Reparti maternità: quando il parto vaginale viene spacciato per parto naturale

“Vai all’ospedale pincopallino di Milano a partorire se vuoi fare il parto naturale. E poi lì fanno l’epidurale, per cui puoi avere il tuo parto senza dolore. Già, ho letto l’articolo sul giornale e c’era proprio scritto che il numero dei cesarei è il più basso della zona”. 

Sembra tutto lineare, numero basso di cesarei significa parto naturale assicurato o quasi. Ma sarà proprio vero? Purtroppo, come spesso capita in questo filone della maternità detto “naturale”, il caos regna sovrano e si rischia di imbattersi in castelli di sabbia. E sì, perché sempre più ospedali costruiscono l’immagine del buon reparto maternità con qualche trucchetto, su filosofie che di naturale hanno ben poco e ancor più che di rispettoso nei confronti della donna non hanno neanche l’ombra.

Ma partiamo dall’inizio: il primo luogo comune da sfatare è che un numero basso di cesarei sia indice di un approccio naturale al parto. Il dato è davvero poco significativo perché: 

  1. non indica quanti bambini sono finiti in terapia intensiva per un “parto naturale per forza”, anche a costo di mettere in pericolo la vita o comunque il benessere della mamma e del bambino. Forse meglio un cesareo se necessario che un bambino in terapia intensiva!
  2. spesso alcuni ospedali per diminuire strategicamente il tasso dei cesarei inviano donne che hanno avuto già un taglio cesareo e che vogliono ripeterlo presso strutture vicine. Partendo dal presupposto che il VBAC quindi il parto vaginale dopo un cesareo è non solo praticabile ma anche suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dobbiamo sapere che è anche sicura, possibile e assolutamente praticabile l’induzione di travaglio dopo un taglio cesareo. E’ però altrettanto vero che la donna deve essere libera di scegliere, supportata dalla corretta informazione scientifica, senza vincoli, giudizi e strumentalizzazioni. E’ quindi secondo voi corretto dire a una donna “se vuoi fare il cesareo vai in un’altra struttura perché qui noi non te lo facciamo”?. Secondo voi significa rispettate la mamma? 

E questo è solo ciò che riguarda il dato statistico di cesarei. Ma andiamo avanti e parliamo dell’epidurale “la migliore amica del parto naturale”, quello che sembra essere lo strumento più utile per portare felicemente a termine un travaglio e un parto. Partiamo dal presupposto che lo strumento migliore è l’istinto della donna, naturalmente predisposta a partorire che, se si affida a un’ostetrica in maniera profonda (certo che un’ostetrica brava fa la differenza) difficilmente avrà problemi nel parto. Si perché una donna sa qual’è la posizione che la può aiutare in quel momento (anche se a volte il suggerimento ostetrico è fondamentale), sa che stare ferma a pancia in su provoca un dolore lancinante ed è solo comodo per l’operatore, sa quando ha bisogno muoversi, sa che non è malata, e che ha bisogno del supporto emotivo e pratico di un’altra donna più che due dita in vagina ogni dieci minuti o una canula piantata nella colonna che diciamolo, non è un aiuto al libero movimento.

L’epidurale infatti in primis generalmente allunga i tempi del travaglio, poi non consente il parto in acqua (il parto che noi ci sentiamo di consigliare a tutte voi), non permette un movimento fluido da parte della donna e l’assunzione di numerose posizioni, talvolta necessarie al benessere del bambino. Questo perché è comunque una procedura medica che può avere complicanze che impediscono un libero movimento, senza contare che spesso la donna perde in maniera parziale la sensibilità alle gambe per alcune ore…

Attenzione poi ad epidurali inserite durante i prodromi: il travaglio generalmente si allunga davvero tanto e il rischio poi è quello di imbattersi in un parto che di fisiologico ha poco, quindi con l’utilizzo delle ventosa o altre manovre che possono danneggiare anche il piccolo: perché si, un travaglio molto lungo non è una manna del cielo neppure per il bambino lo sapevate?

Quindi attenzione a scegliere ospedali in cui si abusa dell’epidurale, perché rischiate di compromettere il vostro parto naturale. Perché se davvero è quello che vogliamo dobbiamo tener presente che la nascita è un evento, un evento che parte dalla gravidanza e si prolunga nei mesi successivi al parto, non è l’uscita dalla vagina del bambino. 

1. se non si ha una complicanza della gravidanza o una malattia del bambino è bene scegliere un ospedale più piccolo perché è più garantita un’assistenza one to one dal ricovero al dopoparto e sono meno gravosi gli interventismi inutili dei pediatri con aggiunte, esami e quant’altro. 

2. chiediamo i dati percentuali dei parti in acqua: attenzione, non solo il travaglio ma il parto. Eh si, perché partorire in acqua è indiscutibilmente il modo migliore e più dolce per nascere. Poi una mamma è libera di scegliere non solo prima ma anche nel momento stesso di non effettuarlo, ma questo dato percentuale è significativo dell’approccio effettivamente fisiologico di una struttura.

3. Informiamoci sulle posizioni assunte durante il travaglio e il parto: quante donne partoriscono in posizione ginecologica che sappiamo essere la peggiore per la donna ma la più comoda per gli operatori? Perché davvero se il modo principale di partorire è questo la struttura non può in alcun modo essere definita vicino a un approccio fisiologico. c’è una netta differenza tra PARTO VAGINALE E PARTO NATURALE. Tutti questi parti elencati sono vaginali, ma pochi naturali. 

4. quante ventose vengono applicate, quante manovre di kristeller, quante episiotomie? 

5. qual’è l’assistenza durante il puerperio? Quante soluzioni glucoside, aggiunte e ciucci vengono dati e quindi quanti allattamenti rovinati? Cerchiamo strutture dove la mamma e il piccolo vengono seguiti nel puerperio dalle ostetriche, così che possano sostenerle a livello non solo di allattamento al seno ma di benessere a 360° affrontando tematiche quali il sonno, la cura del neonato, il bagnetto, la cura del seno etc… Sarà così più difficile cadere nel circolo vizioso delle aggiunte e dei ciucci che sappiamo creare disagi importanti nell’allattamento nella fase iniziale. E, fidatevi, sono punti strategicamente importanti quanto il parto. Pensate agli effetti positivi che potrebbe avere un accurata informazione delle mamme sul tema del sonno? immaginate quanti sonni sereni per tutta la famiglia? 

6. cerchiamo strutture, purtroppo ancora poche, dove siano presenti ambulatori di gravidanza fisiologica, quindi ambulatori dove le gravide sono seguite dalle ostetriche che, oltre a monitorare la gravidanza, possono offrire supporto pratico e psicologico alla futura e neomamma. L’ostetrica infatti è la figura più linea con le esigenze di una donna sana: la gravidanza, essendo un evento fisiologico, non prevede la figura del medico di per sé,anche perché spesso una gravida cerca nel ginecologo risposte che chiaramente lui non potrà darle: non è infatti il suo lavoro fornire supporto emotivo ma anche consigli concreti di benessere per la donna. Nell’ambulatorio di gravidanza fisiologica la donna sarà seguita GRATUITAMENTE  per tutta la gravidanza, e gli stessi esami clinici come analisi del sangue ed ecografie saranno prenotate ed effettuate nella stessa struttura.

Teniamo quindi conto, future mamme, di questi aspetti prima di optare per un ospedale perché tanto pubblicizzato, spesso da persone che di vero nascita naturale, non sanno davvero nulla. 

Ti potrebbe interessare anche

I regali più gettonati per un neonato nel 2024: quali sono
La cardiotocografia: a cosa serve quella fascia sulla pancia durante il parto
La paura del parto ha un nome (ed è superabile): tocofobia
Quanto tempo ci vuole per rimettersi dopo il parto?
Come alleviare il dolore delle contrazioni
Nascita dolce e dintorni
Nascere ai tempi del covid, il video della SIN per i genitori
Tutto ciò che c’è da sapere sul parto cesareo
Il perfetto kit per il post-parto
Cos’è l’indice di Apgar e perché è importante
La vescica dopo il parto, perché l’incontinenza non è una vergogna
Come evitare la perdita di capelli dopo il parto

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg