamo le loro infusioni: ogni bustina di tè contiene una piccola storia, una favola, un testo, la cui lettura dura esattamente il tempo dell’infusione della bustina. Tè e lettura in un connubio perfetto, insomma. E ora sono uscite due nuove storie deliziose, per il palato e per la mente.
Due nuove favole Narratè, per un risveglio dolcissimo: le storie di Roberto Piumini da gustare con il tè della mattina
Come dicevamo, i prodotti Narratè sono fantastici: ogni bustina dei loro infusi è contenuta in un piccolo libriccino, la cui lettura dura per il tempo che il tè ci impiega a rimanere in infusione nell’acqua. I cinque minuti della solita, piacevole attesa del nostro tè vengono così riempiti da un’altra piacevolissima abitudine, il leggere.
Con Narratè possiamo quindi scoprire, riscoprire o confermare il piacere della lettura durante una delle abitudini mattutine, la colazione (ma non solo, perché anche se sono “del buongiorno” questi infusi sono deliziosi durante tutta la giornata, soprattutto durante le pause rilassanti).
Questo inverno sono uscite due nuove favole, associate a due nuovi infusi e contenute nella nuova collana Le Fiabe del Buongiorno della linea Narralife. Entrambe sono dedicate ai bambini di ogni età (quindi anche a noi, ça va sans dire) e sono state scritte da Roberto Piumini, artista a tuttotondo che nella sua arte cerca di raccontare l’animo umano in varie forme. I suoi racconti, le sue poesie e le sue fiabe sono stati pubblicati da Mondadori, Feltrinelli ed Einaudi, e sono conosciuti per la loro ispirazione, presa dal mondo dell’infanzia. Anche qui, dunque, la sua penna è riconoscibile. Roberto Piumini è riuscito a donare ai bevitori di tè due favole bellissime, corte quanto basta e profonde il giusto.
La prima è associata ad un infuso gustoso e fruttato, particolarmente avvolgente, creato proprio a partire dalla storia di Piumini: quello al Rooibos, fichi, mela, fiori d’arancio e fette di arancia. La bustina è quindi contenuta all’interno del libretto dedicato a “Un giorno il creatore”, storia che narra come Dio abbia creato l’uomo e la donna grazie all’aiuto del cielo e del mare. La mela ricorda coì il Paradiso Terreste, mentre il fico la foglia che copriva i due esseri umani.
La seconda fiaba si intitola “La bambina al buio”ed è associata ad un blend altrettanto affascinante e gustoso: il rooibos (dal potere fortemente antiossidante e naturalmente privo di caffeina) è di nuovo alla base, ma stavolta è accostato ai petali di girasole, alla scorza di limone e all’anice stellato. Gli ingredienti si riferiscono bene alla storia, quella di una bambina e del suo viaggio alla ricerca del sole scomparso.
Entrambe le storie sono corredate dalle bellissime illustrazioni di Cecilia Cavallini, che rendono le bustina Narratè ancora più meravigliose. Se già infatti il packaging è bellissimo da vedere (e anche per questo ultimamente regaliamo spessissimo le loro fragranze narranti!), lo sono altrettanto le storie.
Giulia Mandrino
Se vi interessano gli infusi narranti Narratè, qui potete trovare tutte le informazioni:
Come trascorrere un Natale Hygge
Venerdì, 22 Dicembre 2017 14:17Natale è già abbastanza Hygge di per sé (non sapete cosa significa Hygge? Leggete qui!). Tuttavia possiamo renderlo ancora più accogliente e confortevole, imitando lo stile di vita danese dello stare in famiglia e godendoci fino in fondo queste vacanze natalizie.
Come trascorrere un Natale Hygge: le regole per trasformare le feste natalizie in un periodo ancora più accogliente, confortevole e familiare
Innanzitutto, Hygge significa trascorrere del tempo di qualità con chi amiamo, accogliendoci e proteggendoci. Ecco perché come prima regola (anche se chiaramente è un consiglio, anche in base alla nostra esperienza!) inseriamo volentieri la tradizione di trascorrere la vigilia in famiglia e non con l’intero parentado. Noi da qualche anno lo facciamo e dobbiamo proprio dire che ne sentiamo solo tutti i benefici!
Seconda regola è leggere davanti al fuoco o comunque sul divano, tutti insieme, con qualche candela attorno, avvolti nelle coperte e magari appoggiati al tappeto peloso in terra. Durante le feste c’è molto più tempo libero, e anche le serate (se non sono colme di cene d’ordinanza con i colleghi, gli amici, le maestre e quant’altro) sono più libere. Ecco, approfittiamone per rallentare tutti insieme!
Mentre lo facciamo, possiamo decidere finalmente di stare tutti in pigiama, avvolgendoci nelle coperte, con le nostre calze di lana e i maglioni brutti (ma proprio brutti, con renne, palle di natale e tutto ciò che di più kitsch abbiamo!). Insomma, vestiamoci in maniera super comoda e rilassiamoci, giocando a carte, con un gioco in scatola, leggendo, raccontando storie…
Tornando sul tema “cene di Natale”, è vero che spesso sono moltissime. Tuttavia possiamo evitare quelle canoniche per concentrarci su quelle Hygge, ovvero quelle con gli amici veri, che possiamo invitare per cene intime e ricche di amore!
Anche guardare un film tutti insieme sotto alle coperte è molto Hygge: scegliamone uno che piaccia a tutti, e accoccoliamoci tutti insieme. Magari bevendo una bevanda calda super Hygge, come quelle che vi proponiamo tra poco.
Esatto, le bevande calde: scaldano le mani, scaldano lo stomaco e scaldano il cuore e sono un must per l’essere Hygge. A noi piacciono moltissimo il Pumpkin Spice Latte rivisitato nella nostra versione più sana, ma anche il succo di mela caldo, con scorze d’arancia che profumano la casa, e la classica cioccolata calda fatta in casa, che prepariamo tutti insieme con una delle nostre ricette veg e più sane delle tradizionali piene di zuccheri.
Una bevanda super, super Hygge è il Glogg, che viene direttamente dai paesi scandinavi e che se dobbiamo definire secondo le nostre tradizioni potremmo inserirlo nella categoria dei vin brûlé. Si tratta di una bevanda calda a base di vino, mandorle e spezie. Ecco la ricetta!
Anche se non prepariamo bevande calde, un’altra regola per rendere le vacanze di Natale Hygge è profumare la casa di inverno. Come? Bollendo una pentola d’acqua con qualche arancia, dei chiodi di garofano e della cannella (oppure cuocendo gli stessi ingredienti in forno, trasformando poi le fette di arancia così essiccate in decorazioni per l’albero o per le ghirlande). Sprigionerà un profumo delizioso che si spargerà in tutte le stanze e vi avvolgerà in maniera calda e accogliente!
Giulia Mandrino
Per altri spunti sullo stile di vita Hygge:
I nostri articoli dedicati alla filosofia danese
Una ricetta super Hygge che tuttavia ricorda quelle della nostra tradizione del vin brûlé: il Glogg, un vino caldo e speziato che viene direttamente dai paesi scandinavi e che ci scalderà mani, pancia e cuore! Rispetto al nostro, ha in aggiunta ingredienti che ci piacciono molto: le mandorle, prima di tutto, ma anche l'uvetta passa.
Il Glogg: la ricetta del vino caldo e speziato scandinavo da bere durante le serate più fredde
Basta un nostro sorriso per donare un sorriso vero ad un bambino!
Venerdì, 22 Dicembre 2017 09:12La palatoschisi, la labioschisi e la labiopalatoschisi, dette comunemente labbro leporino, sono ancora un problema. Lo sono soprattutto per quei bambini che non possono permettersi di rimediare, con una semplice operazione che cambierà loro la vita.
E se con un semplice sorriso potremmo donare proprio a loro un sorriso?
Basta un sorriso per donare un sorriso vero ad un bambino: la campagna benefica di guidaestetica.it per Operation Smile per regalare finalmente un sorriso ai bambini affetti da labbro leporino
Nel mondo ogni 3 minuti nasce un bambino con labbro leporino, o affetto da palatoschisi. Questa patologia, che si presenta in differenti modi, comporta difficoltà molto serie in chi ne è affetto: i bambini oltre alla difficoltà a parlare non riescono a nutrirsi adeguatamente. Per non parlare dell’esclusione sociale che ancora imperversa, a causa dei pregiudizi e della diffidenza verso le malformazioni invalidanti.
Guidaestetica.it per questo Natale ha pensato proprio a loro: il sito, una community dedicata alla chirurgia estetica nella quale gli utenti possono trovare tutte le informazioni, le testimonianze, i medici, i video e le immagini riguardanti questo campo medico, ha deciso di lanciare la campagna “Il tuo sorriso, il suo sorriso” a favore di Operation Smile, organizzazione no profit che dal 1983 cerca di risolvere il problema del labbro leporino in tutto il mondo, specie nei paesi più poveri, portando la chirurgia più avanzata e sicura a chi ne ha più bisogno.
“Operazione Sorriso” è in tutto e per tutto un’associazione medica senza scopo di lucro: i medici coinvolti operano a livello internazionale, operando chirurgicamente i minori affetti da lbioschisi e palatoschisi.
“Noi di Guidaestetica e di Operation Smile siamo convinti che ciascuno di questi bambini merita una chirurgia sicura e risolutiva e quindi una possibilità di vita migliore”: semplici parole che però fanno riflettere. Se davvero basta una così semplice operazione, che tuttavia riesce difficile ottenere ancora a troppe famiglie, non è giusto mettersi in gioco e provare a dare una mano?
La mano, in questo caso, è semplicissima da tendere: Guida Estetica ha infatti promosso una campagna davvero delicata, facile e veloce. L’hashtag di riferimento? #HELPFIE!
“Helpfie” è una bellissima parola che unisce “Help”, aiuto, con “Selfie”. Un selfie per aiutare, insomma. Basta quindi un selfie mentre sorridiamo per donare un sorriso ad un bambino affetto da palatoschisi.
Dopo esserci scattati un selfie mentre sorridiamo, quindi, basta andare sulla pagina Facebook dedicata, commentando la fotografia con il nostro scatto. In alternativa, possiamo inviare lo scatto direttamente nel Forum di Guida Estetica. Ricordiamoci solo di corredare sempre con l’hashtag #Helpfie!
Abbiamo tempo fino al 7 gennaio: dopo quella data, Guida Estetica conterà i nostri Helpfie e per ogni selfie pubblicato donerà 1 euro ad Operation Smile. Più sorrisi, quindi, e più fondi per Operation Smile!
Tiriamo fuori il nostro sorriso migliore: basta così poco per donare, no? Un gesto per noi semplicissimo, gratis e divertente, che tuttavia può cambiare la vita di moltissimi bambini!
Giulia Mandrino
Per queste feste di Natale c'è chi già si sta preparando: a fine vacanze, ci sarà bisogno di un bel detox. E se invece scegliessimo ricette deliziose ma più leggere del solito, per non rinunciare al gusto ma nemmeno al benessere? Questa ricetta fa proprio al caso nostro: degli stuzzichini di pasta sfoglia a base di spinaci, da servire a cena o a pranzo come stuzzichino o aperitivo.
Stuzzichini agli spinaci per Natale: la ricetta dell'antipasto leggero ma gustoso per non esagerare durante le feste
Contrazioni preparatorie: come sono e quando recarsi in ospedale
Giovedì, 21 Dicembre 2017 11:43Le contrazioni uterine sono un fenomeno fisiologico che interessa le donne in stato di gravidanza. Sono contrazioni muscolari che portano ad un raccorciamento delle fibre muscolari con conseguente dilatazione della parte terminale dell’utero e cioè la cervice uterina. Esse sono quindi movimenti involontari dei muscoli, di muscoli lisci nel caso dell’utero. Le contrazioni preparatorie uterine della gravidanza si distinguono in quattro tipologie: le contrazioni di Braxton Hicks, le prodromiche, contrazioni da travaglio e quelle da fase espulsiva. Molte volte causano la pancia dura in gravidanza.
Le prime due si presentano durante le ultime settimane e sono date dalla preparazione dell’utero al parto, le contrazioni da travaglio ne costituiscono la prima fase. Proprio per questo motivo è importante che la donna sappia distinguere fra le varie tipologie, grazie alla sintomatologia avvertita, per capire quando si tratta di quelle preparatorie al parto e quando è il momento di recarsi in ospedale.
Contrazioni preparatorie: come sono e quando recarsi in ospedale
Contrazioni di Braxton Hicks: l’utero si prepara
Le contrazioni di Braxton Hicks, che prendono il nome dal medico che le ha individuate e studiate (John Braxton Hicks) , si presentano a partire dall’ultimo trimestre in modo del tutto irregolare ed episodico. Queste contrazioni fisiologiche non costituiscono un fenomeno sempre ben definito da tutte le donne, perché lievi e indolore. Le contrazioni Braxton Hicks si presentano quindi per tre mesi circa e sono un fenomeno normale che non deve dare alcuna preoccupazione.
Contrazioni preparatorie prodromiche: il pre-travaglio
Verso la fine della gravidanza, la donna, con la pancia sempre più tesa e dura, inizia ad avere le contrazioni preparatorie all’espulsione del bambino. Queste saranno seguite a distanza di ore o addirittura giorni da quelle del travaglio vero e proprio. Queste contrazioni preparatorie al travaglio e al parto, fanno sì che il collo dell’utero si accorci e che mano a mano vada appianandosi completamente.
Le contrazioni preparatorie prodromiche possono presentarsi come fitte dolorose dalla durata variabile, circa 30”-60”, che poi spariscono così come sono venute, o talvolta essere anche poco dolorose e sopportabili, simili ad un dolore mestruale più intenso che si irradia verso la schiena. In tutti i casi non segnano affatto l’inizio del travaglio. Anche in presenza di contrazioni preparatorie dolorose bisogna stare calme e rilassarsi. Di solito le ostetriche consigliano di passeggiare o provare a rilassarsi. Ogni donna troverà sollievo a seconda del livello di dolore percepito. Talvolta risulta utile fare una doccia o un bagno caldo, che allevia la tensione muscolare, attenua le contrazioni e permette l’innescarsi del travaglio (abbassamento dell’adrenalina e innalzamento delle endorfine).
Non bisogna confonderle con quelle del travaglio
Queste non sono le classiche contrazioni che implicano la corsa in ospedale, quindi, ma una forma di contrazioni uterine che si manifestano nella fase che precede il travaglio e che possono durare anche dei giorni (un classico sono le donne che dicono di aver fatto un travaglio di giorni: non è esattamente così). Le contrazioni preparatorie prodromiche hanno tuttavia intervalli e scadenza regolare e proprio per questo a volte vengono confuse con quelle del travaglio.
Le contrazioni prodromiche, intense e regolari, si presentano con il passare del tempo ad intervalli più corti: 40 minuti, 30 minuti, etc. quando si presentano 2 o 3 contrazioni ogni 10 minuti per almeno un’ora, soprattutto se al primo parto, se non ci sono perdite di sangue o liquido e se i movimenti del bebè sono ben percepiti, si può avviarsi all’ospedale, ma senza precipitarsi in modo burrascoso. In questo senso è bene rimanere tranquille e questo vale anche se le membrane si rompono, se si espelle il tappo mucoso ed esce del liquido amniotico.
Quando arriva il momento del parto le donne dovrebbero stare tranquille e cercare di favorire le contrazioni, senza stress, per partorire il bambino nel modo migliore. Un ottimo rimedio per favorire le contrazioni, diminuendo il dolore e rendendo le spinte del parto più efficaci, è l’Apermus. Nello specifico l’Apermus è un rimedio omeopatico che rende il collo dell’utero più morbido e il parto più semplice, di cui puoi trovare tutte le informazioni utili qui.
Contrazioni preparatorie al parto: il travaglio
Le contrazioni da travaglio sono sempre più dolorose e ravvicinate fra loro. Come sono le contrazioni preparatorie al parto e come si distinguono? Queste contrazioni si distinguono senza dubbio perché sono molto dolorose ed inequivocabili. Esse si iniziano a manifestare in fase di travaglio, a livello dei reni e con il passare dei minuti diventano via, via più intense. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra non superano i 2-3 minuti. La funzione di queste è quella di dilatare il collo dell’utero, che è stato precedentemente raccorciato e appianato dalle contrazioni prodromiche.
Una volta del tutto dilatato, il collo dell’utero arriverà ad avere un diametro di circa una decina di centimetri fino a scomparire. La futura mamma non dovrebbe combattere il dolore della contrazione, ma accompagnarlo con concentrazione, sempre respirando in profondità.
Sintomi contrazioni da fase espulsiva
Le contrazioni in fase espulsiva sono quelle necessarie per partorire il bambino. L’istinto è quello di spingere, ma va controllata la dilatazione, cercando nel frattempo di respirare bene e non sprecare energie. Anche se questo momento è sicuramente molto intenso, pare tuttavia che non sia il più doloroso, ma che, anzi, possa dare del sollievo. Vocalizzare, specialmente durante la spinta, aiuta a controllare la respirazione e facilita l’apertura della vagina e del perineo. Durante la fase espulsiva, sarebbe meglio procedere con più dolcezza possibile per evitare grandi lacerazioni.
Distinguere le contrazioni che indicano il momento del parto dalle altre
Distinguere fra le contrazioni prodromiche da quelle del travaglio è un elemento fondamentale per non allarmarsi prima del previsto e per capire quando è il momento di andare in ospedale. Fra le une e le altre possono passare infatti diverse ore, quindi per evitare di correre in ospedale per poi essere rimandate a casa è bene capire la differenza. Gli elementi cardine da tenere in considerazione sono:
Frequenza: le contrazioni preparatorie prodromiche sono regolari, come quelle da travaglio, ma molto distanti l’una dall’altra. Quelle del travaglio si presentano a intervalli sempre più corti ad ogni manifestazione. Gli intervalli fra una contrazione e l’altra possono essere anche di ore nel primo caso, di decine di minuti nel secondo.
Livello di dolore: Nel caso delle contrazioni preparatorie pre-travaglio il dolore c’è, si sente, ma è comunque sopportabile e non tende ad aumentare tanto intensamente. Le contrazioni preparatorie al parto vero e proprio hanno un’intensità che si fa sempre più forte a distanza di minuti e il dolore è molto intenso e inconfondibile.
Lunga durata della contrazione: la durata delle contrazioni preparatorie dolorose pre-travaglio è di massimo 30 secondi, diversamente da quelle pre-parto che arrivano a durare anche 50-60 secondi ognuna.
Parte interessata: la fase pre-travaglio presenta dolori concentrati nel basso addome, mentre nel travaglio vero e proprio il dolore parte dalla zona alta dell’addome e si estende fino alla parte del basso ventre.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Ai primi posti nella classifica delle ricette etniche più gustose e appetitose si piazza certamente il chili, piatto texano che ricorda un po' i sapori messicani. Solitamente si fa con la carne macinata, ma a noi piace soprattutto nella sua versione veg con i fagioli, che vi proponiamo qui sotto. La cottura lenta lo rende super saporito, e per renderla ottimale noi utilizziamo le pentole in ceramica (quelle di Siqur Salute, in ceramica Zisha, in partiolare la tajine, che potete acquistare qui). Un ottimo modo per fare incetta di proteine vegetali con tanto gusto e tanta salute!
Chili di fagioli: la ricetta del classico piatto a base di carne e spezie rivisitata in chiave veg
"Mappe delle città, il giro del mondo in 20 metropoli"
Mercoledì, 20 Dicembre 2017 15:03Non è il solito atlante. Non è il solito libro di viaggi per bambini. Non è la solita guida turistica. E non è il solito libro che parla del mondo proponendo fatti e curiosità già sentite in maniera anonima e un po' noiosa. “Mappe delle città” è molto altro, e certamente ve ne innamorerete (insieme ai vostri bambini!).
“Mappe delle città”, il giro del mondo in 20 metropoli: il libro di Miralda Colombo e Ilaria Faccioli che farà innamorare i bambini del mondo e dei viaggi
“Mappe delle città - il giro del mondo in 20 metropoli” (edito da Electa Kids) è scritto da Miralda Colombo de Il Cucchiaino di Alice ed è illustrato dalla fantastica matita di Ilaria Faccioli. Non serve dire che è bellissimo: lo vedrete da voi quando lo avrete tra le mani! Grande, colorato, con illustrazioni pazzesche, semplici e coinvolgenti, e pagine che fanno venire voglia di sfogliarle tutte.
Il libro è una sorta di atlante che permette ai bambini di fare il giro del mondo passando per venti delle più belle e affascinanti metropoli del mondo. Ma non le solite (anche se, sì, troviamo naturalmente New York, Parigi e Roma, altrimenti che giro del mondo sarebbe?). I bimbi qui possono trovare anche quelle meno conosciute, da Lisbona a Seul, da San Francisco a Cape Town. Quelle che noi conosciamo, insomma, ma che solitamente vengono bistrattate nei libri per bambini.
Il bello del libro è che ogni città è presentata in maniera deliziosa: si parte con una bellissima mappa illustrata che permette di girare la città attraverso le attrazioni, i fiumi, i musei e i luoghi più iconici, per passare alla sezione “la città da vicino vicino”. “Da vicino vicino” significa che le autrici hanno raccolto fatti e curiosità davvero meravigliosi, proponendoli ai bambini in maniera speciale e perfetta.
Ogni città vista da vicino ha quindi la spiegazione sul modo migliore con cui muoversi per le strade; un consiglio sui musei più belli e interessanti; una parte “vietata a mamma e papà” (come Disneyland a Parigi, il museo di Miyazaki a Tokyo o quello della DDR a Berlino e i luoghi dove fare volare gli aquiloni a Pechino); l’elenco dei piatti tipici da provare; una storia curiosa sulla città; un modo di dire tipico del luogo…
Tutto è graficamente super interessante, non elencato e non noioso: le illustrazioni seguono e incorniciano i testi, che i bambini possono leggere in maniera ordinata o saltellando di qua e di là a seconda di ciò che più li colpisce.
Bellissimo è anche muoversi sulle mappe con le dita o con qualche omino o animaletto giocattolo: essendo così grande, il libro illustrato si trasforma facilmente in un perfetto tappeto-gioco, per vivere fino in fondo l’esperienza della lettura con gli occhi e la creatività dei bambini!
Un libro consigliatissimo, per iniziare i bambini alla bellezza del viaggio, ma soprattutto a quella della diversità delle culture, tutte da scoprire e da apprezzare, sempre con occhi curiosi, rispettosi e pieni di amore.
Sara Polotti