Come prevenire ed evitare le crisi dei bambini piccoli
Giovedì, 24 Gennaio 2019 15:11Pianti, urla disperate, capricci inutili, fughe negli angolini per non farsi vedere… In certe situazioni i bambini danno il peggio di loro. Ma come noi sono esseri umani, e c’è sempre un motivo scatenante.
Anche i bambini più tranquilli (soprattutto durante i terribili due!) possono passare un periodo nel quale le crisi sono all’ordine della settimana, se non del giorno. Capitano soprattutto fuori casa (e, sì, sappiamo la sensazione degli sguardi della gente che giudica che effetto fanno, anche se abbiamo imparato ad ignorarli), oppure in momenti particolarmente stressanti e fuori dalla quotidianità ordinaria del bambino, ma quando capitano ci mettono davvero alla prova.
Innanzitutto dobbiamo capire quale sia il motivo che scatena questi pianti e queste urla (che non è mai il motivo visibile, ma è sempre più profondo e legato ad un particolare disagio). Capita soprattutto nei momenti di transizione, quando c’è qualche cambiamento in atto, oppure durante giornate e periodi che stressano particolarmente il bambino.
Affrontare questo disagio e parlarne è quindi il primo passo per superare queste crisi. Ma ci sono anche piccole strategie che ci permettono di arginare la situazione o quantomeno di prevenirla e di preparare i bambini alla giornata in modo da provare a evitare situazioni del genere.
Come prevenire ed evitare le crisi dei bambini piccoli: qualche consiglio per alleggerire i drammi da pianti, urla e capricci quando i bambini sono stressati
Il countdown
Sembra troppo banale ma è così: la classica frase da genitore “Cinque minuti e andiamo via” è davvero efficace. E lo è in due casi: nel caso in cui il bambino si senta a disagio in quel posto e senta il bisogno di tornare a casa (perché in questo caso lo si rassicura e lo si rende partecipe di ciò che sta accadendo) e nel caso in cui sappiamo già che quando diremo “stiamo andando” cominceranno i pianti perché il bambino non vorrà smettere di giocare o di fare ciò che sta facendo. In questo caso dire: “Puoi giocare ancora cinque minuti, poi andiamo” lo mette in allerta. Si agiterà, comincerà a scalpitare, ma nella sua testa si starà già preparando a quel momento. Per i bimbi più testardi, è possibile coinvolgerli ancora di più chiedendogli di settare un timer sul telefono di mamma o papà: al termine dei cinque minuti sarà lui ad avvisarli, e questo lo farà sentire responsabile oltre che coinvolto.
La preparazione
C’è chi ha bisogno di cinque minuti, chi di cinque giorni, e soprattutto dipende dalla situazione, ma preparare i bambini prima che accada qualcosa che sappiamo già che non manderanno giù è giustissimo, oltre che efficace. Se dobbiamo andare in un posto che proprio non amano o che sappiamo che li rende agitati, prepariamoli prima, dicendogli dove e quando andremo. Soprattutto, spieghiamogli bene come avverrà la cosa, evitando un generale “Domani andiamo a cena dai nostri amici”, per esempio. Meglio: “Domani sera andremo a mangiare lì, mangeremo, tu potrai giocare un po’ sul tappeto con i tuoi amici, berremo il caffè e poi torneremo a casa, dove potremo leggere una fiaba nel letto tutti insieme”. Questo è solo un esempio, ma è utile anche nel caso di situazioni più importanti, come un trasloco, una vacanza lunga o l’assenza temporanea di qualcuno.
Usare un oggetto di transizione
Un oggetto di transizione è un particolare oggetto che i genitori possono utilizzare per aiutare i bambini a passare da un’attività all’altra o da una situazione all’altra senza che i bimbi subiscano un trauma, poiché questo oggetto, solitamente un giocattolo o un animale di pezza, diventa il punto di focalizzazione dell’attenzione e diviene allo stesso tempo un punto fermo al quale aggrapparsi metaforicamente. È utile soprattutto con i bambini che hanno un giocattolo preferito: quando lo stanno usando o ce l’hanno tra le mani e noi vogliamo portare i bambini da qualche parte, possiamo coinvolgere prima il giocattolo del bambino. Ad esempio dicendo: “Dici che Lillo ha voglia di venire con noi a fare la spesa? Può stare sul seggiolino con te in macchina!”. Oppure: “Vorrei chiedere al tuo Superman di venire con noi in vacanza, secondo te è una buona idea?”. In generale, tenere i giocattoli preferiti dei bambini (quelli a cui più sono legati emotivamente) in borsa è una buona idea: possono essere sempre sfoderati nel momento della crisi e ci aiutano moltissimo!
Parlare degli aspetti positivi del futuro
Che sia il futuro prossimo (ovvero il luogo in cui stiamo arrivando in macchina) o del futuro meno prossimo (un trasferimento, ad esempio), quando i bambini scalciano, urlano e piangono perché proprio non ne vogliono sapere è utile parlare di ciò che di bello troveranno dall’altra parte. Certo, è snervante farlo quando le loro urla coprono le nostre parole, ma con pazienza, piano piano, riusciremo a coinvolgerli e a calmarli, proponendo noi cose belle da fare e rendendo loro partecipi, perché prima o poi diranno anche loro cosa gli piacerebbe fare dopo. E, come sempre, è meglio entrare nello specifico: quando non vogliono tornare a casa dal parco, ad esempio, non basta un “Dai che andiamo a casa a riposarci”. Meglio un: “Dai che a casa possiamo giocare insieme a Memory! A te cosa piacerebbe fare una volta che arriviamo?”.
Molluschi della pelle: imparare a riconoscerli e curarli nei bambini
Martedì, 22 Gennaio 2019 09:09La pelle può soffrire di diversi problemi: se da un lato infatti è uno degli organi più resistenti del nostro corpo, dall’altro è anche spesso il primo a essere esposto agli agenti esterni. Non è un caso che le irritazioni e le infezioni rappresentino il primo pericolo per la nostra cute, specialmente se si parla dei virus e di disturbi come i molluschi della pelle. Quest’ultima, in particolare, è un’infezione di natura virale che spesso contagia i bambini: è benigna, nel senso che non interessa mai gli organi interni perché non supera la pelle, però richiede anche molte attenzioni per poter essere curata e tenuta sotto controllo.
Molluschi della pelle: cosa sono e come riconoscerli
I molluschi della pelle sono formazioni benigne che nascono sulla cute a causa dell’infezione portata da un virus noto come Pox virus. È facile riconoscerle, perché assumono spesso una forma tondeggiante e tendono a crescere con il passare del tempo se non vengono curate. Il termine “mollusco” deriva proprio dal loro aspetto estetico, con papule che possono raggiungere i 5 millimetri di diametro e dal colore che va dal rosato al perlaceo. Le vesciche sono inoltre caratterizzate da una fossetta in cima, dalla quale possono uscire le secrezioni infette: proprio per questo bisogna fare estrema attenzione a non grattarle.
In base agli studi condotti nel settore, si stima che il 10% dei ragazzi entro i 16 anni sia affetto da questa infezione virale, che tende a colpire soprattutto i bambini dai 12 mesi di vita ai 4 anni d’età.
Cause e contagio da Pox virus
Trattandosi di un virus, il contagio da mollusco della pelle avviene sempre per contatto diretto: l’organismo potrebbe infatti trasmettersi attraverso il contatto con altri bambini o individui malati, oppure tramite oggetti, panni e indumenti contaminati dal Pox virus. Anche gli asciugamani e le lenzuola rientrano in questa lista, ed è bene che facciate attenzione pure alle superfici dei sanitari, perché potrebbero anche loro ospitare questo virus. Per quanto riguarda le cause che possono provocare l’insorgenza di questo problema, purtroppo bisogna sottolineare che ogni persona può essere contagiata nelle maniere viste poco sopra: di solito, però, il virus tende a colpire soprattutto i soggetti con un sistema immunitario debole.
Come curare il mollusco della pelle
Il mollusco della pelle può essere curato approfittando di una serie di rimedi, come ad esempio le creme ad uso topico che permettono di far recedere l’infezione. Altre soluzioni spesso adottate sono quelle di natura chirurgica, che prevedono dunque la rimozione delle vescicole o la crioterapia, utile perché fa seccare queste papule. In genere, in ogni caso, conviene sentire il parere di un dermatologo prima di ricorrere ad uno di questi sistemi, perché non sempre sono necessari.
Insieme al trattamento farmacologico è possibile inoltre intervenire con alcuni rimedi naturali in grado di velocizzare il processo di guarigione. Tra questi, possono essere di aiuto gli impacchi con oli essenziali, come ad esempio il Tea Tree oil, o antichi rimedi della nonna come ad esempio l’aglio o l’aceto di mele, entrambi dalle forti proprietà disinfettanti.
Se anche i vostri piccoli soffrono di questa infezione, sappiate che non c’è da preoccuparsi: non è pericolosa e spesso bastano davvero poche attenzioni per curarla.
Yoga Nidra, lo yoga del sonno per il rilassamento e il benessere
Venerdì, 18 Gennaio 2019 14:50Yoga Nidra significa letteralmente “lo yoga del sonno” e più di tutti gli altri tipi di yoga è in grado, attraverso la sua pratica, di portare benefici di rilassamento perfetti in un’epoca come la nostra fatta di frenesia, eccitazione costante e stress quotidiano.
L’obiettivo è certamente l’equilibrio fisico e mentale, che nel momento in cui manca porta a scompensi fisici e psicologici e ad uno stato generale di malessere.
Lo Yoga Nidra si inserisce così in questa situazione aiutandoci a rilassare il corpo e la mente in maniera molto profonda attraverso anche la consapevolezza.
Yoga Nidra, lo yoga del sonno per il rilassamento e il benessere: corpo che dorme e mente sveglia per una pratica yoga estremamente rilassante
Nello Yoga Nidra, sostanzialmente, il corpo “dorme”, ovvero entra in uno stato di rilassamento totale mentre la mente lavora, ma sempre per raggiungere relax, consapevolezza e liberazione dallo stress. Per praticare lo yoga Nidra bastano un materassino e un luogo tranquillo (quindi è perfetto da svolgere a casa) e possiamo scegliere un qualsiasi momento della giornata, tenendo presente che al mattino la pratica ci aiuterà a cominciare meglio la giornata. Meglio evitare, solo, la sera: questa pratica attiva infatti la mente, e addormentarsi, poi, risulterebbe difficile e controproducente.
I suoi benefici sono innumerevoli: lo Yoga Nidra rilassa la mente e il corpo in maniera profonda e unica, allena la mente, migliora la memoria, chiarisce l’inconscio, permette di conoscersi meglio e di risvegliare quindi il vero “io” e, soprattutto, combatte lo stress quotidiano attraverso la ricerca dell’equilibrio e grazie allo sgombero temporaneo della mente.
Ma come funziona lo Yoga Nidra? Il corpo, come dicevamo, entra in uno stato di sonno, mentre la mente continua a vegliare per seguire le istruzioni, entrando in uno stato tra il sonno e la veglia. Queste istruzioni sono molto semplici e lineari.
Si parte con la preparazione, sdraiandosi sul tappetino nella posizione di shavasana con gli occhi chiusi (sdraiati a pancia in su) e ci si comincia a rilassare, ascoltando la quiete e la comodità della postura. Ascoltiamo anche il nostro respiro.
Una volta rilassati, si pensa al proprio sanpalka, il proprio proposito, fissandolo bene a mente e ripetendolo tre volte con determinazione e convinzione.
Arriva quindi il momento della consapevolezza: la mente segue ora ogni parte del corpo, partendo dal lato destro e continuando con quello sinistro, partendo dalle dita delle mani e terminando con quelle dei piedi.
Successivamente è il respiro che viene analizzato dalla mente, con la consapevolezza che si fissa sul flusso e sulle parti del corpo interessate dal passaggio dell’aria.
La fase seguente è la visualizzazione, durante la quale la consapevolezza viene visualizzata nello spazio buio davanti agli occhi chiusi.
Infine, ci si concentra, per terminare la pratica, sull’esterno del nostro corpo, ascoltando i suoni esterni, le sensazioni che vengono da fuori e lo spazio. Pian piano si aprono gli occhi e ci si può muovere con delicatezza per riattivare il corpo.
Biotina, usi e benefici della vitamina B8
Giovedì, 17 Gennaio 2019 15:51Come sappiamo, le vitamine del gruppo B sono tra le più importanti quando si parla di benessere del corpo. Il loro ruolo è molteplice: aiutano a trasformare grassi, proteine e carboidrati in energia, disinfiammano, aiutano il cervello e aiutano nel mantenimento dell’equilibrio ormonale ottimale.
Ogni vitamina del gruppo B, tuttavia, ha un suo specifico ruolo. Avete mai sentito parlare della biotina? Si tratta della vitamina B8 (che nella cultura anglosassone è nota come vitamina B7, in altri luoghi come vitamina H o vitamina I), fondamentale per il metabolismo proteico e per la sintesi degli acidi grassi e del glucosio.
La caratteristica secondaria di questa vitamina è che ha un effetto positivo su molti problemi cutanei, dalle dermatiti seborroiche all’alopecia, dall’acne alla caduta dei capelli. Vediamo quindi insieme quali sono gli alimenti che ne sono ricchi, quali sono le quantità raccomandate e quali sono gli effetti positivi e le controindicazioni per il nostro corpo.
Biotina, usi e benefici della vitamina B8: la vitamina resto B8, responsabile del benessere di pelle e capelli
Innanzitutto, la vitamina B8 la si assume principalmente e preferibilmente attraverso l’alimentazione. Sono molti i cibi che ne contengono in alte quantità, soprattutto di origine animale (latte e formaggio, il tuorlo d’uovo, il fegato…), ma per chi sceglie una dieta povera di derivati animali non mancano gli alimenti ricchi di vitamina B8 (i funghi, il lievito di birra, i piselli, le arachidi, varie verdure, le carote, gli spinaci…). Anche i batteri intestinali della nostra flora batterica ne producono in grande quantità.
La buona notizia è che solitamente è difficile presentare una carenza di questa vitamina: l’unico alimento che la contrasta e ne annulla i benefici è l’albume d’uovo crudo, e solo una dieta ricca di questo elemento (rarissima) può portare a degli scompensi. Questi scompensi, in ogni caso, porterebbero ad alcuni sintomi, come la depressione, alterazioni cutanee, un affaticamento generale, la nausea, crampi notturni…
Meglio tuttavia fare attenzione ad alcuni momenti della vita nei quali i livelli di biotina potrebbero abbassarsi, soprattutto in seguito a determinate condizioni (e non, quindi, come risultato di una dieta): gli antibiotici, innanzitutto, uccidono moltissimi batteri del nostro intestino, portando ad abbassare i livelli di vitamina B8. Anche alcune situazioni di infiammazioni intestinali possono alterare i livelli, così come il fumo di sigaretta, l’eccesso di alcool e la gravidanza.
Detto questo, la comunità scientifica non è ancora in grado di dire se, al contrario, possano esserci effetti negativi quando si assume troppa vitamina B8. Non sembrano esserci controindicazioni, ma è sempre meglio chiedere al proprio medico di fiducia e, in ogni caso, mantenere uno stile di vita regolare e un’alimentazione ben bilanciata, in modo da assumere in maniera regolare questa vitamina.
I benefici che la biotina porta al nostro corpo sono innumerevoli, e cercare di assumerne giornalmente ha quindi effetti positivi per molti aspetti. Come dicevamo, la vitamina B8 è infatti un alleato di capelli e pelle, ma anche delle unghie: soprattutto nei bambini, ma anche negli adulti, quando i capelli e le unghie risultano molto sottili e fragili un’integrazione di biotina può aiutare (soprattutto quando si è in presenza di valori di vitamina B8 piuttosto bassi).
Anche per le persone affette da diabete la vitamina B8 è raccomandata: aiuta infatti a migliorare il metabolismo degli zuccheri, una funzione compromessa esattamente dalla patologia di cui parliamo.
Non sono poi da sottovalutare gli effetti positivi della biotina sul sistema immunitario. La vitamina B8, infatti, è essenziale per lo sviluppo dei globuli bianchi, che rappresentano il meccanismo di difesa del nostro organismo contro virus e batteri. Protegge inoltre il nostro cervello e il nostro sistema nervoso, proteggendoli dalle malattie neurodegenerative, aiuta il sistema cardiocircolatorio a mantenersi sano, ha un effetto antinfiammatorio sull’organismo e ci fa apparire più belli e sani, proprio perché rende più forti capelli, pelle e unghie.
Essere più di una mamma
Mercoledì, 16 Gennaio 2019 13:24Siamo mamme, ma siamo anche donne. Siamo mamme lavoratrici, ma siamo anche amiche. Siamo mamme casalinghe, ma siamo anche amanti. Siamo mamme a tempo pieno, ma siamo anche artiste.
Non importa che tipo di mamme siamo. L’importante è sempre tenere a mente anche che tipo di donne siamo. Perché se la felicità di una famiglia passa anche dalla felicità di una madre, allora non annullarsi e ricordarsi di essere sempre noi stesse è fondamentale.
Essere più di una mamma: perché essere donne, lavoratrici, sportive, artiste o ciò che siamo è importantissimo
Una mamma diventa mamma quando compare la lineetta doppia su quel famoso stick. Oppure quando riceve l’attesissima chiamata dal tribunale o dall’ente autorizzato per le adozioni internazionali. In ogni caso, quando una mamma diventa mamma cambia tutto il suo mondo. Ma ciò che non dobbiamo dimenticare è che una mamma è sì una mamma, ma è anche una persona. E non devono ricordarlo gli altri. Dobbiamo ricordarlo soprattutto noi stesse.
Per avere una famiglia felice dobbiamo innanzitutto cercare la nostra felicità. La serenità dei genitori si riflette immediatamente sul benessere dei bambini, e, al contrario, l’infelicità influenza negativamente tutta la famiglia. Ecco perché è sempre fondamentale trovare il proprio equilibrio e la propria serenità.
Naturalmente questo non significa non fare la mamma, o limitare le nostre cure, o, ancora, scansare l’idea di maternità. Anzi. Fare la mamma, a tempo pieno o lavorando nel frattempo, è sempre e comunque un compito impegnativo e spesso svolto con serenità, pazienza e forte volontà. Con positività, insomma. Ma questo non significa che nel momento in cui diventiamo madri dobbiamo abbandonare ciò che eravamo prima. Nemmeno se, anche se non l’avevamo pianificato, ci ritroviamo a fare le mamme casalinghe a tempo pieno.
Essere donna, essere un essere umano, è prima di tutto la nostra natura. E i nostri figli saranno molto più felici se vedranno la loro mamma essere se stessa, con le sue passioni, i suoi hobby, i suoi spazi e le sue idee.
Siamo mamme, quindi, ma siamo donne che amano la moda, lo sport, il benessere, i libri, la musica, i concerti, le mostre, le uscite con le amiche e con gli amici, le serate galanti con il nostro partner, i bagni caldi, il mascara e l’eye-liner (anche pesanti, che non significa non avere buon gusto), la cucina, le faccende domestiche, avere un aiuto in casa, la famiglia, gli amici, gli amici di scuola, le serie tv… E questo non deve per forza scomparire nel momento in cui diventiamo mamme. Anzi.
Purtroppo è normale scivolare in un ruolo che assorbe moltissimo del nostro tempo. È facilissimo accantonare le nostre passioni per prenderci cura della nostra amatissima famiglia e dei nostri fantastici figli. Ma non è giusto, né per noi né per loro. Perché dedicarsi ad una passione significa curare il nostro essere, significa stare bene con noi stessi. E per quanto i nostri figli diventino effettivamente la nostra passione principale (sì! È così! E noi amiamo moltissimo questa cosa!), le nostre passioni di un tempo non devono essere annullate o eliminate. Perché a lungo andare il loro annullamento può solo portare malessere.
La soluzione è semplice: basta essere consapevoli del fatto che ora il tempo per dedicarci alle nostre passioni sarà molto meno, ma essere altrettanto consapevoli che qualche ritaglio di tempo lo si può trovare, per ciò che si ama.
Prendiamoci quindi anche solo dieci minuti al giorno per noi, o un’ora a settimana. Basta pochissimo, bastano i ritagli di tempo. Andiamo in palestra, leggiamo un libro, facciamo una maschera di bellezza, usciamo per un aperitivo, facciamo una camminata, usciamo per dello shopping. Ma facciamolo. Rimaniamo noi stesse. Mostriamo ai nostri bambini che sì, siamo la loro mamma, ma la loro mamma è anche una sportiva, una lettrice, un’appassionata di moda, un’amante della natura, una lavoratrice, una brava cuoca, un’appassionata di scienza, di tatuaggi, di viaggi, di cucito, di automobili…
Solo così i nostri figli capiranno la bellezza dell’unicità, delle passioni, dell’essere noi stessi, del prendersi del tempo per stare bene. Sta qui la felicità. Non solo nostra, ma di tutta la famiglia.
La borsa del cambio per il passeggino
Mercoledì, 16 Gennaio 2019 09:00La borsa del cambio per il passeggino deve essere fatta a regola d’arte. Perché? Non per sfizio, o per estetica, ma semplicemente perché deve semplificare la vita di noi genitori. Pannolini, creme, acqua, salviettine… Serve davvero moltissimo, ma basta essere un pochino smart per organizzarla al meglio ed avere così sempre a portata di mano tutto ciò di cui abbiamo bisogno per uscire in tutta tranquillità con i nostri pargoli.
Ma cosa serve, esattamente? Ogni genitore ha le sue priorità e le sue abitudini, ma certamente ci sono alcuni oggetti e accessori che non possono mancare. Ed è per questo che abbiamo creato per voi la guida definitiva alla borsa del cambio per il passeggino!
La borsa del cambio per il passeggino: gli essenziali per la borsa del passeggino e come organizzare tutto per semplificarci la vita quando usciamo con i bimbi
Naturalmente si parte dai pannolini, che (usa e getta o lavabili) non dovrebbero mai mancare nella borsa del cambio che appendiamo al passeggino, così come un telo (meglio se impermeabile, in modo da lavarlo in maniera super semplice) sul quale appoggiare il bambino durante il cambio ovunque siamo. Ma c’è un accessorio ancor più utile che non molti conoscono: la wet bag.
La wet bag è un accessorio da infilare nella borsa del cambio pannolino che è davvero molto comodo perché permette di non impazzire quando ci troviamo a dover cambiare il pannolino al bambino in una situazione non esattamente comoda. La wet bag è perfetta soprattutto nel caso in cui utilizziamo i pannolini lavabili, ma è incredibilmente utile anche nel caso di quelli usa e getta. Si presenta così (e possiamo acquistarla qui):
Si tratta di una borsa prodotta in un materiale impermeabile (come ad esempio il poliuretano), richiudibile ed ermetica, perfetta per riporre i pannolini sporchi. Nel caso in cui utilizziamo i pannolini lavabili questa è necessaria per non sporcare il resto del contenuto della borsa e per riportare a casa i pannolini bagnati o umidi, ma diventa molto comoda anche nel caso in cui ci troviamo in un luogo (come ad esempio durante le passeggiate in montagna o in altri luoghi meno cittadini) nel quale fatichiamo a trovare un cestino per gettare i pannolini usa e getta. Sono utili però anche per riporre le salviette e gli indumenti umidi e sporchi, in modo da non contaminare il resto ed evitando spiacevoli odori (grazie alle chiusure ermetiche).
Ce ne sono di molte tipologie, e possiamo sceglierle dei nostri colori preferiti, in modo da essere un pochino fashion, oltre che pragmatici!
Nella borsa del cambio per il passeggino non dovrebbero poi mai mancare le salviette umidificate, meglio se morbide, necessarie per pulire al volo i casini che i culetti dei nostri bimbi producono nel giro di pochissime ore! Possiamo comprarne (con ingredienti naturali!) oppure, semplicemente, utilizzare dell’acqua fresca bagnando delle salviette in cotone al momento.
Infiliamo poi nella borsa del cambio un gel per lavarci le mani in caso di emergenza (meglio se realizzato con oli essenziali, meno chimico e meno aggressivo sulla pelle dei bimbi, dal momento che le nostre mani li toccheranno durante il cambio) e un paio di baby-body di scorta: come certamente saprete (per esperienza!) i bimbi nei primi mesi di vita si sporcano davvero moltissimo e a volte cambiare il pannolino non basta.
E quali creme sono indispensabili nella borsa del cambio per il passeggino? Certamente la pasta emolliente per il sederino, da spalmare dopo aver lavato il culetto con acqua fresca per evitare arrossamenti.
E poi, meno scontata, la crema solare: che sia estate o inverno, quando il sole spunta fuori può diventare pericoloso e avere un tubetto di crema, che abbia una protezione 50+ pensata apposta per le pelli dei nostri bimbi piccoli.
Infine, del talco per i giorni in cui i bimbi sembrano sudare più del solito, anche in questo caso per evitare arrossamenti. Noi consigliamo del talco che non sia in polvere (perché è piuttosto pericoloso): meglio in crema, come il Talco non Talco di Fiocchi di Riso, che da giugno 2020 sarà disponibile in due nuovi formati, ancora più comodi e versatili: lo spray e il roll-on. Con la stessa formulazione sarà dunque possibile portare con sé il Talco non Talco in tutte le occasioni, scegliendo la versione più adatta alla propria famiglia. Per scoprire i formati disponibili, basta visitare la pagina dedicata.
Come saprete, l’olio di cocco non manca mai nel nostro bagno, ed è davvero una coccola irrinunciabile spalmarlo su tutto il corpo dopo una doccia o un bagno caldo: la pelle si idrata, si ammorbidisce, senza tuttavia ungersi, e il risultato è una pelle liscia e morbidissima al tatto.
L’olio di cocco, insomma, è davvero un alleato della nostra bellezza e del nostro relax. Ma perché quindi utilizzarlo solo dopo la doccia o il bagno? Perché non sfruttarlo direttamente nella vasca per un bagno caldo rilassante e ancora più efficace?
Ecco quindi la nostra ricetta per le barrette da bagno all’olio di cocco, da preparare in casa e da sciogliere nell’acqua calda della vasca per un bagno rigenerante e profumatissimo.
Un bagno all’olio di cocco: la ricetta delle barrette da bagno all’olio di cocco e lavanda per una pelle idratata e morbidissima
Per te, mamma casalinga che non l’aveva pianificato
Martedì, 15 Gennaio 2019 15:27No, non era stato pianificato. Ma la vita è ciò che accade mentre si è intenti a seguire il proprio programma definito, no? Ecco, accade anche questo. Accade che diventi una mamma casalinga anche se questo non era nei piani.
Diventare mamma era nei piani. Rinunciare a molte cose era nei piani. Ma il lavoro, quello no, non era nei piani abbandonarlo per stare a casa. Eppure ora è così, per molte mamme. E, volenti o nolenti, bisogna sempre trovare la bellezza della situazione, il lato positivo, il proprio posto nel mondo in un mondo che sembra sempre giudicare ogni scelta e ogni situazione.
Per te, mamma casalinga che non l’aveva pianificato: un articolo dedicato a tutte le mamme a tempo pieno
Non c’è un motivo prestabilito e non c’è un percorso univoco per tutte. Capita (troppo spesso) che ci si ritrovi senza lavoro perché i capi non permettono la maternità, con tanti stratagemmi che fanno accapponare la pelle e che mandano all’aria secoli di conquiste femminili. Capita anche che sia una scelta ponderata, perché per molte andare al lavoro significa pagare nido o babysitter, utilizzando tutto lo stipendio, e allora tanto vale stare a casa e godere noi i nostri figli, non un estraneo. C’è anche chi sceglie consapevolmente e volontariamente, perché, mai l’avrebbe pensato, fare la mamma a tempo pieno è ciò che riempie la sua vita.
Insomma, possono esserci tante motivazioni, ma il succo è che sono moltissime le mamme che decidono di fare le mamme a tempo pieno anche se non l’avevano pianificato. E questo cambia le cose.
Certo, c’è molta differenza tra l’averlo scelto e l’essersi trovate nella situazione, ma in ogni caso le cose cambiano e certi pensieri rimangono, così come certe dinamiche.
Una mamma a tempo pieno si trova innanzitutto a cambiare tutte le sue abitudini, tutta la sua vita. Stravolge tutto. Perché se prima il focus era su se stessa, ora è sui cuccioli di casa. Sulla casa. Sui cari a cui badare. Perché fare la mamma e la casalinga è un lavoro, e non ci si scappa.
Una mamma a tempo pieno guarda all’opportunità, e non a ciò che ha perso o rinunciato. Perché dopo l’eventuale scoramento iniziale, è normale guardare al bello della cosa: si è a casa con i propri bambini. Li si vive. Si gode del tempo di vera qualità con loro. E, come è stato difficile rinunciare al lavoro, sarebbe difficile rinunciare a questo, dopo che ci hai fatto l’abitudine!
Una mamma a tempo pieno ha sensi di colpa. Perché sente la pressione di una società che sembra non fare altro che giudicare e sputare consigli non richiesti. “Ah, ma allora fai tutto tu. Hai proprio rinunciato a te stessa”. “Ah, sei a casa tutto il giorno? Chissà che bello, chissà quanto tempo per te!”. “Ah, sei una casalinga? Io non potrei mai non lavorare”. Tutte frasi velenosissime che racchiudono insidie e violenza verbale che una mamma fa fatica ad accettare. Solo che a volte si cade nella trappola e affiorano sensi di colpa senza senso.
Perché “Stare a casa” non significa non fare nulla. Non significa non lavorare. Non significa non essere femministe (anzi: casalinga-femminista è un connubio possibile).
Ci vorrà tempo, per aggiustarsi in questo nuovo ruolo. Ci vorrà tempo per trovare le proprie abitudini, il proprio tempo per se stesse, il proprio ruolo, la propria voce. Ci vorrà tempo per accettare le cose, perché non sempre tutto va secondo i piani, in nessun settore della vita. Ma il premio sarà dolcissimo, perché in ogni caso questa scelta è dettata dall’amore, dall’amore di una nuova vita che sta occupando un nuovo spazio in casa, e che noi siamo tanto fortunati da vedere crescere (ancora di più se il nostro lavoro è proprio a casa!).
Sara Polotti
Consigli per purificare le nostre case da inquinamento e batteri
Martedì, 15 Gennaio 2019 08:31Inquinamento domestico: un problema che sembriamo sottovalutare e che invece è particolarmente pericoloso. Già, perché si parla tanto di smog ambientale, quando allo stesso modo le nostre abitazioni sono contaminate da inquinamento e batteri.
La qualità dell’aria delle nostre città, insomma, è giustamente sotto la lente d’ingrandimento, e noi per primi, consapevoli, cerchiamo di dare il nostro contributo positivo, scegliendo uno stile di vita ecologico che ci permette di fare bene all’aria e stare bene noi stessi (come muoverci in bicicletta). Ciò che dobbiamo fare, però, è anche puntare i riflettori sulle nostre case: l’aria negli ambienti chiusi, infatti, è cinque volte più inquinata rispetto a quella esterna. E non è solo l’aria ad essere pericolosa (soprattutto quando in casa ci sono bambini): il 95% dei batteri degli spazi interni, infatti, vive sulle superfici degli oggetti, non nell’aria.
Ma come fare per rendere le nostre case più sicure a livello di inquinamento e batteri nocivi? Ecco i nostri consigli.
Consigli per purificare le nostre case da inquinamento e batteri: come combattere in maniera naturale l’inquinamento domestico e la proliferazione dei batteri cattivi
Come dicevamo, le superfici delle nostre case sono ricoperte di batteri. Ci sono quelli buoni, ovvero quelli che aiutano a mantenere l’equilibrio, ma ci sono anche e soprattutto quelli nocivi, ovvero batteri e microrganismi patogeni che si nutrono di cellule morte della pelle, di acari della polvere, di polline, di peli di animali domestici… A lungo andare, sono loro a formare funghi e muffe, e come sappiamo questi sono molto, molto nocivi.
Il primo consiglio è quello di mantenere sempre gli ambienti asciutti. L’umidità è infatti la prima causa di funghi e muffe. E non è presente solo in spogliatoi, palestre e docce: anche casa nostra può risultare umida. E per asciugarla, è bene riciclare l’aria ogni giorno aprendo almeno due finestre contrarie per un quarto d’ora al giorno, soprattutto in inverno.
Il secondo consiglio è quello di affidarsi ai batteri buoni, ovvero i batteri probiotici, che già convivono negli ambienti interni con quelli cattivi e che sono indispensabili per il nostro organismo (come già saprete: sono gli stessi che assumiamo per bocca per ristabilire l’equilibrio della flora intestinale). Assicurando alla nostra casa il giusto equilibrio tra batteri buoni e cattivi, ristabiliremo il benessere domestico. Ma come fare?
In primo luogo, evitiamo di pulire casa con detergenti troppo aggressivi a base di cloro, candeggina e ammoniaca. Fanno più danni che altro: distruggono infatti indistintamente ogni batterio, e, addirittura, favoriscono la proliferazione di quelli cattivi, a causa del biofilm che depositano sulle superfici con tutti i germi che hanno ucciso. Lo stesso discorso vale per i purificatori di aria a ioni negativi, che depositano la polvere e gli allergeni presenti nell’aria sulle superfici, alimentando il ciclo vitale dei batteri patogeni (che è proprio ciò che vogliamo evitare).
La soluzione sono invece i diffusori di probiotici ambientali e il purificatore d’aria. Di cosa si tratta? Di una tecnologia (chiamata BetterAir) che permette di diffondere in maniera continua miliardi di Probiotici Ambientali che si depositano sulle superfici e sottraggono nutrimento ai batteri cattivi, riducendoli o addirittura eliminandoli.
Con BetterAir possiamo così creare in casa un microbioma ambientale equilibrato e sano che proteggerà il nostro sistema respiratorio e il nostro sistema immunitario, proprio come se assumessimo probiotici per bocca (i classici fermenti lattici).
La qualità dell’aria migliorerà in maniera super naturale (perché nei probiotici non vi è nulla di chimico, e sono privi di conservanti e additivi), si ridurrà il rischio di sviluppare le muffe e i funghi, i cattivi odori (che sono causati proprio dai batteri patogeni) scompariranno e l’inquinamento domestico di fatto sparirà.
Il bello è che possiamo provare questa tecnologia prima noleggiandola e poi, una volta soddisfatti del risultato, comprandola ad un prezzo scontato sul sito di Paladin True, per un benessere costante e una vita più sana, anche negli ambienti chiusi!
Come organizzare l’armadio dei bambini
Venerdì, 11 Gennaio 2019 15:01L’armadio dei bambini spesso fa impazzire le mamme e i papà. Già, perché i bambini crescono molto velocemente e con la crescita cambiano gli indumenti. Se da piccolissimi è l’armadio è pieno di tutine e piccoli abiti, man mano crescono gli abiti divengono più simili ai nostri, con magliette, pantaloni, gonne, biancheria intima… E l’armadio deve essere riorganizzato.
Ma bastano alcuni accorgimenti per rendere tutto più semplice, facendo sì che l’armadio cresca insieme ai nostri bambini.
Come organizzare l’armadio dei bambini: i consigli sull’organizzazione dei vestiti in base all’età del bambino
Per i primi mesi
I primi mesi l’armadio rischia di diventare il regno del caos della biancheria. Ci sono tute, tutine, magliettine… E lavandole così spesso non abbiamo nemmeno il tempo di rimetterle a posto. L’ideale, quindi, sono le cassettiere e, soprattutto, le scatole. Mettendo le scatole dentro all’armadio potremo dividere tutto per tipologia di capo, infilandolo una volta lavato e piegato e prendendolo poi con facilità.
http://www.homemade-by-jade.com/blog/how-to-turn-a-bookcase-into-a-childs-closet
I bastoni
I bastoni nell’armadio sono davvero comodi e utili, soprattutto per avere sott’occhio tutti i vestiti dei bambini evitando lo spreco. Il nostro consiglio è quindi quello di scegliere armadi con bastoni modificabili e regolabili, in modo che crescano con il bambino. I vestiti dei bambini piccoli, infatti, non occupano spazio in altezza e potremo mettere più file di bastoni, dividendo così magliette, pantaloni e gonne e capispalla, tutto in perfetto ordine.
https://www.pinterest.it/pin/366761963390840030/
Mano a mano che cresceranno, poi, potremo spostare i bastoni come più ci sarà comodo.
https://somuchbetterwithage.com/kids-closet-organization-dollar-store-bins/
I cassetti
Anche i cassetti, come le scatole, sono molto comodi. Ecco perché l’ideale è avere un armadio che li abbia al suo interno, per non togliere spazio nella stanza del bambino con cassettiere aggiuntive. Possiamo comprare armadi già predisposti…
Oppure creare dei cassetti con elementi diversi, come le soluzioni dell’Ikea con strutture bianche e scatole da infilare al loro interno.
http://www.girlonthehudson.com/decor/2015/11/11/nursery-closet-organization
Per i bimbi che cominciano le elementari
Comincia la scuola e i bambini cominciano ad acquisire sempre più indipendenza, anche in fatto di vestiti. Ciò che possiamo fare è far sì che l’armadio sia alla loro altezza, ovvero che abbiano tutto a portata di mano per poter sfilare i vestiti in autonomia. Anche se l’armadio è alto, non preoccupiamoci: basterà utilizzare i bastoni e i cassetti bassi per organizzare i vestiti che usano maggiormente, spostando sopra quelli delle altre stagioni (in modo, anche, da non dover fare un cambio armadi scomodo e stressante).
http://www.laurenmcbrideblog.com/2016/09/tips-for-installing-removable-wallpaper/